domenica 31 marzo 2024

Gv 20,11-18 RITO AMBROSIANO PASQUA NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE

RITO AMBROSIANO
PASQUA NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE
Domenica 31 Marzo 2024
Lettura del Vangelo secondo Gv 20,11-18
+ Lettura del Vangelo secondo Giovanni 20, 11-18

In quel tempo. Maria di Màgdala stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

 

1. COLEI CHE È STATA MOLTO PERDONATA PERCHÉ AVEVA MOLTO AMATO, È LA PRIMA A CERCARE IL SIGNORE. Piange Maria davanti al sepolcro vuoto, i suoi occhi e la sua mente sono ancora fissi al patibolo tremendo della croce. SEMBRA CHE SIA FINITO TUTTO. PERÒ GESÙ ARRIVA e la chiama per nome. E' RISORTO!
2. CHIAMATA PER NOME, LO RICONOSCE. E' il Signore, il Maestro e la donna risorge con Lui. E' pazza di gioia. Gli si prostra ai piedi e lo adora. Ormai è tesa nell'ascolto e qualunque cosa le verrà richiesta la farà "VOLANDO". GESÙ È VIVO...
3. MARIA È LA PRIMA AD ANNUNCIARE DI AVER VISTO E UDITO IL RISORTO diventando l'Apostola degli Apostoli. L'incontro col Risorto rimette TUTTO IN MOVIMENTO. IL RISORTO CI CHIEDE DI RISORGERE DIVENTANDO ANNUNCIATORI DI GIOIA...
BUONA PASQUA DI RISURREZIONE A TUTTI...

sabato 30 marzo 2024

Mt 28,1-7 RITO AMBROSIANO - VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA

RITO AMBROSIANO
VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA
Sabato 30 Marzo 2024
Lettura del Vangelo secondo Mt 28,1-7
+ Lettura del Vangelo secondo Matteo 28, 1-7

In quel tempo. Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».

 

1. LA LUCE DEL RISORTO SCONFIGGE LE TENEBRE. È L’ALBA DELLA NUOVA CREAZIONE, fondata sul Risorto. Dice l’angelo “è risorto come aveva detto”, conferma la FEDELTÀ e la SALDEZZA delle sue parole, che ascoltiamo e che si compiono… SEGUIRLO È LA SCELTA GIUSTA!
2. «NON C’È NULLA DI PIÙ SUBLIME DI QUESTO MISTERO:/la colpa cerca il perdono, /l’amore scioglie la paura/LA MORTE DI CRISTO RIDONA UNA VITA NUOVA. /…/ la morte, trafitta dal suo stesso pungolo, /riconosca, gemendo, di essere lei sola perita» L’ANNUNCIO DELLA PRESENZA VICINA E DEFINITIVA (PER SEMPRE) DI COLUI CHE IL NOSTRO CUORE CERCA. IN LUI LA VITA…
3. «Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “è risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea». ANDATE/ANDIAMO. Perché in Galilea? IN GALILEA TUTTO ERA COMINCIATO; in particolare, sul monte Gesù aveva inaugurato il regno di Dio con l’annuncio delle beatitudini. E’ PRATICANDO LE BEATITUDINI CHE SI PUÒ INCONTRARE IL SIGNORE RISORTO… BUON CAMMINO...
BUONA VEGLIA PASQUALE...
 

venerdì 29 marzo 2024

Mt 27,1-56 - RITO AMBROSIANO VENERDÌ DELLA SETTIMANA AUTENTICA

RITO AMBROSIANO
VENERDÌ DELLA SETTIMANA AUTENTICA
"Celebrazione della Passione del Signore"
Venerdì 29 Marzo 2024
Lettura del Vangelo secondo Mt 27,1-56
+ Passione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo Matteo  - Mt 27,1-56

C - Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.
Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo:

A - «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente».

C - Ma quelli dissero:

A - «A noi che importa? Pensaci tu!».

C - Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero:

A - «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue».

C - Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d’oggi. Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: «E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore».

Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo:

A - «Sei tu il re dei Giudei?».

C - Gesù rispose:

✠ - «Tu lo dici».

C - E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. Allora Pilato gli disse:

A - «Non senti quante testimonianze portano contro di te?».

C - Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito.
A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse:

A - «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?».

C - Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire:

A - «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua».

C - Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro:

A - «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?».

C - Quelli risposero:

A - «Barabba!».

C - Chiese loro Pilato:

A - «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?».

C - Tutti risposero:

A - «Sia crocifisso!».

C - Ed egli disse:

A - «Ma che male ha fatto?».

C - Essi allora gridavano più forte:

✠ - «Sia crocifisso!».

C - Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo:

A - «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!».

C - E tutto il popolo rispose:

A - «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli».

C - Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano:

A - «Salve, re dei Giudei!».

C - Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.
Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, «si divisero le sue vesti, tirandole a sorte». Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo:

A - «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!».

C - Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano:

A - «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!».

C - Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.
A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce:

✠ - «Elì, Elì, lemà sabactàni?»,

C - che significa:

✠ - «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».

C - Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano:

A - «Costui chiama Elia».

C - E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano:

A - «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!».

C - Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

 

C - Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.
Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano:

A - «Davvero costui era Figlio di Dio!».

C - Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.

 

1. UOMO DEI DOLORI CHE BEN CONOSCE IL PATIRE: Quanto ha patito Gesù?  Lui nella potenza dello Spirito, LO HA ACCETTATO, CONSAPEVOLMENTE E LIBERAMENTE, PER AMORE. Fermiamoci a riflettere in silenzio...

2. Non c’è sofferenza umana (fisica, psichica o spirituale) che non sia abbracciata dall’Innocente Crocifisso. GUARDANDO IL CROCIFISSO SI TROVA LA SORGENTE DELL’INESAURIBILE CARITÀ CHE SI FA CARICO DELLA SOFFERENZA DEGLI UOMINI LORO FRATELLI. Guardiamo a Lui...

3. Come stare allora di fronte al Crocifisso? Anzitutto con la coscienza della nostra responsabilità di essere peccatori senza annichilirsi nella disperazione e affidandoci come farà il buon ladrone. LA SOLA MODALITÀ ADEGUATA CON CUI STARE DAVANTI AL CROCIFISSO, L’UNICA ALLA NOSTRA PORTATA È LA GRATITUDINE. INIZIAMO A VIVERLA ADORANDO LA CROCE...

BUON VENERDÌ SANTO...

giovedì 28 marzo 2024

Mt 26,17-75 - RITO AMBROSIANO GIOVEDÌ DELLA SETTIMANA AUTENTICA

RITO AMBROSIANO
GIOVEDÌ DELLA SETTIMANA AUTENTICA
Giovedì 28 Marzo 2024
Lettura del Vangelo secondo Mt 26,17-75
+ Passione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo Matteo - Mt 26,17-75

C - Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero:

A - «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?».

C - Ed egli rispose:

✠ - «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”».

C - I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse:

✠ - «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».

C - Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli:

A - «Sono forse io, Signore?».

C - Ed egli rispose:

✠ - «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».

C - Giuda, il traditore, disse:

A - «Rabbì, sono forse io?».

C - Gli rispose:

✠ - «Tu l’hai detto».

C - Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse:

✠ - «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo».

C - Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo:

✠ - «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio».

C - Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Allora Gesù disse loro:

✠ - «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: / “Percuoterò il pastore / e saranno disperse le pecore del gregge”. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea».

C - Pietro gli disse:

A - «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai».

C - Gli disse Gesù:

✠ - «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte».

C - Pietro gli rispose:

A - «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò».

C - Lo stesso dissero tutti i discepoli.
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli:

✠ - «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare».

C - E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro:

✠ - «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me».

C - Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo:

✠ - «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!».

C - Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro:

✠ - «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole».

C - Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo:

✠ - «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà».

C - Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro:

✠ - «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

C - Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo:

A - «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!».

C - Subito si avvicinò a Gesù e disse:

A - «Salve, Rabbì!».

C - E lo baciò. E Gesù gli disse:

✠ - «Amico, per questo sei qui!».

C - Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse:

✠ - «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?».

C - In quello stesso momento Gesù disse alla folla:

✠ - «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti».

C - Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.
Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.
I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono:

A - «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”».

C - Il sommo sacerdote si alzò e gli disse:

A - «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?».

C - Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse:

A - «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio».

✠ - «Tu l’hai detto

C - gli rispose Gesù;

✠ - anzi io vi dico: / d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo / seduto alla destra della Potenza / e venire sulle nubi del cielo».

C - Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo:

A - «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?».

C - E quelli risposero:

A - «È reo di morte!».

C - Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo:

A - «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».

C - Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse:

A - «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!».

C - Ma egli negò davanti a tutti dicendo:

A - «Non capisco che cosa dici».

C - Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti:

A - «Costui era con Gesù, il Nazareno».

C - Ma egli negò di nuovo, giurando:

A - «Non conosco quell’uomo!».

C - Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro:

A - «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!».

C - Allora egli cominciò a imprecare e a giurare:

A - «Non conosco quell’uomo!».

C - E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte».

E, uscito fuori, pianse amaramente.

 

1. L’AMARA POSSIBILITÀ DI TRADIRE IL BENE. “Mentre mangiavano, disse: Uno di voi mi tradirà” ... “questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte”. NEPPURE IL TRADIMENTO FERMA GESÙ! Dio conferma il suo amore all’uomo donando la sua vita. A BEN VEDERE ANCHE NOI CONOSCIAMO IL TRADIMENTO...

2. Ma l’Ultima Cena, CON L’ISTITUZIONE DELL’EUCARISTIA, ROVESCIA LA SITUAZIONE DI PECCATO. AL CENTRO TROVIAMO L'AMORE, IL DONO TOTALE DELLA VITA. Nell'Eucarestia Dio stesso si sacrifica in nostro favore. “Questo è il mio corpo che è per voi” … “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue” … NO ALLA VENDETTA...

3. LA NOSTRA PARTE? IL SÌ DI PIETRO. “Pietro uscito fuori pianse amaramente”. PIETRO CAPISCE CHE TUTTO IN LUI TENDE A CRISTO, a tal punto che perfino il limite, addirittura il rinnegamento, non impedisce l'unione a Cristo.  SI ALLA VITA…

BUON GIOVEDÌ SANTO...

  

martedì 26 marzo 2024

CRISTO È RISORTO! È VERAMENTE RISORTO!

CRISTO È RISORTO! È VERAMENTE RISORTO!

La Settimana Santa, la “principale” di tutto l’anno liturgico, si apre con la Domenica delle Palme — il ricordo dell’ingresso messianico di Gesù a Gerusalemme e raggiunge il suo vertice nel Sacro Triduo. È una settimana di memoria — attinta dalla Scrittura e sostanziata di preghiera — dei grandi momenti e gesti della nostra salvezza: la passione, la morte, la sepoltura, la risurrezione di Gesù. La frequenza delle assemblee liturgiche, la solennità dei riti, l’intenso spirito che li anima e soprattutto la grazia in essi significata ed elargita esigono attenzione, comprensione e una speciale disponibilità del cuore. Non si rievoca soltanto un evento ormai passato: il mistero della Pasqua continua a redimerci e a santificarci.

GIOVEDÌ SANTO

Il giovedì, al mattino, il Vescovo, celebra l’Eucaristia col suo Presbiterio. Questa messa manifesta nella Chiesa diocesana l’unità sacerdotale, presieduta dal Vescovo e formata da tutti i presbiteri in comunione con Lui. Questi rinnovano in tale celebrazione il loro impegno di dedizione a Gesù Cristo, «pontefice della nuova ed eterna alleanza», il cui unico sacerdozio si perpetua a servizio della comunità cristiana.

Anche verso i fratelli, i presbiteri rinnovano la volontà di essere «servi premurosi»: nello spezzare «il pane della parola»; nell’offrire «la grazia dei sacramenti» — specialmente preparando con l’eucaristia la cena pasquale —; nel dare loro con l’esempio la «testimonianza di fede e di amore». Durante il rito, sono benedetti gli oli sacri dei catecumeni e degli infermi e viene consacrato il crisma. Portati nelle varie chiese della diocesi e «usati con viva fede» nel battesimo, nella confermazione, nelle ordinazioni, nell’unzione dei malati, essi significheranno la partecipazione di tutti alla «misteriosa unzione dello Spirito Santo», che ha consacrato il Figlio di Dio Messia e Signore; renderanno possibile la vita cristiana, come «buon profumo di Cristo»; e richiameranno il Vescovo come «il grande sacerdote del suo gregge, dal quale deriva e dipende in certo modo la vita dei suoi fedeli in Cristo». 

Con la Messa vespertina “nella Cena del Signore” incomincia il Sacro Triduo. Il Triduo della passione e della risurrezione del Signore rappresenta il vertice o il cuore di tutto l’anno liturgico. Durante l’ultima Cena, Gesù ha mostrato - con le sue parole - l’amore infinito che aveva per i suoi discepoli e gli ha dato validità eterna istituendo l’Eucaristia, facendo dono di sé: egli ha offerto il suo Corpo e il suo Sangue sotto forma di pane e di vino perché diventassero cibo spirituale per noi e santificassero il nostro corpo e la nostra anima. Egli ha espresso il suo amore nel dolore che provava quando ha annunciato a Giuda Iscariota il suo tradimento ormai prossimo e agli apostoli la loro debolezza. Egli ha fatto percepire il suo amore lavando i piedi agli apostoli e permettendo al suo discepolo prediletto, Giovanni, di appoggiarsi al suo petto. Gesù nella lavanda dei piedi si abbassò al livello degli schiavi, lasciando sbalorditi i discepoli. «Ma egli lo fa per far capire che sarebbe morto come uno schiavo, per pagare il debito di tutti noi». Perché Lui sa di cosa sono capaci gli uomini, ma «ci ama così come siamo, e lava i piedi a tutti noi. Non si spaventa delle nostre debolezze, soltanto vuole accompagnarci, perché la vita non sia tanto dura per noi». Del resto, «ognuno di noi può scivolare» nel peccato e la coscienza di ciò «ci dà la dignità». 

VENERDÌ SANTO

Il Venerdì Santo è il giorno in cui si celebra la crocifissione e morte di Gesù. In questo giorno non si celebra l'Eucaristia. La Chiesa celebra solamente l'Azione liturgica della Passione del Signore, composta dalla Liturgia della Parola, dall'Adorazione della croce e dai Riti di Comunione. È giorno di digiuno e astinenza dalle carni.

Nella mattinata del Venerdì Santo viene continuata, pur se senza solennità, l'adorazione eucaristica all'Altare della Reposizione, allestito dopo la Messa vespertina in Coena Domini del Giovedì. Nel pomeriggio del Venerdì Santo si svolge l'Azione liturgica della Passione del Signore, detta “In Passione Domini”.

La più grande lezione che Gesù ci dà nella passione, consiste nell’insegnarci che ci possono essere sofferenze, vissute nell’amore, che glorificano il Padre. Nel cuore di Gesù c’è un’unione perfetta fra amore e sofferenza: l’hanno capito i santi che hanno provato gioia nella sofferenza che li avvicinava a Gesù. La morte di Dio in Gesù Cristo è nello stesso tempo espressione della sua radicale solidarietà con noi. Il mistero più oscuro della fede è nello stesso tempo il segno più chiaro di una speranza che non ha confini. Solo attraverso il fallimento del Venerdì santo, solo attraverso il silenzio di morte del Sabato santo, i discepoli poterono essere portati alla comprensione di ciò che era veramente Gesù e di ciò che il suo messaggio stava a significare in realtà. Dio doveva morire per essi perché potesse realmente vivere in essi.

SABATO SANTO

E arriviamo al Sabato santo. Il giorno prima della Pasqua è aliturgico, cioè privo di celebrazioni in tutte le chiese. Tutto è silenzio nell’attesa dell’evento della Resurrezione.

C’è una scena nel Vangelo che anticipa in maniera straordinaria il silenzio del Sabato santo e appare quindi ancora una volta come il ritratto del nostro momento storico. Cristo dorme in una barca che, sbattuta dalla tempesta, sta per affondare. Ma Dio dorme realmente mentre la barca che sta per affondare? Non è questa l’esperienza della nostra vita? La Chiesa, la fede, non assomigliano a una piccola barca che sta per affondare, che lotta inutilmente contro le onde e il vento, mentre Dio è assente? I discepoli gridano nella disperazione estrema e scuotono il Signore per svegliarlo, ma egli si mostra meravigliato e rimprovera la loro poca fede. Ma è diversamente per noi? Quando la tempesta sarà passata, ci accorgeremo di quanto la nostra poca fede fosse carica di stoltezza. E tuttavia, o Signore, non possiamo fare a meno di scuotere te, Dio che stai in silenzio e dormi, e gridarti: svegliati, non vedi che affondiamo? Destati, non lasciar durare in eterno l’oscurità del Sabato santo, lascia cadere un raggio di Pasqua anche sui nostri giorni. Tu che hai guidato in maniera nascosta le vie di Israele per essere finalmente uomo con gli uomini, non ci lasciare nel buio, non permettere che la tua parola si perda nel gran sciupio di parole di questi tempi. Signore, dacci il tuo aiuto, perché senza di te affonderemo.

VEGLIA PASQUALE

Grazie alla Veglia Pasquale, noi tutti possiamo guardare avanti come le donne che «non restano paralizzate davanti a una tomba ma, dice il Vangelo, “abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli”. Portano la notizia che cambierà per sempre la vita e la storia: Cristo è risorto!». «Se prima l’umanità tutta, insieme alle donne, era in cammino verso la morte, ora è il contrario: da lì, dalla morte sconfitta, l’umanità riparte, in cammino verso la vita»

Per chi lascia il sepolcro, crede alla vittoria sulla morte e si mette in cammino, seppur con timore, senza aver ancora capito tutto, con un briciolo di fede, avviene l’incontro con il Signore e si innesca un dinamismo di annunci, di sguardi nuovi. Un annuncio capace di far aprire gli occhi per vedere di nuovo la presenza viva di Cristo dentro la vita di ogni giorno, accanto a noi.

La liturgia della Veglia è suddivisa in quattro parti: dopo il lucernario e il preconio pasquale, la santa Chiesa medita le meraviglie che il Signore Dio fece fin dall'inizio per il suo popolo, confidando nella sua parola e nella sua promessa, fino al momento in cui, avvicinandosi il giorno della risurrezione, con i nuovi membri rigenerati nel Battesimo, viene invitata alla mensa che il Signore ha preparato per il suo popolo, memoriale della sua morte e risurrezione, finché egli venga.

DOMENICA DI PASQUA

Nella domenica di Pasqua troviamo Maria di Magdala che si reca al sepolcro “quando era ancora buio” e il discepolo amato che “vide e credette”, cioè non si ferma a vedere il vuoto del sepolcro e l’odore della morte, ma vede oltre. Con gli occhi della fede, il suo sguardo si spinge al di là dell’apparenza e intercetta il mistero della vita che ha attraversato anche la morte più nera.

Questa è la Pasqua: è Cristo che passa “quando ancora è buio” per farci vedere e credere la potenza della vita.

A noi la scelta: rimanere ancora nel buio, restare a ungere e accarezzare la morte, trascinare la vita con rassegnazione e stanchezza, rintanarci nel sepolcro delle nostre paure e del nostro egoismo; oppure credere nel Cristo Risorto e lasciare che ci apra gli occhi, per diventare capaci di vedere oltre. Oltre le speranze perdute, oltre le occasioni mancate, oltre gli abbracci non dati, oltre la stanchezza della speranza. Oltre l’oscura notte che viviamo in questo tempo.

Buona Pasqua di risurrezione, fratello e sorella che soffri. La pietra del sepolcro è stata rotolata anche per te!

 

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domenica 24 marzo 2024

Is 50,4-7 - Fil 2,6-11 - Mc 14,1-15,47 - DOMENICA DELLE PALME

DOMENICA DELLE PALME

Domenica 13 Aprile 2025
Dal libro del profeta Isaìa - Is 50,4-7
 
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.

1. Il secondo Isaia ci presenta una misteriosa figura di un personaggio chiamato IL SERVO DEL SIGNORE. Possiamo ritenere che fosse il profeta stesso, quell’anonimo profeta che CONSOLÒ ISRAELE VERSO LA FINE DELL'ESILIO, poco prima che l'imperatore persiano Ciro liberasse gli esuli. QUESTO PROFETA SI CONSIDERÒ SERVO DEL SIGNORE CIOÈ SUO MINISTRO INCARICATO DI COMPIERE UN'OPERA DI LIBERAZIONE.

2. Il profeta però venne RIFIUTATO, CONTESTATO, UMILIATO, ADDIRITTURA SOPPRESSO. Perché? Probabilmente perché PARLAVA DI UN INTERVENTO LIBERATORE DI DIO. Ma per FEDELTÀ A DIO, il profeta NON SI TIRÒ INDIETRO, le prese ma NON SMISE DI PARLARE IN NOME DI DIO.

3. Quando ascoltiamo questo profeta, abbiamo l'impressione di sentire Gesù che parla. Eppure il profeta è un uomo vissuto 500 anni prima. È UN UOMO PROFETICO che annuncia LO STILE DEL FUTURO MESSIA. GESÙ HA REALIZZATO PIENAMENTE QUELLO STILE nella sua vita, nella sua missione, nella sofferenza con la sua morte di vittima perseguitata torturata, TUTTO PER AMORE DI DIO E PER LA SALVEZZA DELL’UMANITÀ.

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Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési - Fil 2,6-11
 
Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.

1. La lettera ai Filippesi ci propone il grande inno cristologico. Cristo Gesù, che è Dio, SI È ABBASSATO FINO IN FONDO, fino alla morte di croce, PER QUESTO DIO LO HA ESALTATO FINO AL VERTICE DELLA GLORIA. Gesù Cristo viene esaltato e CONDUCE NOI alla gloria.

2. Gesù, che DICE DI SÌ AL PROGETTO DEL PADRE e FA ESPERIENZA DELLA FATICA che questo comporta nel quotidiano per mettesi al servizio dell'uomo, è il modello del nostro cristianesimo, il MODELLO DEL SÌ AUTENTICO, senza riserve, che noi dobbiamo dire a Dio nel quotidiano.

3. Questo è lo stile del Messia: NOI PREDICHIAMO CRISTO CROCIFISSO, SAPIENZA DI DIO E POTENZA DI DIO. Seguiamo il Cristo fino alla Croce, FIDANDOCI DI LUI, sapendo che grazie a Lui non resteremo delusi.

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 ✠ Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco - Mc 14,1-15,47

C - Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti:

A - «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo».

 C - Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono:

 A - «Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!».

 C - Ed erano infuriati contro di lei.

Allora Gesù disse:

 ✠ - «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».

 C - Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno.

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero:

 A - «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».

 C - Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro:

 ✠ - «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”.  Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».

 C - I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse:

 ✠ - «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà».

 C - Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro:

 A - «Sono forse io?».

 C - Egli disse loro:

 ✠ - «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».


C - E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo:

 ✠ - «Prendete, questo è il mio corpo».

 C - Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro:

 ✠ - «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

C - Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse loro:

 ✠ - «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto:

“Percuoterò il pastore

e le pecore saranno disperse”.

Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea».

 C - Pietro gli disse:

 A - «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!».

 C - Gesù gli disse:

 ✠ - «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai».

 C -Ma egli, con grande insistenza, diceva:

 A - «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò».

 C -Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.

Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli:

 ✠ - «Sedetevi qui, mentre io prego».

 C - Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro:

 ✠ - «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate».

 C - Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva:

 ✠ - «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu».

 C - Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro:

 ✠ - «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole».

 C - Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro:

 ✠ - «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

C - E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo:

 A - «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta».

 C - Appena giunto, gli si avvicinò e disse:

 A - «Rabbì»

 C - e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. Allora Gesù disse loro:

 ✠ - «Come se fossi un brigante siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!».

 C - Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.

Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo:

 A - «Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”».

 C - Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo:

 A - «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?».

 C - Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli:

 A - «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?».

 C - Gesù rispose:

 ✠ - «Io lo sono!

E vedrete il Figlio dell’uomo

seduto alla destra della Potenza

e venire con le nubi del cielo».

C - Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse:

 A - «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?».

 C - Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli:

 A - «Fa’ il profeta!».

 C - E i servi lo schiaffeggiavano.

Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse:

 A - «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù».

 C - Ma egli negò, dicendo:

 A - «Non so e non capisco che cosa dici».

 C - Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti:

 A - «Costui è uno di loro».

 C - Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro:

 A - «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo».

 C - Ma egli cominciò a imprecare e a giurare:

 A - «Non conosco quest’uomo di cui parlate».

 C - E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.

E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò:

 A - «Tu sei il re dei Giudei?».

 C - Ed egli rispose:

 ✠ - «Tu lo dici».

 C - I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo:

 A - «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!».

 C - Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.

A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro:

 A - «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?».

 C - Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo:

 A - «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?».

 C - Ed essi di nuovo gridarono:

 A - «Crocifiggilo!».

 C - Pilato diceva loro:

 A - «Che male ha fatto?».

 C - Ma essi gridarono più forte:

 A - «Crocifiggilo!».

 C - Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo:

 A - «Salve, re dei Giudei!».

 C - E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo.

Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.

Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.
Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo:

  A - «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!».

 C - Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano:

 A - «Ha salvato altri e non può salvare sé stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!».

 C - E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.

Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce:

 ✠ - «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?»,

 C - che significa:

 ✠ - «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».

 C - Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano:

 A - «Ecco, chiama Elia!».

 C - Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo:

 A - «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere».

 C - Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.


(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)


C - Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse:

 A - «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».

C - Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

Venuta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.

 Parola del Signore.


1. L'ingresso di Gesù a Gerusalemme fu salutato dalla folla festante; ma, a quell'ingresso trionfale, seguì ben presto la condanna e la morte di Gesù. DALL'"OSANNA" AL "CRUCIFIGE". La facilità di passare, da atti di fede e di culto, al peccato, deve costituire per noi un MOTIVO DI SERIA RIFLESSIONE...

2. Che male ha fatto? Gesù non reagisce, non parla, non dice nulla. NON È UN GESÙ RASSEGNATO MA CONSEGNATO. UMANO, UMANISSIMO. Non muore per finta, il Signore, non ha vantaggi, non scherza. Va fino in fondo, osa, si consegna, è osteso, appeso. ECCO, DIO HA DATO TUTTO. CONTEMPLIAMOLO..

3. Chi è Gesù? La domanda accompagna tutto il vangelo. Qui, alla fine, troviamo la risposta. "VERAMENTE COSTUI È IL FIGLIO DI DIO", AFFERMA IL CENTURIONE VEDENDOLO MORIRE IN QUEL MODO. SENZA maledire, SENZA disperazione, SENZA fuggire. Anche noi, MEDITANDO la passione, GUARDANDO verso l’appeso, possiamo arrivare alla stessa, sconcertante conclusione… 

BUONA DOMENICA DELLE PALME...

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PASSIONE

Quello che colpisce, nel racconto della Passione di Gesù, è la solitudine di Gesù. Tutti lo abbandonano. È duro rimanere soli; soli di fronte alla morte. Anche Dio può rimanere solo. Nella Settimana Santa siamo invitati a stare vicino a Dio, nella sua solitudine e nella sua sofferenza. Non esiste vera amicizia senza uno scambio. È triste dimenticare un amico! Non dimentichiamo che abbiamo un Dio che ci ama da morire!

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OMELIA - DOMENICA DELLE PALME


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