sabato 26 dicembre 2020

Gv 21,19c-24 - RITO AMBROSIANO - III Giorno dell'Ottava di Natale - Festa di san Giovanni Evangelista

RITO AMBROSIANO
III Giorno dell'Ottava di Natale - Festa di san Giovanni Evangelista
DOMENICA 27 DICEMBRE 2020
Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 21,19c-24

1. Giovanni è definito soltanto dall’essere oggetto dell’amore di Gesù. IL SUO NOME È: “IL DISCEPOLO CHE GESÙ AMAVA”. Questa espressione dice il PROFONDO LEGAME FRA GESÙ E LUI. Ogni discepolo, anche TU sei definito dall’amore del Signore Gesù…

2. CHE COS’HA DI SPECIALE QUESTO DISCEPOLO? Ha la capacità di CORRISPONDERE in modo totale all’amore di Gesù: LO HA SEMPRE SEGUITO. Di lui si dice che “SEGUIVA”, verbo all’imperfetto per dire continuità, senza sospensioni o abbandoni, dall’inizio fin là dove Gesù abitava per restare con Lui. ANCHE TU SEI CHIAMATO ALLA SEQUELA DIETRO A LUI…

3. LA SEQUELA di Giovanni è AMORE CHE CORRISPONDE ALL’AMORE DEL MAESTRO. A Gesù piacerebbe se FACESSIMO A GARA NEL CORRISPONDERE AL SUO AMORE, in modo da sentirci sempre più fratelli e sorelle del e nel Signore.

BUONA FESTA DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA...


 ✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 21,19c-24

In quel tempo. Il Signore Gesù disse a Pietro: «Seguimi». Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.



venerdì 25 dicembre 2020

Gv 1,1-18: Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. - COMMENTO AUDIO

NATALE DEL SIGNORE - MESSA DEL GIORNO

Gv 1,1-18: Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 1,1-18

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.


 

giovedì 24 dicembre 2020

Lc 2,1-14 Oggi è nato per voi il Salvatore. - COMMENTO AUDIO

NATALE DEL SIGNORE - MESSA DELLA NOTTE

Lc 2,1-14 Oggi è nato per voi il Salvatore.

+ Dal Vangelo secondo Luca- Lc 2,1-14

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

 


domenica 20 dicembre 2020

Lc 1,26-38 : Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce. - COMMENTO AUDIO

IV DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B)

Lc 1,26-38: Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.

+ Dal Vangelo secondo Luca- Lc 1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

PARTE 1

 


PARTE 2




domenica 13 dicembre 2020

Gv 1,6-8.19-28 - In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete. - COMMENTO AUDIO

III DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B) - GAUDETE

Gv 1,6-8.19-28 - In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 1,6-8.19-28

Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

 

lunedì 7 dicembre 2020

domenica 6 dicembre 2020

07.12.2020 - Gv 10,11-16 - Il buon pastore dà la propria vita per le pecore.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 10,11-16
In quel tempo, Gesù disse:
«Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.


Per il commento alla prima lettura di oggi clicca il seguente link..

https://renzozambotti.blogspot.com/2020/12/07122020-ef-38-12-me-che-sono-lultimo.html

07.12.2020 - Ef 3,8-12 - A me, che sono l'ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia.

         Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni - Ef 3,8-12

Fratelli, a me, che sono l’ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell’universo, affinché, per mezzo della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di Dio, secondo il progetto eterno che egli ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore il quale ci dà il coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio per la fede in lui.

1. S. Paolo, nella sua umiltà, non esita a dichiararsi " l’ultimo tra tutti i santi". Egli non nasconde di aver ricevuto l'inestimabile grazia di conoscere e rivelare a tutti, (anche a noi oggi!) LE MERAVIGLIE DEL DISEGNO DI DIO. Esso è un tale amore da SALVARE TUTTI quelli che, liberamente, aderiscono a Dio. LA BUONA NOTIZIA!

2. Il tema dell’annuncio arriva per mezzo della Chiesa anche ai Principati e alle Potenze. L’intelligenza dell’annuncio è la MULTIFORME SAPIENZA («variopinta»), CAPACE DI UNIRE LE DIVERSITÀ SENZA UNIFORMARLE. 

3. Ora siamo LIBERI DI ACCEDERE A DIO IN PIENA FIDUCIA MEDIANTE LA FEDE IN LUI. La nuova incorporazione, la nuova cittadinanza, la nuova famigliarità, allora, comporta una «libertà di accesso a Dio», una confidenza di relazioni inizialmente insperabile. W LA LIBERTÀ…

 

Per il commento al Vangelo di oggi clicca il seguente link..

https://renzozambotti.blogspot.com/2020/05/04052020-gv-1011-16-il-buon-pastore-da.html

Mc 1,1-8: Raddrizzate le vie del Signore. - COMMENTO AUDIO

II DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B)

Mc 1,1-8: Raddrizzate le vie del Signore. 

PARTE PRIMA - Clicca sul link

https://youtu.be/2Smd06lVNbA


PARTE SECONDA - Clicca sul link

https://youtu.be/WYW7iutg4Jo



domenica 29 novembre 2020

domenica 22 novembre 2020

Mt 25,31-46: Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri. - COMMENTO AUDIO

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) - Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

Mt 25,31-46: Siederà sul trono della sua gloria e separerà gli uni dagli altri.

Parte1


Parte2



domenica 15 novembre 2020

Mt 25,14-30: Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone. - COMMENTO AUDIO

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Mt 25,14-30: Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.

Parte1

Parte2


IV GIORNATA MONDIALE DEI POVERI - Domenica XXXIII del Tempo Ordinario - 15 novembre 2020

 IV GIORNATA MONDIALE DEI POVERI

Domenica XXXIII del Tempo Ordinario
15 novembre 2020

“Tendi la tua mano al povero” (cfr Sir 7,32)

Questo tempo di pandemia ci chiede di ripensare il nostro agire, mettendo in campo la nostra creatività per continuare a portare avanti il nostro desiderio di Bene per i più poveri.


Dal Messaggio di Papa Francesco per la IV Giornata mondiale dei Poveri (2020):

«Tendere la mano fa scoprire,
prima di tutto a chi lo fa,
che dentro di noi esiste
la capacità di compiere gesti
che danno senso alla vita» (5)
«Tendere la mano è un segno:
un segno che richiama
immediatamente alla
prossimità, alla solidarietà,
all’amore» (6)
«Questa pandemia è giunta
all’improvviso e ci ha colto
impreparati, lasciando
un grande senso di
disorientamento e impotenza.
La mano tesa verso il povero,
tuttavia, non è giunta
improvvisa… Non ci si improvvisa
strumenti di misericordia.
È necessario un allenamento
quotidiano, che parte dalla
consapevolezza di quanto noi
per primi abbiamo bisogno di
una mano tesa verso di noi» (7)

Per leggere il messaggio integrale del Santo Padre per questa giornata

http://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/poveri/documents/papa-francesco_20200613_messaggio-iv-giornatamondiale-poveri-2020.html



venerdì 13 novembre 2020

LA PREGHIERA DELL’ALFABETO - VIDEO

 LA PREGHIERA DELL’ALFABETO


Un contadino povero, nel rincasare la sera tardi dal campo, si accorse di non avere con sé il suo libro di preghiere. Al suo carro si era staccata una ruota in mezzo al bosco ed egli era angustiato al pensiero che la giornata finisse senza aver recitato le preghiere.
Allora pregò in questo modo: «Ho commesso una grave sciocchezza, Signore. Sono partito di casa questa mattina senza il mio libro di preghiere e ho così poca memoria che senza di esso non riesco a formulare neppure un’orazione. Ma ecco che cosa farò: reciterò molto lentamente tutto l’alfabeto cinque volte e tu, che conosci ogni preghiera, potrai mettere insieme le lettere in modo da formare le preghiere che non riesco a ricordare».
Disse allora il Signore ai suoi angeli: «Di tutte le preghiere che oggi ho sentito, questa è senz’altro la più bella, perché è nata da un cuore semplice e sincero».




martedì 10 novembre 2020

LA FEDE È LA MIA LUCE NEL DOLORE

LA FEDE È LA MIA LUCE NEL DOLORE

 

Il cancro che lo ha colpito quando aveva 22 anni lui lo chiama «lo scarafaggio» e ne parla con coraggio, senza formalismi. «Ciò che mi dona speranza è la fede. E non me la prendo con Dio: chi gli dà la colpa per le malattie cerca solo un alibi»



 

domenica 8 novembre 2020

sabato 7 novembre 2020

PREGARE PER I DEFUNTI PERCHÉ? - VIDEO

 PREGARE PER I DEFUNTI PERCHÉ?


È prima di tutto gratitudine

È affidarli alla misericordia di Dio…

È vivere la famiglia…


 


venerdì 6 novembre 2020

LA GRATITUDINE - VIDEO

 LA GRATITUDINE


Quando siete grati per le cose che la vita vi da, allora la vita vi darà molto di più per cui essere grati...

GRAZIE È LA MIGLIORE PREGHIERA CHE POSSIAMO RECITARE...



mercoledì 4 novembre 2020

Gv 18,33c-37 - RITO AMBROSIANO - NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO

  RITO AMBROSIANO

NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
DOMENICA 08 Novembre 2020
Lettura del Vangelo secondo Giovanni - 
Gv 18,33c-37

1. Gesù e Pilato, uno di fronte all’altro. Due poteri, DUE ‘REGNI’, DUE MODI DI CONCEPIRE LA VITA E DI VIVERLA. Pilato pretende di dominare e decidere il destino dell’uomo. Gesù proclama un regno che si realizza in un ‘ALTRO MONDO’ e in ‘ALTRO MODO’… SCEGLI DA CHE PARTE STARE NON È LA STESSA COSA...

2. Questo regno che si manifesterà pienamente alla fine dei tempi, È PRESENTE FIN D’ORA IN GESÙ che dona se stesso per amore. DOVE C'È GESÙ C'È IL REGNO. DOVE C'È GESÙ C'È LA VERITÀ SU DIO, SULL'UOMO E SUL REGNO… VIENI GESÙ...

3. E’ QUESTO GESÙ CHE CI ATTRAE, e noi possiamo GUARDARLO E SEGUIRLO, desiderosi di verità e di pace: “Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. NON STANCHIAMOCI MAI DI ASCOLTARLO...

BUONA DOMENICA...


✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 18,33c-37
In quel tempo. Pilato disse al Signore Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

lunedì 2 novembre 2020

02.11 DON BENZI

"Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: è morto. In realtà è una bugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma in realtà la morte non esiste perché appena chiudo gli occhi a questa terra mi apro all'infinito di Dio.
Noi lo vedremo, come ci dice Paolo, faccia a faccia, così come Egli è (1Cor 13,12). E si attuerà quella parola che la Sapienza dice al capitolo 3: Dio ha creato l'uomo immortale, per l'immortalità, secondo la sua natura l'ha creato.
Dentro di noi, quindi, c'è già l'immortalità, per cui la morte non è altro che lo sbocciare per sempre della mia identità, del mio essere con Dio. La morte è il momento dell'abbraccio col Padre, atteso intensamente nel cuore di ogni uomo, nel cuore di ogni creatura."
(da Pane Quotidiano novembre-dicembre 2007)

giovedì 29 ottobre 2020

30.10.2020 - Fil 1,1-11 - Colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.

  Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési - Fil 1,1-11

Paolo e Timòteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.

Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi. Sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.

È giusto, del resto, che io provi questi sentimenti per tutti voi, perché vi porto nel cuore, sia quando sono in prigionia, sia quando difendo e confermo il Vangelo, voi che con me siete tutti partecipi della grazia. Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù.

E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio.


  • Paolo si mostra come un padre che si occupa dei figli. Il motivo della gioia di Paolo è la fedele cooperazione all’annuncio del Vangelo. Paolo riconosce che questa OPERA DI TESTIMONIANZA PER IL VANGELO NASCE DAL SIGNORE, TRAMITE LO SPIRITO SANTO, più che dalla sua opera di evangelizzatore. PAOLO SI FA UMILE…
  • Paolo è convinto che DIO PORTERÀ A COMPIMENTO L’OPERA BUONA CHE HA INIZIATO IN NOI. Ci sono già i segni di quest’opera buona. Anche su di noi è AVVENUTA la Parola. QUELLO CHE MANCA ANCORA IL SIGNORE LO PORTERÀ A COMPIMENTO. Facciamo spazio al Signore, lasciamolo operare nella nostra vita!
  • Paolo prega perché la NOSTRA CARITÀ CRESCA nella CONOSCENZA, nel DISCERNIMENTO, per diventare pienamente conforme alla volontà del Signore. Uniamoci alla preghiera di Paolo!
     
Per il commento al Vangelo di oggi clicca il seguente link..

https://renzozambotti.blogspot.com/2020/10/30102020-lc-141-6-chi-di-voi-se-un.html

domenica 25 ottobre 2020

domenica 18 ottobre 2020

domenica 11 ottobre 2020

mercoledì 7 ottobre 2020

Mt 13,3b-23 - RITO AMBROSIANO - VII DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

RITO AMBROSIANO
VII DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE
Domenica 11 Ottobre 2020
Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 13,3b-23


1. Gesù è uscito dal Padre, È VENUTO NEL MONDO PER PORTARE IL SEME DELLA PAROLA E PER FAR GERMOGLIARE IL REGNO DI DIO. La gente fa fatica a seguirlo e molti lo lasciano DA COSA DIPENDE QUESTO FALLIMENTO? Dal seminatore, dal seme oppure dal terreno dove il seme va a cadere? È SUL TERRENO CHE DOBBIAMO LAVORARE... Buon lavoro…
2. QUATTRO TERRENI PRESENTI IN NOI: 1. LA STRADA, un terreno duro: in un cuore duro e rigido il seme non entra. 2.  IL TERRENO ROCCIOSO CON POCA TERRA: un cuore che accoglie il seme ma non ha terra per le radici, muore. (è l’entusiasmo senza la fatica del quotidiano) 3.IL TERRENO SPINOSO: un cuore soffocato dalle preoccupazioni della vita, il seme muore (le spine non fanno entrare la luce per il seme) 4. IL TERRENO BUONO: il cuore bello che accoglie il seme e lo fa crescere (è la bella persona). TUTTO CIÒ È PRESENTE IN NOI!
3. Prendiamo COSCIENZA della nostra realtà, NON SCORAGGIAMOCI, LAVORIAMO i vari terreni che ci sono in noi, RINNOVIAMO LA FIDUCIA nella forza del seme, e accadrà che quel seme produrrà in noi il 100, il 60 e il 30. CORAGGIO…
BUONA DOMENICA...
 
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 13,3b-23

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

domenica 4 ottobre 2020

domenica 27 settembre 2020

Mt 21,28-32 Pentitosi andò. I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. - COMMENTO AUDIO

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Mt 21,28-32 Pentitosi andò. I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.

Parte1


Parte2



giovedì 24 settembre 2020

GLI AMICI NON SI RIDUCONO SOLO AI BEI MOMENTI! "RACCONTO AUDIO"


GLI AMICI NON SI RIDUCONO SOLO AI BEI MOMENTI! "RACCONTO AUDIO"


Un amico vuol bene sempre, è nato per essere un fratello nella sventura.
(Proverbi 17:17)

 

mercoledì 23 settembre 2020

TU SEI MIO FIGLIO E FAREI QUALUNQUE COSA PER TE. "RACCONTO AUDIO"

TU SEI MIO FIGLIO E FAREI QUALUNQUE COSA PER TE. "RACCONTO AUDIO"

Gesù ha pagato la cauzione che ci rende liberi. Lui non vuole niente in cambio, ma se lo amiamo, dovremmo essere riconoscenti nei suoi confronti evitando di fare ancora degli errori...



domenica 20 settembre 2020

domenica 13 settembre 2020

Mt 18,21-35 - Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. - COMMENTO AUDIO

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Mt 18,21-35 - Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Parte1

Parte2



domenica 6 settembre 2020

Mt 18,15-20: Se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello. - COMMENTO AUDIO

   XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Mt 18,15-20: Se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello.

Parte1


Parte2




martedì 1 settembre 2020

UNA CERTEZZA: LA MADONNA DI ALTINO



UNA CERTEZZA: LA MADONNA DI ALTINO

MARIA. . . "qui se' a noi di speranza fontana vivace" specialmente in quest’anno segnato dal virus. Sono tanti i ricordi che porto con me in quest’estate vissuta con fede. Grande è stato il mio bisogno di salire sul monte per trovare un senso a tutto ciò che ci sta accadendo.

Ho sete di Dio, del Dio vivente, e salire sul monte per incontrare Maria nel luogo che apparve il 23 luglio 1496 a Quinto Foglia e ai suoi due figli è stato per me ricercare ciò che è vero, bello e giusto, è stato vedere in faccia il volto di Dio. Non mi potevo accontentare delle nebbie dei tanti ragionamenti scientifici e umani, dei discorsi della valle, dovevo salire per respirare l’aria pura della montagna.

Sentivo il desiderio di affidare la mia preghiera alla Madonna, consegnare a Lei le tante situazioni drammatiche, proprio come fece Quinto Foglia, e la mia fiducia fu premiata. Maria mi fece incontrare il volto di Gesù nella Parola di Dio che è amore e solo amore, nei sacramenti specialmente nell’eucarestia, presenza viva e reale, quel pane che ci rende pane, e nei fratelli che numerosi salgono al Santuario per pregare, per accendere una candela e per condividere la fede. Sono sempre edificato dalla fede delle persone che incontro.

Più volte ho bevuto l’acqua dalla fonte non solo per dissetarmi ma perché sentivo che la mia anima desiderava dissetarsi di quell’acqua fresca che è riservata a quelli che raggiungono il monte. Chissà che stupore, che meraviglia per Quinto Foglia quell’acqua che dissetò i suoi figli e che ancora continua a sgorgare. È il miracolo della fiducia che un uomo pose in Maria in Colei che lo aiutò nel momento di bisogno.

L’acqua poi mi ricorda lo Spirito Santo, il battesimo. È segno di benedizione, di vita, è capacità di fecondare e trasformare l’aridità del deserto, è dissetante, purifica, lava e fa sparire le immondezze. Ho bisogno di acqua, soprattutto in questo periodo, ho bisogno dello Spirito Santo che rinnovi la mia vita, ho bisogno di quell’acqua che è frutto del miracolo della fede, miracolo che si rinnova ogni volta che ci fidiamo di Maria e lasciamo che lo Spirito operi in noi.

Cadono a fagiolo che significa a genio, al momento giusto, le parole dell’Arcivescovo di Milano Mons. Mario Enrico Delpini nell’omelia alla vigilia dell’Apparizione. Nella mia sete di senso, in questo paese dell’incompiuto passa Gesù che ben conosce la mia sete. Lui mi indica la via del compimento, l’acqua che non solo disseta per un momento, ma diventa un fiume che sgorga dentro, una sorgente d’acqua viva. Dov’è questa acqua viva? dov’è questo fiume? – si chiede l’Arcivescovo - Il compimento si trova nella terra promessa. Come si può giungere alla terra promessa, al paese del compimento? Maria si offre come guida.

Maria ci invita all’ascolto della Parola, a cercare Gesù nel mezzo delle nostre angosce, a intercedere per i fratelli, a prendersi cura della sete degli altri, a guardare il trafitto, da Lui sgorga l’acqua viva e il principio della vita nuova ed infine ad entrare nella casa del discepolo amato. Chi abita la casa del discepolo amato, con Maria, non vive per sé stesso, ma vive della vita ricevuta da Gesù; non cerca quello che gli manca, ma offre quello che ha; non si lamenta dei problemi del mondo, ma cerca di risolverli; non si dimentica che la morte è inevitabile, ma si ricorda di essere chiamato alla vita eterna. Ecco il senso della vita, ecco il programma di vita, ecco come giungere alla terra promessa, al paese del compimento, ecco quell’acqua che genera vita, vita eterna.

Al termine della Santa Messa abbiamo portato Maria in processione. La processione è il compimento di quanto abbiamo celebrato e ascoltato, è il compimento di un determinato percorso. Sappiamo che la processione deriva dal verbo procedere, cioè andare avanti. E nella cristianità il movimento indica l’avviarsi verso una meta che Maria ci ha indicato ed è ovviamente quella del Paradiso. Il procedere con Maria fu accompagnato da canti, preghiere, inni e litanie. A” procedere” ci aiuti Maria di cui abbiamo celebrato l’anniversario dell’apparizione.

Per procedere spediti è necessario offrire a Dio il nostro peccato e ripartire. Come sacerdote mi sento di ringraziare Dio in modo particolare per il servizio del confessionale. Al Santuario alcuni vengono al confessionale perché bisognosi di essere ascoltati, di parlare con qualcuno; altri lo fanno per adempiere un obbligo, un precetto; altri ancora, forse, per scaramanzia o per liberarsi da qualche ‘peso’ che si portano dentro. Ma molti - lo posso dire - si accostano per ristabilire una relazione con Dio più vera.

Ogni volta che confesso mi sento piccolo mi sento essere uno strumento della misericordia e dell’amore del Padre che si rivela in Gesù Cristo. Mi rincuorano le parole di San Giovanni Paolo II: “Prima del nostro invito, e prima ancora delle nostre parole sacramentali, i fratelli che chiedono il nostro ministero sono già avvolti da una misericordia che li lavora dal di dentro. Voglia il cielo che anche attraverso le nostre parole e il nostro animo di pastori, sempre attenti a ciascuna persona... riusciamo a farci collaboratori della misericordia che accoglie e dell’amore che salva” (Lettera ai sacerdoti, Giovedì Santo 2002). Affidiamo a Maria tutti i nostri sacerdoti!

Non mi resta, in conclusione, che invitarvi tutti e ciascuno in particolare a fare l’esperienza del monte, l’esperienza di quell’acqua che salva, l’esperienza che Maria ci ha indicato nelle parole dell’Arcivescovo, l’esperienza della rinascita nel sacramento della riconciliazione.

Altino sia per ciascuno di noi il luogo della rinascita nella fede.

Interceda per noi la Vergine Maria, che è nostra Madre, perché nel proclamare e vivere la fede, a partire dal confessionale, tutta la nostra comunità abbia a rigenerarsi: pastori e fedeli gustino i frutti della salvezza che Cristo ci ha acquistato e contemplino nei nostri giorni le meraviglie del suo amore.

Un arrivederci al prossimo anno… Con riconoscenza

p.Renzo



 

domenica 30 agosto 2020

Mt 16,21-27: Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso. - COMMENTO AUDIO

  XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Mt 16,21-27: Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso.

Parte1

Parte2






lunedì 24 agosto 2020

lunedì 10 agosto 2020

mercoledì 5 agosto 2020

Mc 12,41-44 - RITO AMBROSIANO - DOMENICA X DOPO PENTECOSTE

RITO AMBROSIANO
DOMENICA X DOPO PENTECOSTE
Domenica 09 Agosto 2020
Lettura del Vangelo secondo Marco - Mc 12,41-44


1. Gesù guarda la gente, osserva i gesti, scruta i cuori. QUAL È IL VALORE DEI SOLDI E DI TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO E CHE SIAMO? Vale la pena dare gli spiccioli o la vita intera, SPENDERE E SPENDERCI ‘per il tempio’, per il suo Regno, per Gesù che ha dato se stesso per noi? 
2. Gesù vede un GESTO AUTENTICO FATTO DA UNA VEDOVA POVERA. Un’autenticità garantita da tre qualità: LA TOTALITÀ (tutto), LA FEDE IN DIO (nella sua provvidenza) e L’ASSENZA DI OGNI OSTENTAZIONE (nel nascondimento). GUARDATE LEI MODELLO PER OGNI DISCEPOLO...
3. Quella povera vedova non ha dato qualcosa del suo superfluo, ma TUTTO CIÒ CHE AVEVA. Donare del proprio superfluo non è ancora amare. AMARE È TUTTO! Se vuoi star bene devi dare… e DARE COME LA VEDOVA POVERA HA IN SÉ QUALCOSA DI DIVINO!...
BUONA DOMENICA…

+ Lettura del Vangelo secondo Marco 12,41-44

In quel tempo. Seduto di fronte al tesoro, il Signore Gesù osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

lunedì 3 agosto 2020

mercoledì 29 luglio 2020

Mt 14,13-21 - XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Domenica 02 Agosto 2020
Mt 14,13-21 - Tutti mangiarono e furono saziati.


1. CHI È QUESTO GESÙ che anche oggi si fa seguire e amare più del pane, più dei propri beni e della propria casa? E SPENDONO LA PROPRIA VITA PER LUI nella carità, nella missione, nella verginità, nella misericordia? … 
2. Gesù risponde al bisogno della folla guarendo i malati e moltiplicando il pane. Ma il suo miracolo non è un gesto magico, solitario. COINVOLGE I DISCEPOLI NELL'OFFRIRE I CINQUE PANI E I DUE PESCI, E NEL DISTRIBUIRLI ALLA FOLLA. C’è da CONSEGNARE a Gesù tutto ciò che abbiamo e siamo per poi DISTRIBUIRE!
3. Il MIRACOLO DELLA CONDIVISIONE dei pani e dei pesci è L’INVITO A METTERSI IN GIOCO PER ESSERE SOLIDALI CON GLI ALTRI, non restando ripiegati sull'egoismo, ma DIVENENDO STRUMENTI CHE GENERANO VITA. C’è bisogno di TUTTI…
BUONA DOMENICA...

+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 14,13-21
In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

martedì 28 luglio 2020

FESTA DELLA MADONNA DI ALTINO 2020

Festa della Madonna di Altino
ANNIVERSARIO DELLA APPARIZIONE 
(23 luglio 1496) Altino - 22 luglio 2020.

DAL PAESE DELL’INCOMPIUTO ALLA TERRA PROMESSA

Il paese dell’incompiuto: chi ha sete.
Viviamo nel paese dell’incompiuto. Abbiamo fatto molto, ma non abbastanza: sembra che il più resti ancora da fare. Abbiamo realizzato molti desideri, ma il desideri realizzati non ci hanno soddisfatto. Abbiamo ancora sete.
L’incompiuto.
L’incompiuto nelle relazioni con gli altri: cerchiamo un amore che non troviamo, anche le persone più care non ci amano abbastanza, non riescono a capire quello che siamo e che stiamo vivendo, i no-stri colleghi e capi non apprezzano abbastanza quello che facciamo e le nostre capacità.
L’incompiuto nella cura per gli altri: vogliamo procurare gioia alla gente di casa e li vediamo spesso così insoddisfatti e così scontenti; non riusciamo a far loro capire quanto li amiamo e siamo in pen-siero per loro.
L’incompiuto delle nostre aspettative: si vorrebbe avere figli e i figli non vengono, si cerca un lavoro corrispondente alla competenza e preparazione e il lavoro non si trova.
Nel paese dell’incompiuto passa Gesù, che ben conosce la gente: è gente che ha sete, gente che ogni giorno deve andare al pozzo ad attingere acqua e la sete ritorna, la sete, ineluttabilmente ritorna.
Siamo l’incompiuto.

Venga a me, e beva (Gv 7,7).
Gesù non solo riconosce la sete della gente, ma indica al paese dell’incompiuto la via del compimen-to: c’è un’acqua che non solo disseta per un momento, ma diventa un fiume che sgorga dentro, una sorgente d’acqua viva.
Dov’è questa acqua viva? dov’è questo fiume?
Il compimento si trova nella terra promessa. Come si può giungere alla terra promessa, al paese del compimento? 
Maria si offre come guida.

1) ascolta l’annunciazione. Prima o poi arriva un angelo a casa tua. Gli angeli non sono come te li aspetti, rivestiti di luce, con le ali bianche, con i modi gentili e con il volto sempre giovane e bello. Prima o poi arriva un angelo: si capisce che è un angelo perché ti sorprende con la gioia: Rallegrati, il Signore è con te”.

2) attraversa l’angoscia. Angosciati ti cercavamo. Chi si dichiara disponibile alle parole dell’angelo e si dedica a portare a compimento la sua vocazione non si aspetti di abitare sempre nel giardino delle delizie, dove tutto è bello e tutti sono giulivi. Come Maria che smarrisce Gesù a Gerusalemme e lo cerca angosciata insieme a Giuseppe, così chi si dedica a dare compimento alla parola che gli è stata annunciata deve mettere nel conto i giorni dell’angoscia e nei giorni dell’angoscia continuare a cer-care Gesù.

3) intercedi per il vino. Non pensare solo al tuo desiderio, non preoccuparti solo dei tuoi problemi. Apri gli occhi per accorgerti che la festa di nozze è incompiuta. Prenditi cura della sete degli altri, non solo della tua sete. Porta a Gesù l’invocazione.

4) guarda a colui che hanno trafitto. L’ingresso nella terra promessa è la glorificazione di Gesù, in-nalzato da terra attira tutti a sé. Dal fianco trafitto esce sangue e acqua. Lì c’è il fiume d’acqua viva, la gloria di Gesù è il principio del mondo nuovo.

5) entra nella casa del discepolo amato. Dalla Pasqua di Gesù nasce il popolo nuovo. Il discepolo amato accoglie in casa sua la Madre, secondo la parola di Gesù in croce.
Com’è la casa del discepolo amato? come si vive nella casa del discepolo amato?
Nella casa del discepolo amato si fa quello che si fa in tutte le case: si vive, si lavora, ci si vuol bene, qualche volta si litiga, c’è chi si ammala e chi sta bene, c’è chi nasce e c’è chi muore. Quello che ren-de straordinaria la vita ordinaria non è altro che quell’acqua viva che viene dal Cristo crocifisso e glorificato.
Chi abita la casa del discepolo amato, con Maria, non vive per se stesso, ma vive della vita ricevuta da Gesù;
non cerca quello che gli manca, ma offre quello che ha; 
non si lamenta dei problemi del mondo, ma cerca di risolverli;  
non si dimentica che la morte è inevitabile, ma si ricorda di essere chiamato alla vita eterna.
Mons. Mario Enrico Delpini. Arcivescovo di Milano