domenica 7 settembre 2025

Sap 9,13-18 - Fm 1,9-10.12-17 - Lc 14,25-33 - XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 7 Settembre 2025

Dal libro della Sapienza - Sap 9,13-18

Quale, uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.
A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?
Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza».
1. Salomone dice che IL NOSTRO CORPO CORRUTTIBILE APPESANTISCE L'ANIMA, per cui ci troviamo in una tenda d'argilla (= il nostro corpo) che opprime la mente, piena di preoccupazioni e di conseguenza NON SIAMO IN GRADO DI CAPIRE BENE QUELLO CHE VUOLE IL SIGNORE. ECCO PERCHÉ L’UOMO HA BISOGNO DELLA SAPIENZA DI DIO.

2. A stento riusciamo a conoscere le realtà terrene, come possiamo investigare le cose del cielo? Riconoscendo di avere questo profondo limite conoscitivo, IL SAGGIO PONE LA FIDUCIA NEL SIGNORE E SI DISTACCA DA SÉ. Questo è il SUPERAMENTO DELL'ORGOGLIO, della superbia, di quell'atteggiamento autosufficiente che presume di fare da sé.

3. Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra: per mezzo della sapienza. Gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito e furono salvati per mezzo della sapienza. DIO GLI HA FATTO DONO DELLA SAPIENZA PER COMPRENDERE LA SUA CREAZIONE E LA SUA PAROLA.

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Dalla lettera di san Paolo apostolo a Filèmone - Fm 1,9-10.12-17

Carissimo, ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.
Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario.
Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.
Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso.
1. Uno schiavo di nome Onésimo (in greco significa "utile") era fuggito dal suo padrone Filèmone, sottraendogli anche una discreta somma di denaro. Egli, dopo varie peripezie, incontra Paolo che si trovava in prigione. L'APOSTOLO GLI ANNUNZIA IL VANGELO E LO CONVERTE AL CRISTIANESIMO e quindi LO RIMANDA AL SUO PADRONE, con questa letterina di raccomandazione. 
2. A Filèmone, anch'egli convertito precedentemente da Paolo, CHIEDE DI ACCOGLIERE IL SUO SCHIAVO "COME SÉ STESSO" e soprattutto COME «FRATELLO CARISSIMO NEL SIGNORE». Gli fa capire che maturare nell’adesione a Cristo significa DIVENTARE GENEROSO anche con lo schiavo, DIVENTARE UN LIBERATORE. Nuova mentalità!
3. PAOLO deve imparare a fare a meno di questo giovane che si era offerto di servirlo. ONÉSIMO deve fare a meno della pretesa della libertà. FILÈMONE deve rinunciare ai suoi averi per poter essere discepolo di Gesù. OGNI PERSONA che è veramente discepolo di Gesù, DEVE STRACCARE IL CUORE DAL POSSESSO e imparare a discernere i propri pensieri lasciando quelli cattivi per poterli lentamente eliminare…

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 14,25-33
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo». 

 

1. AMARE GESÙ' PIÙ' DEI PARENTI E DELLA PROPRIA VITA: Gesù CHIEDE: avete fatto bene i conti (parabola torre)? avete il coraggio di metterci la pelle per venire dietro a me (prendere la propria croce)?

2. FATE BENE I CONTI: se NON staccate il cuore dai possedimenti NON potete venirmi dietro. Prendete del tempo per riflettere.

3. Gesù invita al DISCERNIMENTO (parabola re) a fare i conti con se stessi: Impara a conoscere la tua persona i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti e impara a distinguere i pensieri buoni da quelli cattivi. ADERIRE AL SIGNORE significa distaccarsi dal resto..

BUONA DOMENICA…

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Cristo non è totalitario. È esigente, ma non intransigente. Ci chiede di combattere contro i nostri sentimenti naturali, ci invita ad un distacco radicale da noi stessi, dai nostri affetti perché nulla deve essere di ostacolo per arrivare all'incontro con Lui. Impariamo ogni giorno a invocare da Dio il dono della sapienza perché ci faccia capire quello che non capiamo, ci faccia gustare quello che non gustiamo, e ci faccia camminare sulla strada che porta alla piena realizzazione di noi stessi...

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Gesù è un “leader” molto esigente. Di fronte a queste sue affermazioni, amarlo più dei familiari, più della propria vita...torna su la domanda: ma quest’uomo è matto? O è “qualcosa” più di un uomo?

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LECTIO DIVINA - XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

OMELIA - XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

 

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Mt 21,28-32 - RITO AMBROSIANO - II DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

RITO AMBROSIANO
II Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
Domenica 07 Settembre 2025

✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 21,28-32

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». 
1. La nostra vita è un impegnarci, un giocarci in una vigna: siamo CHIAMATI A COLLABORARE CON IL CREATORE, curando e proteggendo il creato. CI STAI?

2. Collaborare con Dio PREVEDE ANCHE DEI VERI NO CHE CI AIUTANO AD EMETTERE SÌ PIÙ AUTENTICI: questo significa non escludere i propri desideri e la propria stanchezza. CAMBIARE SI PUÒ CORAGGIO...

3. Ogni vera relazione con il Padre è un RENDERCI SEMPRE PIÙ CONSAPEVOLI DELLA BELLEZZA DI QUELLA PROPOSTA ED ENTRARCI DI TUTTO CUORE. Questo è L’INVITO PER TE dal Padre oggi...

BUONA DOMENICA...

 

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07.09 - SAN GRATO DI AOSTA

† Aosta, seconda metà del V secolo

Egli fu quasi certamente il presbitero che, dichiarandosi inviato di Eustasio protovescovo di Aosta, firmò la lettera del Concilio Provinciale di Milano inviata nel 451 a papa Leone Magno, in occasione della soluzione del problema delle due nature in Cristo.
Alla morte di Eustasio, nella seconda metà del V secolo, Grato divenne vescovo di Aosta. Sono state avanzate anche due ipotesi. Eustasio e Grato potrebbero essere stati di origine greca. Entrambi potrebbero avere studiato nel cenobio eusebiano di Vercelli perché Aosta era compresa nel territorio di questa città e perché Sant'Ambrogio, nella lettera ai vercellesi, dice che le Chiese dell'Italia settentrionale si rivolgevano a quel cenobio per scegliere i propri pastori.
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NELLO STESSO GIORNO:

BEATA EUGENIA PICCO Vergine
Crescenzago, Milano, 8 novembre 1867 - Parma, 7 settembre 1921

A Parma, beata Eugenia Picco, vergine della Congregazione delle Piccole Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, che, tutta votata alla volontà di Dio, promosse la dignità delle donne e provvide alla formazione spirituale e culturale delle religiose.

SAN GIOVANNI DA LODI Vescovo
m. Gubbio, Umbria, 7 settembre 1105

A Gubbio in Umbria, san Giovanni da Lodi, vescovo, che fu compagno di san Pier Damiani nelle sue missioni diplomatiche.

sabato 6 settembre 2025

06.09.2025 - Col 1,21-23 - Lc 6,1-5 - Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési - Col 1,21-23

Fratelli, un tempo anche voi eravate stranieri e nemici, con la mente intenta alle opere cattive; ora egli vi ha riconciliati nel corpo della sua carne mediante la morte, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili dinanzi a lui; purché restiate fondati e fermi nella fede, irremovibili nella speranza del Vangelo che avete ascoltato, il quale è stato annunciato in tutta la creazione che è sotto il cielo, e del quale io, Paolo, sono diventato ministro.
1. Prima della conversione, i Colossesi non conoscevano il vero Dio, adoravano gli idoli, seguivano falsi ideali, erano “STRANIERI E NEMICI CON LA MENTE INTENTA ALLE OPERE CATTIVE”, immersi in una profonda ignoranza religiosa… 
2. CRISTO, CON IL SUO SACRIFICIO SULLA CROCE, li ha sottratti da una condizione di miseria spirituale per fare di loro UN POPOLO “SANTO E IMMACOLATO”. Noi siamo il suo popolo…
3. I Colossesi hanno ascoltato e accolto l’annuncio della salvezza, ora devono perseverare in una fede salda e in una incrollabile speranza. “ACCOLTO IL VANGELO QUALE GRAZIA DI DIO”, OCCORRE CHE ESSI RIMANGANO FEDELI FINO IN FONDO.

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Dal vangelo secondo Luca - Lc 6,1-5
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

 

Cosa c'è al centro oggi: l'osservanza della legge o l’uomo? Oggi non abbiamo nessun dubbio a mettere l'uomo al centro ma la legge va conosciuta va amata, perché la legge è per l’uomo. Il ‘sabato’, giorno dell’alleanza di Dio con il suo popolo, è per la libertà dell’uomo, non più schiavo del lavoro o di costrizioni esterne. Non deve lavorare è libero! Il Dio liberatore ci libera prima di tutto dalle convenzioni esteriori, dagli schemi che ci chiudono in noi stessi, dalle abitudini che ci inchiodano. 
Da questo brano di Vangelo si capisce che Gesù non dà importanza semplicemente all’osservanza disciplinare e alla condotta esteriore. Egli va alla radice della Legge, puntando soprattutto sull’intenzione e quindi sul cuore dell’uomo, da dove prendono origine le nostre azioni buone o malvagie.
Alla luce di questo insegnamento, ogni precetto rivela il suo pieno significato come esigenza d’amore, e tutti si ricongiungono nel più grande comandamento: ama Dio con tutto il cuore e ama il prossimo come te stesso.

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Evidentemente l’uomo tende a inchinarsi davanti ad alcuni “signori”, come il sabato, il rito di una religiosità formale. È in gioco la nostra libertà. Chi sono i nostri “signori”, a chi ci inchiniamo?

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06.09 - SAN ZACCARIA

VI sec. a.C.

Zaccaria fu chiamato al ministero profetico nel 520 a.C. Mediante visioni e parabole, egli annunzia l'invito di Dio a penitenza, condizione perché si avverino le promesse. Le sue profezie riguardano il futuro del rinato Israele, futuro prossimo e futuro messianico. Appartenente alla tribù di Levi, nato a Galaad e ritornato nella vecchiaia dalla Caldea in Palestina, Zaccaria avrebbe compiuto molti prodigi, accompagnandoli con profezie di contenuto apocalittico, come la fine del mondo e il doppio giudizio divino. Morto in tarda età sarebbe stato sepolto accanto alla tomba del profeta Aggeo.

venerdì 5 settembre 2025

05.09.2025 - Col 1,15-20 - Lc 5,33-39 - Quando lo sposo sarà loro tolto, allora in quei giorni digiuneranno.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési - Col 1,15-20

Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.
Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli.
1. Per prevenire la tentazione o il pericolo che la comunità cristiana di Colossi si faccia travolgere in bizzarre speculazioni relative a potenze cosmiche, che avrebbero in mano il destino di ogni uomo, l’Apostolo inserisce un INNO, CHE ESALTA L’ASSOLUTA PREMINENZA DI CRISTO SIA NELL’ORDINE DELLA CREAZIONE SIA IN QUELLO DELLA REDENZIONE.
2. IL FIGLIO È L’UNICO MEDIATORE dell’opera creatrice e salvifica di Dio. Viene così “proclamata la preesistenza e la SUPERIORITÀ DI CRISTO SIGNORE su tutto il creato, inclusa la schiera delle potenze cosmiche che, benché invisibili, non possono competere con Cristo ed essere sue rivali.
3. Agli occhi della fede, Egli È L’UNICA RISPOSTA POSSIBILE ALLE INQUIETUDINI DELL’UOMO che si sente esistenzialmente minacciato e non comprende più il proprio posto nel mondo. “TUTTE LE COSE IN LUI SUSSISTONO”. In tale consistenza è racchiusa l’origine, la destinazione e la sussistenza attuale e fattuale di ogni aspetto della realtà e della storia…

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 5,33-39
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”». 

 

Gesù risponde ai farisei sottolineando che il tempo della sua presenza è un momento di gioia, paragonabile a una festa di nozze, durante il quale il digiuno non è appropriato. Tuttavia, preannuncia che arriveranno giorni di assenza in cui il digiuno sarà necessario. Attraverso la parabola dei vestiti e degli otri, Gesù insegna che il suo messaggio e la sua missione rappresentano qualcosa di completamente nuovo, che non può essere contenuto o limitato dalle vecchie tradizioni. Per accogliere il "vino nuovo" del Vangelo, è necessario avere "otri nuovi", ovvero un cuore e una mentalità aperti al rinnovamento spirituale.

 

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05.09 - SANTA TERESA DI CALCUTTA

Skopje, Macedonia, 26 agosto 1910 - Calcutta, India, 5 settembre 1997
A 18 anni decise di entrare nella Congregazione delle Suore Missionarie di Nostra Signora di Loreto. Partita nel 1928 per l’Irlanda, un anno dopo è in India. Nel 1931 la giovane Agnes emette i primi voti prendendo il nuovo nome di suor Mary Teresa del Bambin Gesù (scelto per la sua devozione alla santa di Lisieux), e per circa vent’anni insegna storia e geografia alle ragazze di buona famiglia nel collegio delle suore di Loreto a Entally, zona orientale di Calcutta. Il 10 settembre 1946, mentre era in treno diretta a Darjeeling per gli esercizi spirituali, avvertì la “seconda chiamata”: lei doveva lasciare il convento per i più poveri dei poveri. Lasciò le suore di Loreto il 16 agosto 1948. Nel 1950 la sua nuova congregazione delle Missionarie della Carità ottenne il riconoscimento dalla Chiesa.

giovedì 4 settembre 2025

04.09.2025 - Col 1,9-14 - Lc 5,1-11 - Lasciarono tutto e lo seguirono.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési - Col 1,9-14

Fratelli, dal giorno in cui ne fummo informati, non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che abbiate piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio.
Resi forti di ogni fortezza secondo la potenza della sua gloria, per essere perseveranti e magnanimi in tutto, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore,
per mezzo del quale abbiamo la redenzione,
il perdono dei peccati.
1. Si stanno diffondendo a Colossi delle STRANE TEORIE SUGLI SPIRITI CELESTI, immaginati come potenze cosmiche e astrali, intermediari tra l'uomo e Dio. GESÙ SI RIDUCE AD UNO DI QUESTI INTERMEDIARI e non certo il più potente. Epafra ricorre a Paolo perché intervenga a chiarire la fede cristiana.
2. Prima di tutto, è necessaria la preghiera, dice Paolo, e di questa si dice garante di una tale supplica davanti a Dio. Egli chiede che SI SVILUPPINO "CONOSCENZA, SAGGEZZA E INTELLIGENZA" negli amici cristiani a cui scrive. Sono doni di Dio per penetrare nella sua volontà.
3. La conoscenza ci conduce, quasi per mano, a "COMPORTARCI IN MANIERA DEGNA DEL SIGNORE E A PIACERGLI IN TUTTO". Preghiera, conoscenza e condotta morale coerente ci permette di approfondire, ancora di più, la conoscenza del Signore. LA FORZA, CHE IL SIGNORE OFFRE, ha lo scopo di "farci perseveranti e di SAPER OFFRIRE MISERICORDIA (Magnanimità) in tutto".

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Dal vangelo secondo Luca - Lc 5,1-11
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

 

Prendere il largo, perché? Gettare la rete dopo che si è faticato inutilmente tutta la notte, cosa giova? E' razionalmente illogico. Ma quella voce che ci ridesta è una grazia: una parola del Vangelo, una circostanza, un invito di amici, un sussulto nel cuore: “Prendi il largo”. Ricomincia la partita, riparte la gioia di vivere, amare, proporre, lavorare. Occorre vigilare ogni giorno la grazia che passa e che chiama.
E grazie al loro si noi, cristiani di oggi, abbiamo la gioia di proclamare e testimoniare la nostra fede perché c’è stato quel primo annuncio, perché ci sono stati quegli uomini umili e coraggiosi che hanno risposto generosamente alla chiamata di Gesù. Sulle rive del lago, in una terra impensabile, è nata la prima comunità dei discepoli di Cristo: i "pescatori di uomini". La consapevolezza di questi inizi susciti in noi il desiderio di portare la Parola, l’amore e la tenerezza di Gesù in ogni contesto, anche il più impervio e resistente. Portare la Parola a tutte le periferie partendo dai luoghi che frequentiamo quotidianamente..

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I primi apostoli sono “invasi dallo stupore”. In effetti lo stupore tende a invadere, se lo si lascia invadere. Forse pesche miracolose avvengono tutti i giorni. Siamo pronti ad essere sorpresi?

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04.09 - SANTA ROSALIA

Palermo XII secolo - † 4 settembre 1160
S. Rosalia visse a Palermo tra il 1130 ed il 1170 durante il Regno di Sicilia di Guglielmo I il Malo e, secondo la tradizione, fu damigella della moglie del re, la regina Margherita. Periodo di intensa spiritualità cristiana caratterizzato, dopo l’interruzione della dominazione araba, dal risveglio del monachesimo bizantino e occidentale accolto con entusiasmo dai re normanni. In questo contesto Rosalia visse l’eremitaggio poiché la scelta di una vita solitaria in preghiera e contemplazione era l’espressione più alta della sensibilità religiosa di quel tempo.
NELLO STESSO GIORNO:

BEATO GUALA DI BRESCIA Vescovo
Bergamo, 1180 - 1244

Nel territorio di Astino nella Val Camonica in Lombardia, beato Guala, vescovo di Brescia, dell’Ordine dei Predicatori, che, al tempo dell’imperatore Federico II, si adoperò con saggezza per la pace della Chiesa e della società civile e fu condannato all’esilio.

BEATO NICOLA RUSCA Sacerdote e martire
Bedano, Svizzera, 20 aprile 1563 - Thusis, Svizzera, 4 settembre 1618

Rusca, formatosi al Collegio Elvetico di Milano, sotto l'ala del grande Carlo Borromeo, fu prete di profonda cultura e di generosa dedizione pastorale: guidò con grande equilibrio e moderazione la comunità cattolica di Sondrio e della Valtellina intera. Arrestato nell'estate del 1618 e condotto prigioniero a Thusis, venne processato da un tribunale fazioso, espressione di un particolare gruppo politico-religioso di carattere radicale. Avendo respinto tutte le infondate accuse a suo carico, fu sottoposto a tortura e ne morì il 4 settembre dello stesso anno.

DUE MONDI LONTANI CHE SI INCONTRANO

DUE MONDI LONTANI CHE SI INCONTRANO

Nel cuore del Texas, nel carcere femminile di Gatesville, è nato un legame profondo tra sette donne nel braccio della morte e un gruppo di suore contemplative dell’ordine Maria Stella Matutina. Due mondi apparentemente opposti: da un lato vite segnate da reati gravi e condanne capitali, dall’altro esistenze dedicate al silenzio, alla preghiera e alla clausura. Eppure, queste realtà si sono incontrate, unendosi in una forma rara di condivisione spirituale e umana.

 Tutto ha avuto inizio nel 2021, su iniziativa del diacono Ronnie Lastovica, che da anni visita il carcere per portare la comunione. Di fronte alle domande profonde delle detenute, ha sentito il bisogno di coinvolgere chi vive una spiritualità radicale: le suore. «Come loro — spiega — anche le prigioniere si alzano all’alba, vivono in celle, vestono sempre allo stesso modo. Non cercano ammirazione. C’è una somiglianza che può aprire il dialogo».

 All’inizio le religiose erano titubanti: temevano che la missione in carcere potesse entrare in contrasto con la clausura. Ma dopo la preghiera e il discernimento comunitario, hanno accettato. Così è cominciato un incontro mensile tra le due comunità. Il primo incontro fu carico di tensione, ma bastò un abbraccio spontaneo per rompere il ghiaccio: «Noi aprimmo le braccia e loro aprirono le loro», ha raccontato Brittany Holberg, una delle detenute.

 La relazione nata tra le suore e le detenute si è rafforzata con il tempo. Sister Mary Thomas, priora dell’ordine, racconta: «Abbiamo scoperto che la somiglianza nei nostri stili di vita ci ha avvicinate rapidamente. Viviamo in comunità, vestiamo sempre allo stesso modo, cerchiamo una vita semplice e autentica».

 Pur mantenendo la clausura, le suore hanno riconosciuto questo impegno come parte del loro apostolato. Gli incontri non si concentrano solo sulla pena di morte, ma trattano temi di fede, di vita, di dignità personale. Alcune detenute si sono legate a una specifica religiosa, cercando un dialogo intimo sul proprio cammino spirituale.

 Le detenute, spesso consapevoli della gravità del proprio passato, non evitano di guardare in faccia la condanna, ma trovano speranza nella fede. «Vivono nel braccio della morte ma amano la vita, che hanno riscoperto nella fede e nella comunità», dice sister Mary. Tutte e sette sono cristiane, alcune convertite proprio in carcere.

 Questa esperienza ha insegnato anche alle suore a relativizzare le difficoltà quotidiane e a riscoprire il valore della misericordia. Sister Mary ammette che le prime visite sono state emotivamente forti e che non hanno ancora affrontato l'esecuzione di una delle donne, momento che temono profondamente.

 Inizialmente, le religiose erano restie a parlare pubblicamente della loro missione, ma poi hanno compreso che raccontare questa esperienza significa offrire uno sguardo più umano sulle detenute. Una lettera, in particolare, ha colpito la priora: era di un uomo che aveva perso un familiare in un crimine e che aveva scelto la via del perdono. La sua testimonianza ha aiutato le suore a capire che anche nel buio più profondo può nascere la luce.

 «Ogni persona lotta con un lato oscuro — conclude Sister Mary —. Tutti noi fatichiamo ad accogliere il perdono di Dio. Le storie di queste donne ci aiutano a farlo».

 La fede, lo sappiamo, può unire anche chi vive nella separazione e nella condanna. Dietro ogni persona c’è una storia che merita ascolto, non solo giudizio. La misericordia, anche nel braccio della morte, è possibile.

 

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mercoledì 3 settembre 2025

03.09.2025 - Col 1,1-8 - Lc 4,38-44 - È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città...

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési - Col 1,1-8

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, ai santi e credenti fratelli in Cristo che sono a Colosse: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro.
Noi rendiamo grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, continuamente pregando per voi, avendo avuto notizie della vostra fede in Cristo Gesù e della carità che avete verso tutti i santi a causa della speranza che vi attende nei cieli.
Ne avete già udito l’annuncio dalla parola di verità del Vangelo che è giunto a voi. E come in tutto il mondo esso porta frutto e si sviluppa, così avviene anche fra voi, dal giorno in cui avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità, che avete appreso da Èpafra, nostro caro compagno nel ministero: egli è presso di voi un fedele ministro di Cristo e ci ha pure manifestato il vostro amore nello Spirito.
1. “Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro”. Grazia e pace sono le realtà salvifiche che Dio Padre ha rivelato e comunicato in Cristo. LA SUA GRAZIA (“CHARIS”), CIOÈ IL SUO AMORE SENZA LIMITI È SORGENTE DI PACE (“EIRÈNÈ”), di vera comunione TRA COLORO CHE ACCOLGONO E METTONO IN PRATICA la Parola del Signore.
2. Il ringraziamento abbraccia la triade delle “virtù teologali”: la “FEDE”, la “CARITÀ” verso i fratelli, ALIMENTATE E SORRETTE DALLA FIDUCIOSA “SPERANZA” dei beni immortali, che i credenti riceveranno un giorno “nei cieli, ma assicurati loro fin dal presente. ESSE FANNO FIORIRE IL BENE E LE VIRTÙ.
3. LA FONTE DI QUESTI BENI È IL “VANGELO”, “PAROLA DI VERITÀ” E DONO GRATUITO DI DIO. Quando il Vangelo VIENE ASCOLTATO E ACCOLTO NELLA INTEREZZA DELLA SUA “VERITÀ”, fruttifica e cresce come pianta robusta, producendo ottimi risultati, proprio come sta avvenendo nella chiesa di Colossi. QUESTA È L’AZIONE EFFICACE DI DIO PADRE PER MEZZO DI CRISTO NELLO SPIRITO…

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Dal vangelo secondo Luca - Lc 4,38-44
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

Oggi il Vangelo ci offre un esempio di vita donata. Gesù partecipa ad ogni avvenimento, condivide il dramma delle persone, l’attesa e la speranza di ogni uomo. Gesù sa incontrare e sa rispondere. 
Gesù incontra un’umanità solcata da sofferenze, fatiche e problemi, la nostra umanità: a tale povera umanità è diretta l’azione potente, liberatrice e rinnovatrice di Gesù. E che cosa fa dopo, Gesù? Prima dell’alba del giorno seguente, Egli esce non visto dalla porta della città e si ritira in un luogo appartato a pregare. Gesù prega. In questo modo sottrae anche la sua persona e la sua missione ad una visione trionfalistica, che fraintende il senso dei miracoli e del suo potere carismatico.
Tutta la sua vita e tutta la sua azione trovano origine nel rapporto con il Padre, ravvivato e rinnovato nel dialogo della preghiera. Anche noi per non disperderci nell’azione, per non disperare nei drammi personali e di quelli del mondo, dobbiamo sperimentare di non essere soli, siamo figli di un Padre buono che ci dona la forza e la certezza per vivere ogni giorno la partita della vita. 

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La fama di Gesù si diffonde ma lui non si “siede sugli allori”, sposta sempre il baricentro, il suo, il nostro. Va a pregare, va altrove. Noi amiamo stare dove siamo forti: forse l’altrove ci fa paura?

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03.09 - SAN GREGORIO I, DETTO MAGNO

Roma, 540 - 12 marzo 604
Memoria di san Gregorio Magno, papa e dottore della Chiesa: dopo avere intrapreso la vita monastica, svolse l’incarico di legato apostolico a Costantinopoli; eletto poi in questo giorno alla Sede Romana, sistemò le questioni terrene e come servo dei servi si prese cura di quelle sacre. Si mostrò vero pastore nel governare la Chiesa, nel soccorrere in ogni modo i bisognosi, nel favorire la vita monastica e nel consolidare e propagare ovunque la fede, scrivendo a tal fine celebri libri di morale e di pastorale. Morì il 12 marzo.

 

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martedì 2 settembre 2025

02.09.2025 - 1Ts 5,1-6.9-11 - Lc 4,31-37 - Io so chi tu sei: il santo di Dio!

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési - 1Ts 5,1-6.9-11

Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre.
Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.
Dio infatti non ci ha destinati alla sua ira, ma ad ottenere la salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Egli è morto per noi perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui. Perciò confortatevi a vicenda e siate di aiuto gli uni agli altri, come già fate.
1. Paolo afferma che il giorno del Signore sarebbe venuto IN MODO IMPROVVISO, SENZA SEGNI PREMONITORI. Di conseguenza ammoniva i credenti a non lasciarsi prendere troppo dai piaceri e dalle occupazioni della vita. LA VENUTA DI CRISTO SARÀ IMPREVEDIBILE E IMPROVVISA. Si tratta di non lasciarsi sorprendere.
2. VOI SIETE FIGLI DELLA LUCE perché avete aderito al vangelo. I figli delle tenebre hanno rifiutato di credere al Vangelo. PAOLO ESORTA I TESSALONICESI A DISTINGUERSI DAGLI ALTRI, a non lasciarsi andare al torpore e alle ubriachezze, ma ad IMPEGNARSI AD ESSERE SEMPRE VIGILI E LUCIDI DI MENTE.
3. Il fine ultimo dell'opera compiuta dal Figlio a pro degli uomini È IL RENDERLI PARTECIPI DELLA VITA ETERNA CON LUI. Adesso VIVIAMO LA TENSIONE TRA IL “GIÀ” E IL “NON ANCORA”, tra la gestazione e la nascita, tra l’impegno e l’accoglienza di un dono, tra la lettura dei “segni” e la speranza della realizzazione.

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 4,31-37
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante. 

 

Questa è la verità; questa è la realtà che ognuno di noi sente quando si avvicina Gesù. Gli spiriti impuri cercano di impedirlo, ci fanno la guerra. Una vita cristiana senza tentazioni non è cristiana: è ideologica, è gnostica, ma non è cristiana. Quando il Padre attira la gente a Gesù, c’è un altro che attira in modo contrario e ti fa la guerra dentro! Pensiamo com’è il nostro cuore: io sento questa lotta nel mio cuore?
Quell'altro che attira è il demonio. Egli si lamenta che Gesù sia venuto a rovinarlo ed è esattamente quello che il Figlio di Dio è venuto a fare su questa terra. La Sua presenza è la vittoria sul male a cominciare da chi lo personifica più concretamente, cioè il Diavolo. La vittoria definitiva sarà sulla croce. Cristo ha vinto il male e noi partecipiamo della sua vittoria. Oggi possiamo non cedere alle tentazioni del demonio e far risplendere la vita in Cristo.

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 L’indemoniato coglie il punto fondamentale, l’identità di Gesù, e lo vede come un nemico, uno che è «venuto a rovinarci». Chi è allora Gesù per me? Rovina o salvezza, «che vuole da noi»?

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02.09 - BEATO APOLLINARE DA POSAT

Préz-vers-Noreaz, Svizzera, 12 giugno 1739 - Parigi, Francia, 2 settembre 1792
Gian Giacomo Morel compì la sua formazione religiosa e scolastica alle dipendenze del vicario parrocchiale Francesco Giuseppe Morel, suo zio, tre anni dopo perfezionò la sua formazione nel collegio dei gesuiti S. Michele a Friburgo. A 23 anni vestì l'abito cappuccino nel convento di Zug con il nome di fra Apollinare da Posat (paese d'origine del padre). Ordinato sacerdote nel 1764, esercitò il ministero di aiuto al clero nelle parrocchie e della predicazione delle missioni al popolo. Fu martirizzato a Parigi durante la rivoluzione francese. Il 17 ottobre 1926 papa Pio XI lo annoverò tra i beati insieme ad altri 190 martiri.

 

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NELLO STESSO GIORNO:

SANT' ALBERTO DI PONTIDA ABATE
m. 1096 circa

A Pontida in provincia di Bergamo, santi Alberto e Vito, monaci, dei quali il primo antepose alle armi e agli onori del mondo il servizio a Cristo e fondò nella sua città un monastero improntato alle consuetudini cluniacensi, che il secondo governò.