martedì 29 agosto 2023

A VOLTE NELLA VITA BISOGNA SPORCARSI LE MANI PER NON SPORCARSI IL CUORE.

A VOLTE NELLA VITA BISOGNA SPORCARSI LE MANI PER NON SPORCARSI IL CUORE.

 

Questa è la storia del buon Samaritano, e nessuno di noi è esente dall’essere un buon Samaritano. È un obbligo che abbiamo tutti. 
Il buon Samaritano trova un malcapitato gettato a terra, ma prima era passato un levita, era passato un sacerdote, però avevano fretta. Non gli hanno dato importanza. Ma oltre ad avere fretta, non potevano toccarlo perché c’era del sangue [...] e secondo la legislazione di quel tempo chi toccava il sangue diventava impuro. 
I Samaritani, nella mentalità dell’epoca, erano dei “disgraziati”, erano tutti disgraziati e commercianti, non erano puri di mente, di cuore, erano emarginati, ma il buon Samaritano lo vede, si ferma e la storia dice che provò compassione. 
Mi posso domandare: che cosa mi fa provare compassione? Oppure hai un cuore talmente arido che non provi compassione? Ognuno si dia una risposta. 
E poi che succede? Il Samaritano lo porta in un albergo e gli trova una stanza e dice al locandiere: “Guarda, io ripasserò tra tre giorni. Intanto prendi questo e se serve di più, al ritorno ti pago”. Questo “disgraziato” era uno che pagava. Allora abbiamo i ladroni che uccidono, il buon Samaritano che si prende cura e il levita e il sacerdote che se ne vanno per non diventare impuri. 
E Gesù dice: questo entra nel Regno dei Cieli, perché si è mosso a compassione. Pensate un po’ a questa storia. Dove sto io? Reco danno alla gente? Dove sto io? Evito le difficoltà reali o mi sporco le mani? A volte nella vita bisogna sporcarsi le mani per non sporcarsi il cuore.

 

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domenica 27 agosto 2023

Is 22,19-23 - Rm 11,33-36 - Mt 16,13-20 - XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Domenica 27 Agosto 2023

 

Dal libro del profeta Isaìa - Is 22,19-23

Così dice il Signore a Sebna, maggiordomo del palazzo:
«Ti toglierò la carica,
ti rovescerò dal tuo posto.
In quel giorno avverrà
che io chiamerò il mio servo Eliakìm, figlio di Chelkìa;
lo rivestirò con la tua tunica,
lo cingerò della tua cintura
e metterò il tuo potere nelle sue mani.
Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme
e per il casato di Giuda.
Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide:
se egli apre, nessuno chiuderà;
se egli chiude, nessuno potrà aprire.
Lo conficcherò come un piolo in luogo solido
e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre».
1. Il profeta si rivolge in modo sprezzante a Sebna, maggiordomo del palazzo, primo ministro caduto in disgrazia. Si stava costruendo un grande sepolcro a Gerusalemme e il profeta gli dice: ma chi ti credi di essere? cosa costruisci? IO TI TOGLIERÒ LA CARICA E TI ROVESCERÒ DAL TUO POSTO al tuo posto metterò un altro. TUTTE LE MANSIONI PUBBLICHE SONO PER SERVIRE GLI ALTRI. Usarle per ricavarne un utile personale è disonestà missionaria.

2. ELIAKÌM figlio di Chelkia viene insediato. È qualificato come “MIO SERVO” equivale al ministro ed è un titolo onorifico, è colui che comanda a corte, e IL SIGNORE PROMETTE: “LO RIVESTIRÒ con la tua tunica, LO CINGERÒ con la tua cintura, METTERÒ IL TUO POTERE nelle sue mani, GLI PORRÒ sulla spalla la chiave della casa di Davide”. LA STORIA È SALDAMENTE NELLE MANI DEL SIGNORE.

3. Gli porrò SULLA SPALLA LA CHIAVE DELLA CASA DI DAVIDE: avrà l'incarico di governo. Se egli apre nessuno chiuderà se egli chiude nessuno potrà aprire. Questo personaggio è figura del Messia: È GESÙ CHE HA LA CHIAVE DI DAVIDE, è Lui che apre le porte degli inferi, è Lui che apre la salvezza, e se lui apre nessuno chiude ma se lui chiude nessuno riesce ad aprire…

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Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani - Rm 11,33-36

O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!
Infatti,
chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore?
O chi mai è stato suo consigliere?
O chi gli ha dato qualcosa per primo
tanto da riceverne il contraccambio?
Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.
1. L'apostolo fa una specie di preghiera in cui elogia in modo ammirato la ricchezza della Sapienza divina. Quanto è grande la sapienza di Dio, i suoi giudizi sono insondabili, inaccessibili le sue vie, nessuno può conoscere il pensiero del Signore, nessuno può dargli consigli. LA RICCHEZZA DI DIO È IL SUO AMORE ETERNO, DIVINO, INCOMMENSURABILE, SENZA LIMITI, SENZA MISURA.

2. L’Apostolo esclama così dopo avere riflettuto sul mistero della storia della salvezza, dove il popolo ebraico scelto per essere mediatore di salvezza IN PARTE SI È TIRATO FUORI DA QUESTA SALVEZZA. Che cosa hai in progetto Dio per tutta l'umanità? chi può dirlo?

3. L'apostolo CONTEMPLA la grandezza della Sapienza di Dio E INVITA AD AMMIRARE LA SUA PROFONDITÀ e a non pretendere di dargli consigli. DA LUI PER MEZZO DI LUI E PER LUI SONO TUTTE LE COSE, A LUI LA GLORIA NEI SECOLI. Questo dobbiamo riconoscere e contemplare!

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 16,13-20

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

 

1. La domanda di Gesù non esige solo la formula imparata al catechismo, ma LA RISPOSTA DELLA VITA. Chi è amico di Gesù, suo discepolo e familiare, lo riconosce in una esperienza, condivisa con altre persone e sperimentata nei fatti. CHI È GESÙ PER TE? QUANTA CONTA GESÙ NELLA TUA VITA?
2. Gesù è ‘il Cristo’, Egli è Colui che la storia attende, e lo si può incontrare come Salvatore di ciascuno e di tutti. Questo Cristo’, Figlio dell’uomo e Figlio di Dio, VIENE CONOSCIUTO PER IL DONO CHE IL PADRE FA A QUANTI LO SEGUONO COME DISCEPOLI, non è frutto di ragionamenti umani. È UN GRANDE DONO LA SEQUELA! CORAGGIO…
3. Gesù cambia il nome di Simone in Pietro. Lui e i suoi successori sono CHIAMATI AD APRIRE, LEGARE E SCIOGLIERE, A COMBATTERE LA BATTAGLIA SPIRITUALE CON LA FEDE. Questa battaglia potrà essere vinta solo mantenendosi FERMI NELLA VERITÀ rivelata da Gesù nella Scrittura e nella Tradizione apostolica. VALE ANCHE PER TE, PUOI VINCERE LA BATTAGLIA…
BUONA DOMENICA...

COMMENTO AL VANGELO - OMELIA 

 

CHIESA

Gesù costruisce la Chiesa sopra la roccia della fede di Pietro, che confessa la divinità di Cristo. La Chiesa non è una semplice istituzione umana, come qualsiasi altra, ma è strettamente unita a Dio. Lo stesso Cristo si riferisce ad essa come alla «sua» Chiesa. Non è possibile separare Cristo dalla Chiesa, come non si può separare la testa dal corpo. Seguire Gesù nella fede è camminare con Lui nella comunione della Chiesa...

 

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Mc 12,13-17 - RITO AMBROSIANO - DOMENICA CHE PRECEDE IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

RITO AMBROSIANO
DOMENICA CHE PRECEDE IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE
Domenica 27 Agosto 2023
Lettura del Vangelo secondo Marco - Mc 12,13-17
1. Imbrogliare Gesù? Ci hanno provato e ci provano in tanti. Gesù cammina nella realtà, invita a un RAPPORTO LEALE VERSO FATTI E PERSONE, per ricondurre ogni persona, ogni comunità, ogni aspetto della vita all'unico Dio, Signore di tutto e di tutti. LASCIAMOCI CONDURRE…
2. Sono tanti i tributi che paghiamo a Cesare, non solo in termini finanziari. La lealtà verso lo Stato NON DOVRÀ TRASFORMARSI IN CONNIVENZA con leggi ingiuste, né piegarsi a sostenere culture e pratiche immorali. VIGILIAMO….
3. NON POSSIAMO TOGLIERE A DIO QUELLO CHE È DI DIO. Persone e cose appartengono a Lui: occorre GUARDARLE CON IL SUO SGUARDO E IL SUO CUORE. 
BUONA DOMENICA…


+ Lettura del Vangelo secondo Marco 12,13-17

In quel tempo. I sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani mandarono dal Signore Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui.


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giovedì 24 agosto 2023

IL CAOS

IL CAOS

 

Un uomo diceva che la vita dell’uomo, la nostra vita umana, è fare del caos un cosmo, ossia di ciò che non ha senso, è disordinato, è caotico, fare un cosmo, con senso, aperto, inviante, complessivo. 
Se guardiamo la struttura del racconto della Creazione, che è un racconto mitico, nel senso vero della parola “mito”, perché mito è forma di conoscenza. Allora usa questa storia colui che ha scritto il racconto della Creazione. Tra parentesi, questo è stato scritto molto tempo dopo che il popolo ebraico ha fatto l’esperienza della sua liberazione. Ossia, prima c’è tutta l’esperienza dell’esodo del popolo ebraico e poi guardano indietro. 
E come è iniziata la storia? Come si è trasformato il caos in cosmo? E lì, in un linguaggio poetico, si narra come Dio dal caos un giorno fa la luce, un altro giorno fa l’uomo, e continua a creare cose e a trasformare il caos in cosmo. Nella nostra vita succede lo stesso: ci sono momenti di crisi che sono caotici, che non sai più a che punto ti trovi, tutti attraversiamo questi momenti bui. Caos. E qui il lavoro personale, delle persone che ci accompagnano, di un gruppo così, è di trasformare il cosmo.
Trasformare un caos in un cosmo. E questo è il cammino di ognuno. Una vita che rimane nel caotico è una vita fallita, e una vita che non ha mai provato il caos è una vita distillata, dove tutto è perfetto. E le vite distillate non danno vita, muoiono in sé stesse. E se una vita personale e relazionale che ha provato la crisi come caos e lentamente dentro di sé, e nella comunità, si è trasformata in un cosmo... tanto di cappello!

 

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martedì 22 agosto 2023

LA CRISI

LA CRISI

Sai da dove viene la parola “crisi”? Quando si raccoglieva il grano, si passava al setaccio [in spagnolo cribar: fa notare la parentela tra “crisi” e “cribar”].
E la crisi nelle persone sono situazioni della vita, eventi, problemi organici, malumore o buonumore. Ti fa cribar, ossia setacciare, e tu devi scegliere.
Una vita senza crisi è una vita asettica. A te piace bere acqua? Ti piace? Se ti do acqua distillata, uno schifo! L’acqua distillata è un’acqua senza crisi. Una vita senza crisi è come l’acqua distillata, non sa di niente. Non serve a niente. Solo per metterla nell’armadio e chiudere la porta.
Le crisi bisogna accettarle, bisogna accettarle e risolverle. Perché neanche rimanere nella crisi è un bene, perché è un suicidio continuo. È come uno stare per arrivare, per arrivare. Le crisi le devi percorrere, le devi accettare. E raramente da solo. E anche questo è importante: Camminare insieme per affrontare crisi insieme, risolvere cose. L’importante è andare avanti e crescere insieme. Allora, avanti, INSIEME!.

 

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domenica 20 agosto 2023

Is 56,1.6-7 - Rm 11,13-15.29-32 - Mt 15,21-28 - XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Domenica 20 Agosto 2023

 

Dal libro del profeta Isaìa - Is 56,1.6-7

Così dice il Signore:
«Osservate il diritto e praticate la giustizia,
perché la mia salvezza sta per venire,
la mia giustizia sta per rivelarsi.
Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo
e per amare il nome del Signore,
e per essere suoi servi,
quanti si guardano dal profanare il sabato
e restano fermi nella mia alleanza,
li condurrò sul mio monte santo
e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera.
I loro olocausti e i loro sacrifici
saranno graditi sul mio altare,
perché la mia casa si chiamerà
casa di preghiera per tutti i popoli».
1. Isaia ci propone un TESTO DI APERTURA, DI ACCOGLIENZA verso coloro che non fanno parte del gruppo sacro degli Ebrei. LA CHIUSURA IDEOLOGICA di alcuni Ebrei al tempo di Gesù era LEGATA AD UNA SCUOLA DI PENSIERO RELIGIOSO ma nell'Antico testamento sono molte le pagine di apertura e di accoglienza.  Quali e quante sono le nostre chiusure ideologiche?

2. IL SIGNORE CHIEDE DI OSSERVARE IL DIRITTO E DI PRATICARE LA GIUSTIZIA perché la sua salvezza sta per venire, ma questa salvezza sarà anche per gli stranieri che hanno aderito al Signore, A COLORO CHE HANNO SCELTO DI AMARE IL NOME DEL SIGNORE E CHE VOGLIONO ESSERE SUOI SERVI. La salvezza è dono e impegno d'amore…

3. Non serve l'albero genealogico, una garanzia di purezza razziale per accedere alla salvezza, CI VUOLE DISPONIBILITÀ E ACCOGLIENZA. Gli stranieri che aderiscono al Signore verranno condotti sul Monte Santo e saranno colmati di gioia nella mia casa di preghiera. MAI PRIMA D’ORA ERA STATA FATTA UNA PROMESSA COSÌ ALTA.

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Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani - Rm 11,13-15.29-32

Fratelli, a voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io faccio onore al mio ministero, nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti?
Infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!
Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia.
Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!
1. Paolo lavora intensamente a favore della conversione dei pagani SPERANDO ANCHE DI SUSCITARE LA GELOSIA DEI SUOI CONSANGUINEI. Dovrebbero chiedersi: perché Paolo sta producendo molti frutti e noi non ne stiamo producendo alcuno? DI SICURO NON È PER SUO MERITO. DI CERTO È PER GRAZIA. È PER GRAZIA PERCHÉ IL SIGNORE È CON LUI.

2. Paolo ci fa comprendere il piano di salvezza di Dio. IL RIFIUTO DI ISRAELE AD ACCOLGIERE IL MESSIA HA ACCELERATO L’EVANGELIZZAZIONE DEI PAGANI senza che Israele fosse escluso dalla salvezza. I DONI E LA CHIAMATA DI DIO SONO IRREVOCABILI! Il piano di salvezza di Dio È PER TUTTI, la sua MISERICORDIA è fonte di salvezza!

3. E conclude: “Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza per essere misericordioso verso tutti” Che significa? Significa che LA SCRITTURA DIMOSTRA CHE TUTTI SONO PECCATORI TUTTI SONO DISOBBEDIENTI, chi in un modo chi in un altro, chi prima chi poi, DIMOSTRA CHE TUTTI HANNO BISOGNO DI ESSERE SALVATI e DIO OFFRE LA SUA MISERICORDIA A TUTTI: agli ebrei, agli altri popoli e anche a noi. Deo gratias!

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 + Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 15,21-28

In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
1. UNA DONNA PAGANA OPPRESSA GLI SI AVVICINÒ. Ma Gesù non le rivolse neppure una parola. I suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Cacciala fuori dai piedi, perché ci viene dietro gridando!». SI, CI SONO PERSONE CHE CI DISTURBANO, I DISCEPOLI VOGLIONO VIVERE TRANQUILLI SENZA VEDERLI… Ci lasciamo disturbare??
2. E Gesù: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella: «SIGNORE, AIUTAMI!». Ed egli: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Come gli ebrei di allora, Gesù credeva che era stato mandato solo al suo popolo. SIAMO CAPACI DI CAMBIARE I NOSTRI PROGETTI, LE NOSTRE IDEE QUANDO DIO CE LO CHIEDE?
3. È vero, Signore – disse la donna –, eppure I CAGNOLINI MANGIANO LE BRICIOLE CHE CADONO DALLA TAVOLA DEI LORO PADRONI. Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! LA DONNA INTUÌ CHE NON SI PUÒ NEGARE A NESSUNO “IL PANE QUOTIDIANO”.  Alla donna bastano le briciole… Avvenga per te come desideri». Tutto è possibile per chi CREDE. Aiuta la nostra FEDE…
BUONA DOMENICA...

CREDERE 

Cosa non si riesce ad ottenere, se si crede davvero! La fede e l’amore vincono l’apparente durezza di Gesù. Così una donna pagana diventa maestra di perseveranza, di fede, di preghiera. Noi abbiamo la stessa costanza nel pregare e nel credere? Ci accontentiamo delle briciole? La fede partorisce miracoli! Ma credente è chi, in obbedienza al participio presente del verbo, rinnova il suo credo continuamente.

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Mt 11,16-24 - RITO AMBROSIANO - DOMENICA XII DOPO PENTECOSTE

RITO AMBROSIANO

DOMENICA XII DOPO PENTECOSTE
Domenica 20 Agosto 2023
Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 11,16-24
1. Per coloro che rifiutano di convertirsi È SEMPRE PRONTO UN ALIBI PUR DI NON IMPEGNARSI in questo percorso, difficile ma felice. Tuttavia gli alibi non reggono e la realtà alla fine ‘VIENE RICONOSCIUTA PER LE SUE OPERE’: il bene viene riconosciuto come bene (e il male come male). 
2. Gesù reagisce e rende pubblica la loro incoerenza. Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! per la chiusura e l'indifferenza di fronte all'annuncio e ai miracoli. È DAVVERO TRISTE COMPORTARSI IN MANIERA FREDDA ED INDIFFERENTE DI FRONTE ALL'AMORE DI DIO, soprattutto quando Egli ce ne ha dato tante prove concrete e tangibili.
3. Guai a noi quando siamo certi della nostra salvezza! IL SIGNORE GIUDICHERÀ OGNI UOMO SUL FONDAMENTO DI OGNI GRAZIA DA LUI CONCESSA. Più doni abbiamo ricevuto e più è la responsabilità. E Sodoma che non ha avuto le grazie concesse a Betsàida avrà un giudizio meno duro. Lasciamoci scuotere dalla Parola di Dio.
BUONA DOMENICA…

+ Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 11,16-24

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

 

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venerdì 18 agosto 2023

18.08.2023 - Gs 24,1-13 - Mt 19,3-12 - Per la durezza del vostro cuore Mosè...

 

Dal libro di Giosuè - Gs 24,1-13

In quei giorni, Giosuè radunò tutte le tribù d’Israele a Sichem e convocò gli anziani d’Israele, i capi, i giudici e gli scribi, ed essi si presentarono davanti a Dio. Giosuè disse a tutto il popolo: 
«Così dice il Signore, Dio d’Israele: “Nei tempi antichi i vostri padri, tra cui Terach, padre di Abramo e padre di Nacor, abitavano oltre il Fiume. Essi servivano altri dèi. Io presi Abramo, vostro padre, da oltre il Fiume e gli feci percorrere tutta la terra di Canaan. Moltiplicai la sua discendenza e gli diedi Isacco. A Isacco diedi Giacobbe ed Esaù; assegnai a Esaù il possesso della zona montuosa di Seir, mentre Giacobbe e i suoi figli scesero in Egitto. 
In seguito mandai Mosè e Aronne e colpii l’Egitto con le mie azioni in mezzo a esso, e poi vi feci uscire. Feci uscire dall’Egitto i vostri padri e voi arrivaste al mare. Gli Egiziani inseguirono i vostri padri con carri e cavalieri fino al Mar Rosso, ma essi gridarono al Signore, che pose fitte tenebre fra voi e gli Egiziani; sospinsi sopra di loro il mare, che li sommerse: i vostri occhi hanno visto quanto feci in Egitto. Poi dimoraste lungo tempo nel deserto. 
Vi feci entrare nella terra degli Amorrei, che abitavano ad occidente del Giordano. Vi attaccarono, ma io li consegnai in mano vostra; voi prendeste possesso della loro terra e io li distrussi dinanzi a voi. In seguito Balak, figlio di Sippor, re di Moab, si levò e attaccò Israele. Mandò a chiamare Balaam, figlio di Beor, perché vi maledicesse. Ma io non volli ascoltare Balaam ed egli dovette benedirvi. Così vi liberai dalle sue mani.
Attraversaste il Giordano e arrivaste a Gerico. Vi attaccarono i signori di Gerico, gli Amorrei, i Perizziti, i Cananei, gli Ittiti, i Gergesei, gli Evei e i Gebusei, ma io li consegnai in mano vostra. Mandai i calabroni davanti a voi, per sgominare i due re amorrei non con la tua spada né con il tuo arco. 
Vi diedi una terra che non avevate lavorato, abitate in città che non avete costruito e mangiate i frutti di vigne e oliveti che non avete piantato”».
1. PRIMA DI MORIRE, GIOSUÈ RADUNA tutte le tribù d’Israele a Sichem e CONVOCA gli anziani d’Israele, i capi, i giudici e gli scribi, ed essi si presentano davanti a Dio. Giosuè vuole lasciare ai figli di Israele il suo testamento spirituale. ESSI DOVRANNO CONOSCERE QUAL È STATA LA SUA FEDE DALL’INIZIO FINO AD OGGI.
2. Giosuè tiene una VERA LEZIONE DI STORIA, LETTA ED INTERPRETATA ALLA LUCE DELLA FEDE. Quanto avviene dopo la chiamata di Abramo È TUTTA OPERA DEL SIGNORE. Hanno fatto di tutto per piegare Israele ricorrendo anche alla maledizione. INVANO. Israele è stato attaccato da vari popoli. INVANO. Il Signore consegna in mano dei figli di Israele tutti i loro regni. 
3. ECCO COSA HA FATTO IL SIGNORE PER ISRAELE. Gli ha dato una terra che lui non ha lavorato. Gli ha consegnato città che lui non ha costruito. Gli ha messo in mano frutti, vigneti e ulivi perché si nutrisse, che lui non ha piantato. Giosuè vuole celebrare la misericordia del Signore, proclamare la sua grazia, esaltare la sua bontà. CIÒ CHE ISRAELE È E POSSIEDE È SOLO FRUTTO DELLA PIETÀ E DELLA FEDELTÀ DEL SUO DIO E SIGNORE.

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+ Dal vangelo secondo Matteo - Mt 19,3-12
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».
Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?».
Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio».
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».
Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

 

Gesù è più esigente di Mosè nel rispetto della fedeltà nel matrimonio? Gesù dice una parola di verità. E Gesù mai negozia la verità. E questi, questo piccolo gruppetto di teologi illuminati negoziava sempre la verità, riducendola alla casistica. Gesù non negozia la verità: questa è la verità sul matrimonio, non ce n’è un’altra.
Allora dicono i discepoli: non conviene e non c’è interesse a sposarsi [Vedono il matrimonio come una convenienza o un interesse!]
“Non tutti capiscono questa parola”. Se ci si mette sul piano dell’interesse o della convenienza – dice Gesù – questo è vero. Ma non è il piano di Dio.
E allora, chi si sposa pensi non alla convenienza o all’interesse, ma come agganciarsi alla volontà di Dio … senza condizioni o interessi. L’uomo che si sposa deve “lasciare il padre e la madre (propria convenienza, interesse, sicurezza) e imparare a … “diventare una sola carne”. Non pensi a difendere un proprio interesse.
“Chi può capire, capisca”. Cioè … faccia proprio così, come dico e intendo io! O anche (rivolto ai farisei) … perché mi tentate sempre!

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La domanda dei discepoli di allora sembra quella degli uomini di oggi: conviene sposarsi? Ma c’è un’altra domanda che i discepoli di oggi dovrebbero porsi: quanto si è indurito il nostro cuore?

 

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giovedì 17 agosto 2023

«QUANDO SONO DEBOLE, È ALLORA CHE SONO FORTE»

«QUANDO SONO DEBOLE...

È ALLORA CHE SONO FORTE...»

La debolezza che ci abita non è una malattia di cui dovremmo liberarci, è piuttosto la condizione che caratterizza la nostra bellezza e la nostra ricchezza più vera.

Pensa a Milton Erickson, uno dei più grandi terapeuti del Novecento, lui non si arrese di fronte alle innumerevoli debolezze fisiche che per tutta la vita lo hanno accompagnato, ed è così che oggi abbiamo alcune tra le più importanti ed efficaci tecniche di ipnosi e di psicoterapia. Milton Erickson non amava le lamentele: a 17 anni era stato in punto di morte per una grave malattia e ne era uscito con gravi menomazioni fisiche. Un’altra malattia, in età adulta, lo aveva limitato ancora di più; inoltre era un po’ sordo, daltonico, dislessico e soffriva di numerose allergie. Nonostante questo, aveva sempre pensato che fosse più saggio vivere pienamente che lamentarsi per le sfortune che ci capitano. Questo coraggio della debolezza lo aveva premiato: ebbe una famiglia numerosa e felice, con otto figli, diventò medico e apprezzato terapeuta: considerato tuttora il pioniere dell’ipnoterapia e ispiratore di molti approcci terapeutici.

Per anni ho conservato una frase che lui ripeteva spesso: «Invece che fare una vita brutta a causa dei miei malanni, cerco di fare una vita meravigliosa nonostante i miei malanni».

La fragilità è la cifra della nostra umanità, ci accompagna per tutta la vita, ricordandoci che non si può fuggire la nostra vulnerabilità. Eppure amiamo e vogliamo essere forti, abbiamo anche paura di non essere abbastanza forti e scappiamo, nascondendo le nostre ferite che, se illuminate, possono invece diventare feritoie da cui passa la luce: la nostra ricchezza più grande. Non sono le ferite che devono spaventarci, ma la fuga da noi stessi e dalla vita, la scelta della penombra invece che della luce, il rifugio nel cinismo e nel disincanto invece che nella fiducia e nella speranza che la vita, con la sua saggezza, ha sempre l’ultima parola.

In tanti anni che accompagno le persone in situazione di crisi, di sofferenza e di fallimento, se ho potuto, qualche volta, essere d’aiuto, è grazie alla mia debolezza accolta, non fuggita, trasfigurata. Bisogna imparare ad amare anche le nostre cicatrici e vederle come solchi in cui depositare i semi dai quali nasceranno nuovi germogli.

 

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lunedì 14 agosto 2023

BISOGNA SALVARE IL SEME

BISOGNA SALVARE IL SEME

Don Camillo spalancò le braccia [rivolto al crocifisso]: “Signore, cos’è questo vento di pazzia? Non è forse che il cerchio sta per chiudersi e il mondo corre verso la sua rapida autodistruzione?”.

Don Camillo, perché tanto pessimismo? Allora il mio sacrificio sarebbe stato inutile? La mia missione fra gli uomini sarebbe dunque fallita perché la malvagità degli uomini è più forte della bontà di Dio?”.

“No, Signore. Io intendevo soltanto dire che oggi la gente crede soltanto in ciò che vede e tocca. Ma esistono cose essenziali che non si vedono e non si toccano: amore, bontà, pietà, onestà, pudore, speranza. E fede. Cose senza le quali non si può vivere. Questa è l’autodistruzione di cui parlavo. L’uomo, mi pare, sta distruggendo tutto il suo patrimonio spirituale. L’unica vera ricchezza che in migliaia di secoli aveva accumulato. Un giorno non lontano si troverà come il bruto delle caverne. Le caverne saranno alti grattacieli pieni di macchine meravigliose, ma lo spirito dell’uomo sarà quello del bruto delle caverne […] Signore, se è questo ciò che accadrà, cosa possiamo fare noi?”.

Il Cristo sorrise: “Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza.

Bisogna salvare il seme: la fede.

Don Camillo, bisogna aiutare chi possiede ancora la fede e mantenerla intatta.

Il deserto spirituale si estende ogni giorno di più, ogni giorno nuove anime inaridiscono perché abbandonate dalla fede. Ogni giorno di più uomini di molte parole e di nessuna fede distruggono il patrimonio spirituale e la fede degli altri. Uomini di ogni razza, di ogni estrazione, d’ogni cultura”.

«Don Camillo, tenga duro. Preghi per la fede dei tuoi fratelli». E allora coraggio e avanti… Abbi fede…

 

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domenica 13 agosto 2023

1Re 19,9.11-13 - Rm 9,1-5 - Mt 14,22-33 - XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Domenica 13 Agosto 2023

 

Dal primo libro dei Re - 1Re 19,9.11-13

In quei giorni, Elia, [essendo giunto al monte di Dio, l’Oreb], entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Esci e fèrmati sul monte alla presenza del Signore».
Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.
1. Questo brano ci aiuta a comprendere dove Dio non è. DIO NON MANIFESTA SÉ STESSO NEI FENOMENI VIOLENTI E DISTRUTTIVI DELLA NATURA, tutta quella energia e quella forza distruttiva non ci parla di Dio.

2. ELIA È REDUCE DA UNA GRANDE ESPERIENZA DI VIOLENZA: nello scontro con i profeti di Baal, egli ha assistito – e PROBABILMENTE SI È COMPIACIUTO – al massacro di quattrocento profeti, uccisi dal popolo che gridava “Il Signore è Dio!”. ORA DA SOLO E IN FUGA DALL’IRA DI GEZABELE, che si vuole vendicare di quella strage per la quale considera responsabile il profeta.

3. Elia si trova solo con Dio, sul monte Oreb, e si trova a fare un’esperienza nuova del Signore che gli rivela chi lui sia: EGLI È BREZZA LEGGERA CHE PARLA NEL SILENZIO, che richiede un cuore che ascolta, che non si impone con la violenza e la distruzione. L’invito per Elia è di conversione: ritorna sui tuoi passi … ascolta ciò che Dio ti dice.

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Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani - Rm 9,1-5

Fratelli, dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua.
Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.
1. C’è in Paolo una grande tristezza, una continua sofferenza che lo coinvolge direttamente come ebreo: PERCHÉ GLI EBREI NON HANNO ACCETTATO GESÙ CRISTO E IL SUO VANGELO?

2. Paolo afferma che vorrebbe essere lui stesso “ANATEMA” a vantaggio dei suoi fratelli. IL SUO DOLORE, testimoniato dallo Spirito Santo, È PROPRIO UN’OFFERTA DELLA SUA VITA per la salvezza dei suoi fratelli.

3. Il loro rifiuto nei confronti del Figlio di Dio NON CANCELLA NULLA DELLA LORO ELEZIONE e quindi della loro posizione e missione nei confronti di tutti i popoli del mondo. Da loro proviene Cristo secondo la carne. “Egli è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli”. GESÙ È DIO…

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 14,22-3
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

 

1. PARTENDO DAL PROFONDO SILENZIO DELLA PREGHIERA DI FRONTE AL PADRE, Gesù raggiunge i suoi camminando sul mare. Gesù ha la capacità di raggiungerci dentro tutte le tempeste. - PARTIAMO DALLA PREGHIERA…
2. LE PASSIONI SONO I VENTI CHE GONFIANO LE VELE DELLA NAVE; sommergono qualche volta, ma senza di loro, essa non potrebbe navigare. Gesù ci dice: «CORAGGIO, NON ABBIATE PAURA! – FIDATI…
3. Pietro non ha proprio la pazienza di attendere che Gesù completi il cammino sull'acqua. SI PUÒ CAMMINARE SULL'ACQUA? SI PUÒ, per uno slancio di fede e di amore, protesi a Gesù che ci afferra con la sua mano misericordiosa. – LA MANO DI DIO…
BUONA DOMENICA...

PIETRO 

Sant’Agostino dice che «Pietro è figura di tutti noi». Anche la nostra fede non è tanto forte. Crediamo di credere. Ci lasciamo vincere dai dubbi. Troppo facilmente ci lasciamo vincere dalla sfiducia davanti alle difficoltà della vita. È proprio in quei momenti, quando sembra che umanamente non c’è più nulla da fare, la fede ci fa gridare — come Pietro —: «Signore, salvami!». E Dio salva, sempre! Questa è la fede!

 COMMENTO AL VANGELO - OMELIA 

 

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Mt 10,16-20 - RITO AMBROSIANO - DOMENICA XI DOPO PENTECOSTE

RITO AMBROSIANO
DOMENICA XI DOPO PENTECOSTE
Domenica 13 Agosto 2023
Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 10,16-20
1. “Vi mando come pecore in mezzo a lupi” Per tanti cristiani perseguitati LA DIFESA E LA VITTORIA SONO COINCISE CON UNA TESTIMONIANZA FORTE E TENACE, a volte fino al martirio. IL CRISTIANO TESTIMONIA ATTRAVERSO LA VITA, PRIMA CHE CON LE PAROLE E LE SPIEGAZIONI.
2. Il discepolo non TESTIMONIA tanto una sua personale fortezza, quanto piuttosto L’ATTACCAMENTO E L’AMORE A CRISTO: Egli è Colui dal quale rinasce l’energia del vivere e per il quale si può dare la vita. FIDATI!
3. NON ABBIATE PAURA! perché quanto di buono, di vero e di bello noi riusciamo ad esprimere viene da Dio. Che si parli in giudizio o in sedi meno impegnative QUEL CHE CONTA È CREDERE D'ESSERE ABITATO DA TE, SIGNORE. Vieni Spirito Santo!
BUONA DOMENICA…

+ Lettura del Vangelo secondo Matteo 10,16-20

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi».

 

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sabato 12 agosto 2023

12.08.2023 - Dt 6,4-13 - Mt 17,14-20 - Se avrete fede, nulla vi sarà impossibile.

 

Dal libro del Deuteronòmio - Dt 6,4-13

Mosè parlò al popolo dicendo:
«Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze.
Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore. Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte.
Quando il Signore, tuo Dio, ti avrà fatto entrare nella terra che ai tuoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato di darti, con città grandi e belle che tu non hai edificato, case piene di ogni bene che tu non hai riempito, cisterne scavate ma non da te, vigne e oliveti che tu non hai piantato, quando avrai mangiato e ti sarai saziato, guàrdati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile.
Temerai il Signore, tuo Dio, lo servirai e giurerai per il suo nome».
1. ASCOLTA, ISRAELE…. Ascolta significa «RICONOSCI, ATTUA, OBBEDISCI», non è semplicemente «udire». Chi esorta è Mosè, che STA CONSEGNANDO AL SUO POPOLO LA PAROLA E LA VOLONTÀ CHE DIO, per amore del suo popolo, gli ha consegnato.  
2. TU AMERAI IL SIGNORE, TUO DIO, CON TUTTO… L’esperienza dell’ascolto con amore passa attraverso tutta la persona coinvolgendola e sconvolgendola. I precetti ti siano fissi nel cuore, li ripeterai ai tuoi figli, te li legherai alla mano, li scriverai sugli stipiti di casa tua.
3. Temerai il Signore, tuo Dio, lo servirai e giurerai per il suo nome. AMARE È OBBEDIRE. OBBEDIRE È OSSERVARE I COMANDAMENTI, LE LEGGI, GLI STATUTI DIVINI. Non seguirete altri dèi, divinità dei popoli che vi staranno attorno. Mosè con queste parole ci mette in guardia sul RISCHIO CHE CORRIAMO DI TRADIRE LA FEDELTÀ DEL SIGNORE E IL SUO AMORE con diversi atteggiamenti.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 17,14-20

In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo».
E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito.
Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».
Nel soccorso misericordioso di Gesù, Dio va incontro al suo popolo, in Lui appare e continuerà ad apparire all’umanità tutta la grazia di Dio.
Le persone, malate vanno portate da Gesù e non direttamente ai discepoli. 
I discepoli non capiscono perché non riescono a compiere il miracolo della guarigione dell’indemoniato? Forse perchè non sono abbastanza ‘potenti’? Ma fare miracoli non è una questione di potenza. E’ piuttosto una questione di fede.
Fede significa riconoscere Gesù presente nella vita; riconoscere che Dio ci ama e compie il nostro  bene attraverso ogni avvenimento e ogni situazione. Dio è all’opera, e la felicità è il dono impossibile che Egli produce. Da soli non possiamo scacciare i demoni nostri e quelli altrui, ma Dio lo può e noi con Lui. Proviamo a fidarci realmente di Lui e a domandare a Lui con decisione.
Sappiamo che: “Nulla è impossibile a Dio” perché … “a Dio nulla è impossibile”.
Basta un minimo di abbandono a Dio: piccolo come un “granellino di senape”. Tu stesso devi essere piccolo come un granellino di senape (cioè affidarti a Dio), e allora si realizzeranno i segni del regno di Dio...

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Gesù sbotta, non ce la fa più. Della nostra poca fede. E ci provoca. Spiegando che la fede è il presupposto, non l’effetto del miracolo. O siamo ancora alla ricerca di una fede magica?

 

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