venerdì 30 settembre 2022

30.09.2022 - Gb 38,1.12-21; 40,3-5 - Hai mai comandato al mattino, sei mai giunto alle sorgenti del mare?

Dal libro di Giobbe - Gb 38,1.12-21; 40,3-5

Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
«Da quando vivi, hai mai comandato al mattino
e assegnato il posto all’aurora,
perché afferri la terra per i lembi
e ne scuota via i malvagi,
ed essa prenda forma come creta premuta da sigillo
e si tinga come un vestito,
e sia negata ai malvagi la loro luce
e sia spezzato il braccio che si alza a colpire?
Sei mai giunto alle sorgenti del mare
e nel fondo dell’abisso hai tu passeggiato?
Ti sono state svelate le porte della morte
e hai visto le porte dell’ombra tenebrosa?
Hai tu considerato quanto si estende la terra?
Dillo, se sai tutto questo!
Qual è la strada dove abita la luce
e dove dimorano le tenebre,
perché tu le possa ricondurre dentro i loro confini
e sappia insegnare loro la via di casa?
Certo, tu lo sai, perché allora eri già nato
e il numero dei tuoi giorni è assai grande!».
Giobbe prese a dire al Signore:
«Ecco, non conto niente: che cosa ti posso rispondere?
Mi metto la mano sulla bocca.
Ho parlato una volta, ma non replicherò,
due volte ho parlato, ma non continuerò».

1. Ora è il Signore in persona che parla a Giobbe. DIO NON VUOLE SPAVENTARE GIOBBE, MA SI PRESENTA PER QUELLO CHE È, L’AUTORE E IL DOMINATORE DEL CREATO. Tu Giobbe ha mai esercitato un potere sulla creazione? Tu Giobbe puoi esercitare un qualche potere contro i malvagi? Giobbe conosci forse le origini del mare? Hai visto mai le sue profondità? Mai. OGNI DOMANDA CHE IL SIGNORE GLI RIVOLGE, DIVIENE IMBARAZZANTE PER GIOBBE.
2. Ora il Signore diviene ironico con Giobbe. CERTO, TU LO SAI, PERCHÉ ALLORA ERI GIÀ NATO e il numero dei tuoi giorni è assai grande! Anche se Giobbe avesse un miliardo di anni, SAREBBE SEMPRE UN IGNORANTE DINANZI AL SIGNORE. Avrebbe qualche esperienza in più, ma non più saggezza. LA SAGGEZZA NON VIENE DALL’ESPERIENZA, VIENE DAL SIGNORE. È un suo dono sempre attuale, immediato, di oggi.  
3. Giobbe ora cambia: PRENDE COSCIENZA DELLA SUA FINITEZZA E PROMETTE A DIO DI NON REPLICARE PIÙ. Giobbe vuole ASCOLTARE DIO. “Dimmi tu come posso stare qui davanti a Te senza tremare, TI ASCOLTO!”. Giobbe è consapevole che SOLO L’UMILTÀ E LA SUA FEDE POTRANNO SALVARLO, permettendogli perfino di stare al cospetto del proprio Dio.

giovedì 29 settembre 2022

Lc 17,5-10 - XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Domenica 2 Ottobre 2022
Lc 17,5-10 - Se aveste fede!
1. «ACCRESCI IN NOI LA FEDE!». «NE BASTA TANTA QUANTO UN GRANELLO DI SENAPE PER COMPIERE L'IMPOSSIBILE». Fede dunque NON è questione di QUANTITA' ma di RELAZIONE, di corretta relazione con il Signore. Qual è la relazione corretta? QUELLA DEL SERVO… NON SEI TU IL PADRONE RICORDATELO! …

2. Infatti: Gesù domanda agli apostoli: chi di voi servirebbe il proprio servo? NESSUNO, è lui che deve servire. DIO INVECE SI PRESENTA COME COLUI CHE È DISPOSTO A SERVIRE IL SUO SERVITORE. Capovolge la loro mentalità. Ma è matto???? SII MATTO PER AMORE…

3. E quando NOI abbiamo fatto tutto quello che ci è stato ordinato possiamo dire: SIAMO SERVI INUTILI. No inutile ma SENZA PRETESE, che significa: Abbiamo agito per solo amore perché ci FIDIAMO del Signore e vogliamo essere come LUI. La fede è la fiducia nel Signore SENZA pretese, sapendo che Lui mi serve. Siamo davvero FORTUNATI! …

BUONA DOMENICA...
+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 17,5-10

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».


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PRIMA LETTURA

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SECONDA LETTURA

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VANGELO

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2Tm 1,6-8.13-14 - XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 2 Ottobre 2022
2Tm 1,6-8.13-14 - Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo - 2Tm 1,6-8.13-14

Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.
Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato. 
 

1. Nell'imminenza della sua morte violenta, Paolo manda al discepolo una specie di testamento spirituale in cui GLI CHIEDE DI RAVVIVARE IL DONO DI DIO che è in lui mediante l'imposizione delle mani. Ravvivare indica L'AZIONE DI TOGLIERE LA CENERE PER DARE NUOVA VITALITÀ ALLA BRACE in modo che il fuoco riprenda ad ardere. 

2. Il dono di Dio ricevuto per l'imposizione delle mani allude all'ordinazione del discepolo ma noi possiamo intendere ogni Sacramento: il battesimo anzitutto, il dono dello spirito che è un fuoco acceso in noi. BISOGNA RAVVIVARLO, bisogna togliere la cenere, le scorie, tutto quello che si è depositato IN MODO TALE CHE LA BRACE RIPRENDA VIVA E IL FUOCO ARDA NUOVAMENTE. 

3. E quel fuoco è la nostra forza, dunque Paolo invita Timoteo a non vergognarsi di testimoniare il Signore, a non vergognarsi di Lui che si trova in catene, MA DI AVERE SEMPRE IL CORAGGIO DI RISCHIARE LA VITA PER SEGUIRE IL SIGNORE. Fidati di Lui, seguilo nonostante tutto, ravviva quel dono che hai ricevuto e sarai beato!

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Ab 1,2-3;2,2-4 - XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 2 Ottobre 2022
Ab 1,2-3;2,2-4 - Il giusto vivrà per la sua fede.

Dal libro del profeta Abacuc - Ab 1,2-3;2,2-4

Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede». 
 

1. Il profeta Abacuc si lamenta con il Signore: SEMBRA CHE DIO RIMANGA INDIFFERENTE, CHE SIA DEBOLE RISPETTO ALL’INGIUSTIZIA E AL MALE. Il profeta si mette IN ATTESA COME UNA SENTINELLA NOTTURNA scrutando l'orizzonte per vedere se arriva una risposta, e la risposta giunge.

2. Il Signore interviene e dice al profeta cosa fare. “Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette, perché la si legga speditamente”.  Al profeta viene AFFIDATO UN COMPITO CHE DEVE SVOLGERE BENE. Non deve essere superficiale, LE COSE DI DIO VANNO FATTE SEMPRE BENE.

3. Il Signore gli promette: “IL GIUSTO VIVRÀ PER LA SUA FEDE”. Te lo garantisco! Tu attendi fiducioso, perché LA FIDUCIA (FEDE) È LA CONDIZIONE PER VIVERE IN PIENEZZA anche nei tempi difficili, per non sentirsi in balia di ciò che accade.

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Lc 6,27-38 - RITO AMBROSIANO - V DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

RITO AMBROSIANO

V Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
DOMENICA 2 OTTOBRE 2022
Lettura del Vangelo secondo Luca - Lc 6,27-38
1. Una piccola e grande violenza ci circonda da ogni parte. Questa genera sfiducia, provoca contrasti, suscita voglia di vendetta e rappresaglia. Bisogna avere COME CRITERIO NON LA MISURA DI CHI TI HA OFFESO O TI HA FATTO DEL MALE, MA LA MISURA DI DIO che ti ama e ti gratifica dei suoi beni. SGUARDO NUOVO…

2. Noi conosciamo la legge della vendetta, la legge del taglione, la legge del contraccambio. GESÙ INVECE CI INVITA ALLA GRATUITÀ SENZA CONTRACCAMBIO, alla sovrabbondanza del perdono, alla misura della misericordia. VOGLIA DI LIBERTA’… MA E' POSSIBILE?

3. È POSSIBILE solo tenendo come paragone fisso il modo in cui ha vissuto Lui stesso, fino al perdono dei suoi uccisori sulla croce. LO POSSIAMO AFFIDANDOCI ALLA SUA GRAZIA CHE CAMBIA IL NOSTRO CUORE E LE NOSTRE OPERE. Coltiviamo l’AMICIZIA CON DIO…

BUONA DOMENICA…

✠ Lettura del Vangelo secondo Luca- Lc 6,27-38

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».  

mercoledì 28 settembre 2022

28.09.2022 - Lc 9,57-62 - Ti seguirò dovunque tu vada.

+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 9,57-62
 
In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

 

domenica 25 settembre 2022

Lc 16,19-31 - Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. - COMMENTO AUDIO.

 XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 25 Settembre 2022
Lc 16,19-31 - Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

PARTE PRIMA

PARTE SECONDA



sabato 24 settembre 2022

MA COS’È LA FEDE?

 

Ma cos’è la fede? Oggi sappiamo cosa avviene nel nostro cervello. Oggi sappiamo cose che solo vent’anni anni fa ci sarebbero sembrate incredibili. La fisica quantistica ci dice: “Quando tu pensi, emetti dei pacchetti di onde elementari (si parla di tachioni= particelle senza massa) che alla velocità di 857 milioni di km al secondo (!) raggiungerebbero tutto ciò che risuona nell’universo alla stessa frequenza.

Pensa alla radio: se tu ti sintonizzi su Radio Rds ti metti su una certa frequenza d’onda. Se, invece, sei sintonizzato su di un’altra, senti e sei collegato con Radio 105.

Per cui quando tu pensi “io non ce la faccio”, il tuo cervello emette onde che vanno a sintonizzarsi con tutti quelli che pensano così e tu avrai la certezza di non farcela.

Quando tu pensi “impossibile”, il tuo cervello cerca soluzioni e frequenze “impossibile”.

Se tu hai paura di essere derubato, con quale frequenza ti stai sintonizzando? Rubami!

Se tu hai paura che tuo figlio faccia un incidente stradale, ti stai sintonizzando con quella frequenza “incidente stradale”. È molto pericoloso questo.

Ma se tu pensi e vivi: “Sono nelle mani di Dio, Lui mi ama e i suoi angeli mi proteggono”, allora ti sintonizzi sulla frequenza “al sicuro; sono protetto”, e ti attiri nient’altro che ciò. Sembra magia ma è solo fisica quantistica. Sembra un giochetto per creduloni ma in realtà questa è la fede: credere a ciò che non è ancora.

Questo è ciò che dice il vangelo: “Se hai un po’ di fede, vedi questo gelso impossibile da spostare? Tu lo farai”.


Nel medioevo è realmente successo questo fatto. Una città, rinchiusa dentro le mura, era da mesi assediata dai nemici. La gente era ridotta alla fame e senza più provviste. L’alternativa era morire o arrendersi. In chiesa, il frate disse: “Cari paesani, noi non abbiamo fede. Se avessimo fede, Dio ci libererebbe dall’assedio”. Alcuni si misero a ridere, altri gli urlarono dietro, altri inveirono contro di lui. Ma lui disse: “Proviamo per un giorno ad avere fede, a credere che l’impossibile sarà possibile. Vi chiedo un giorno solo”. Tanto valeva la pena, ormai. Così per un giorno tutti credettero. Il sacrestano disse al frate: “Ma come farà Dio a liberarci da questa situazione?”. “Non lo so, se lo sapessimo, non avremmo fede. Noi sappiamo che avverrà, come non lo sappiamo”. Ad un certo punto entra in chiesa di corsa un uomo: “Ho trovato come fare! Ho trovato come fare!”. “Padre, faremo così: c’è rimasto in città un solo maiale, noi lo libereremo e i nemici diranno: “Se lasciano uscire un maiale vuol dire che hanno così tanto cibo, difese e armi che è inutile stare qui”. Che ne pensa?”. Il frate: “È una buona idea”. Il re accettò e tutti ebbero fede. I nemici videro il maiale fatto uscire dalle mura e scoraggiati: “Meglio andarsene”. E in quella notte se ne andarono.
La fede è così: fa uscire, fa nascere, qualcosa di imprevisto, di “oltre”, di “incredibile” per le nostre menti ristrette, per cui l’impossibile diventa possibile, realtà.

giovedì 22 settembre 2022

Lc 16,19-31 - XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Domenica 25 Settembre 2022
Lc 16,19-31 - Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.
1. IL SIGNORE È DALLA PARTE DEI POVERI E INSEGNA A FARE LE SCELTE GIUSTE FINCHÉ SIAMO IN VITA (usare bene la ricchezza). NON siate come i ricchi STOLTI che pensano solo a mangiare e a divertirsi: la loro vita andrà in ROVINA. LA RICCHEZZA È DA CONDIVIDERE COL POVERO...

2. Il RICCO che non si era MAI ACCORTO DI LAZZARO, ORA nell'aldilà nei tormenti LO VEDE e tramite Abramo chiede una goccia d'acqua. Abramo molto gentilmente gli dice che non c'è niente da fare, che c’è un abisso. L’ABISSO CHE LI DIVIDE DOVEVA ESSERE COLMATO QUANDO ERA IN VITA… IL DOPO È TARDI! PENSARCI PRIMA! …

3. IL RICCO ALLORA PENSA AI SUOI FRATELLI. Dice ad Abramo di mandare Lazzaro, di compiere un miracolo in modo che i suoi fratelli non facciano lo stesso errore. Abramo risponde dicendo CHE I MIRACOLI NON SERVONO perché hanno già la PAROLA di Dio, la LEGGANO, la ASCOLTINO finché sono in tempo, la PRENDANO sul serio. VALE ANCHE PER NOI! CHI VUOL CAPIRE CAPISCA...

BUONA DOMENICA…
+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».


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1Tm 6,11-16 - XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 25 Settembre 2022
1Tm 6,11-16 - Conserva il comandamento fino alla manifestazione del Signore.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo - 1Tm 6,11-16

Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
il solo che possiede l’immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen. 
 

1. PAOLO INVITA TIMOTEO E CI INVITA a tendere alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza, A COMBATTERE LA BUONA BATTAGLIA DELLA FEDE. La nostra fede è una battaglia, è una buona battaglia per raggiunge la vita eterna.

2. CRISTO È STATO IL PRIMO A DARE UNA FORMIDABILE TESTIMONIANZA DI FEDE davanti a Ponzio Pilato. Spetta ora a Timoteo MANTENERSI FEDELE a quella professione di fede e “CUSTODIRE puro il comandamento”, “la sana dottrina”, il Vangelo. Dovrà “CONSERVARE “INTEGRA LA FEDE cristiana, non chiusa come in uno scrigno, ma VIVA E ATTIVA nella comunità cristiana. Si tratta dunque di CONSERVARE LA FEDE PER TRASMETTERLA integralmente e fedelmente.

3. Paolo infine ci ricorda che il Signore viene celebrato come il SOVRANO UNICO e incontrastato, che TRASCENDE E SMENTISCE tutte le altre false dominazioni dei re e dei potenti umani. “ABITA UNA LUCE INACCESSIBILE” agli uomini. È PER TUTTI “LA LUCE CHE ILLUMINA E CHE SALVA”. A Lui onore e potenza per sempre. Amen.

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Am 6,1.4-7 - XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 25 Settembre 2022
Am 6,1.4-7 - Ora cesserà l’orgia dei dissoluti.

Dal libro del profeta Amos - Am 6,1.4-7

Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dell’arpa,
come Davide improvvisano su strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserà l’orgia dei dissoluti. 
 

1. Amos critica aspramente GLI SPENSIERATI DI SION, cioè quelle PERSONE CHE STANNO BENE E NON SI PREOCCUPANO DEGLI ALTRI. Di fronte alla superficialità, alla spensieratezza di chi si sente al sicuro, di chi si crogiola nella dissolutezza, INDIFFERENTE rispetto al male e al pericolo che incombe sul popolo, il profeta Amos profetizza che SARANNO I PRIMI A SUBIRE LE CONSEGUENZE DEL MALE IN ARRIVO.

2. Questa PROFEZIA SI REALIZZERÀ DOPO POCHI ANNI. La rovina di Santa Maria e un secolo dopo la rovina di Gerusalemme sarà una conseguenza disastrosa di quell'atteggiamento spensierato, SENZA PENSIERO, SENZA SAPIENZA. E quando i fatti accadono è troppo tardi. Pensarci prima! Uomo avvisato mezzo salvato! IL SIGNORE CI AVVISA PERCHÉ POSSIAMO ESSERE SALVATI.

3. Per i profeti e per Amos in modo particolare, è chiaro che LA SALVEZZA PER IL POPOLO DI ISRAELE STA NELLA SUA CONVERSIONE, nel suo ritorno a Dio, NELL’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ rispetto all’impegno di osservare la legge e l’alleanza. Coraggio!

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Gv 6,51-59 - RITO AMBROSIANO - IV DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

RITO AMBROSIANO
IV Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
Domenica 25 Settembre 2022
Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 6,51-59
1. L’EUCARISTIA È GESÙ STESSO CHE SI DONA INTERAMENTE A NOI. Nutrirci di Lui TRASFORMA la nostra vita, la trasforma in un dono a Dio e ai fratelli. ABBIAMO BISOGNO DI QUEL PANE DI VITA...

2. NUTRIRCI DI QUEL “PANE DI VITA” SIGNIFICA ENTRARE IN SINTONIA CON IL CUORE DI CRISTO, ASSIMILARE le sue scelte, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. Significa ENTRARE in un dinamismo di amore e diventare persone di pace, di perdono, di riconciliazione, di condivisione solidale. PERSONE BELLE...

3. «CHI MANGIA QUESTO PANE VIVRÀ IN ETERNO». Sì, nell’Eucaristia Dio ci mette la sua vita, tutta quanta. Ecco perché chi ne mangia non muore. Eppure chi ne mangia diventa come Dio, cioè capace di consegnare la sua vita nelle mani dei fratelli, per amore, per dare vita. IL CIELO INCOMINCIA PROPRIO IN QUESTA COMUNIONE CON GESÙ...

BUONA DOMENICA...

 

✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 6,51-59

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.  

domenica 18 settembre 2022

Lc 16,1-13 - Non potete servire Dio e la ricchezza. - COMMENTO AUDIO.

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 18 Settembre 2022
Lc 16,1-13 - Non potete servire Dio e la ricchezza.
+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 16,1-13
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

PARTE PRIMA

PARTE SECONDA



18.09.2022 - Lc 16,1-13 - Non potete servire Dio e la ricchezza.

+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 16,1-13
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

SVEGLIA!
Qualche volta capita di invidiare, di ammirare la disonestà. Perché? Perché i disonesti ci mettono più passione e partecipazione nel fare il male, che noi nel fare il bene. Loro hanno a che fare con i conti che non tornano, noi viviamo nella sicurezza che i nostri conti con Dio tornino sempre, ci addormentiamo e facciamo il minimo indispensabile. Ma Dio vuole cristiani vivi, intelligenti, svegli e pieni di fantasia, fedeli nell'amministrare i beni di Dio con scaltrezza...

 

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sabato 17 settembre 2022

TUTTO CIÒ CHE VIVE HA BISOGNO DI CURA E DI CURE

TUTTO CIÒ CHE VIVE HA BISOGNO DI CURA E DI CURE... 

Un giorno chiesero al grande Leonardo come facesse essere così creativo e fare tutto ciò che faceva. E lui rispose con una parola: “Cura”. Ci vuole cura… attenzione…

Se tu pianti un fiore e non gli dai da bere, muore. Ma è normale.

Se tu metti al mondo un figlio, ma non lo allatti, muore. Ma è normale.

Se tu non ti nutri mai, dopo un po’ di tempo, muori. Ma è normale.

Anche l’amore è così. Se voi non lo nutrite, muore. È normale.

Se voi non gli dedicate tempo, muore. Ma è normale.

Se voi non fate delle scelte, muore. Ma è normale.

Se non vi fate aiutare, se non trovate occasioni vere di crescita, muore. Ma è normale.

Perché tutto ciò che vive ha bisogno di cura e di cure. Altrimenti muore, finisce, si esaurisce. L’amore, il vostro rapporto, il vostro cuore, o si nutre o finisce, si appiattisce, si deteriora, si esaurisce. Ma è normale che sia così.

La cura di una cosa o di una persona dice quanto per noi è importante, preziosa, cara, quella cosa.

È bene saperlo subito, oggi, perché domani potrebbe essere tardi. Quando l’uovo è rotto, la frittata è fatta e non si può più avere l’uovo indietro.

17.09.2022 - 1Cor 15,35-37.42-49 - È seminato nella corruzione, risorge nell'incorrutibilità.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 1Cor 15,35-37.42-49

Fratelli, qualcuno dirà: «Come risorgono i morti? Con quale corpo verranno?». Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore. Quanto a ciò che semini, non semini il corpo che nascerà, ma un semplice chicco di grano o di altro genere. Così anche la risurrezione dei morti: è seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità; è seminato nella miseria, risorge nella gloria; è seminato nella debolezza, risorge nella potenza; è seminato corpo animale, risorge corpo spirituale.
Se c’è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale. Sta scritto infatti che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. Come è l’uomo terreno, così sono quelli di terra; e come è l’uomo celeste, così anche i celesti. E come eravamo simili all’uomo terreno, così saremo simili all’uomo celeste.
1. Come avverrà la risurrezione dei corpi? C’è una potenza di vita nel seme che è invisibile. Così è per l’uomo: È NELLA SUA NATURA ESSERE STATO CREATO PER L’IMMORTALITÀ, per essere partecipe della vita divina.
2. E se il peccato ha minato pesantemente questa potenzialità iscritta nell’essere dell’uomo, GESÙ CI HA LIBERATO PER RENDERLO NUOVAMENTE E PIENAMENTE POSSIBILE. L’esperienza di Gesù ci fa sperare che il processo di vittoria sulla morte possa perpetuarsi. Gesù ci libera!
3. Come noi per discendenza da Adamo abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra; COSÌ PER FEDE PORTEREMO L’IMMAGINE DEL FIGLIO DELL’UOMO. Questa è l’immagine di cui saremo rivestiti un giorno quando saremo portati dal Padre. E in Cristo e per Cristo CANTEREMO L’ETERNA LODE all’unico Sommo Creatore.