venerdì 30 settembre 2022

30.09.2022 - Gb 38,1.12-21; 40,3-5 - Hai mai comandato al mattino, sei mai giunto alle sorgenti del mare?

Dal libro di Giobbe - Gb 38,1.12-21; 40,3-5

Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
«Da quando vivi, hai mai comandato al mattino
e assegnato il posto all’aurora,
perché afferri la terra per i lembi
e ne scuota via i malvagi,
ed essa prenda forma come creta premuta da sigillo
e si tinga come un vestito,
e sia negata ai malvagi la loro luce
e sia spezzato il braccio che si alza a colpire?
Sei mai giunto alle sorgenti del mare
e nel fondo dell’abisso hai tu passeggiato?
Ti sono state svelate le porte della morte
e hai visto le porte dell’ombra tenebrosa?
Hai tu considerato quanto si estende la terra?
Dillo, se sai tutto questo!
Qual è la strada dove abita la luce
e dove dimorano le tenebre,
perché tu le possa ricondurre dentro i loro confini
e sappia insegnare loro la via di casa?
Certo, tu lo sai, perché allora eri già nato
e il numero dei tuoi giorni è assai grande!».
Giobbe prese a dire al Signore:
«Ecco, non conto niente: che cosa ti posso rispondere?
Mi metto la mano sulla bocca.
Ho parlato una volta, ma non replicherò,
due volte ho parlato, ma non continuerò».

1. Ora è il Signore in persona che parla a Giobbe. DIO NON VUOLE SPAVENTARE GIOBBE, MA SI PRESENTA PER QUELLO CHE È, L’AUTORE E IL DOMINATORE DEL CREATO. Tu Giobbe ha mai esercitato un potere sulla creazione? Tu Giobbe puoi esercitare un qualche potere contro i malvagi? Giobbe conosci forse le origini del mare? Hai visto mai le sue profondità? Mai. OGNI DOMANDA CHE IL SIGNORE GLI RIVOLGE, DIVIENE IMBARAZZANTE PER GIOBBE.
2. Ora il Signore diviene ironico con Giobbe. CERTO, TU LO SAI, PERCHÉ ALLORA ERI GIÀ NATO e il numero dei tuoi giorni è assai grande! Anche se Giobbe avesse un miliardo di anni, SAREBBE SEMPRE UN IGNORANTE DINANZI AL SIGNORE. Avrebbe qualche esperienza in più, ma non più saggezza. LA SAGGEZZA NON VIENE DALL’ESPERIENZA, VIENE DAL SIGNORE. È un suo dono sempre attuale, immediato, di oggi.  
3. Giobbe ora cambia: PRENDE COSCIENZA DELLA SUA FINITEZZA E PROMETTE A DIO DI NON REPLICARE PIÙ. Giobbe vuole ASCOLTARE DIO. “Dimmi tu come posso stare qui davanti a Te senza tremare, TI ASCOLTO!”. Giobbe è consapevole che SOLO L’UMILTÀ E LA SUA FEDE POTRANNO SALVARLO, permettendogli perfino di stare al cospetto del proprio Dio.

giovedì 29 settembre 2022

Lc 6,27-38 - RITO AMBROSIANO - V DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

RITO AMBROSIANO

V Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
DOMENICA 2 OTTOBRE 2022
Lettura del Vangelo secondo Luca - Lc 6,27-38
1. Una piccola e grande violenza ci circonda da ogni parte. Questa genera sfiducia, provoca contrasti, suscita voglia di vendetta e rappresaglia. Bisogna avere COME CRITERIO NON LA MISURA DI CHI TI HA OFFESO O TI HA FATTO DEL MALE, MA LA MISURA DI DIO che ti ama e ti gratifica dei suoi beni. SGUARDO NUOVO…

2. Noi conosciamo la legge della vendetta, la legge del taglione, la legge del contraccambio. GESÙ INVECE CI INVITA ALLA GRATUITÀ SENZA CONTRACCAMBIO, alla sovrabbondanza del perdono, alla misura della misericordia. VOGLIA DI LIBERTA’… MA E' POSSIBILE?

3. È POSSIBILE solo tenendo come paragone fisso il modo in cui ha vissuto Lui stesso, fino al perdono dei suoi uccisori sulla croce. LO POSSIAMO AFFIDANDOCI ALLA SUA GRAZIA CHE CAMBIA IL NOSTRO CUORE E LE NOSTRE OPERE. Coltiviamo l’AMICIZIA CON DIO…

BUONA DOMENICA…

✠ Lettura del Vangelo secondo Luca- Lc 6,27-38

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».  

domenica 25 settembre 2022

Lc 16,19-31 - Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. - COMMENTO AUDIO.

 XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 25 Settembre 2022
Lc 16,19-31 - Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

PARTE PRIMA

PARTE SECONDA



sabato 24 settembre 2022

MA COS’È LA FEDE?

 

Ma cos’è la fede? Oggi sappiamo cosa avviene nel nostro cervello. Oggi sappiamo cose che solo vent’anni anni fa ci sarebbero sembrate incredibili. La fisica quantistica ci dice: “Quando tu pensi, emetti dei pacchetti di onde elementari (si parla di tachioni= particelle senza massa) che alla velocità di 857 milioni di km al secondo (!) raggiungerebbero tutto ciò che risuona nell’universo alla stessa frequenza.

Pensa alla radio: se tu ti sintonizzi su Radio Rds ti metti su una certa frequenza d’onda. Se, invece, sei sintonizzato su di un’altra, senti e sei collegato con Radio 105.

Per cui quando tu pensi “io non ce la faccio”, il tuo cervello emette onde che vanno a sintonizzarsi con tutti quelli che pensano così e tu avrai la certezza di non farcela.

Quando tu pensi “impossibile”, il tuo cervello cerca soluzioni e frequenze “impossibile”.

Se tu hai paura di essere derubato, con quale frequenza ti stai sintonizzando? Rubami!

Se tu hai paura che tuo figlio faccia un incidente stradale, ti stai sintonizzando con quella frequenza “incidente stradale”. È molto pericoloso questo.

Ma se tu pensi e vivi: “Sono nelle mani di Dio, Lui mi ama e i suoi angeli mi proteggono”, allora ti sintonizzi sulla frequenza “al sicuro; sono protetto”, e ti attiri nient’altro che ciò. Sembra magia ma è solo fisica quantistica. Sembra un giochetto per creduloni ma in realtà questa è la fede: credere a ciò che non è ancora.

Questo è ciò che dice il vangelo: “Se hai un po’ di fede, vedi questo gelso impossibile da spostare? Tu lo farai”.


Nel medioevo è realmente successo questo fatto. Una città, rinchiusa dentro le mura, era da mesi assediata dai nemici. La gente era ridotta alla fame e senza più provviste. L’alternativa era morire o arrendersi. In chiesa, il frate disse: “Cari paesani, noi non abbiamo fede. Se avessimo fede, Dio ci libererebbe dall’assedio”. Alcuni si misero a ridere, altri gli urlarono dietro, altri inveirono contro di lui. Ma lui disse: “Proviamo per un giorno ad avere fede, a credere che l’impossibile sarà possibile. Vi chiedo un giorno solo”. Tanto valeva la pena, ormai. Così per un giorno tutti credettero. Il sacrestano disse al frate: “Ma come farà Dio a liberarci da questa situazione?”. “Non lo so, se lo sapessimo, non avremmo fede. Noi sappiamo che avverrà, come non lo sappiamo”. Ad un certo punto entra in chiesa di corsa un uomo: “Ho trovato come fare! Ho trovato come fare!”. “Padre, faremo così: c’è rimasto in città un solo maiale, noi lo libereremo e i nemici diranno: “Se lasciano uscire un maiale vuol dire che hanno così tanto cibo, difese e armi che è inutile stare qui”. Che ne pensa?”. Il frate: “È una buona idea”. Il re accettò e tutti ebbero fede. I nemici videro il maiale fatto uscire dalle mura e scoraggiati: “Meglio andarsene”. E in quella notte se ne andarono.
La fede è così: fa uscire, fa nascere, qualcosa di imprevisto, di “oltre”, di “incredibile” per le nostre menti ristrette, per cui l’impossibile diventa possibile, realtà.

 

📲 I MIEI SOCIAL:

giovedì 22 settembre 2022

Gv 6,51-59 - RITO AMBROSIANO - IV DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

RITO AMBROSIANO
IV Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
Domenica 25 Settembre 2022
Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 6,51-59
1. L’EUCARISTIA È GESÙ STESSO CHE SI DONA INTERAMENTE A NOI. Nutrirci di Lui TRASFORMA la nostra vita, la trasforma in un dono a Dio e ai fratelli. ABBIAMO BISOGNO DI QUEL PANE DI VITA...

2. NUTRIRCI DI QUEL “PANE DI VITA” SIGNIFICA ENTRARE IN SINTONIA CON IL CUORE DI CRISTO, ASSIMILARE le sue scelte, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. Significa ENTRARE in un dinamismo di amore e diventare persone di pace, di perdono, di riconciliazione, di condivisione solidale. PERSONE BELLE...

3. «CHI MANGIA QUESTO PANE VIVRÀ IN ETERNO». Sì, nell’Eucaristia Dio ci mette la sua vita, tutta quanta. Ecco perché chi ne mangia non muore. Eppure chi ne mangia diventa come Dio, cioè capace di consegnare la sua vita nelle mani dei fratelli, per amore, per dare vita. IL CIELO INCOMINCIA PROPRIO IN QUESTA COMUNIONE CON GESÙ...

BUONA DOMENICA...

 

✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 6,51-59

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.  

domenica 18 settembre 2022

Lc 16,1-13 - Non potete servire Dio e la ricchezza. - COMMENTO AUDIO.

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 18 Settembre 2022
Lc 16,1-13 - Non potete servire Dio e la ricchezza.
+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 16,1-13
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

PARTE PRIMA

PARTE SECONDA



sabato 17 settembre 2022

TUTTO CIÒ CHE VIVE HA BISOGNO DI CURA E DI CURE

TUTTO CIÒ CHE VIVE HA BISOGNO DI CURA E DI CURE... 

Un giorno chiesero al grande Leonardo come facesse essere così creativo e fare tutto ciò che faceva. E lui rispose con una parola: “Cura”. Ci vuole cura… attenzione…

Se tu pianti un fiore e non gli dai da bere, muore. Ma è normale.

Se tu metti al mondo un figlio, ma non lo allatti, muore. Ma è normale.

Se tu non ti nutri mai, dopo un po’ di tempo, muori. Ma è normale.

Anche l’amore è così. Se voi non lo nutrite, muore. È normale.

Se voi non gli dedicate tempo, muore. Ma è normale.

Se voi non fate delle scelte, muore. Ma è normale.

Se non vi fate aiutare, se non trovate occasioni vere di crescita, muore. Ma è normale.

Perché tutto ciò che vive ha bisogno di cura e di cure. Altrimenti muore, finisce, si esaurisce. L’amore, il vostro rapporto, il vostro cuore, o si nutre o finisce, si appiattisce, si deteriora, si esaurisce. Ma è normale che sia così.

La cura di una cosa o di una persona dice quanto per noi è importante, preziosa, cara, quella cosa.

È bene saperlo subito, oggi, perché domani potrebbe essere tardi. Quando l’uovo è rotto, la frittata è fatta e non si può più avere l’uovo indietro.

 

📲 I MIEI SOCIAL:

17.09.2022 - 1Cor 15,35-37.42-49 - È seminato nella corruzione, risorge nell'incorrutibilità.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 1Cor 15,35-37.42-49

Fratelli, qualcuno dirà: «Come risorgono i morti? Con quale corpo verranno?». Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore. Quanto a ciò che semini, non semini il corpo che nascerà, ma un semplice chicco di grano o di altro genere. Così anche la risurrezione dei morti: è seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità; è seminato nella miseria, risorge nella gloria; è seminato nella debolezza, risorge nella potenza; è seminato corpo animale, risorge corpo spirituale.
Se c’è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale. Sta scritto infatti che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. Come è l’uomo terreno, così sono quelli di terra; e come è l’uomo celeste, così anche i celesti. E come eravamo simili all’uomo terreno, così saremo simili all’uomo celeste.
1. Come avverrà la risurrezione dei corpi? C’è una potenza di vita nel seme che è invisibile. Così è per l’uomo: È NELLA SUA NATURA ESSERE STATO CREATO PER L’IMMORTALITÀ, per essere partecipe della vita divina.
2. E se il peccato ha minato pesantemente questa potenzialità iscritta nell’essere dell’uomo, GESÙ CI HA LIBERATO PER RENDERLO NUOVAMENTE E PIENAMENTE POSSIBILE. L’esperienza di Gesù ci fa sperare che il processo di vittoria sulla morte possa perpetuarsi. Gesù ci libera!
3. Come noi per discendenza da Adamo abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra; COSÌ PER FEDE PORTEREMO L’IMMAGINE DEL FIGLIO DELL’UOMO. Questa è l’immagine di cui saremo rivestiti un giorno quando saremo portati dal Padre. E in Cristo e per Cristo CANTEREMO L’ETERNA LODE all’unico Sommo Creatore.

giovedì 15 settembre 2022

Gv 5,25-36 - RITO AMBROSIANO - III DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

RITO AMBROSIANO
III Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
Domenica 18 Settembre 2022
Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 5,25-36

1. Gesù compie miracoli, segni, prodigi, non solo per il corpo, ma anche per l’anima e lo spirito di quanti lo incontrano. SONO QUESTE OPERE CHE ATTESTANO PER LUI. Essendo opere che solo Dio può fare, esse rivelano che Dio è in Gesù e Gesù è in Dio. ABBI FEDE...

2. Che Dio NON sia con SCRIBI E FARISEI anche questo è attestato dalle LORO OPERE CHE SONO OPERE DI MORTE E NON DI VITA, di tenebre e non di luce, di odio e non di amore, di ingiustizia e non di giustizia, di infedeltà alla Parola e non di fedeltà. FAI UN BEL ESAME DI COSCIENZA ALLA LUCE DEL VANGELO…

3. E LE TUE OPERE COSA ATTESTANO? che sei da Dio o dal principe del mondo? Da TE stesso o da Cristo Gesù e dal Padre? RIORIENTA LE TUE OPERE...

BUONA DOMENICA...

 

✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 5,25-36

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato».  

domenica 11 settembre 2022

Lc 15,1-32 - Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte. - COMMENTO AUDIO.

 XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 11 Settembre 2022
Lc 15,1-32 - Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte.

+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 15,1-32 
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

PARTE PRIMA

PARTE SECONDA 







11.09.2022 - Lc 15,1-32 - Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte.

+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 15,1-32
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”». 
DIO CERCA
L'amore di Dio ci precede ed è infinito! Ci raggiunge sempre anche quando ci allontaniamo da lui, per scelta o per errore. Dio non si dà pace, finché non torniamo tra le sue braccia, nella sua intimità. Cerca, cerca, e non si arrende! Dio è sempre alla ricerca del peccatore; non è un Dio dei giusti, dei puri, dei perfetti. Non ama solo quelli che lo amano. Cerca di far sentire a tutti il suo amore, anche quando non è mai meritato! Tutti abbiamo bisogno di riposare nella misericordia di Dio!

 

📲 I MIEI SOCIAL:

 

Per il commento alle letture di oggi clicca il seguente link...

PRIMA LETTURA

https://renzozambotti.blogspot.com/2022/09/es-327-1113-14-xxiv-domenica-del-tempo.html

SECONDA LETTURA

https://renzozambotti.blogspot.com/2022/09/1tm-112-17-xxiv-domenica-del-tempo.html

VANGELO

https://renzozambotti.blogspot.com/2019/09/lc-151-32-xxiv-domenica-del-tempo.html

sabato 10 settembre 2022

10.09.2022 - 1Cor 10,14-22 - Noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 1Cor 10,14-22

Miei cari, state lontani dall’idolatria. Parlo come a persone intelligenti. Giudicate voi stessi quello che dico: il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane. Guardate l’Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono forse in comunione con l’altare?
Che cosa dunque intendo dire? Che la carne sacrificata agli idoli vale qualcosa? O che un idolo vale qualcosa? No, ma dico che quei sacrifici sono offerti ai demòni e non a Dio.
Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni; non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni. O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di lui?
1. Paolo ci ricorda che se siamo radicati in qualcosa di buono, il frutto è buono altrimenti sarà coerente alla radice. La nostra partecipazione all’eucaristia, lo spezzare il pane, L’ESSERE IN COMUNIONE CON IL CORPO E IL SANGUE DEL SIGNORE È LA NOSTRA RADICE: da lì tutto deriva e prende frutto. Il primo e più importante frutto dell’eucaristia è la COMUNIONE con il Signore e con i fratelli.
2. State lontani dall’idolatria! Considerate Israele secondo la carne, cioè nella sua realtà storica. Quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono in comunione con l’altare? NON SI PUÒ RENDERE CULTO A DIO E NELLO STESSO TEMPO AI DEMONI. È una contraddizione in termini. Paolo non vuole che i Corinzi entrino in comunione con i demoni.
3. Non possiamo partecipare ad una mensa eucaristica nello stesso modo e con la stessa fede con cui partecipiamo alla mensa dei demoni. DOBBIAMO PORRE UNA NETTA DISTINZIONE E SEPARAZIONE, non solo per il nostro bene, ma anche per quello altrui. O PENSIAMO DI ESSERE PIÙ FORTI DELLA STESSA POTENZA DIVINA che ha voluto manifestarsi in gesti, segni, riti sacrificali?

giovedì 8 settembre 2022

Lc 15,1-32 - XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Domenica 11 Settembre 2022
Lc 15,1-32 - Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte.
1. PUBBLICANI E PECCATORI VOGLIONO ASCOLTARE GESÙ (sono coloro che hanno cercato la gioia e hanno trovato solo il piacere, è GENTE INFELICE) FARISEI E SCRIBI MORMORANO (credono in un Dio giustiziere che condanna, NON HANNO LA GIOIA). Gesù vuole donarci la vera gioia a tutti... ASCOLTIAMOLO…

2. Le parabole ci dicono che PER DIO NOI TUTTI SIAMO CARI come la pecora al pastore, PREZIOSI come una moneta alla donna, AMATI come un figlio al padre. DIO È MISERICORDIOSO E TU FA LO STESSO!!

3. POTREMMO NELLA VITA ANCHE ESSERE DISPERSI come la pecora, SMARRITI come la moneta, PERDUTI come il figlio prodigo. LUI NON CI VUOLE PERDERE: viene a cercarci, rovista la casa del mondo e smuove il nostro cuore. Ci scruta da lontano, ci corre incontro. A NOI CI RESTA SOLO DA ACCOGLIERE IL SUO ABBRACCIO. Lasciati amare e sarà festa, gioia vera...

BUONA DOMENICA...
+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 15,1-32

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».


Per il commento alle letture di oggi clicca il seguente link...

PRIMA LETTURA

https://renzozambotti.blogspot.com/2022/09/es-327-1113-14-xxiv-domenica-del-tempo.html

SECONDA LETTURA

https://renzozambotti.blogspot.com/2022/09/1tm-112-17-xxiv-domenica-del-tempo.html

VANGELO

https://renzozambotti.blogspot.com/2019/09/lc-151-32-xxiv-domenica-del-tempo.html

1Tm 1,12-17 - XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 11 Settembre 2022
1Tm 1,12-17 - Cristo è venuto per salvare i peccatori.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo - 1Tm 1,12-17

Figlio mio, rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù.
Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.
Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

 

1. San Paolo ci offre una testimonianza della sua ESISTENZA TRASFORMATA per la misericordia divina. Da bestemmiatore, persecutore e violento all’avventura missionaria. Paolo riconosce che questi sono FRUTTI DELLA GRAZIA E DELLA MISERICORDIA divina. 
2. L’intervento soprannaturale viene indicato con il passivo divino: «MI È STATA USATA MISERICORDIA»: Dio è misericordioso. E si propone la figura di Paolo come «PROTOTIPO DEL PECCATORE CONVERTITO» e ricondotto alla fede autentica.
3. Conversione e vocazione di Paolo SONO OPERA DI DIO CHE AGISCE mediante la fede e la carità in Cristo Gesù. Qui abbiamo alcune parole-chiave che spiegano la DINAMICA DELLA RELAZIONE DIO-UOMO: misericordia, salvezza, vocazione, ministero, grazia, fede, carità. La pagina si chiude con L’AMEN finale (=così è, così sia).
 

Per il commento alle letture di oggi clicca il seguente link...

PRIMA LETTURA

https://renzozambotti.blogspot.com/2022/09/es-327-1113-14-xxiv-domenica-del-tempo.html

SECONDA LETTURA

https://renzozambotti.blogspot.com/2022/09/1tm-112-17-xxiv-domenica-del-tempo.html

VANGELO

https://renzozambotti.blogspot.com/2019/09/lc-151-32-xxiv-domenica-del-tempo.html

Es 32,7-11.13-14 - XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 11 Settembre 2022
Es 32,7-11.13-14 - Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.

Dal libro dell’Èsodo - Es 32,7-11.13-14

In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Va’, scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: “Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto”».
Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervìce. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farò una grande nazione».
Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto con grande forza e con mano potente? Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: “Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre”».
Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.

 

1. Una dura constatazione: IL POPOLO SI È CORROTTO, PERVERTITO. Dio sembra chiedere, prima di procedere, il nullaosta di Mosè: «Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farò una grande nazione. In questo modo DIO CREA UNO SPAZIO PER L’INTERCESSIONE, quasi volesse lasciarsi persuadere dal profeta.

2. L’intercessione di Mosè: riconosce che il popolo ha peccato, ma è il suo popolo. Mosè non giustifica Israele, non tenta di ridimensionare il suo peccato, ma FA LEVA SU DIO STESSO: CHIEDE A DIO DI CONTINUARE AD AGIRE DA DIO, di essere fedele a se stesso. E siccome Dio è anzitutto misericordia, MOSÈ LO INVITA A MANTENERE FEDE A TALE AMORE nei confronti del proprio popolo.

3. L’effetto delle parole di Mosè: Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo. La salvezza del popolo coincide con la “CONVERSIONE” DI DIO, con la decisione che Dio prende da sé stesso e su sé stesso. Il Signore sceglie di punire il male, ma di NON CHIUDERE ALLA SPERANZA CHE UN GIORNO I SUOI FIGLI POSSANO RITORNARE A LUI.
 

Per il commento alle letture di oggi clicca il seguente link...

PRIMA LETTURA

https://renzozambotti.blogspot.com/2022/09/es-327-1113-14-xxiv-domenica-del-tempo.html

SECONDA LETTURA

https://renzozambotti.blogspot.com/2022/09/1tm-112-17-xxiv-domenica-del-tempo.html

VANGELO

https://renzozambotti.blogspot.com/2019/09/lc-151-32-xxiv-domenica-del-tempo.html

Mt 21,28-32 - RITO AMBROSIANO - II DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

RITO AMBROSIANO
II Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore
Domenica 11 Settembre 2022
Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 21,28-32
1. La nostra vita è un impegnarci, un giocarci in una vigna: siamo CHIAMATI A COLLABORARE CON IL CREATORE, curando e proteggendo il creato. CI STAI?

2. Collaborare con Dio PREVEDE ANCHE DEI VERI NO CHE CI AIUTANO AD EMETTERE SÌ PIÙ AUTENTICI: questo significa non escludere i propri desideri e la propria stanchezza. CAMBIARE SI PUÒ CORAGGIO...

3. Ogni vera relazione con il Padre è un RENDERCI SEMPRE PIÙ CONSAPEVOLI DELLA BELLEZZA DI QUELLA PROPOSTA ED ENTRARCI DI TUTTO CUORE. Questo è L’INVITO PER TE dal Padre oggi...

BUONA DOMENICA...

✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 21,28-32

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».