martedì 1 settembre 2020

UNA CERTEZZA: LA MADONNA DI ALTINO



UNA CERTEZZA: LA MADONNA DI ALTINO

MARIA. . . "qui se' a noi di speranza fontana vivace" specialmente in quest’anno segnato dal virus. Sono tanti i ricordi che porto con me in quest’estate vissuta con fede. Grande è stato il mio bisogno di salire sul monte per trovare un senso a tutto ciò che ci sta accadendo.

Ho sete di Dio, del Dio vivente, e salire sul monte per incontrare Maria nel luogo che apparve il 23 luglio 1496 a Quinto Foglia e ai suoi due figli è stato per me ricercare ciò che è vero, bello e giusto, è stato vedere in faccia il volto di Dio. Non mi potevo accontentare delle nebbie dei tanti ragionamenti scientifici e umani, dei discorsi della valle, dovevo salire per respirare l’aria pura della montagna.

Sentivo il desiderio di affidare la mia preghiera alla Madonna, consegnare a Lei le tante situazioni drammatiche, proprio come fece Quinto Foglia, e la mia fiducia fu premiata. Maria mi fece incontrare il volto di Gesù nella Parola di Dio che è amore e solo amore, nei sacramenti specialmente nell’eucarestia, presenza viva e reale, quel pane che ci rende pane, e nei fratelli che numerosi salgono al Santuario per pregare, per accendere una candela e per condividere la fede. Sono sempre edificato dalla fede delle persone che incontro.

Più volte ho bevuto l’acqua dalla fonte non solo per dissetarmi ma perché sentivo che la mia anima desiderava dissetarsi di quell’acqua fresca che è riservata a quelli che raggiungono il monte. Chissà che stupore, che meraviglia per Quinto Foglia quell’acqua che dissetò i suoi figli e che ancora continua a sgorgare. È il miracolo della fiducia che un uomo pose in Maria in Colei che lo aiutò nel momento di bisogno.

L’acqua poi mi ricorda lo Spirito Santo, il battesimo. È segno di benedizione, di vita, è capacità di fecondare e trasformare l’aridità del deserto, è dissetante, purifica, lava e fa sparire le immondezze. Ho bisogno di acqua, soprattutto in questo periodo, ho bisogno dello Spirito Santo che rinnovi la mia vita, ho bisogno di quell’acqua che è frutto del miracolo della fede, miracolo che si rinnova ogni volta che ci fidiamo di Maria e lasciamo che lo Spirito operi in noi.

Cadono a fagiolo che significa a genio, al momento giusto, le parole dell’Arcivescovo di Milano Mons. Mario Enrico Delpini nell’omelia alla vigilia dell’Apparizione. Nella mia sete di senso, in questo paese dell’incompiuto passa Gesù che ben conosce la mia sete. Lui mi indica la via del compimento, l’acqua che non solo disseta per un momento, ma diventa un fiume che sgorga dentro, una sorgente d’acqua viva. Dov’è questa acqua viva? dov’è questo fiume? – si chiede l’Arcivescovo - Il compimento si trova nella terra promessa. Come si può giungere alla terra promessa, al paese del compimento? Maria si offre come guida.

Maria ci invita all’ascolto della Parola, a cercare Gesù nel mezzo delle nostre angosce, a intercedere per i fratelli, a prendersi cura della sete degli altri, a guardare il trafitto, da Lui sgorga l’acqua viva e il principio della vita nuova ed infine ad entrare nella casa del discepolo amato. Chi abita la casa del discepolo amato, con Maria, non vive per sé stesso, ma vive della vita ricevuta da Gesù; non cerca quello che gli manca, ma offre quello che ha; non si lamenta dei problemi del mondo, ma cerca di risolverli; non si dimentica che la morte è inevitabile, ma si ricorda di essere chiamato alla vita eterna. Ecco il senso della vita, ecco il programma di vita, ecco come giungere alla terra promessa, al paese del compimento, ecco quell’acqua che genera vita, vita eterna.

Al termine della Santa Messa abbiamo portato Maria in processione. La processione è il compimento di quanto abbiamo celebrato e ascoltato, è il compimento di un determinato percorso. Sappiamo che la processione deriva dal verbo procedere, cioè andare avanti. E nella cristianità il movimento indica l’avviarsi verso una meta che Maria ci ha indicato ed è ovviamente quella del Paradiso. Il procedere con Maria fu accompagnato da canti, preghiere, inni e litanie. A” procedere” ci aiuti Maria di cui abbiamo celebrato l’anniversario dell’apparizione.

Per procedere spediti è necessario offrire a Dio il nostro peccato e ripartire. Come sacerdote mi sento di ringraziare Dio in modo particolare per il servizio del confessionale. Al Santuario alcuni vengono al confessionale perché bisognosi di essere ascoltati, di parlare con qualcuno; altri lo fanno per adempiere un obbligo, un precetto; altri ancora, forse, per scaramanzia o per liberarsi da qualche ‘peso’ che si portano dentro. Ma molti - lo posso dire - si accostano per ristabilire una relazione con Dio più vera.

Ogni volta che confesso mi sento piccolo mi sento essere uno strumento della misericordia e dell’amore del Padre che si rivela in Gesù Cristo. Mi rincuorano le parole di San Giovanni Paolo II: “Prima del nostro invito, e prima ancora delle nostre parole sacramentali, i fratelli che chiedono il nostro ministero sono già avvolti da una misericordia che li lavora dal di dentro. Voglia il cielo che anche attraverso le nostre parole e il nostro animo di pastori, sempre attenti a ciascuna persona... riusciamo a farci collaboratori della misericordia che accoglie e dell’amore che salva” (Lettera ai sacerdoti, Giovedì Santo 2002). Affidiamo a Maria tutti i nostri sacerdoti!

Non mi resta, in conclusione, che invitarvi tutti e ciascuno in particolare a fare l’esperienza del monte, l’esperienza di quell’acqua che salva, l’esperienza che Maria ci ha indicato nelle parole dell’Arcivescovo, l’esperienza della rinascita nel sacramento della riconciliazione.

Altino sia per ciascuno di noi il luogo della rinascita nella fede.

Interceda per noi la Vergine Maria, che è nostra Madre, perché nel proclamare e vivere la fede, a partire dal confessionale, tutta la nostra comunità abbia a rigenerarsi: pastori e fedeli gustino i frutti della salvezza che Cristo ci ha acquistato e contemplino nei nostri giorni le meraviglie del suo amore.

Un arrivederci al prossimo anno… Con riconoscenza

p.Renzo



 

Nessun commento:

Posta un commento