domenica 30 giugno 2024

Sap 1,13-15; 2,23-24 - 2Cor 8,7.9.13-15 - Mc 5,21-43 - XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Domenica 30 Giugno 2024
Dal libro della Sapienza - Sap 1,13-15; 2,23-24
 
Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano;
le creature del mondo sono portatrici di salvezza,
in esse non c’è veleno di morte,
né il regno dei morti è sulla terra.
La giustizia infatti è immortale.
Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità,
lo ha fatto immagine della propria natura.
Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo
e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.

1. Troppi sono quelli che danno a Dio la responsabilità del male, delle catastrofi, della morte. DIO NON HA CREATO LA MORTE, ha creato tutte le cose perché esistano, non prova nessun godimento nella rovina. DIO VUOLE LA VITA… 

2. LE CREATURE DEL MONDO SONO FATTE IN VISTA DELLA SALVEZZA. C'è una possibilità di salvezza, le creature sono salvabili, in esse non c'è veleno di morte. Le creature non sono radicalmente corrotte, non è irrecuperabile il danno che c'è nel mondo, non è vero che il regno dei morti, degli Inferi sia sulla terra. LA GIUSTIZIA, CIOÈ IL PROGETTO DI DIO, È IMMORTALE. 

3. E allora: Da dove viene il male? perché tutto è corrotto? perché muoiono anche i bambini? perché ci sono queste disgrazie? PER INVIDIA DEL DIAVOLO. Il diavolo identificato con L'Antico serpente, per invidia dell'uomo ha corrotto l'uomo. LO HA INVITATO A RIBELLARSI A DIO, A DISOBBEDIRE, E, NELLA DISOBBEDIENZA DELLE CREATURE STA LA ROVINA DEL MONDO. LA MORTE NON VIENE DA DIO, MA RIENTRA NEL SUO PROGETTO, NON È L'ULTIMA PAROLA. DIO PUÒ RISCATTARE LE GENERAZIONI, LE CREATURE SONO APERTE ALLA SALVEZZA…

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Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 2Cor 8,7.9.13-15
 
Fratelli, come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in quest’opera generosa.
Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Non si tratta di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: «Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno».

1. Paolo stava organizzando una raccolta di soldi per aiutare la comunità Cristiana di Gerusalemme che era in difficoltà. Per motivare questa raccolta economica presenta L'ESEMPIO DI GESÙ, LA GRAZIA DEL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO, che voi conoscete bene, sapete che è ABBONDANTE E GRATUITA.

2. Lui era ricco e si è fatto povero PER VOI, PER FARVI DIVENTARE RICCHI per mezzo della sua povertà. Dalla sua Incarnazione, che si fa povertà fino alla morte di croce, viene il benessere salvifico A TUTTI GLI UOMINI.

3. Paolo sollecita un’uguaglianza economica, perché È GIÀ IN ATTO UN’UGUAGLIANZA DI FEDE E DI CONDIVISIONE IN CRISTO. Paolo sottolinea il CORRETTO USO DEL DENARO e la possibilità di servirsene per alleviare l’indigenza del prossimo.

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 5,21-43

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
1. IN MOLTI - È VERO - SONO VICINI A GESÙ, MA SOLO UNA DONNA LO HA TOCCATO! Quel toccare rappresenta la fede. Tocca Cristo chi crede in Cristo. Lo toccò con la fede e ottenne la guarigione che sperava. O SIGNORE FA' CHE ANCH'IO POSSA "TOCCARTI" CON LA MIA FEDE E POSSA ESSERE GUARITO DAL MIO MALE.

2. GESÙ DONA a questa donna non soltanto la guarigione del corpo, ma anche LA SUA LIBERTÀ E DIGNITÀ UMANA, che le era stata tolta dalla malattia (era considerata impura) e che la costringeva, suo malgrado, a un'umiliante emarginazione. GESÙ CI DONA LA CAPACITÀ DI AMARE….

3. Gesù prende per mano la piccola bambina, perché BISOGNA TOCCARE LA DISPERAZIONE DELLE PERSONE PER POTERLE RIALZARE. Chi è Gesù? UNA MANO CHE TI PRENDE PER MANO. E le disse: "Talità kum. Bambina ALZATI". LUI PUÒ AIUTARLA, SOSTENERLA, MA È LEI, È SOLO LEI CHE PUÒ RISOLLEVARSI: ALZATI. E LEI SI ALZA E SI METTE A CAMMINARE. FAI LA TUA PARTE…
BUONA DOMENICA…

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LA FEDE: Dio ci invita a vivere in pienezza attraverso la fede. La fede è la chiave per superare le difficoltà e vedere il miracolo della vita, anche quando tutto sembra perduto. Quando tutto va male, «continua ad aver fede». Quando sembra che non ci sia più speranza, «continua ad aver fede». Gesù, con il suo amore, ci dice di non temere e di continuare ad avere fede. Dio ci prende per mano, offrendoci amore e vita.

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Mt 11,27-30 - RITO AMBROSIANO - VI DOMENICA DOPO PENTECOSTE

RITO AMBROSIANO

VI Domenica dopo Pentecoste
Domenica 30 giugno 2024

 ✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 11,27-30

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, “e troverete ristoro per la vostra vita”. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

1. CONOSCERE, non è una conoscenza intellettuale, ma una conoscenza di amore, è un conoscere che è anche amare. GESÙ CONOSCE IL PADRE, COME È CONOSCIUTO DA LUI. L’uomo con la sua ragione può in qualche modo intravvedere il problema di Dio, ma SOLO GESÙ GLI PUÒ RIVELARE CHI SIA VERAMENTE, PERCHÉ LUI SOLO LO CONOSCE...

2. A noi, stanchi e oppressi, Gesù non ci propone una spiritualità gravosa e opprimente, ma CI PROPONE UN CAMMINO SPIRITUALE di sequela, per trovare la vera pace. I suoi comandi vanno osservati NON IN FORZA DI UN ORDINE TASSATIVO E SEVERO, MA IN FORZA DELL’AMORE. La legge dell’amore non è un fardello da portare, ma È UN PESO CHE NON PESA…

3. Gesù ci dice: “IMPARATE da me che sono mite e umile di cuore”. LA MITEZZA NASCE DALL’UMILTÀ. Chi è umile è anche mite perché si presenta privo di ogni arroganza. LA MITEZZA È LA QUALITÀ DEL SIGNORE, PERCHÉ IL SUO POTERE CONSISTE SOLO E SEMPRE NEL SERVIRE E NEL PERDONARE…

BUONA DOMENICA...



30.06 - SANTI PROTOMARTIRI

sec. I, dall'anno 64

sabato 29 giugno 2024

29.06.2023 - At 12,1-11 - 2Tm 4,6-8.17-18 - Mt 16,13-19 - Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.

Dagli Atti degli Apostoli - At 12,1-11

In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Àzzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua.
Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere.
Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione.
Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui.
Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».
1. ERODE FECE MORIRE GIACOMO, e volendo accontentare i Giudei, FECE ARRESTARE ANCHE PIETRO, VOLENDO FAR MORIRE ANCHE LUI. Per non crearsi problemi, decise di aspettare dopo la Pasqua. Pietro si trovava in una situazione SENZA SPERANZA. Dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui… UNITI…

2. Ma NON ERA IL PIANO DI DIO CHE PIETRO MORISSE A QUESTO PUNTO. Perciò, Dio mandò un angelo a liberare Pietro miracolosamente. QUELLO CHE ERA ASSOLUTAMENTE IMPOSSIBILE, DIO LO FECE SENZA PROBLEMI. Dio non è mai limitato dalle circostanze.

3. Pietro riconosce e accetta che Dio aveva compiuto un miracolo, liberandolo dalla prigione, e dalla morte e HA RESO VANA L'ATTESA DEI GIUDEI, DI VEDERE PIETRO UCCISO. Dio è capace di rendere vano qualsiasi piano degli uomini egli voglia. DIO È DIO. ED È SOVRANO SU TUTTO E SU TUTTI. Quando ci affidiamo a Dio, siamo sicuri…

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Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo - 2Tm 4,6-8.17-18

Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede.
Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone.
Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
1. Paolo racconta di essere alla fine del suo percorso terreno, consapevole di aver “terminato la sua corsa”, fa un bilancio ed È SODDISFATTO, NONOSTANTE LE DIFFICOLTÀ E LA FATICA INCONTRATE PER COMPIERE LA SUA MISSIONE. Dice di aver mantenuto la fede e ora è felice perché l’aspetta la “corona di giustizia” che Dio gli consegnerà. PAOLO CREDE FERMAMENTE NELLA GIUSTIZIA DI DIO E NELLA VITA ETERNA. E TU?

2. Paolo, dicendo questo, non vuole esaltarsi, ma sa che presto si presenterà di fronte al Signore per ricevere il premio per la sua vita, INSIEME A TUTTI COLORO CHE COME LUI HANNO CREDUTO. Sa con certezza che IL SIGNORE LO HA AIUTATO SEMPRE, GLI È SEMPRE STATO VICINO; PER QUESTO HA POTUTO MANTENERE LA FEDE IN DIO PADRE.

3. "IL SIGNORE MI LIBERERÀ DA OGNI MALE E MI PORTERÀ IN SALVO NEI CIELI, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen". Paolo è al termine della sua corsa apostolica, poiché SI TROVA A ROMA, MA SA CHE DOVRÀ SOSTENERE ALTRE PROVE, che, nella fede, È CERTO CHE SUPERERÀ RIMANENDO FERMO IN CRISTO, sua speranza e sua forza.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 16,13-19
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
La fede in Gesù non cala dal cielo, ma si appoggia sulla pietra della fede di Pietro. Crediamo in Gesù per il tramite di colui che per primo lo ha riconosciuto come Messia e Figlio di Dio. Pietro, e con lui la Chiesa di ieri, di oggi e di sempre, risponde, per grazia di Dio, la verità: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù conferisce a Pietro «le chiavi del regno dei cieli», designando così ciò che verrà chiamato “primato petrino”, un primato fra i pari. Gesù assicura: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa»". La saldezza e la forza invincibile della Chiesa fondata sopra tal pietra sarà tale, che vincerà tutta la possanza dell'inferno, il quale, per quanto si sforzi di opporsi all'ingrandimento di lei, non potrà impedirlo".


29.06 - SANTI PIETRO E PAOLO

m. 67 d.C.

venerdì 28 giugno 2024

28.06.2024 - 2Re 25,1-12 - Mt 8,1-4 - Se vuoi, puoi purificarmi.

Dal secondo libro dei Re - 2Re 25,1-12

Nell’anno nono del regno di Sedecìa, nel decimo mese, il dieci del mese, Nabucodònosor, re di Babilonia, con tutto il suo esercito arrivò a Gerusalemme, si accampò contro di essa e vi costruirono intorno opere d'assedio. La città rimase assediata fino all’undicesimo anno del re Sedecìa.
Al quarto mese, il nove del mese, quando la fame dominava la città e non c’era più pane per il popolo della terra, fu aperta una breccia nella città. Allora tutti i soldati fuggirono di notte per la via della porta tra le due mura, presso il giardino del re, e, mentre i Caldèi erano intorno alla città, presero la via dell'Aràba.
I soldati dei Caldèi inseguirono il re e lo raggiunsero nelle steppe di Gerico, mentre tutto il suo esercito si disperse, allontanandosi da lui. Presero il re e lo condussero dal re di Babilonia a Ribla; si pronunciò la sentenza su di lui. I figli di Sedecìa furono ammazzati davanti ai suoi occhi; Nabucodònosor fece cavare gli occhi a Sedecìa, lo fece mettere in catene e lo condusse a Babilonia.
Il settimo giorno del quinto mese – era l’anno diciannovesimo del re Nabucodònosor, re di Babilonia – Nabuzaradàn, capo delle guardie, ufficiale del re di Babilonia, entrò in Gerusalemme. Egli incendiò il tempio del Signore e la reggia e tutte le case di Gerusalemme; diede alle fiamme anche tutte le case dei nobili. Tutto l’esercito dei Caldèi, che era con il capo delle guardie, demolì le mura intorno a Gerusalemme.
Nabuzaradàn, capo delle guardie, deportò il resto del popolo che era rimasto in città, i disertori che erano passati al re di Babilonia e il resto della moltitudine. Il capo delle guardie lasciò parte dei poveri della terra come vignaioli e come agricoltori.

 

1. Sedecia si ribella al re di Babilonia, abbandona la città che viene assediata. Viene preso, fatto prigioniero e condotto dal Re di Babilonia a Ribla. LA SENTENZA SU DI LUI È UNA SENTENZA TRISTE E AMARA: i suoi figli furono ammazzati e a Lui vengono cavati gli occhi e ricondotto a Babilonia.

2. È una triste sorte quella toccata a Sedecìa. Essa è però il frutto della sua stoltezza e insipienza, generata a sua volta dall’idolatria e dal peccato. L’IDOLATRIA LO HA RESO CIECO. LA CECITÀ LO HA SPINTO ALLA RIBELLIONE. La ribellione ha scatenato l’ira del re di Babilonia, che reagisce con la conquista di Gerusalemme e con una deportazione di massa.

3. Gerusalemme non si arrende, ma viene conquistata e ridotta in polvere e cenere. LA SUA STUPENDA BELLEZZA PERISCE IN UN SOLO ISTANTE.  Tutta Gerusalemme è un rudere, il resto del popolo viene deportato. Sedecìa si rivela uomo stolto: decide senza pensare alle conseguenze delle sue decisioni. LO STOLTO VEDE L’ATTIMO, MA NON VEDE I FRUTTI DELL’ATTIMO.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 8,1-4
Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì.
Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita.
Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».

 

Concluse le parole del discorso della montagna, Gesù passa subito ai fatti. E’ la vita stessa che gli viene incontro, sono gli uomini bisognosi che gli si parano davanti, soprattutto quelli emarginati e rifiutati, gli scartati dalla società. Gesù è il punto di attrattiva e di accoglienza. Il lebbroso non solo desidera essere guarito, ma “sa che Gesù può guarirlo”. Ma qual è la nostra vera lebbra?… Ne vogliamo davvero guarire?
Forse la lebbra non è così diffusa come un tempo, ma il peccato sì. Il peccato è la lebbra dello spirito. Il peccato è un male voluto. Serve solo il nostro volere, perché dall’altra parte possiamo stare sicuri che c’è Gesù con la mano tesa e la risposta pronta quanto l’Amore eterno: «Lo voglio, sii purificato».

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Uno, un lebbroso, in mezzo alla “molta folla”, sa chiedere, gentilmente ma con coraggio, e chiede la purificazione. Noi stiamo nella folla, al sicuro, o ci riconosciamo malati e ci avviciniamo a Gesù?

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28.06 - SANT' IRENEO DI LIONE

Smirne, 135-140 - Lione, 202-203

giovedì 27 giugno 2024

27.06.2024 - 2Re 24,8-17 - Mt 7,21-29 - La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.

Dal secondo libro dei Re - 2Re 24,8-17

Quando divenne re, Ioiachìn aveva diciotto anni; regnò tre mesi a Gerusalemme. Sua madre era di Gerusalemme e si chiamava Necustà, figlia di Elnatàn. Fece ciò che è male agli occhi del Signore, come aveva fatto suo padre.
In quel tempo gli ufficiali di Nabucodònosor, re di Babilonia, salirono a Gerusalemme e la città fu assediata. Nabucodònosor, re di Babilonia, giunse presso la città mentre i suoi ufficiali l’assediavano. Ioiachìn, re di Giuda, uscì incontro al re di Babilonia, con sua madre, i suoi ministri, i suoi comandanti e i suoi cortigiani; il re di Babilonia lo fece prigioniero nell’anno ottavo del suo regno.
Asportò di là tutti i tesori del tempio del Signore e i tesori della reggia; fece a pezzi tutti gli oggetti d’oro che Salomone, re d’Israele, aveva fatto nel tempio del Signore, come aveva detto il Signore. Deportò tutta Gerusalemme, cioè tutti i comandanti, tutti i combattenti, in numero di diecimila esuli, tutti i falegnami e i fabbri; non rimase che la gente povera della terra.
Deportò a Babilonia Ioiachìn; inoltre portò in esilio da Gerusalemme a Babilonia la madre del re, le mogli del re, i suoi cortigiani e i nobili del paese. Inoltre tutti gli uomini di valore, in numero di settemila, i falegnami e i fabbri, in numero di mille, e tutti gli uomini validi alla guerra, il re di Babilonia li condusse in esilio a Babilonia.
Il re di Babilonia nominò re, al posto di Ioiachìn, Mattanìa suo zio, cambiandogli il nome in Sedecìa.

 

1. Il re Ioiachìn fa ciò che è male agli occhi del Signore, come aveva fatto suo padre. Vi è una grande ostinazione nell’idolatria e nell’empietà. L’ostinazione è sempre il frutto del peccato. PIÙ SI PECCA E PIÙ IL CUORE DIVIENE OSTINATO, RIBELLE, OSTILE A DIO E ALLA SUA LEGGE.  

2. Gerusalemme viene assediata.  Ioiachìn decide di arrendersi al re di Babilonia. Il re di Babilonia asporta tutti i tesori del tempio del Signore e i tesori della reggia.  LA PAROLA DI DIO PUNTUALMENTE SI COMPIE. Passano i giorni, i mesi, gli anni, ma la Parola del Signore rimane stabile come i cieli.

3. DEPORTA TUTTA GERUSALEMME, rimangono solo i poveri della terra. Il re di Babilonia nomina re, al posto di Ioiachìn, Mattania suo zio, cambiandogli il nome in Sedecia. Con quest’ultima nomina FINISCE LA MONARCHIA IN GIUDA. La discendenza di Davide vive nel più grande nascondimento. Il disegno di Dio continua…

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 7,21-29
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

L’impressione che il brano del Vangelo suscita oggi è che il Signore voglia gente con i piedi per terra. Se la Parola è la roccia, sembra ci sia bisogno poi di pensieri, azioni, scelte, comportamenti quotidiani che si fondano e si sviluppano da lì e lì vogliono tornare.
Vedo da una parte la stabilità della roccia sicura a cui aggrapparsi e a cui poter dedicare l’esistenza e dall’altra la responsabilità di una certa coerenza con il Dono ricevuto. Ma confidiamo sempre sul fatto che sia soprattutto il Signore a costruire la casa. «Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori» (salmo 127).

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A volte ci rendiamo conto dei falsi profeti, come quella gente che ascolta Gesù e lo segue perchè capisce che è «uno che ha autorità, e non come i loro scribi». Come fare? Seguendo il proprio cuore?

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27.06 - SAN CIRILLO D'ALESSANDRIA

370-444

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NELLO STESSO GIORNO:

SANT' ARIALDO di Milano Diacono e martire

Cucciago (Como), inizio XI secolo – Castello di Angera (Lago Maggiore), 1066

A Milano, sant’Arialdo, diacono e martire, che combatté con forza gli insani costumi del clero simoniaco e depravato e per la premura verso la casa di Dio fu ucciso da due chierici tra atroci sofferenze.

PRINCIPIO DI SOLIDARIETÀ…

PRINCIPIO DI SOLIDARIETÀ…

“Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Circa un mese fa un bambino nato nel Regno Unito da papà italiano e mamma nigeriana, è arrivato in Italia. Quel bambino ha una grave malformazione cardiaca; in Inghilterra era stato ritenuto unfit, quindi non degno di essere curato. Per una parte del mondo medico e delle corti di giustizia inglesi, se fosse rimasto lì “nel suo miglior interesse” sarebbe stato lasciato morire.

Grazie alla collaborazione tra il governo italiano e le autorità inglesi, il bambino è stato trasferito in Italia, dove è attualmente in cura presso l'ospedale Bambin Gesù di Roma, offrendo speranza per la sua sopravvivenza.

Questo intervento è stato possibile anche grazie all'esperienza accumulata in un caso precedente, quello di Hindi Gregory, una bambina per la quale il governo italiano aveva cercato di fare lo stesso, ma senza successo. Tuttavia, gli sforzi per Hindi hanno posto le basi per il successo del trasferimento attuale.

La necessità di prendersi cura dei più vulnerabili è condivisa sia dal governo che dall'organizzazione Nuovi Orizzonti. La collaborazione tra i due si manifesta anche nel sostegno a famiglie e persone in difficoltà economica, nelle misure a favore delle donne in gravidanza e nella prevenzione delle dipendenze tra gli adolescenti.

Il governo italiano crede nell'importanza delle comunità per la prevenzione della droga e sta lavorando per rimuovere ostacoli burocratici che impediscono alle comunità di operare efficacemente. Un esempio di questo impegno è la possibilità per i contribuenti italiani di destinare una parte dell'8 per 1000 alla prevenzione e al recupero delle dipendenze.

Ispiratore di questo agire sono le parole di Gesù nel Vangelo di Matteo: "Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me", parole che hanno un grande valore religioso e civile. Questo principio di solidarietà è alla base della Costituzione italiana e rappresenta un pilastro per la costruzione della pace.

Pace che l’Italia desidera costruire mettendosi a disposizione nel soccorrere bambini e adulti feriti dall'inferno di Gaza, portandoli nei principali ospedali italiani. Questo gesto è un piccolo segno concreto di pace e un tentativo di stabilire condizioni di reciproca fiducia per risolvere la crisi.

Un grande artista polacco, vissuto a Cracovia fra la fine del XIX e l’inizio del XX sec., Stanisław Wyspiański scrisse:

“Ci sono tante forze nel popolo, 

   ci sono tanti uomini.

   Entri infine il Tuo Spirito

   E svegli gli addormentati”

Stanisław scriveva questi versi nel 1902, quando uno Stato polacco non esisteva. Esisteva però una Nazione polacca, che desiderava la libertà, e che sognava di recuperarla, e poi l’ha realmente recuperata, se pur pagando un prezzo elevatissimo. Oggi questi versi valgono per l’Europa e per l’Italia. “Ci sono tante forze nel popolo, ci sono tanti uomini.” Ma ci sono anche troppi addormentati. Lavoriamo insieme, con l’aiuto di Dio, per suonare la sveglia. L’invito per tutti è di lavorare insieme, con l'aiuto di Dio, per risvegliare gli addormentati e affrontare le sfide attuali con coraggio e determinazione.

mercoledì 26 giugno 2024

26.06.2024 - 2Re 22,8-13;23,1-3 - Mt 7,15-20 - Dai loro frutti li riconoscerete.

Dal secondo libro dei Re - 2Re 22,8-13;23,1-3

In quei giorni, il sommo sacerdote Chelkìa disse allo scriba Safan: «Ho trovato nel tempio del Signore il libro della legge». Chelkìa diede il libro a Safan, che lo lesse. Lo scriba Safan quindi andò dal re e lo informò dicendo: «I tuoi servitori hanno versato il denaro trovato nel tempio e l’hanno consegnato in mano agli esecutori dei lavori, sovrintendenti al tempio del Signore». Poi lo scriba Safan annunciò al re: «Il sacerdote Chelkìa mi ha dato un libro». Safan lo lesse davanti al re.
Udite le parole del libro della legge, il re si stracciò le vesti. Il re comandò al sacerdote Chelkìa, ad Achikàm figlio di Safan, ad Acbor, figlio di Michèa, allo scriba Safan e ad Asaià, ministro del re: «Andate, consultate il Signore per me, per il popolo e per tutto Giuda, riguardo alle parole di questo libro ora trovato; grande infatti è la collera del Signore, che si è accesa contro di noi, perché i nostri padri non hanno ascoltato le parole di questo libro, mettendo in pratica quanto è stato scritto per noi». Il re mandò a radunare presso di sé tutti gli anziani di Giuda e di Gerusalemme. Il re salì al tempio del Signore; erano con lui tutti gli uomini di Giuda, tutti gli abitanti di Gerusalemme, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo, dal più piccolo al più grande. Lesse alla loro presenza tutte le parole del libro dell’alleanza, trovato nel tempio del Signore. Il re, in piedi presso la colonna, concluse l’alleanza davanti al Signore, per seguire il Signore e osservare i suoi comandi, le istruzioni e le leggi con tutto il cuore e con tutta l’anima, per attuare le parole dell’alleanza scritte in quel libro. Tutto il popolo aderì all’alleanza.

 

1. In occasione della raccolta del denaro dalle casse delle elemosine, necessario alla manutenzione del tempio, VIENE RITROVATO IL "LIBRO DELLA LEGGE" CHE DA ALLORA GIACEVA ABBANDONATO NEL TEMPIO. Dove si trova la tua Bibbia?

2. IL RE SI DIMOSTRA MOLTO SENSIBILE ALLA RELIGIONE ORIGINALE E AVVIA UN RINNOVAMENTO. Si ritorna all’accentramento di un unico culto a Gerusalemme, eliminando i luoghi di culto pagani e i santuari jahvisti sparsi nel territorio non solo di Giuda, ma anche di Samarìa. 

3. Il re Giosìa spera di ritornare agli antichi splendori del regno al tempo di re Davide. Il re invita ad «andare a consultare il Signore.. riguardo alle parole di questo libro». L’ascolto della Parola, la rilettura in forma assembleare, l’impegno a seguire i comandi del Signore, sono tutti passaggi che dimostrano l’efficacia della Parola del Signore, che va DAPPRIMA COMPRESA E "RUMINATA" SOTTO LA GUIDA DELLO SPIRITO, ma poi dopo porta ad una ADESIONE DEL CUORE, come è avvenuto al tempo del re Giosìa.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 7,15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

 

Siamo circondati da falsi profeti, da illusionisti della politica, dell’economia, della scienza, del divertimento. Attirano e ammaliano come le sirene di Ulisse. Quale frutto generano le loro azioni? Lo riscontriamo nella nostra società fluida.
“Guardatevi dai falsi profeti”, dunque, è un comando, Gesù ci invita a curare l’interiorità anziché fermarci alle apparenze. Guardare il cuore!
Oggi più che mai abbiamo la possibilità di guardare come guarda Dio, a ciò che guarda Dio. Possiamo contemplare il suo sguardo sul nostro cuore e su quello degli altri! Se, infatti, quello stesso sguardo è rivolto al cuore di ognuno di noi, come potranno i nostri occhi giudicare dalle apparenze?

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Ci sono anche i falsi profeti, lupi travestiti da agnelli. E i cristiani sono proprio degli agnelli inviati a stare in mezzo ai lupi. Cerchiamo sempre chi ci somiglia, non capiamo il rischio che corriamo?

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26.06 - SAN JOSEMARIA ESCRIVÁ

Barbastro, Spagna, 9 gennaio 1902 - Roma, 26 giugno 1975

martedì 25 giugno 2024

25.06.2024 - 2Re 19,9-11.14-21.31-35.36 - Mt 7,6.12-14 - Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.

Dal secondo libro dei Re - 2Re 19,9-11.14-21.31-35.36

In quei giorni, Sennàcherib, re d’Assiria, inviò di nuovo messaggeri a Ezechìa dicendo: «Così direte a Ezechìa, re di Giuda: “Non ti illuda il tuo Dio in cui confidi, dicendo: Gerusalemme non sarà consegnata in mano al re d’Assiria. Ecco, tu sai quanto hanno fatto i re d’Assiria a tutti i territori, votandoli allo sterminio. Soltanto tu ti salveresti?”».
Ezechìa prese la lettera dalla mano dei messaggeri e la lesse, poi salì al tempio del Signore, l’aprì davanti al Signore e pregò davanti al Signore: «Signore, Dio d’Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. Porgi, Signore, il tuo orecchio e ascolta; apri, Signore, i tuoi occhi e guarda. Ascolta tutte le parole che Sennàcherib ha mandato a dire per insultare il Dio vivente. È vero, Signore, i re d’Assiria hanno devastato le nazioni e la loro terra, hanno gettato i loro dèi nel fuoco; quelli però non erano dèi, ma solo opera di mani d’uomo, legno e pietra: perciò li hanno distrutti. Ma ora, Signore, nostro Dio, salvaci dalla sua mano, perché sappiano tutti i regni della terra che tu solo, o Signore, sei Dio».
Allora Isaìa, figlio di Amoz, mandò a dire a Ezechìa: «Così dice il Signore, Dio d’Israele: “Ho udito quanto hai chiesto nella tua preghiera riguardo a Sennàcherib, re d’Assiria. Questa è la sentenza che il Signore ha pronunciato contro di lui:
Ti disprezza, ti deride
la vergine figlia di Sion.
Dietro a te scuote il capo
la figlia di Gerusalemme”.
Poiché da Gerusalemme uscirà un resto,
dal monte Sion un residuo.
Lo zelo del Signore farà questo.
Perciò così dice il Signore riguardo al re d’Assiria:
“Non entrerà in questa città
né vi lancerà una freccia,
non l’affronterà con scudi
e contro essa non costruirà terrapieno.
Ritornerà per la strada per cui è venuto;
non entrerà in questa città.
Oracolo del Signore.
Proteggerò questa città per salvarla,
per amore di me e di Davide mio servo”».
Ora in quella notte l’angelo del Signore uscì e colpì nell’accampamento degli Assiri centoottantacinquemila uomini. Sennàcherib, re d’Assiria, levò le tende, partì e fece ritorno a Nìnive, dove rimase.

 

1. Lo stato maggiore dell'esercito Assiro inviò un messaggio al re di Giuda, Ezechìa, allo scopo di spaventarlo psicologicamente: NON C'È SCAMPO, NÉ VIA DI SALVEZZA. 

2. Ezechìa salì al tempio del Signore COMPIENDO UN PELLEGRINAGGIO; aprì la lettera, lesse al Signore probabilmente davanti all’Arca, mostrando GRANDE CONFIDENZA CON IL SIGNORE; poi pregò e chiese la grazia con un accorato appello PIENO DI FEDE E DI ADESIONE AL SIGNORE. Chi crede, ieri come oggi, condivide gioie e problemi nella preghiera con il Signore. 

3. E DIO RISPONDE: a Ezechìa arrivò un messaggio dal profeta Isaia. Il messaggio di Isaia è molto lungo: è un poema sarcastico, di scherno nei confronti dell’invasore: sono infondate le minacce assire. Negli annali di Sennàcherib viene narrato di un INFRUTTUOSO ASSEDIO DI GERUSALEMME precisamente, nel 701 a.C. È Dio che conduce la storia attraverso coloro che CONFIDANO il Lui e COMPIONO la sua volontà.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 7,6.12-14
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».

 

"Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro". Questa è la regola d'oro che dobbiamo ricordare ogni giorno e che ci indica come comportarci anche nelle piccole cose di ogni giorno.
Gesù ci ricorda che la salvezza è difficile ed esige rinunce. Vi si arriva non da una porta ampia e comoda, ma da un passaggio stretto e faticoso. Con la comodità non si salva l’anima, Gesù ci ha salvato sulla croce. «Il Signore ci offre tante occasioni per salvarci ed entrare attraverso la porta della salvezza.(...) Dobbiamo cogliere le occasioni di salvezza. Perché a un certo momento «il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta»; la nostra vita è seria e l’obiettivo da raggiungere è importante: la salvezza eterna».

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La via per seguire Gesù passa per una porta stretta. Il Vangelo non è comodo, rassicurante. Lo leggiamo o lo addomestichiamo? Perché vogliamo allargare questa porta stretta a tutti i costi?

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25.06 - SAN MASSIMO DI TORINO

Metà IV secolo - 423 circa