giovedì 10 ottobre 2024

10.10.2024 - Gal 3,1-5 - Lc 11,5-13 - Chiedete e vi sarà dato.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati - Gal 3,1-5

O stolti Gàlati, chi vi ha incantati? Proprio voi, agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso!
Questo solo vorrei sapere da voi: è per le opere della Legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver ascoltato la parola della fede? Siete così privi d’intelligenza che, dopo aver cominciato nel segno dello Spirito, ora volete finire nel segno della carne? Avete tanto sofferto invano? Se almeno fosse invano!
Colui dunque che vi concede lo Spirito e opera portenti in mezzo a voi, lo fa grazie alle opere della Legge o perché avete ascoltato la parola della fede?

1. Paolo aggredisce i Galati. Lo fa con un intento retorico PER SVEGLIARE L’ATTENZIONE, per catturare l’interesse degli ascoltatori, mostrando così una passione per loro. “O stolti Gàlati”. “Stolto” significa esattamente “lontano da Dio, lontano dalla verità”, ma anche “immerso nella menzogna, nella falsità”. LO STOLTO È COLUI CHE PERCORRE VIE UMANE DI SALVEZZA. Sveglia!
2. Paolo pone ai Galati la QUESTIONE FONDAMENTALE: è per le opere della Legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver creduto alla predicazione? La Legge traccia un cammino da seguire, lo Spirito invece è dato da Cristo Gesù sulla croce e non dalle opere della Legge. LO SPIRITO SI PONE SOPRA OGNI UOMO, LO GIUSTIFICA, LO RIGENERA, LO SANTIFICA.
3. AVETE FATTO TANTE ESPERIENZE PER OPERA DELLO SPIRITO, LE AVETE FATTE INVANO? Colui che concede lo Spirito è il Padre dei cieli, chi opera portenti è sempre il Padre dei cieli e LI OPERA PER MEZZO DELLO SPIRITO SANTO che compie ogni genere di segni, miracoli e prodigi in seno alla comunità cristiana.

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 11,5-13
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli:
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». 

 

Un amico, se è veramente tale, come può rifiutarti un favore?  Forse dovrai bussare cento volte, forse il pane che chiedi non è fatto secondo la tua misura. Ma sai quante ‘cose buone’ il Signore riserva a coloro che gliele chiedono? Non solo ‘cose buone’, ma il suo stesso Spirito Santo, Creatore degli esseri, ospite dolce dell’anima.
Dio ci dona tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Non dobbiamo e non possiamo dubitarne. E di cosa abbiamo bisogno? Il primo dono da chiedere è lo Spirito Santo, che ci sarà dato all'unica condizione che glielo chiediamo con fiducia. Impariamo a chiedere ogni giorno, con fiducia, lo Spirito Santo affinché ci sia donato. Se poi con la preghiera lasciamo agire in noi lo Spirito Santo tenderemo sempre più al bene e sempre meno al male..

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Insomma noi uomini siamo cattivi, ce lo dice Gesù. Però riusciamo a dare cose buone ai nostri figli. Cosa ci darà allora Dio, che è buono? Gesù ce lo rivela: lo Spirito. Allora perché non lo chiediamo?

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VIVI CON PASSIONE, ACCETTA CON GRAZIA.

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Anche se non ti piace il calcio, vale sicuramente la pena leggere il messaggio sulla vita e sulla morte del leggendario allenatore Sven-Göran Eriksson.
La leggenda del calcio svedese, Sven-Göran Eriksson, è scomparso dopo una lunga battaglia contro il cancro al pancreas.. Da allora, sono piovuti tributi per l'ex calciatore e allenatore molto rispettato da altre leggende dello sport, reali e tifosi.
Eriksson aveva rivelato a gennaio di quest'anno di aver ricevuto una diagnosi di cancro terminale al pancreas. I dottori gli avevano dato al massimo un anno di vita. Nonostante la sua forza apparentemente impressionante, il 76enne è morto circondato dai suoi cari appena otto mesi dopo aver condiviso la sua devastante prognosi.
Tuttavia, nei suoi ultimi mesi, lo svedese, che nel corso della sua carriera aveva allenato una serie di squadre di calcio di livello mondiale, tra cui 10 nazionali, tornò a casa, nella sua natia Svezia, per godersi momenti di tranquillità e apprezzare le piccole cose della vita.
Mentre era lì, Eriksson, che non era noto per essere religioso, ha fatto uno show con Amazon Sports in cui ha dato un addio straziante e un toccante promemoria a tutti sulla morte. È tanto stimolante quanto il suo amore genuino per il calcio e per coloro che ha gestito.
Ho avuto una bella vita. Penso che siamo tutti spaventati dal giorno in cui sarà finita, quando moriremo, ma la vita riguarda anche la morte. Devi imparare ad accettarla, per quello che è. Spero che alla fine la gente dirà, "sì, era un brav'uomo". Ma non tutti diranno così...
Il padre di due figli ha continuato dicendo:
Spero che mi ricorderete come un ragazzo positivo che cercava di fare tutto il possibile. Non dispiacetevi. Sorridete. Grazie di tutto: allenatori, giocatori, il pubblico. È stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi, prendetevi cura della vostra vita e vivetela. Ciao."
La sua accettazione del ruolo che la morte ha nelle nostre vite è qualcosa di cui dovremmo tenere conto, così come l'importanza della gratitudine per la vita che abbiamo.
L'eterno riposo donagli, o Signore, e splenda a lui la tua luce perpetua.

 

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mercoledì 9 ottobre 2024

09.10.2024 - Gal 2,1-2.7-14 - Lc 11,1-4 - Signore, insegnaci a pregare.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati - Gal 2,1-2.7-14

Fratelli, quattordici anni dopo [la mia prima visita], andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Bàrnaba, portando con me anche Tito: vi andai però in seguito a una rivelazione. Esposi loro il Vangelo che io annuncio tra le genti, ma lo esposi privatamente alle persone più autorevoli, per non correre o aver corso invano.
Visto che a me era stato affidato il Vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi – poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per le genti –, e riconoscendo la grazia a me data, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perché noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi. Ci pregarono soltanto di ricordarci dei poveri, ed è quello che mi sono preoccupato di fare.
Ma quando Cefa venne ad Antiòchia, mi opposi a lui a viso aperto perché aveva torto. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma, dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, tanto che pure Bàrnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia.
Ma quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del Vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?».

1. PRIMA GRANDE CONTROVERSIA NELLA CHIESA tra coloro che credono che la salvezza viene dalla grazia, da Gesù Cristo morto e risorto e tra coloro che credono che la salvezza è un premio da meritare e nutrono un atteggiamento religioso ossequioso di regole e prescrizioni. UNA DIFFERENZA NON DI POCO CONTO…
2. Rispetto a questa situazione PAOLO E PIETRO SI TROVARONO IN POSIZIONI OPPOSTE, Paolo si opponeva all’idea della circoncisione per i pagani, Pietro al contrario era favorevole. Paolo dice: “Cristo e basta”; gli altri dicono: “Cristo e la legge”. PAOLO SI OPPONE A PIETRO A VISO APERTO, affronta Pietro direttamente, senza mezzi termini, senza intermediari, senza sotterfugi, senza alcuna ambiguità. Si oppone a lui perché aveva torto e questo torto era evidente. Atteggiamento GIUSTO!
3. Paolo fa notare a Pietro che compiere gesti, azioni che sono in evidente contrasto con la fede in Cristo è ipocrisia, è inganno, è falsità. NEL CUORE DI PIETRO C’È LA VERITÀ, NELLE SUE AZIONI C’È LA FALSITÀ. Nel cuore di Pietro c’è la luce, nelle sue azioni c’è la tradizione degli uomini che non ha mai salvato alcuno. A VOLTE UN SOLO COMPORTAMENTO IPOCRITA COMPROMETTE UN’INTERA VITA DI PREDICAZIONE, un’intera esistenza di evangelizzazione.

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 11,1-4
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione». 

La novità nella preghiera cristiana è rivolgersi a Dio come Padre, piuttosto che come Onnipotente o Creatore. Gesù ci insegna a vedere Dio come il Padre che soccorre, perdona e sostiene. Nel "Padre nostro", chiediamo il pane quotidiano, simbolo del Pane eucaristico, e la remissione dei nostri debiti, impegnandoci a perdonare gli altri. Perdonare non è facile e richiede la grazia di Dio: “Signore, insegnami a perdonare come tu hai perdonato me”. Questa preghiera merita di essere recitata ogni giorno, con fiducia e attesa da figli.

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Gesù insegna a pregare, ma prima ancora prega. Insegna ciò che già ha vissuto prima. Tutto è connesso con la vita; come potremmo perdonare se non siamo stati prima perdonati?

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martedì 8 ottobre 2024

08.10.2024 - Gal 1,13-24 - Lc 10,38-42 - Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati - Gal 1,13-24

Fratelli, voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri.
Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco.
In seguito, tre anni dopo, salii a Gerusalemme per andare a conoscere Cefa e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. In ciò che vi scrivo – lo dico davanti a Dio – non mentisco.
Poi andai nelle regioni della Siria e della Cilìcia. Ma non ero personalmente conosciuto dalle Chiese della Giudea che sono in Cristo; avevano soltanto sentito dire: «Colui che una volta ci perseguitava, ora va annunciando la fede che un tempo voleva distruggere». E glorificavano Dio per causa mia.

 

1. Paolo descrive il suo passato di persecutore della Chiesa e la sua trasformazione attraverso un intervento divino. Dio lo aveva scelto fin dal seno materno e gli rivelò il Figlio per annunciare il Vangelo ai Gentili. QUESTO SOTTOLINEA COME LA GRAZIA DIVINA TRASFORMA UN PERSECUTORE IN APOSTOLO.
2. Paolo è indipendente dagli altri apostoli. Dopo la sua chiamata, NON CERCÒ L'APPROVAZIONE DI NESSUNO, NEMMENO DEGLI APOSTOLI A GERUSALEMME. La sua missione è presentata come diretta e autonoma.
3. Nonostante la sua iniziale opposizione alla Chiesa, le comunità cristiane, conoscendo la sua trasformazione e il suo zelo nel predicare la fede, glorificavano Dio. LA GRAZIA DI DIO OPERARA POTENTI CAMBIAMENTI NELLE PERSONE.
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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 10,38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». 

 

MARTA E MARIA: La persona umana deve sì lavorare, impegnarsi nelle occupazioni domestiche e professionali, ma ha bisogno prima di tutto di Dio, che è luce interiore di Amore e di Verità. Senza amore, anche le attività più importanti perdono di valore, e non danno gioia. Senza un significato profondo, tutto il nostro fare si riduce ad attivismo sterile e disordinato. E chi ci dà l'Amore e la Verità, se non Gesù Cristo? Ogni giorno scegliamo la parte migliore, che è e sarà sempre il nostro bene più grande...

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Maria guarda Gesù. Marta guarda Maria. Maria morirà, Gesù risorgerà...«Non ci sarà mai tolto». Sembra brutale Gesù, nelle risposte, e ingiusto. Ma non è forse il nostro sguardo a non esserlo, giusto?

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DIGITALE, MA UMANO.

DIGITALE, MA UMANO.
La rivoluzione digitale, paragonabile a quella industriale, sta trasformando il nostro modo di lavorare, socializzare e organizzare il tempo, portandoci nella «società delle piattaforme». L'Intelligenza Artificiale (IA) è la frontiera più recente di questo cambiamento, offrendo applicazioni avanzate ma suscitando anche preoccupazioni. Gli algoritmi, sebbene potenti, non possiedono una vera intelligenza e lavorano senza comprensione, limitandosi ad eseguire calcoli statistici. È cruciale non confondere l'intelligenza umana, che include spirito e creatività, con quella delle macchine. È fondamentale mantenere una consapevolezza critica e un equilibrio etico per assicurarsi che la tecnologia arricchisca, anziché restringere, la nostra esperienza e identità umana.
Da tutto ciò possiamo dedurre alcune considerazioni sull'impatto della rivoluzione digitale e dell'Intelligenza Artificiale:
La rivoluzione digitale e l'avanzamento dell'Intelligenza Artificiale (IA) sono fenomeni che trasformano profondamente la nostra società, offrono sfide e opportunità. Sarà utile riflettere su come questi cambiamenti influenzano la nostra vita e le nostre relazioni con Dio e con il prossimo.
La tecnologia è uno strumento che può essere utilizzato per il bene comune, ma non è un fine in sé. Dobbiamo ricordare che la nostra dignità e il nostro valore non dipendono dalle macchine o dai dati che produciamo, ma dalla nostra relazione con Dio e dal nostro amore per il prossimo. Come scrive il Papa Francesco nella sua enciclica "Fratelli Tutti", è fondamentale che la tecnologia sia messa al servizio della persona e non viceversa.
L'Intelligenza Artificiale e gli algoritmi devono rispettare la dignità umana e non ridurre le persone a semplici dati o a unità di consumo. La nostra intelligenza è un dono divino e la nostra libertà deve essere preservata. Le tecnologie devono essere sviluppate e applicate con attenzione affinché non minaccino la libertà individuale o sociale.
In un mondo sempre più digitale, è cruciale mantenere viva la solidarietà e l'inclusione. Le tecnologie devono essere accessibili a tutti e non creare divisioni. La Chiesa insegna l'importanza di prendersi cura dei più deboli e vulnerabili, e ciò deve riflettersi anche nella nostra adozione e regolamentazione delle nuove tecnologie.
Gli sviluppatori e gli utilizzatori di tecnologie hanno una grande responsabilità etica. Dobbiamo promuovere un uso giusto e responsabile delle tecnologie, che rispetti la verità, la giustizia e la carità. 
In sintesi, la rivoluzione digitale e l'Intelligenza Artificiale devono essere guidati dall’etica. La tecnologia, sebbene potente, deve servire a preservare la dignità umana e promuovere il bene comune. È essenziale che utilizziamo questi strumenti con etica, responsabilità e amore, mantenendo al centro della nostra attenzione il rispetto e la solidarietà verso tutti.

 

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lunedì 7 ottobre 2024

07.10.2024 - Gal 1,6-12 - Lc 10,25-37 - Chi è il mio prossimo?

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati - Gal 1,6-12

Giobbe prese a dire al Signore:
«Comprendo che tu puoi tutto
e che nessun progetto per te è impossibile.
Fratelli, mi meraviglio che, così in fretta, da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo voi passiate a un altro vangelo. Però non ce n’è un altro, se non che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo.
Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!
Infatti, è forse il consenso degli uomini che cerco, oppure quello di Dio? O cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servitore di Cristo!
Vi dichiaro, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non segue un modello umano; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.

1. Di fronte ai Galati che sono SEDOTTI dalla prospettiva rassicurante della Legge di Mosè e da tutto quanto è legato all’antica tradizione giudaica, Paolo afferma chiaramente che IL VANGELO DI GESÙ ROMPE GLI SCHEMI UMANI e deve essere accolto così come ci è stato rivelato dal Signore stesso.
2. IL VANGELO È UNO E NON CE N’È UN ALTRO! Questa tentazione di addomesticare il Vangelo alle nostre ideologie è sempre attuale. Vorremmo essere noi a dire cosa sia conveniente e cosa invece non lo sia, ma a partire da noi.
3. Quello di Paolo e’ un vero e proprio grido di dolore e di orrore che nasce nel cuore tanto da arrivare a maledire chiunque (persino un angelo del cielo, persino se stesso) CHIUNQUE ANNUNCI UN VANGELO DIVERSO DA QUELLO DI CRISTO, l’unico Vangelo, perché IL SOLO a portare agli uomini un messaggio di salvezza.

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+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 10,25-37
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
«VA' E ANCHE TU FA' COSÌ». Fai esattamente così, non c'è altro da aggiungere. Le azioni del samaritano sono il modello delle tue azioni. Sii pronto a intervenire là dove qualcuno ha bisogno. Sii tu il prossimo che vorresti incontrare. Dona un sorriso, un "come stai?”, un grazie: sono una cura miracolosa per chi è in un momento nero della sua vita, sono piccoli gesti che ti aiuteranno a vivere fino in fondo l'Amore, con tutto Te stesso.

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Gesù non risponde alle domande, ma racconta storie o pone lui le domande giuste. Non ha senso chiedersi chi è il nostro prossimo quanto piuttosto chiederci invece: «Di chi diventiamo noi prossimi?».

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domenica 6 ottobre 2024

Gen 2,18-24 - Eb 2,9-11 - Mc 10,2-16 - XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Domenica 06 Ottobre 2024
Dal libro della Gènesi - Gen 2,18-24

Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda».
Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse.
Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo.
Allora l’uomo disse:
«Questa volta
è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne.
La si chiamerà donna,
perché dall’uomo è stata tolta».
Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne.

1. Progetto originale di Dio: non è bene che l'uomo sia un essere solitario isolato in sé, È NECESSARIO CHE SIA UNA PERSONA IN RELAZIONE.

2. Gli animali non sono sufficienti per essere un aiuto proporzionato all'uomo COME DI FRONTE A LUI UN ALTRO SÉ STESSO e quindi L'Antico narratore mostra la creazione della donna dalla costola dell'uomo proprio per significare il centro, la vita (=il girovita) È DALLA VITA DELL'UOMO CHE VIENE TRATTA LA DONNA.

3. La donna è parte stessa dell'uomo. C’È UGUALE DIGNITÀ della donna rispetto all'uomo, È IL PROGETTO DI DIO, è che siano UNA CARNE SOLA, questo È IL GRANDE PROGETTO DELL'UNITÀ, DELL'ACCORDO, DELL’UGUAGLIANZA, DELL'AMORE PIENO REALIZZATO PER SEMPRE.

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Dalla lettera agli Ebrei - Eb 2,9-11
Fratelli, quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti.
Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza.
Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli.

1. Gesù è il punto di riferimento, TENIAMO LO SGUARDO FISSO SU DI LUI che è stato fatto di poco inferiore agli angeli in quanto uomo, che ha sofferto, che ha vissuto una vita pienamente umana, MA ADESSO È CORONATO DI GLORIA E DI ONORE.

2. Teniamo fisso lo sguardo sul Cristo glorificato che È PASSATO ATTRAVERSO LA NOSTRA UMANITÀ SOFFERENTE. La strada che lo ha portato alla perfezione PASSA ATTRAVERSO questa sofferenza della sua vita terrena.

3. Così facendo è stato ordinato sacerdote (=reso perfetto), costituito MEDIATORE, è diventato perfetto cioè pienamente abilitato a tenere il contatto tra Dio e l'uomo. È questa la realizzazione piena del progetto di Dio, GESÙ SACERDOTE ETERNO CHE CONDUCE MOLTI FIGLI ALLA GLORIA…

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 10,2-16
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

1. "Sicché NON SONO PIÙ DUE, MA UNA CARNE SOLA. L'UOMO DUNQUE NON SEPARI CIÒ CHE DIO HA CONGIUNTO". È questo il progetto originario di Dio. C'è oggi particolarmente bisogno di questa testimonianza. PREGHIAMO PER GLI SPOSI...

2. «Per la durezza del vostro cuore Mosè scrisse per voi l'atto di ripudio». C’È LA PIENEZZA DELLA VERITÀ, MA ANCHE LA DEBOLEZZA UMANA, la durezza del cuore, il peccato. Ma QUALCOSA SI PUÒ FARE: il PERDONO, chiedere perdono e ripartire ogni giorno. ABBIAMO BISOGNO DI PERDONO, DELLA GRAZIA DI DIO PER RIPARTIRE...

3. Noi dobbiamo camminare con queste DUE COSE CHE GESÙ CI INSEGNA: LA VERITÀ E LA COMPRENSIONE (vedi il brano dell'adultera, della Samaritana): AIUTIAMO, ACCOMPAGNIAMO MA ANCHE INSEGNIAMO a quelli che vogliono sposarsi qual è la verità sul matrimonio... TUTTI SIAMO RESPONSABILI...
BUONA DOMENICA....

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IL MATRIMONIO

Il matrimonio, creato da Dio come capolavoro d'amore, è spesso ridotto a ironia e fallimento a causa dell'egoismo e della "durezza di cuore". Oggi vediamo il calo dei matrimoni e la crescita dei single, segno di un amore che si è incrinato. Chiediamo a Dio il dono di un cuore puro, un cuore semplice, un cuore aperto a dare e ricevere amore. Solo così saremo in grado di ricostruire il progetto di Dio.

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LECTIO DIVINA - XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

OMELIA - XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)