sabato 22 giugno 2024

22.06.2024 - 2Cr 24,17-25 - Mt 6,24-34 - Non preoccupatevi del domani.

Dal secondo libro delle Cronache - 2Cr 24,17-25

Dopo la morte di Ioiadà, i comandanti di Giuda andarono a prostrarsi davanti al re, che allora diede loro ascolto. Costoro trascurarono il tempio del Signore, Dio dei loro padri, per venerare i pali sacri e gli idoli. Per questa loro colpa l’ira di Dio fu su Giuda e su Gerusalemme. Il Signore mandò loro profeti perché li facessero ritornare a lui. Questi testimoniavano contro di loro, ma non furono ascoltati.
Allora lo spirito di Dio investì Zaccarìa, figlio del sacerdote Ioiadà, che si alzò in mezzo al popolo e disse: «Dice Dio: “Perché trasgredite i comandi del Signore? Per questo non avete successo; poiché avete abbandonato il Signore, anch’egli vi abbandona”». Ma congiurarono contro di lui e per ordine del re lo lapidarono nel cortile del tempio del Signore. Il re Ioas non si ricordò del favore fattogli da Ioiadà, padre di Zaccarìa, ma ne uccise il figlio, che morendo disse: «Il Signore veda e ne chieda conto!».
All’inizio dell’anno successivo salì contro Ioas l’esercito degli Aramei. Essi vennero in Giuda e a Gerusalemme, sterminarono fra il popolo tutti i comandanti e inviarono l’intero bottino al re di Damasco. L’esercito degli Aramei era venuto con pochi uomini, ma il Signore mise nelle loro mani un grande esercito, perché essi avevano abbandonato il Signore, Dio dei loro padri. Essi fecero giustizia di Ioas. Quando furono partiti, lasciandolo gravemente malato, i suoi ministri ordirono una congiura contro di lui, perché aveva versato il sangue del figlio del sacerdote Ioiadà, e lo uccisero nel suo letto. Così egli morì e lo seppellirono nella Città di Davide, ma non nei sepolcri dei re.

 

1. Finché visse il sacerdote Ioiadà, Ioas ubbidì alla volontà del Signore. Alla sua morte il Re si appoggiò su suo padre adottivo. E quando questi venne a mancare, la sua fedeltà a Dio venne meno, poiché NON AVEVA NEL TEMPO COLTIVATO UNA FEDE PERSONALE. 

2. IL RE CEDETTE ALLE LUSINGHE E ALL’INFLUENZA DEI CAPI DEL POPOLO, arrivò persino ad ordinare l’uccisione di Zaccaria, figlio di Ioiadà, il suo benefattore. Zaccaria pronunciò una parola molto forte: «poiché avete abbandonato il Signore, anch’egli vi abbandona». IL SIGNORE CERCA DI SMUOVERE IN TUTTI I MODI IL SUO POPOLO, minacciando pure di abbandonarlo, ma sappiamo benissimo che QUESTO NON È SUCCESSO E NON SUCCEDERÀ MAI! 

3. ALLONTANANDOTI DA DIO DIVENTI DEBOLE E SOLO NELLA TUA ARROGANZA. Basta un piccolo esercito degli Aramei per procurarti la sconfitta. Il Signore ti mise nelle loro mani. Il Re subì la morte da alcuni suoi servi, CHE TRISTE LA FINE DI QUESTO UOMO, CHE PER ANNI AVEVA SEGUITO DIO CON GRANDE PASSIONE.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 6,24-34
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».

 

Gesù paragona la ricchezza a un "Padrone", per dirti che non puoi servire la ricchezza se intendi servire Dio. Sentiamo dentro di noi il bisogno di accumulare certezze umane sacrificando tempo e rapporti personali. E non siamo mai sazi- Ma se avessimo un po' di fede e ci affidassimo alla Provvidenza avremmo meno angoscia del domani.
Va detto anche che finché ognuno cerca di accumulare per sé, non ci sarà mai giustizia. Se invece, confidiamo nella Provvidenza di Dio e cerchiamo il suo Regno, nessuno mancherà il necessario per vivere dignitosamente. Cercare il regno di Dio e la sua giustizia significa fare la volontà di Dio con fede, con fiducia. E’ questo l’unico affanno che ci è permesso di avere!


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venerdì 21 giugno 2024

21.06.2024 - 2Re 11,1-4.9-18.20 - Mt 6,19-23 - Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.

Dal secondo libro dei Re - 2Re 11,1-4.9-18.20

In quei giorni, Atalìa, madre di Acazìa, visto che era morto suo figlio, si accinse a sterminare tutta la discendenza regale. Ma Ioseba, figlia del re Ioram e sorella di Acazìa, prese Ioas, figlio di Acazìa, sottraendolo ai figli del re destinati alla morte, e lo portò assieme alla sua nutrice nella camera dei letti; lo nascose così ad Atalìa ed egli non fu messo a morte. Rimase nascosto presso di lei nel tempio del Signore per sei anni; intanto Atalìa regnava sul paese.
Il settimo anno Ioiadà mandò a chiamare i comandanti delle centinaia dei Carii e delle guardie e li fece venire presso di sé nel tempio del Signore. Egli concluse con loro un’alleanza, facendoli giurare nel tempio del Signore; quindi mostrò loro il figlio del re. I comandanti delle centinaia fecero quanto aveva disposto il sacerdote Ioiadà. Ognuno prese i suoi uomini, quelli che entravano in servizio il sabato e quelli che smontavano il sabato, e andarono dal sacerdote Ioiadà. Il sacerdote consegnò ai comandanti di centinaia lance e scudi, già appartenenti al re Davide, che erano nel tempio del Signore. Le guardie, ognuno con l’arma in pugno, si disposero dall’angolo destro del tempio fino all’angolo sinistro, lungo l’altare e l’edificio, in modo da circondare il re. Allora Ioiadà fece uscire il figlio del re e gli consegnò il diadema e il mandato; lo proclamarono re e lo unsero. Gli astanti batterono le mani e acclamarono: «Viva il re!».
Quando sentì il clamore delle guardie e del popolo, Atalìa si presentò al popolo nel tempio del Signore. Guardò, ed ecco che il re stava presso la colonna secondo l’usanza, i comandanti e i trombettieri erano presso il re, mentre tutto il popolo della terra era in festa e suonava le trombe. Atalìa si stracciò le vesti e gridò: «Congiura, congiura!». Il sacerdote Ioiadà ordinò ai comandanti delle centinaia, preposti all’esercito: «Conducetela fuori in mezzo alle file e chiunque la segue venga ucciso di spada». Il sacerdote infatti aveva detto: «Non sia uccisa nel tempio del Signore». Le misero addosso le mani ed essa raggiunse la reggia attraverso l’ingresso dei Cavalli e là fu uccisa.
Ioiadà concluse un’alleanza fra il Signore, il re e il popolo, affinché fosse il popolo del Signore, e così pure fra il re e il popolo. Tutto il popolo della terra entrò nel tempio di Baal e lo demolì, ne fece a pezzi completamente gli altari e le immagini e ammazzò Mattàn, sacerdote di Baal, davanti agli altari. Il sacerdote Ioiadà mise sorveglianti al tempio del Signore.
Tutto il popolo della terra era in festa e la città rimase tranquilla: Atalìa era stata uccisa con la spada nella reggia.
1. Alla morte del giovane re Acazìa, la regina madre ATALÌA USURPA IL TRONO ED ELIMINA I LEGITTIMI PRETENDENTI appartenenti alla dinastia davidica. Atalìa è mossa dal proprio TORNACONTO personale ed è disposta a tutto…

2. Il giovanissimo figlioletto di Acazìa, Ioas, VIENE SALVATO DALLA ZIA IOSEBA, rendendo vano il perverso piano della nonna Atalìa. MA I PIANI DI DIO SONO DIVERSI e nonostante il piano di Atalìa sia stato architettato in modo perfetto fallisce. Dopo sette anni di governo della regina madre, Ioas diventato un ragazzo, diventa Re.

3. IOAS VIENE INVESTITO E PROCLAMATO RE LEGITTIMO. La regina madre messa davanti al fatto compiuto, viene uccisa. E infine si compie un regolamento di conti nei confronti del tempio di Baal e dei suoi sacerdoti, presenti a Gerusalemme. DIO ISPIRA SEMPRE UOMINI SAGGI, PRUDENTI, PII, GIUSTI, ONESTI, DEVOTI A LUI PERCHÉ FACCIANO LA SUA VOLONTÀ.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 6,19-23
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

 

«Soldi, vanità e potere» non rendono felice l’uomo. I veri tesori, le ricchezze che contano, sono «l’amore, la pazienza, il servizio agli altri e l’adorazione di Dio». «Il consiglio di Gesù è semplice: non accumulate per voi tesori sulla terra!». E aggiunge: «Guarda, questo non serve a niente, non perdere tempo!».
Bisogna dunque puntare ad accumulare le vere ricchezze, quelle che «liberano il cuore» e ti rendono «un uomo con quella libertà dei figli di Dio». Si legge in proposito nel Vangelo che «se il tuo cuore è schiavo, non sarà luminoso il tuo occhio, il tuo cuore». «Un cuore schiavo non è un cuore luminoso: sarà tenebroso!».
Chiediti sinceramente: a cosa sono davvero attaccato?

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Il nostro cuore sta «dov’è il tuo tesoro». E allora qual è il nostro tesoro? Alla fine si saprà, perché già siamo semplici, trasparenti, come le nostre pupille. Ma quanto è difficile questa semplicità? 

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giovedì 20 giugno 2024

20.06.2024 - Sir 48,1-14 - Mt 6,7-15 - Voi dunque pregate così.

Dal libro del Siràcide - Sir 48,1-14

Sorse Elìa profeta, come un fuoco;
la sua parola bruciava come fiaccola.
Egli fece venire su di loro la carestia
e con zelo li ridusse a pochi.
Per la parola del Signore chiuse il cielo
e così fece scendere per tre volte il fuoco.
Come ti rendesti glorioso, Elìa, con i tuoi prodigi!
E chi può vantarsi di esserti uguale?
Tu hai fatto sorgere un defunto dalla morte
e dagl’inferi, per la parola dell’Altissimo;
tu hai fatto precipitare re nella perdizione
e uomini gloriosi dal loro letto
e hai annientato il loro potere.
Tu sul Sinai hai ascoltato parole di rimprovero,
sull’Oreb sentenze di condanna.
Hai unto re per la vendetta
e profeti come tuoi successori.
Tu sei stato assunto in un turbine di fuoco,
su un carro di cavalli di fuoco;
tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri,
per placare l’ira prima che divampi,
per ricondurre il cuore del padre verso il figlio
e ristabilire le tribù di Giacobbe.
Beati coloro che ti hanno visto
e si sono addormentati nell’amore,
perché è certo che anche noi vivremo
ma dopo la morte la nostra fama non perdurerà.
Appena Elìa fu avvolto dal turbine,
Elisèo fu ripieno del suo spirito;
nei suoi giorni non tremò davanti a nessun principe
e nessuno riuscì a dominarlo.
Nulla fu troppo grande per lui,
e nel sepolcro il suo corpo profetizzò.
Nella sua vita compì prodigi,
e dopo la morte meravigliose furono le sue opere.
1. Sorse Elia profeta come un fuoco, la sua parola bruciava come fiaccola. ELIA BRUCIA PERCHÉ IL SUO CUORE È IMMERSO IN DIO, NEL SUO AMORE. Quanto arde il nostro cuore e di conseguenza le nostre azioni, le nostre parole? 

2. La parola del Signore chiuse il cielo, SENZA IL SIGNORE ELIA NON PUÒ FARE NULLA. È IL SIGNORE IL REGISTA, L’AUTORE DEI PRODIGI CHE ELIA HA COMPIUTO. Allora troviamo Elia IN ASCOLTO, DISPOSTO A CAMBIARE IL SUO CUORE. Diventa intermediario tra il Padre ed i figli perché i figli si sentano amati. Facendo così NASCE IL POPOLO, un popolo di fratelli e sorelle, figli e figlie amate dello stesso Padre.

3. Appena Elia esce di scena ecco arrivare Eliseo, anche lui ripieno del suo Spirito, dello stesso Spirito di Elia. E NESSUNO RIUSCÌ A DOMINARLO. Quando siamo ripieni dello spirito del Padre, diventiamo anche noi profetici e capaci di compiere prodigi nell’amore e di opere meravigliose. SOLO SE SIAMO UNITI A DIO, BRUCIAMO DEL SUO AMORE COME ELIA ED ELISEO.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 6,7-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Non c’è bisogno di sprecare tante parole per pregare: il Signore sa quello che vogliamo dirgli. Meglio pregare con le parole che Gesù ci regala: una strada aperta, un binario sicuro, un progetto di vita.
Quando abbiamo metabolizzato bene la preghiera insegnata da Gesù, facendola nostra con il cuore, allora anche le nostre ‘preghiere spontanee’ affiorano da  terreno buono e crescono su una pianta sana. L’importante è che la prima parola della nostra preghiera sia «Padre», colui che ci ha generato. Ma non solo: bisogna pregare il Padre "nostro" colui che ci ama di amore infinito. A Lui ci rivolgiamo chiedendo l'avvento del suo regno, il compimento della sua volontà. Arriviamo poi, alla nostra vita, al pane, al nostro debito, alla tentazione, al male, al perdono. Domandiamo di essere custoditi e salvati ogni giorno!

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Gesù ci dice che Dio «sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate». Allora perchè preghiamo? Forse per cambiare e agire? E prima ancora, per diventare amici di Dio? 

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IL CONCETTO DEL TEMPO...

IL CONCETTO DEL TEMPO...

Il concetto del tempo è uno dei misteri più grandi e complessi del nostro mondo. Filosofia e scienze hanno cercato di comprenderlo per millenni, ma la sua natura rimane in gran parte sconosciuta. Le visioni del tempo variano notevolmente, e le idee riguardo ad esso possono essere considerate relative o assolute.

Alcuni sostengono che il tempo sia relativo, una successione di eventi legata alle esperienze individuali. Altri lo considerano un concetto assoluto, indipendente dagli accadimenti. La percezione del tempo può sembrare logaritmica, con l'infinita estate dell'infanzia che si trasforma in un susseguirsi veloce di stagioni all'invecchiare.

Inoltre, ci sono varie teorie sul tempo, tra cui l'approccio progressista occidentale che lo vede come un accumulo di conoscenze e miglioramenti, il concetto orientale e gnostico dell'eterno ritorno, e la visione classica del progressivo degrado attraverso le ere.

Dal punto di vista cristiano, il tempo ha un inizio e una fine, una visione condivisa con l'idea classica del progressivo degrado. Il tempo ha un inizio e una fine, un Alfa e un Omega, e scorre dal primo al secondo. Indietro non si torna. Non è possibile rimettere le lancette indietro, il tempo scorre solo in avanti. Ci sono alcuni (che chiamiamo nostalgici, o reazionari) che vorrebbero tornare a questa o quella epoca del passato: beh, non è possibile. Non è possibile anche perché quello che è accaduto è accaduto, non possiamo fare finta che non sia successo; anche perché le conseguenze non scompaiono.

La storia umana è vista come una progressiva caduta dalla creazione al trionfo finale di Cristo. La profezia di Matteo nel Vangelo indica una tribolazione e un periodo di sconvolgimenti prima della seconda venuta di Cristo, il cui ritorno rappresenta la fine del tempo.

Questa visione cristiana suggerisce che il tempo scorre inesorabilmente avanti, senza possibilità di tornare indietro. Non possiamo cambiare il passato o rimuovere le sue conseguenze, ma dobbiamo affrontare le sfide presenti. Inoltre, il tempo e la storia sono visti come saldamente nelle mani di Cristo, che guida la storia verso il suo compimento, anche quando le circostanze sembrano oscure o difficili.

In sintesi, la riflessione sul tempo ci invita a comprendere che la storia ha una direzione definita, che scorre avanti inesorabilmente, e che la fede in Cristo offre una prospettiva di speranza e salvezza nella visione del tempo come parte della volontà divina.

La Pasqua ci ricorda che questo compimento è una possibilità concreta che è offerta a ciascuno di noi, perché a ciascuno di noi è dato di incontrare Cristo nella Chiesa, ed in tal incontro scoprire il senso del proprio esserci, la propria vocazione.

 

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mercoledì 19 giugno 2024

19.06.2024 - 2Re 2,1.6-14 - Mt 6,1-6.16-18 - Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

Dal secondo libro dei Re - 2Re 2,1.6-14

In quei giorni, quando il Signore stava per far salire al cielo in un turbine Elìa, questi partì da Gàlgala con Elisèo. [Giunti a Gerico,] Elìa disse ad Elisèo: «Rimani qui, perché il Signore mi manda al Giordano». Egli rispose: «Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò». E procedettero insieme.
Cinquanta uomini, tra i figli dei profeti, li seguirono e si fermarono di fronte, a distanza; loro due si fermarono al Giordano. Elìa prese il suo mantello, l’arrotolò e percosse le acque, che si divisero di qua e di là; loro due passarono sull’asciutto. Appena furono passati, Elìa disse a Elisèo: «Domanda che cosa io debba fare per te, prima che sia portato via da te». Elisèo rispose: «Due terzi del tuo spirito siano in me». Egli soggiunse: «Tu pretendi una cosa difficile! Sia per te così, se mi vedrai quando sarò portato via da te; altrimenti non avverrà».
Mentre continuavano a camminare conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elìa salì nel turbine verso il cielo. Elisèo guardava e gridava: «Padre mio, padre mio, carro d’Israele e suoi destrieri!». E non lo vide più. Allora afferrò le proprie vesti e le lacerò in due pezzi. Quindi raccolse il mantello, che era caduto a Elìa, e tornò indietro, fermandosi sulla riva del Giordano. Prese il mantello, che era caduto a Elìa, e percosse le acque, dicendo: «Dov’è il Signore, Dio di Elìa?». Quando anch’egli ebbe percosso le acque, queste si divisero di qua e di là, ed Elisèo le attraversò.
1. ELIA SPARISCE, UFFICIALMENTE NON MUORE, VIENE RAPITO IN CIELO. E così abbiamo il passaggio dei doni carismatici di Elia ad Eliseo, nel simbolo del mantello, lo stesso che Elia aveva steso su Eliseo quando lo aveva chiamato. È come se Elia, rapito in cielo, CONTINUASSE A VIVERE ED OPERARE ATTRAVERSO ELISEO. 

2. Come per Mosè, anche per Elia la morte avviene al di là del Giordano, al di fuori del territorio di Israele. Il passaggio del Giordano, con la separazione delle acque, che aveva segnato l’ingresso del popolo di Israele nella Terra Promessa, sotto la guida di Giosuè, SEGNA SIA IL PASSAGGIO DI ELIA (IN USCITA) CHE QUELLO DI ELISEO (IN ENTRATA). C’è sempre da fare un passaggio!

3. E la domanda di Eliseo: “DOV’È IL SIGNORE, IL DIO DI ELIA?” trova la risposta in quel gesto: “Prese il mantello, che era caduto a Elia, e percosse le acque, e queste si divisero di qua e di là, ed Elisèo le attraversò”. IL SIGNORE CONTINUA AD ACCOMPAGNARE IL SUO POPOLO attraverso il ministero profetico di Eliseo. NON ci lascia soli!

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 6,1-6.16-18
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

 

La vita non è uno spettacolo, ma un cammino di ritorno a Dio. Non si vive per il pubblico, ma per il Signore. Questo ci conduce a vivere con verità e autenticità, e ci permette di  realizzare il nostro bene. L’ostentazione ci rende falsi, superficiali, gonfiati. Finiamo con il non piacere nemmeno a noi stessi e non facciamo il bene di nessuno. 
«Ritornate a me – dice il Signore – ritornate con tutto il cuore»: non solo con qualche atto esterno, ma dal profondo di noi stessi. Gesù ci chiama a vivere la preghiera, la carità e la penitenza con coerenza e autenticità, vincendo l’ipocrisia. Mettiamoci in cammino tenendo fisso lo sguardo su Gesù. Egli, amandoci, ci invita a lasciarci riconciliare con Dio e a ritornare a Lui, per ritrovare noi stessi.

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Si tratta di essere visti. Lo vogliamo, dagli altri, non lo vogliamo, da Dio. Ma solo Dio “vede nel segreto”. Allora chiediamoci: ci basta uno sguardo superficiale degli altri o cerchiamo di più?

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martedì 18 giugno 2024

18.06.2024 - 1Re 21,17-29 - Mt 5,43-48 - Amate i vostri nemici.

Dal primo libro dei Re - 1Re 21,17-29

[Dopo che Nabot fu lapidato,] la parola del Signore fu rivolta a Elìa il Tisbìta: «Su, scendi incontro ad Acab, re d’Israele, che abita a Samarìa; ecco, è nella vigna di Nabot, ove è sceso a prenderne possesso. Poi parlerai a lui dicendo: “Così dice il Signore: Hai assassinato e ora usurpi!”. Gli dirai anche: “Così dice il Signore: Nel luogo ove lambirono il sangue di Nabot, i cani lambiranno anche il tuo sangue”».
Acab disse a Elìa: «Mi hai dunque trovato, o mio nemico?». Quello soggiunse: «Ti ho trovato, perché ti sei venduto per fare ciò che è male agli occhi del Signore. Ecco, io farò venire su di te una sciagura e ti spazzerò via. Sterminerò ad Acab ogni maschio, schiavo o libero in Israele. Renderò la tua casa come la casa di Geroboàmo, figlio di Nebat, e come la casa di Baasà, figlio di Achìa, perché tu mi hai irritato e hai fatto peccare Israele. Anche riguardo a Gezabèle parla il Signore, dicendo: “I cani divoreranno Gezabèle nel campo di Izreèl”. Quanti della famiglia di Acab moriranno in città, li divoreranno i cani; quanti moriranno in campagna, li divoreranno gli uccelli del cielo».
In realtà nessuno si è mai venduto per fare il male agli occhi del Signore come Acab, perché sua moglie Gezabèle l’aveva istigato. Commise molti abomini, seguendo gli idoli, come avevano fatto gli Amorrei, che il Signore aveva scacciato davanti agli Israeliti.
Quando sentì tali parole, Acab si stracciò le vesti, indossò un sacco sul suo corpo e digiunò; si coricava con il sacco e camminava a testa bassa.
La parola del Signore fu rivolta a Elìa, il Tisbìta: «Hai visto come Acab si è umiliato davanti a me? Poiché si è umiliato davanti a me, non farò venire la sciagura durante la sua vita; farò venire la sciagura sulla sua casa durante la vita di suo figlio».
1. Chi è Elia? Elia non è un uomo che predice il futuro, ma un profeta che sa vedere la realtà e i fatti con gli occhi di Dio. L’OMICIDIO DI NABOT, operato da Gezabele per Acab, È UN ABOMINIO AGLI OCCHI DEL SIGNORE. Il suo profeta DENUNCIA ad alta voce quanto è avvenuto. Ascoltiamo i profeti anche oggi!

2. Le parole di Elìa verso Acab sono molto dure: “I cani lambiranno il sangue di Acab” Dio interviene NON per punire, MA per rompere la dinamica del male: violenza che crea altra violenza. SOLO LA CONVERSIONE DELLA VITA A DIO, SOLO LA CONFESSIONE DEL PROPRIO PECCATO, interrompe la catena della violenza e PERMETTE DI ESSERE RAGGIUNTI DALLA GIUSTIZIA E DALLA MISERICORDIA DI DIO.

3.Inaspettatamente per Elia, Acab, che in un primo momento aveva apostrofato Elia come nemico, RICONOSCE NELLE SUE PAROLE UN INVITO ALLA CONVERSIONE e si mette in un atteggiamento penitenziale. “DIO NON VUOLE LA MORTE DEL PECCATORE, MA CHE SI CONVERTA E VIVA”.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 5,43-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: "Amerai il tuo prossimo" e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

 

L’amore del nemico costituisce il nucleo della ‘rivoluzione cristiana’. L’amore del nemico non poggia sulle risorse umane, ma è dono di Dio che si ottiene confidando unicamente e senza riserve sulla sua bontà misericordiosa. Quest'amore fa miracoli, cambia il mondo senza far rumore. Ecco l’eroismo dei ‘piccoli’, che credono nell’amore di Dio e lo diffondono anche a costo della vita.
In ciò consiste la perfezione di Dio: “Voi siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” . Chi potrà raggiungere una meta tanto alta? Ogni giorno, ogni giorno della vita possiamo fare qualche passo per convertire il nostro cuore e le nostre azioni alla misura di Dio...

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Gesù chiede un amore “contro natura”, per i nemici, usando un’immagine naturalistica: il Padre che «fa sorgere il suo sole e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti». L’amore quindi è soltanto divino?

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"IL CATTOLICO ERRANTE"...

"IL CATTOLICO ERRANTE"...
 
Nel vasto mare delle comunità cristiane, alcuni fedeli si trovano a vagare, alla ricerca di una parrocchia che risuoni con la loro fede e la loro sensibilità. È la figura del "cattolico errante", un individuo che, stanco delle liturgie superficiali e delle esperienze frammentate, si avventura di chiesa in chiesa, cercando un'oasi spirituale autentica.
Tuttavia, la questione sorge spontanea: è moralmente accettabile essere un cattolico errante? La risposta, secondo gli insegnamenti della Chiesa, è no. La partecipazione attiva a una comunità di fede è essenziale per la crescita spirituale e l'adesione alla Chiesa. Come illustrato nel Nuovo Testamento, gli apostoli non solo predicavano il Vangelo, ma formavano comunità e stabilivano una struttura gerarchica per garantire la comunione nella fede.
Dunque, sorge il dilemma se i fedeli debbano frequentare la parrocchia del territorio di residenza o se possano scegliere liberamente. Non vi è alcun obbligo di frequentare la parrocchia del proprio territorio di residenza. Ogni individuo è libero di cercare la comunità che meglio risponde alle proprie esigenze spirituali e di fede.
Tuttavia, ci sono alcune eccezioni: per esempio, per ricevere i sacramenti come il battesimo o il matrimonio, è necessario rivolgersi alla parrocchia corrispondente. Ma per la partecipazione alla Messa, alla formazione religiosa, ai ritiri spirituali e ad altre attività della comunità, i fedeli sono liberi di scegliere.
È comprensibile che alcuni si trovino più a loro agio in determinate parrocchie rispetto ad altre. L'importante è trovare un ambiente che favorisca la crescita spirituale e la comunione nella fede. Se questo significa fare qualche chilometro in più per raggiungere una comunità più adatta, allora è uno sforzo che vale la pena compiere.
Particolarmente significativa è la questione dell'educazione religiosa dei figli. Se i genitori ritengono che una parrocchia offra una formazione più solida e autentica, è importante che l'intera famiglia si integri in quella comunità e partecipi attivamente alla vita parrocchiale.
In definitiva, trovare una parrocchia guidata da un pastore spirituale che mantenga la tradizione della Chiesa e celebri i sacramenti in comunione con l'autorità ecclesiastica è fondamentale per la propria vita spirituale. Anche se richiede uno sforzo aggiuntivo, la ricerca di un'oasi spirituale autentica è un investimento prezioso per la propria fede e crescita personale.

 

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