Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo - 1Gv 3,7-10
Figlioli, nessuno v’inganni. Chi pratica la giustizia è giusto com’egli [Gesù] è giusto. Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo.Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato, perché un germe divino rimane in lui, e non può peccare perché è stato generato da Dio. In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il suo fratello.
1. La lotta tra bene e male, tra Cristo e satana, coinvolge anche il cristiano. Ogni giorno siamo chiamati a FARE LA NOSTRA SCELTA DI APPARTENENZA a Dio o di partecipazione al male. È assurdo, oltreché pericoloso, tentare di conciliare l’inconciliabile.2. CHIUNQUE È NATO DA DIO NON COMMETTE PECCATO perché lo Spirito di Dio, la sua Parola, germe divino, si trova in lui e lo riempie. Abbiamo la possibilità di resistere all’antico tentatore e di vincere il male.3. Questa impeccabilità non è una realtà già acquisita, ma una conquista personale, da realizzare giorno dopo giorno. È NECESSARIO ESSERE DISPONIBILI AD ACCOGLIERE LA VOLONTÀ DI DIO E APERTI ALL’AMORE FRATERNO. Il nostro impegno consiste nel dire sì a Dio, nel lasciarsi plasmare da lui, per operare nella giustizia che è impegno di amore fraterno…
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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 1,35-42
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì che, tradotto, significa maestro, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia», che si traduce Cristo, e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa», che significa Pietro.
Giovanni il Battista è testimone. Per questo può orientare i discepoli verso Gesù, che li coinvolge in una nuova esperienza dicendo: «Venite e vedrete» E la testimonianza è del tutto sintetica: “Ecco (letteralmente: guardate/vedete!) l’agnello di Dio”. Ma anche la risposta è sintetica: “I due discepoli avendo ascoltato seguirono Gesù”. Avviene sempre così: si riceve una Testimonianza, si ascoltano le Parole di verità, si parte nella sequela. Seguire Gesù è certamente “andare dietro” o tenere a Lui come orizzonte/riferimento. Ma è anche qualcosa di più, è: “vedere” dove Gesù dimora; di più ancora, è “rimanere con lui”. Si rimane con Gesù, quando le sue parole rimangono in noi, quando noi e le sue parole andiamo a convivere!Soltanto l'incontro personale con Gesù genera un cammino di fede e di discepolato. Potremmo fare tante esperienze, realizzare molte cose, stabilire rapporti con tante persone, ma solo l’appuntamento con Gesù, in quell’ora che Dio conosce, può dare senso pieno alla nostra vita e rendere fecondi i nostri progetti e le nostre iniziative.
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Gesù dice di venire con lui perchè se andiamo vediamo, se resistiamo rimaniamo cechi. Vedere è il punto fondamentale, non a caso Gesù fissa le persone con cui parla. Ci piace essere fissati?
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