I MAGI: UN VIAGGIO DI RIVELAZIONE E TRASFORMAZIONE
Nel contesto dell’antico mondo, il termine "Magi" (magoi) indicava figure decisamente negative: ingannatori, seduttori, esperti in pratiche condannate dalla Bibbia e viste con severità dalla prima comunità cristiana. Questo termine evocava immagini di magia e occulto, espressioni di paganesimo estremo, così come attestato in numerosi testi dell'Antico Testamento come Esodo, Levitico e Deuteronomio, dove pratiche come la divinazione, la magia e l’interrogare i morti erano rigettate e condannate.Eppure, il Vangelo di Matteo, sorprendentemente, presenta i Magi come i primi ad adorare Gesù, il Figlio di Dio, segnalando una svolta radicale nella comprensione del piano di salvezza. La loro visita non era solo imbarazzante per la comunità cristiana primitiva, ma addirittura scandalosa. Perché proprio dei maghi, considerati esponenti del male, dei pagani, giungono a riconoscere in Gesù la luce del mondo? Questo episodio mostra la portata universale dell’amore di Dio, che non esclude nessuno, neppure i più lontani e i meno religiosi. Il fatto che siano i Magi e non i sacerdoti e gli scribi ebrei a rendere omaggio a Gesù riflette la grande sorpresa del Vangelo: la salvezza è per tutti, anche per chi è considerato “lontano” da Dio.Ma cosa implica il viaggio dei Magi? Esso diventa un simbolo potente del cammino spirituale che ciascuno deve intraprendere. Lontano da Gerusalemme, a seguito di una stella, questi saggi uomini abbandonano la loro comfort zone, la loro sicurezza, la loro conoscenza acquisita, per cercare l’inconosciuto. Questo viaggio rappresenta una metafora dell’auto-riflessione e del risveglio spirituale. Così come i Magi consultavano le stelle per trovare un senso alla loro esistenza, anche noi siamo chiamati a scrutare dentro di noi per scoprire il nostro vero scopo e significato. È un viaggio che richiede coraggio, apertura e una continua ricerca della verità. Non possiamo rimanere fermi e aspettare che Dio si manifesti; dobbiamo partire, cercare, cercare ancora e rischiare di perderci.Erode, contrapposto ai Magi, simboleggia la paura e la passività. Egli rappresenta chi non cerca, chi non vuole intraprendere un viaggio di trasformazione. Rimanendo a Gerusalemme, Erode non trova nulla. Non si mette in discussione e rimane immutato nel suo potere e nella sua paura. I Magi, al contrario, partono in cerca di una rivelazione e, con il loro esempio, ci invitano a lasciare le nostre certezze, le nostre sicurezze, per aprirci a nuove possibilità. Questo è l’essenza del discepolato cristiano: uscire da sé stessi, dalla propria “Gerusalemme”, per seguire la stella, per scoprire il Bambino Divino, il Dio che si è fatto carne e che ci chiama ad una vita piena.Il viaggio dei Magi ci insegna che il trovare Dio implica la capacità di lasciarsi perdere, di abbandonare le nostre aspettative e certezze per trovare qualcosa di più profondo e autentico. Come i Magi, anche noi dobbiamo essere pronti a seguire ciò che ci interroga, ciò che ci sfida e ci sorprende. Il Bambino che incontriamo in Gesù ci invita a metterci in discussione, a guardare dentro di noi, ad affrontare le nostre paure e le nostre false sicurezze. E solo quando siamo disposti a lasciare andare tutto ciò che ci trattiene, solo allora possiamo incontrare il Dio di amore e verità.Questo viaggio, simile a quello dei Magi, non è privo di rischi e difficoltà. Richiede il coraggio di cambiare, di perdere certezze, di perdersi per poi ritrovarsi. E, proprio come i Magi persero la stella ma trovarono il Bambino, anche noi possiamo trovare la nostra strada solo quando siamo disposti a perdere le false sicurezze per accogliere la luce vera. È un viaggio che, alla fine, ci trasforma e ci rende figli di Dio.
Allora, sei pronto a fare il viaggio dei Magi?
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