martedì 19 settembre 2023

DELITTO E CASTIGO….. E MISERICORDIA…

DELITTO E CASTIGO….. E MISERICORDIA…

Una persona avevo incontrato a Rebibbia, era un prete, che mi aveva trasmesso un senso di immediata fiducia. Ascoltò in silenzio il racconto delle mie paure, colse il risentimento e il tormento che dilaniavano la mia coscienza. Gli raccontai dei due compagni morti e quel senso di colpa che come un macigno mi schiacciava il cuore. Ero un fiume in piena di parole. Quel prete era la prima persona che in carcere mi accolse senza dire nulla, senza giudizio, sempre con un sorriso benevolo sul suo viso. A un certo punto interruppi ogni comunicazione verbale... pensavo di aver travolto, con la “pesantezza” dei miei racconti, la persona che avevo di fronte, non lasciandogli alcuno spazio di replica. Forse era necessaria una pausa. 
Quel prete non smise mai di guardarmi negli occhi, attese qualche attimo, si accertò con lo sguardo che all’espressione contratta del mio viso, subentrò un accenno di rilassatezza. «La misericordia, Mario, è misconosciuta nel mondo. Così come la giustizia e il perdono» mi disse.
Alle sue parole rimasi sconvolto, ma continuò con semplicità e abbandono: «Chi fa un delitto deve avere il castigo, chi commette un delitto merita il castigo: questo è il messaggio della Chiesa e della religione. Non è il mio, soprattutto non è quello di Gesù. Sul castigo vince la misericordia e la misericordia è una forma particolare di amore. Questa misericordia è la parola che illumina la giustizia, una giustizia che, ci insegna Gesù, è gratuita e non chiede il contraccambio. Una giustizia non bendata che guarda prima di tutto l’uomo». 
Concluse il suo pensiero sorridendomi, le sue mani si allungarono sulle mie spalle, mettendo il suo corpo di fronte al mio e mi disse: «Forza che Gesù ti ha già perdonato. Quando esci vieni a trovarmi al Vicariato ho qualcosa per te».
Il nome di quel prete era don Luigi Di Liegro. Andai a quell’appuntamento. Nel 1993 entrai nella Caritas con la sua benedizione. Come operatore iniziò il mio lavoro a Villa Glori, una casa famiglia per persone con l’ AIDS . Ancora oggi vivo la sconcertante bellezza di quell’incontro e ho un dubbio: era don Luigi quello che mi aveva accolto o Gesù?

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