martedì 17 ottobre 2023

COSA SUCCEDE SE NON PUOI MANIFESTARE IL TUO DOLORE, LA TUA SOFFERENZA?

Cosa succede se non puoi manifestare il tuo dolore, la tua sofferenza?

Sono le tue emozioni o la mancanza di esse a dirigere i tuoi comportamenti. Le emozioni sono il nostro carburante. Senza emozioni non si va molto lontano.

Tutti noi proviamo delle emozioni: quello che succede produce delle vibrazioni dentro di noi. Non tutti poi sentono le proprie emozioni. Infatti l’emozione (in latino e-movere, movimento da dentro) non è il sentimento (sentire). Il sentimento è la percezione, la consapevolezza dell’emozione. Alcune persone dicono: “Io non provo nulla!”. È vero e non è vero: tu non provi, non senti nulla, non che non ci sia nulla dentro di te. È proprio questo il problema: tutti hanno emozioni.

Ma cosa succede se non puoi esprimerla? Cosa succede se non si può manifestare il proprio dolore, la propria sofferenza? Succede che te lo tieni dentro. Lo prendi e lo metti da qualche parte per non sentirlo. Così ti corazzi, diventi insensibile, impermeabile. E ti sembra di star bene, di aver superato certe cose, che certi dolori sono passati, lontani: non ti riguardano.

Così ci abituiamo a non avere più emozioni; così ci abituiamo a certi modi di vivere che ci fanno morire; così ci facciamo andare bene e sopportiamo ciò che non può essere sopportato. Ma uno insensibile ai propri sentimenti, come può sentire i sentimenti degli altri?

Le persone vogliono la felicità. Ma la felicità è la sensazione della vita che scorre dentro di noi. È la libertà di poter vivere tutto ciò che si incontra: la gioia, l’amore, l’estasi, la tenerezza e l’affetto ma anche il pianto è vita, anche il dolore è vita, anche la rabbia è vita, anche la tristezza è vita. Le persone vogliono vivere con passione, con intensità. Ma dimenticano che passione vuol dire sentire (pathos, sentire, patire, percepire, provare). Passione è lasciare che ogni sentimento viva in te. “C’è spazio per tutto nel mio cuore” (Etty Hillesum).

Vivere la rabbia non vuol dire spaccare la faccia a qualcuno o far qualcosa: vuol dir accettare che ci sia. Perché la rabbia può ferire o farci venire la colite, l’ulcera o la gastrite, ma è anche un motore di energia. Vivere la tristezza non vuol dire “piangere il morto” o “fare le vittime” o “fustigarsi sempre”. Vuol dire accettare che nella vita ci sono delle separazioni, delle delusioni, degli abbandoni, e questo ci rattrista.

Essere vivi vuol dire lasciar vivere tutto ciò che c’è dentro perché tutto fa parte di noi. Quando mi sento, mi rispetto e mi conosco. Quando ti sento, ti rispetto e ti conosco. L’amore esiste di continuo. Sono gli uomini che possono diventare insensibili.

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