martedì 30 aprile 2024

30.04.2024 - At 14,19-28 - Gv 14,27-31 - Vi do la mia pace.

Dagli Atti degli Apostoli - At 14,19-28

In quei giorni, giunsero [a Listra] da Antiòchia e da Icònio alcuni Giudei, i quali persuasero la folla. Essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto. Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli si alzò ed entrò in città. Il giorno dopo partì con Bàrnaba alla volta di Derbe.
Dopo aver annunciato il Vangelo a quella città e aver fatto un numero considerevole di discepoli, ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni». Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto.
Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto.
Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede. E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli.
1. PAOLO SUBISCE UN TENTATIVO DI LAPIDAZIONE. Anche se non è morto, DEVE AVER PRESO PARECCHIE PIETRATE, visto che se ne sono andati lasciandolo come morto. Deve aver ricevuto parecchi lividi, E QUESTO È SOLO UN ESEMPIO DELLE GRAVI DIFFICOLTÀ CHE PAOLA HA SUPERATO… NON si ferma…

2. Paolo invita le comunità a RESTARE SALDE NELLA FEDE: è inevitabile che l'ingresso nel regno di Dio comporti questa fatica! non perdetevi d'animo! COSTITUIRONO PER LORO IN OGNI COMUNITÀ ALCUNI ANZIANI, PRETI. Paolo e Barnaba fondano le comunità, e quando le lasciano vi costituiscono DEGLI ANZIANI, DEI RESPONSABILI, DEI CAPOFAMIGLIA, DEI CAPO COMUNITÀ, e li affidarono al Signore nel quale avevano creduto…

3. Arrivati ad Antiochia, dopo tre anni, riunita la comunità, riferirono tutto quello che Dio aveva compiuto per mezzo di loro: DIO AVEVA APERTO AI PAGANI LA PORTA DELLA FEDE. È proprio vero, quello che è successo ad Antiochia succede dappertutto: DOVE IL VANGELO E ANNUNZIATO TROVA SEMPRE QUALCUNO CHE LO ACCOGLIE…

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 14,27-31a
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

 

"Vi lascio la pace, vi do la mia pace". Il mondo ci insegna la strada della pace con l’anestesia, col compromesso; anestetizza la realtà per non vedere la vera realtà della vita: la croce. La pace è frutto dell'amore totale di Gesù. Dunque la pace che Gesù ci dona è un regalo: è un dono dello Spirito Santo. E lo Spirito Santo è Dio. Lo Spirito Santo poi agisce in mezzo alle tribolazioni e ci conduce a donare la nostra vita, diffondendo la sua pace.
"Il principe del mondo, lo sappiamo, contro Gesù non può nulla". E allora affidiamoci a Lui! Satana vuole toglierci la pace che Gesù ci dona . La fede è uno scudo invincibile contro Satana, perché è partecipazione alla vittoria di Cristo. Impariamo dunque a conservare la pace di Cristo, quella vera, quella eterna.

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Il “principe del mondo” non può nulla contro Gesù, che è il principe della pace. Una pace diversa da quella del mondo. Che ci fa passare dal turbamento alla gioia. Non è forse il nostro vero desiderio?

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30.04 SAN GIUSEPPE BENEDETTO COTTOLENGO

Bra, Cuneo, 3 maggio 1786 – Chieri, Torino, 30 aprile 1842


NELLO STESSO GIORNO:
SAN PIO V (ANTONIO GHISLIERI) PAPA
Bosco Marengo, Alessandria, 27 gennaio 1504 - Roma, 1 maggio 1572
San Pio V, papa dal 17/01/1566 al 01/05/1572, che, elevato dall’Ordine dei Predicatori alla cattedra di Pietro, rinnovò, secondo i decreti del Concilio di Trento, con grande pietà e apostolico vigore il culto divino, la dottrina cristiana e la disciplina ecclesistica e promosse la propagazione della fede. Il primo di maggio a Roma si addormentò nel Signore.

 

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lunedì 29 aprile 2024

29.04.2024 - 1Gv 1,5-2,2 - Mt 11,25-30 - Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo - 1Gv 1,5-2,2

Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
1. “DIO È LUCE E IN LUI NON CI SONO TENEBRE”. Dio è amore, Dio è grazia, è luce. In lui non ci sono tenebre, in lui non c’è peccato. FARE COMUNIONE CON DIO È VIVERE IN GRAZIA, vivere nella luce. IL VERO NEMICO DELLA COMUNIONE È IL PECCATO. Con la grazia di Dio sei in comunione con Dio e con i fratelli.

2. SE DICIAMO DI ESSERE SENZA PECCATO, INGANNIAMO NOI STESSI. Attraverso il sacramento della Penitenza GESÙ CI TOGLIE IL PECCATO, ci ridona la grazia e con la grazia ritorniamo in comunione con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo e con i fratelli...

3. Se ci ritroviamo ancora mancanti, perché limitati nella nostra condizione umana, non dobbiamo avere paura. ABBIAMO UN PARACLITO. Gesù è il solo giusto davanti a Dio e Lui solo CI DIFENDE E CI PERMETTE DI ESSERE LIBERI DAL NOSTRO PECCATO. Gesù è l'Agnello che è stato immolato una volta per tutte PER SALVARE NON SOLO IL SUO POPOLO, MA TUTTO IL MONDO, prigioniero del male e della morte. A Lui la lode in eterno....

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 11,25-30
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

 

Come il Padre comunica tutto il suo mistero e la sua vita al Figlio, così il Cristo rivela e dona la vita divina ai suoi discepoli chiamati appunto “piccoli”.
I piccoli sono invitati da Gesù a prendere il suo giogo “dolce e leggero” perché egli è “mite e umile di cuore”.  Il giogo serve a un paio di buoi per tirare l'aratro o il carro: è fatto per due. Portare il giogo di Cristo vuol dire che oltre a te, hai accanto Gesù. Ecco spiegato perché il suo giogo è leggero, perché Gesù ci aiuta a portarlo.
E poi, una volta ricevuto il ristoro e il conforto di Cristo, siamo chiamati a nostra volta a diventare ristoro e conforto per i fratelli, con atteggiamento mite e umile, ad imitazione del Maestro. Ci stai?

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Dio gioca a nascondino e predilige i piccoli. L’invito a giocare richiede la nostra capacità di metterci in gioco, ma sul serio. Senza però prendersi troppo sul serio. Impareremo a riconoscerci piccoli?

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29.04 SANTA CATERINA DA SIENA - PATRONA D'ITALIA E D'EUROPA

Siena, 25 marzo 1347 - Roma, 29 aprile 1380


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domenica 28 aprile 2024

At 9,26-31 - 1Gv 3,18-24 - Gv 15,1-8 - V DOMENICA DI PASQUA (ANNO B)

V DOMENICA DI PASQUA (ANNO B)

Domenica 28 Aprile 2024
Dagli Atti degli Apostoli - At 9,26-31
In quei giorni, Saulo, venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi ai discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo che fosse un discepolo.
Allora Bàrnaba lo prese con sé, lo condusse dagli apostoli e raccontò loro come, durante il viaggio, aveva visto il Signore che gli aveva parlato e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. Così egli poté stare con loro e andava e veniva in Gerusalemme, predicando apertamente nel nome del Signore. Parlava e discuteva con quelli di lingua greca; ma questi tentavano di ucciderlo. Quando vennero a saperlo, i fratelli lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso.
La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.

1. Paolo a Gerusalemme si è trovato in una situazione difficile: le autorità giudaiche lo odiavano come un traditore, la comunità cristiana non si fidava di lui. SAULO SI TROVÒ EMARGINATO DA TUTTI. L'unico fu BARNABA che EBBE FIDUCIA IN LUI e lo presentò agli apostoli e lo raccomandò, e, Paolo incoraggiato da questa accoglienza da testimonianza del proprio cambiamento sulla via di Damasco…

2. La predicazione di Paolo ha creato un’ostilità fortissima da parte delle autorità giudaiche, organizzano di eliminarlo. I cristiani gli consigliano di andarsene e Paolo viene condotto fino a Cesarea Marittima imbarcato e rispedito a casa. TORNERÀ A CASA SUA COME UN FALLITO. Aver conosciuto Cristo e avergli creduto gli ha rovinato la vita apparentemente, GLIEL'HA CAMBIATA…

3. Quel che capitò a Paolo non è poi tanto dissimile da quel che può succedere anche a noi. “Fai del bene e ti lanciano le pietre”. L’UNIONE A GESÙ CI AIUTI A CONTINUARE A FARE IL BENE, impariamo a lasciar cadere le critiche, le chiacchiere. UNITI A CRISTO DIAMO LA NOSTRA TESTIMONIANZA nella grande assemblea e COMUNICHIAMO AGLI ALTRI QUELLO CHE A NOSTRA VOLTA ABBIAMO RICEVUTO.

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Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo - 1Gv 3,18-24
 
Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

1. L'apostolo Giovanni ci parla del cuore, del nostro cuore inquieto, certe volte un po' ribelle. A volte ci rimprovera qualcosa, ma noi AL DI LÀ DELLA VOCE DEL CUORE VOGLIAMO ASCOLTARE LA VOCE DEL SIGNORE… LA PAROLA DI DIO…

2. Qualunque cosa ci rimproveri il nostro cuore, DIO È PIÙ GRANDE DEL NOSTRO CUORE. VOGLIAMO ADERIRE A GESÙ COME IL TRALCIO ALLA VITE, vogliamo pensare come Lui, agire come Lui, parlare come Lui, vogliamo avere lo stile di Gesù Cristo…

3. SE CREDIAMO NEL NOME DEL FIGLIO SUO GESÙ CRISTO DI CONSEGUENZA CI AMIAMO GLI UNI GLI ALTRI. Si, L'ESSENZIALE È SPALANCARE IL CUORE A CREDERE nel Figlio di Dio Gesù-Cristo che ci ha amati, ci ama e ci rende fecondi…

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 15,1-8

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
1. La parola di Gesù è chiara: SE NON RESTO IN/CON LUI, LA MIA ESISTENZA INARIDISCE, FALLISCE. Come un tralcio, staccato dalla vite, è destinato alla sterilità e alla distruzione. COSA SIGNIFICA PER ME STARE IN/CON LUI OGGI?

2. "RIMANERE IN GESÙ" esprime un ATTEGGIAMENTO DI FEDE NELLA SUA PERSONA, L'ACCETTAZIONE di quanto dice e la REALIZZAZIONE pratica delle sue parole nella mia esistenza. È a queste condizioni che la mia vita "PORTA MOLTO FRUTTO". RINNOVIAMO LA NOSTRA FEDE...

3. IN QUESTO È GLORIFICATO IL PADRE MIO: CHE PORTIATE MOLTO FRUTTO E DIVENTIATE MIEI DISCEPOLI. Il Padre AFFIDA A NOI il compito di ESPRIMERE LA SUA CURA PATERNA PER GLI UOMINI e ci dona la gioia e la pace di stare con Gesù Cristo sempre... COME MANIFESTO LA CURA VERSO IL PROSSIMO?...
BUONA DOMENICA…

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RIMANERE

«Rimanete in me e io in voi. Se non rimanete in me non potete portare frutto». Cristo si serve di questa immagine della vite e dei tralci, per farci capire che quando siamo uniti a lui c’è la circolazione di linfa vitale, di vita divina. Lui in noi e noi in lui! Da qui si capisce che il cristianesimo non è una regola di vita o formule di dottrina. Ma è un incontro d’amore!

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OMELIA - V DOMENICA DI PASQUA (ANNO B)

 

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LECTIO DIVINA - Gv 15,1-8 - V DOMENICA DI PASQUA (ANNO B)

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Gv 17,1-11 - RITO AMBROSIANO - V DOMENICA DI PASQUA

RITO AMBROSIANO

DOMENICA DI PASQUA
Domenica 28 Aprile 2024
Gv 17,1-11 - Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te.
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 17,1b-11
In quel tempo. Il Signore Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi».  
1. “Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te”. “GLORIA”, in ebraico, SI COLLEGA AL “PESO”, ALL’IMPORTANZA, ALLA CONSISTENZA DI QUALCOSA O QUALCUNO. Quando diciamo che Dio è glorificato in noi, significa allora CHE RENDIAMO CONCRETO E VISIBILE DIO NELLA E CON LA NOSTRA VITA: in altre parole, che stiamo imparando ad amare veramente.

2. “Perché siano una sola cosa, come noi” l’UNITÀ È LA CONSAPEVOLEZZA PROFONDA E AUTENTICA DI ESSERE UNA SOLA FAMIGLIA. Non è omogeneità, che rende ogni cosa piatta e noiosa, ma diversità in ascolto, capacità di movimentare, cambiare, crescere insieme.

3. Non c’è da stupirsi se ESSERE UNITI SIGNIFICA GLORIFICARE DIO e, dall’altra parte, se GLORIFICARCI L’UN L’ALTRO SIGNIFICA ESSERE UNITI A DIO. È il nostro vivere come fratelli e sorelle che fa nascere, ancora oggi, il Dio-con-noi…
BUONA DOMENICA...



28.04 SAN LUIGI MARIA GRIGNION DA MONTFORT

Montfor, Rennes, Francia, 1673 - St. Laurent-sur-Sèvre, Francia, 28 aprile 1716


 

NELLO STESSO GIORNO:
SAN PIETRO CHANEL SACERDOTE E MARTIRE
Cuet, Francia, 12 luglio 1803 - Isole Figi, 28 aprile 1841
San Pietro Chanel, sacerdote della Società di Maria e martire, che nel suo ministero si adoperò nella cura della gente di campagna e nell’istruzione dei bambini; mandato poi insieme ad alcuni compagni ad annunciare il Vangelo nell’Oceania occidentale, approdò all’isola di Futúna, dove la comunità cristiana era ancora del tutto assente. Pur ostacolato da molte difficoltà, mantenendo un contegno di singolare mansuetudine riuscì a convertire alcuni alla fede, tra i quali il figlio del re, che furibondo ne ordinò l’uccisione, facendo di lui il primo martire dell’Oceania.
SANTA GIANNA BERETTA MOLLA
Magenta, Milano, 4 ottobre 1922 - 28 aprile 1962
A Magenta in Lombardia, santa Giovanna Beretta Molla, madre di famiglia, che, portando un figlio in grembo, morì anteponendo amorevolmente la libertà e la salute del nascituro alla propria stessa vita.

 

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sabato 27 aprile 2024

27.04.2024 - At 13,44-52 - Gv 14,7-14 - Chi ha visto me, ha visto il Padre.

Dagli Atti degli Apostoli - At 13,44-52

Il sabato seguente quasi tutta la città [di Antiòchia] si radunò per ascoltare la parola del Signore. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo. Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: "Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all'estremità della terra"».
Nell'udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero.
La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio.
I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.
1. Paolo e Barnaba, di fronte all’ostilità dei Giudei, scelgono di rivolgere il loro annuncio ai pagani. LA SALVEZZA SI ANNUNZIA, NON SI IMPONE. Alla salvezza si accede accogliendo la Parola.

2. Così infatti ci ha ordinato il Signore: IO TI HO POSTO PER essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra». LA VOCAZIONE E MISSIONE DI GESÙ DIVIENE VOCAZIONE E MISSIONE DI PAOLO. La missione di Paolo è la stessa di Gesù: illumina Dio con la luce di Cristo Signore.

3. I pagani hanno accolto con gioia l’annuncio di Paolo e glorificavano la Parola del Signore. QUANDO LA PAROLA DEL SIGNORE È GLORIFICATA? Quando essa è accolta come Parola di vita eterna. Quando è trasformata in nostra vita. SI ACCOGLIE LA PAROLA, LA SI METTE NEL CUORE, SI VIVE SECONDO LA PIENEZZA DELLA VERITÀ IN ESSA CONTENUTA.

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 14,7-14
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

 

Gesù è il Velo che manifesta il volto umano di Dio che altrimenti non potremmo vedere. E senza questo velo, la nostra vita sarebbe vuota e diverremmo ciechi. E ci assicura che “qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio“. 
Tutti noi abbiamo esperienza di questo: abbiamo pregato, pregato, per la malattia di questo amico, di questo papà, di questa mamma e poi se n’è andato. Ma Dio non ci ha esauditi! In effetti, quando preghiamo possiamo cadere nel rischio di non essere noi a servire Dio, ma di pretendere che sia Lui a servire noi. La fede ci ricorda che non c’è nessun limite a quello che si può chiedere al Signore, ma nel suo nome e per la gloria di Dio. Sia fatta la sua, non la mia volontà!

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La duplice coincidenza: il Padre nel Figlio, il Figlio con il Padre e noi uomini con il Figlio. E la promessa di fare opere anche più grandi di Gesù. Perché allora vogliamo sempre qualcosa di più grande?

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27.04 BEATO NICOLA ROLAND

Reims, Francia, 8 dicembre 1642 – 27 aprile 1678

 

NELLO STESSO GIORNO:
BEATE CATERINA E GIULIANA DEL SACRO MONTE DI VARESE, VERGINI
Caterina, nata a Pallanza agli inizi del secolo XV - Morì il 6 aprile 1478.
Giuliana, nata nei pressi di Busto Verghera nel 1427 - Morì nella notte tra il 14 e il 15 agosto del 1501.
Caterina fu educata a Milano. Il 24 aprile 1452 salì all’eremo del Sacro Monte, dove trascorse una vita di penitenza sorretta dalla contemplazione dell’” amoroso Christo crocifixo”.
Il 14 ottobre 1454 raggiunse Caterina nell’eremo del Sacro Monte. Giuliana era un’anima umile, forse analfabeta e quindi pregava in modo semplice e, non sapendo affrontare le meditazioni delle Sacre Scritture, ripeteva infinite volte l’Ave Maria e il Padre Nostro, sempre con gioia. Era così affabile, pura e allegra che si mostrava a tutti con un viso angelico.

 

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venerdì 26 aprile 2024

26.04.2024 - At 13,26-33 - Gv 14,1-6 - Io sono la via, la verità e la vita.

Dagli Atti degli Apostoli - At 13,26-33

In quei giorni, [Paolo, giunto ad Antiòchia di Pisìdia, diceva nella sinagoga:]
«Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza.
Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non hanno riconosciuto Gesù e, condannandolo, hanno portato a compimento le voci dei Profeti che si leggono ogni sabato; pur non avendo trovato alcun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che egli fosse ucciso.
Dopo aver adempiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro. Ma Dio lo ha risuscitato dai morti ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono testimoni di lui davanti al popolo.
E noi vi annunciamo che la promessa fatta ai padri si è realizzata, perché Dio l’ha compiuta per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo: “Mio figlio sei tu, io oggi ti ho generato”».

1. Luca sottolinea che L'EVENTO DELLA MORTE DI GESÙ NON È STATO CAUSALE, MA IL COMPIMENTO DEL PROGETTO DI DIO. Loro sono colpevoli, ma Dio lo ha risuscitato dai morti ed è apparso. NOI SIAMO I SUOI TESTIMONI DAVANTI AL POPOLO…

2. In queste poche righe abbiamo il riassunto del Vangelo, IL CREDO FONDAMENTALE: Fu crocefisso, morì e fu sepolto, è resuscitato ed è apparso. IO CREDO...

3. Paolo aggiunge delle prove scritturistiche: “Mio figlio sei tu, OGGI TI HO GENERATO”. LA GENERAZIONE DI GESÙ COINCIDE CON LA RISURREZIONE: il padre ha generato Gesù nel momento in cui l'ha fatto risorgere, è il momento della intronizzazione…

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 14,1-6
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».

 

"Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi". È la certezza che ci consola: c’è un posto riservato per ciascuno. Anche c’è un posto per me. Ognuno di noi può dire: c’è un posto per me. Non viviamo senza meta e senza destinazione. Siamo attesi, siamo preziosi. Dio è innamorato di noi, siamo i suoi figli. E per noi ha preparato il posto più degno e bello: il Paradiso.
Ma  per arrivarci bisogna riconoscere che la strada che conduce al Padre è Suo Figlio Gesù. La strada è Gesù: stando attaccati a Lui, nell’amicizia con Lui, nella Sua Grazia, veniamo condotti anche noi dove Lui vive e regna.

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Il nostro cuore è sempre turbato. E Gesù è lì pronto a consolarlo. E coglie il punto preciso del cuore dell’uomo: c’è posto per tutti, staremo sempre insieme. Non è una presenza tutto ciò che cerchiamo?

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26.04 SAN JULIO JUNYER PADERN

Villamaniscle, Spagna, 30 ottobre 1892 – Montjuic, Spagna, 26 aprile 1938

http://www.santiebeati.it/dettaglio/92924

 

NELLO STESSO GIORNO:

SAN GIOVANNI BATTISTA PIAMARTA SACERDOTE E FONDATORE

Brescia, 26 novembre 1841 – Remedello Sopra, Brescia, 25 aprile 1913

Nel villaggio di Remedello in provincia di Brescia, beato Giovanni Piamarta, sacerdote, che tra grandi difficoltà fondò l’Istituto Artigianelli di Brescia e nelle vicinanze di una colonia agricola allo scopo di fornire ai giovani una formazione religiosa insieme all’apprendimento di un mestiere diede vita alla Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth.

 

giovedì 25 aprile 2024

25.04.2024 - 1Pt 5,5-14 - Mc 16,15-20 - Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo - 1Pt 5,5-14

Carissimi, rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili.
Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché vi esalti al tempo opportuno, riversando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi. Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze sono imposte ai vostri fratelli sparsi per il mondo.
E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo Gesù, egli stesso, dopo che avrete un poco sofferto, vi ristabilirà, vi confermerà, vi rafforzerà, vi darà solide fondamenta. A lui la potenza nei secoli. Amen!
Vi ho scritto brevemente per mezzo di Silvano, che io ritengo fratello fedele, per esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di Dio. In essa state saldi! Vi saluta la comunità che vive in Babilonia, e anche Marco, figlio mio. Salutatevi l’un l’altro con un bacio d’amore fraterno. Pace a voi tutti che siete in Cristo!
1. “RIVESTITEVI TUTTI DI UMILTÀ” rivestitevi, mettetevi addosso, indossate una MENTALITÀ DI PICCOLEZZA, non di esibizione, di falsa modestia, ma di autentica MENTALITÀ DI PERSONA CHE SI CONSIDERA POCO... perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili [ai piccoli].

2. Le esortazioni finali all’umiltà e alla vigilanza sono l’INVITO A RESISTERE NELLA PROVA NELLA SPERANZA CERTA DELLA SALVEZZA. Umiliamoci sotto la potente mano di Dio, cioè consegnando interamente la nostra vita a Lui, perché AVVENGA DI NOI SECONDO LA SUA VOLONTÀ. 
3. GETTIAMO IN LUI OGNI NOSTRA PREOCCUPAZIONE, perdiamo ogni autosufficienza e affidiamoci totalmente alla cura di Dio. E anche se il diavolo-l’intralciatore è all’opera, POSSIAMO RESISTERGLI CON LA FEDE IN GESÙ. Dio CI CHIAMA alla gloria eterna, contrariamente alle sofferenze che sono solo temporanee. A Lui la potenza nei secoli. Amen!

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 16,15-20

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

 

La missione affidata da Gesù agli Apostoli è proseguita attraverso i secoli, e prosegue ancora oggi: essa richiede la collaborazione di tutti noi. Ciascuno, infatti, in forza del Battesimo che ha ricevuto, è abilitato per parte sua ad annunciare il Vangelo. E la missione è chiara: fare del mondo un battesimo, un laboratorio di immersione in Dio, in quel Dio che Gesù ha raccontato come amore e libertà, come tenerezza e giustizia. Ognuno di noi riceve oggi la stessa missione degli apostoli: annunciate. Niente altro. Non dice: organizzate, occupate i posti chiave, fate grandi opere caritative, ma semplicemente: annunciate.

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«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura». - Siamo annunciatori. Non di una notizia «nostra», ma di Gesù. È il nostro compito, semplice. O preferiamo proclamare noi stessi?

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25.04 SAN MARCO

sec. I

 

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mercoledì 24 aprile 2024

24.04.2024 - At 12,24-13,5 - Gv 12,44-50 - Io sono venuto nel mondo come luce.

Dagli Atti degli Apostoli - At 12,24-13,5

In quei giorni, la parola di Dio cresceva e si diffondeva. Bàrnaba e Sàulo poi, compiuto il loro servizio a Gerusalemme, tornarono prendendo con sé Giovanni, detto Marco.
C’erano nella Chiesa di Antiòchia profeti e maestri: Bàrnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d’infanzia di Erode il tetràrca, e Sàulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Sàulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono.
Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, scesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro. Giunti a Salamina, cominciarono ad annunciare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei.
1. LA COMUNITÀ DI ANTIOCHIA HA MATURATO DURANTE LA PREGHIERA L’ESIGENZA DI UN IMPEGNO AL DI FUORI DI SÉ, E QUESTO IMPEGNO È FRUTTO DELLO SPIRITO. Hanno capito che, se è successo a loro questo prodigio dell’accoglienza della parola di Gesù perché non può succedere un'altra volta? PERCHÉ NON POSSIAMO CONTRIBUIRE A FAR NASCERE UN ALTRO GRUPPO COME IL NOSTRO?

2. E alla domanda, dopo preghiere e digiuno SI RISPONDONO SÌ, DIO VUOLE QUESTO, e allora coraggio, INIZIANO UNA NUOVA ATTIVITÀ. Capiscono che Barnaba e Saulo sono riservati dallo Spirito per una missione per cui lo Spirito li ha chiamati.

3. E, dopo aver digiunato è pregato, gli VENGONO IMPOSTE LE MANI, gli viene trasmesso l’impegno di andare ad evangelizzare. NON vengono “ordinati” vengono inviati. È lo Spirito Santo che li hai inviati, la comunità ha detto di sì, la fonte della missione e Dio stesso. NON ERA UN PALLINO DELLA COMUNITÀ MA IL PROGETTO DI DIO...

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 12,44-50
In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

 

Uniti a Gesù siamo uniti al Padre, origine da cui tutto sgorga e vive. Gesù è l’immagine, l’amore e l’opera del Padre comunicati a noi. Vedendo Gesù, vediamo il Padre; seguendo Gesù, arriviamo al Padre. Gesù è la via certa e concreta per camminare nella luce e nella verità e giungere alla vita. Nessuno ci può strappare dalla comunione del Figlio con il Padre.
La sua venuta nel mondo provoca una scelta: chi sceglie le tenebre va incontro a un giudizio di condanna, chi sceglie la luce avrà un giudizio di salvezza. Il giudizio sempre è la conseguenza della scelta libera di ciascuno.

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Gesù è la luce, chi crede in Lui non rimane nelle tenebre. Ma gli uomini preferiscono le tenebre. Eppure Gesù non condanna, ma viene a salvare il mondo. E noi come reagiamo a chi ci rifiuta?

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24.04 SAN FEDELE DA SIGMARINGEN

Sigmaringen, Germania, 1577/8 - Seewis, Svizzera, 24 aprile 1622

NELLO STESSO GIORNO:
SAN BENEDETTO (ANGELO) MENNI SACERDOTE E FONDATORE
Milano, 11 marzo 1841 - Dinan, Francia, 24 aprile 1914
A Dinan in Francia, san Benedetto (Angelo) Menni, sacerdote dell’Ordine di San Giovanni di Dio, fondatore della Congregazione delle Suore Ospedaliere del Cuore di Gesù.

 

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