Dalla lettera agli Ebrei - Eb 13,1-8
Fratelli, l’amore fraterno resti saldo. Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli. Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere, e di quelli che sono maltrattati, perché anche voi avete un corpo. Il matrimonio sia rispettato da tutti e il letto nuziale sia senza macchia. I fornicatori e gli adùlteri saranno giudicati da Dio.La vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: «Non ti lascerò e non ti abbandonerò». Così possiamo dire con fiducia:«Il Signore è il mio aiuto, non avrò paura.Che cosa può farmi l’uomo?».Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio. Considerando attentamente l’esito finale della loro vita, imitatene la fede.Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!
1. L’AMORE FRATERNO può esercitarsi sotto diverse forme: L’OSPITALITÀ, che torna a vantaggio di chi la pratica, LA SIMPATIA, che s’identifica con coloro che soffrono, LA BENEFICENZA, della quale Dio stesso si compiace.2. Anche l’avarizia, purtroppo, ha diversi aspetti: si può amare il denaro che si possiede, ma anche quello che si desidererebbe avere. IMPARIAMO AD ACCONTENTARCI DELLE COSE CHE ABBIAMO ORA. E, per i bisogni o i pericoli di domani, APPOGGIAMOCI «CON PIENA FIDUCIA» SULLA FEDELTÀ DEL SIGNORE. Colui che è il nostro aiuto non può cambiare.3. «Tu rimani lo stesso»: «GESÙ CRISTO È LO STESSO IERI, OGGI, E IN ETERNO»! Se Egli ci basta, le «diverse e strane dottrine» non avranno alcuna presa su di noi. LA REALTÀ DELLA SALVEZZA È PERMANENTE, DURA SEMPRE ED È FONDATA IN GESÙ CRISTO.
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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 6,14-29
In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!».
Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Il Vangelo descrive la fine drammatica di Giovanni il Battista, uomo giusto che proclamò con coraggio la verità dei comandamenti di Dio, anche quando ciò significava opporsi a Erode, il re potente. Questa sua integrità gli procurò l’ostilità e il rancore di Erodìade, che trovò l’occasione per vendicarsi.
In questa scena Erode rivela tutta la sua debolezza, incapace di rifiutare una richiesta crudele a causa del giuramento e della pressione sociale. La vicenda porta a riflettere sulla vulnerabilità dell’animo umano di fronte alle influenze esterne e al cattivo uso del potere, mostrando come il cedimento morale possa condurre a scelte ingiuste. Giovanni, con il suo martirio, sigilla la sua testimonianza e servizio a Cristo, che è la verità in persona.
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