martedì 8 novembre 2022

IL PARADISO

IL PARADISO

 

LA STORIA RACCONTATA. 

Ecco una bella storia, raccontata da Padre Cantalamessa, che ci spiega com'è il Paradiso.

In un monastero medievale vivevano due monaci legati tra loro da profonda amicizia. Uno si chiamava Rufo e l'altro Rufino. In tutte le ore libere non facevano che cercare di immaginare e descrivere come sarebbe stata la vita eterna nella Gerusalemme celeste. Rufo che era un capomastro se l'immaginava come una città con porte d'oro, tempestata di pietre preziose; Rufino che era organista, la immaginava tutta risonante di celesti melodie. Alla fine fecero un patto: quello di loro che sarebbe morto per primo sarebbe tornato la notte successiva, per assicurare l'amico che le cose stavano proprio come le avevano immaginate. Sarebbe bastata una parola: se era come avevano pensato avrebbe detto: taliter (tale e quale); se era diversa avrebbe detto: aliter (diversa).


TALITER O ALITER?


Una sera, mentre era all'organo il cuore di Rufino si fermò. Rufo attese per mesi e finalmente, nell'anniversario della morte, ecco che in un alone di luce entra nella sua cella Rufino. Vedendo che tace, è lui a chiedergli, sicuro della risposta affermativa: taliter? “È così, vero?” Ma l'amico scuote il capo in segno negativo. Disperato, grida allora: aliter? “È diverso?” Di nuovo un segno negativo del capo. E finalmente dalle labbra chiuse dell'amico escono, come in un soffio, due parole: TOTALITER ALITER: è tutt'un'altra cosa! Rufo capisce in un lampo che il cielo è infinitamente di più di quello che avevano immaginato, che non si può descrivere, e di lì a poco muore anche lui, per il desiderio di raggiungerlo. Il fatto è una leggenda, ma il suo contenuto è quanto mai vero.

Un giorno, quando varcheremo le soglie della vita eterna, verranno spontanee alle labbra anche a noi quelle due parole: Totaliter aliter! È tutt'un'altra cosa! Lo auguro di cuore a me e a tutti voi.


COSA POSSIAMO FARE?


Cos’è l’unica cosa che possiamo fare? FIDARSI: “Senti, Dio mi ha sempre protetto, amato, custodito, difeso, si è preso cura di me: tutto questo è vero. Adesso, è vero che con la morte io non so cosa accade, e non lo capisco. Ma se Dio si è sempre preso cura di me, vuoi che adesso mi abbandoni? Vuoi che adesso mi lasci? È realisticamente possibile?”. “No!”. “Per cui mi fido e lo seguo, e anche se non capisco, so che andrà bene”.

Tutte le immagini che parlano dell’aldilà dicono delle emozioni, delle condizioni, ma non dicono come sarà. Come sarà l’aldilà? Sarà una sorpresa: una fioritura, una trasformazione, un’appartenenza a Dio che è amore e unità.


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