giovedì 3 ottobre 2024

AMORE E CURA NON HANNO ETÀ: ABBRACCIA I DIMENTICATI.

AMORE E CURA NON HANNO ETÀ: ABBRACCIA I DIMENTICATI. 
Jeanne, una signora di 97 anni, ha scritto una lettera ai suoi figli per raccontare la sua nuova vita nella casa di riposo, che sarà la sua ultima dimora. La sua lettera, intrisa di dignità e riflessione, esplora la realtà della solitudine e del distacco che sperimenta dopo aver lasciato la sua casa e i suoi beni più cari.
Nel descrivere la sua attuale condizione, Jeanne racconta con nostalgia la perdita di tutto ciò che ha avuto: dai mobili scelti con suo marito, ai libri della sua amata biblioteca, fino ai fiori del giardino che ha curato per anni. Riflette su come questi oggetti e luoghi rappresentassero più di semplici beni materiali; erano simboli di una vita piena di significato e di ricordi preziosi. La casa di riposo, con il suo arredo spartano e la routine quotidiana, appare come un luogo di grande distacco e privazione, dove gli oggetti che una volta le erano cari sembrano essere stati sostituiti da una realtà più sobria e impersonale.
Jeanne esprime anche il suo malessere per la mancanza di stimoli nella sua nuova destinazione. I libri che le portano i figli sono una piccola consolazione, ma la sua solitudine è grande. I suoi amici sono per lo più morti o in condizioni di salute precarie, e i residenti della casa di riposo, sebbene gentili, non sono in grado di offrire il contesto che viveva quando era a casa sua.
Inoltre, Jeanne parla della sua pratica religiosa, che ora è limitata a seguire la Messa quando arriva il sacerdote, una volta alla settimana, e il rosario tramite trasmissioni televisive. Sebbene queste trasmissioni siano un sostegno, non possono sostituire l'esperienza di pregare in Chiesa. Jeanne trova conforto nella preghiera personale, ma la mancanza della sua comunità le crea disagio e tristezza.
La lettera di Jeanne non è solo un resoconto della sua esperienza, ma anche un appello a considerare il destino degli anziani e degli abbandonati. Esprime una profonda preoccupazione per coloro che vivono in solitudine e povertà, privi della famiglia e della compagnia che potrebbe alleviare la loro condizione. Sottolinea l'importanza di essere presenti e affettuosi verso gli anziani, di non trascurare i loro bisogni emotivi e spirituali.
Jeanne riconosce che non tutti hanno la fortuna di avere una famiglia che possa visitare e prendersi cura di loro. Per questo motivo, chiede ai suoi figli di non solo pensare a lei, ma di estendere il loro amore e sostegno a tutti coloro che vivono situazioni simili. L'appello di Jeanne è per una maggiore umanità e compassione verso gli anziani e i soli, per portare loro il sorriso, l'affetto che possono fare una grande differenza nelle loro vite.
La lettera di Jeanne, quindi, è un potente richiamo alla responsabilità sociale e familiare, un invito a non dimenticare gli anziani e i dimenticati, e un richiamo alla cura e all'umanità che ogni persona merita, indipendentemente dalla propria condizione di vita.

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