sabato 30 novembre 2024

30.11.2024 - Rm 10,9-18 - Mt 4,18-22 - Essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.

    

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani - Rm 10,9-18

Fratello, se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».
Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!».
Ma non tutti hanno obbedito al Vangelo. Lo dice Isaìa: «Signore, chi ha creduto dopo averci ascoltato?». Dunque, la fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo. Ora io dico: forse non hanno udito? Tutt’altro:
«Per tutta la terra è corsa la loro voce,
e fino agli estremi confini del mondo le loro parole».

    1. Nella nostra professione di fede c'è il ricordo di qualcosa che è già stato fatto: GESÙ È STATO RISUSCITATO DALLA MORTE. GESÙ È IL SIGNORE! Alle nostre spalle c'è QUESTO EVENTO DI GRAZIA CHE GARANTISCE LA NOSTRA SALVEZZA. Ricordarlo ed essere riconoscenti e la prima tappa del cammino. ABBIAMO UNA STORIA ALLE SPALLE CHE CI FA ESSERE QUELLO CHE SIAMO! 
    2. CRISTO HA GIÀ DONATO LA SUA PAROLA ed essa è continuamente annunciata. LA PREDICAZIONE DEL VANGELO È DI NECESSITÀ ASSOLUTA poiché “la fede viene dall'ascolto e l'ascolto riguarda la parola di Cristo “. ISRAELE HA UDITO L'ANNUNCIO poiché “Per tutta la terra è corsa la loro voce”. ANCHE TU L’HAI UDITO….
    3. Abbiamo bisogno di SCOPRIRE chi è davvero il Signore del mondo, della storia, RICONOSCERLO e VEDERE che la sua vita, fatta di energia, ma anche di svuotamento, si ripropone oggi nella nostra esperienza di vita. ABBIAMO BISOGNO DI PROCLAMARE: «GESÙ È IL SIGNORE!», E CON IL TUO CUORE CREDERE CHE DIO LO HA RISUSCITATO DAI MORTI…

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    + Dal vangelo secondo Matteo - Mt 4,18-22
    In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
    Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.  

     

    «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». Il Signore si rivela a noi non in modo straordinario o eclatante, ma nella quotidianità della nostra vita. Lì dobbiamo trovare il Signore; e lì Lui si rivela, fa sentire il suo amore al nostro cuore. «Subito lasciarono le reti e lo seguirono». L’apostolo Andrea ci insegni a seguire Gesù con prontezza, a parlare con entusiasmo di Lui a quanti incontriamo, e soprattutto a coltivare con Lui un rapporto di vera familiarità, ben coscienti che solo in Lui possiamo trovare il senso ultimo della nostra vita e della nostra morte.
    Hai mai riflettuto seriamente a cosa ti chiama il Signore nella tua vita? E in questo momento specifico della tua vita?

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    Lasciare tutto e seguire Gesù. Il primo è Andrea che trascina il fratello Pietro, che sarà il capo degli Apostoli. Pescatori di uomini. Andrea lo ha già fatto con il fratello. Pronti a vivere "senza rete"?

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    venerdì 29 novembre 2024

    29.11.2024 - Ap 20,1-4.11-21,2 - Lc 21,29-33 - Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.

    Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 20,1-4.11-21,2

    Io, Giovanni, vidi un angelo che scendeva dal cielo con in mano la chiave dell’Abisso e una grande catena. Afferrò il drago, il serpente antico, che è diavolo e il Satana, e lo incatenò per mille anni; lo gettò nell’Abisso, lo rinchiuse e pose il sigillo sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni, dopo i quali deve essere lasciato libero per un po’ di tempo.
    Poi vidi alcuni troni - a quelli che vi sedettero fu dato il potere di giudicare - e le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni.
    E vidi un grande trono bianco e Colui che vi sedeva. Scomparvero dalla sua presenza la terra e il cielo senza lasciare traccia di sé. E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. E i libri furono aperti. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati secondo le loro opere, in base a ciò che era scritto in quei libri. Il mare restituì i morti che esso custodiva, la Morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere. Poi la Morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. E chi non risultò scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco.
    E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più. E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
      1. In questo brano abbiamo la DESCRIZIONE DELL’ULTIMO GIUDIZIO DI DIO. Egli seduto su un trono bianco: davanti a lui la terra e il cielo scompaiono senza lasciare traccia. TUTTI I MORTI, GRANDI E PICCOLI, SI PRESENTANO DAVANTI A DIO E VENGONO APERTI DEI LIBRI, tra cui anche il “LIBRO DELLA VITA”. SIAMO IN CAMMINO NELLA STORIA, VERSO LA META ULTIMA E MERAVIGLIOSA CHE È IL REGNO DEI CIELI…
      2. TUTTI VERRANNO GIUDICATI SECONDO LE LORO OPERE. NESSUNO ANDRA' PERDUTO, PERCHÉ NIENTE E NESSUNO PUÒ SCOMPARIRE DAVANTI A DIO. Poi la Morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco… ORA CI SONO  LE NOSTRE OPERE DA COMPIERE….
      3. Giovanni con la sua ultima visione “UN CIELO NUOVO E UNA TERRA NUOVA” c’introduce nel mondo di DIO che diventa anche il mondo dell’UOMO. TUTTO L’UNIVERSO SARÀ RINNOVATO E VERRÀ LIBERATO una volta per sempre da ogni traccia di male e dalla stessa morte. “LA CITTÀ SANTA, LA NUOVA GERUSALEMME” discesa dal cielo adorna come una “SPOSA” per il suo sposo è chiaramente L’OPPOSTO DELLA “GRANDE PROSTITUTA” che si vestiva di ricche vesti e gioielli solo per far vedere al mondo e a sé stessa la gloria e la sua potenza falsa e di breve durata. E TU DI CHI SEI FIGLIO?

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      + Dal Vangelo secondo Luca - Lc 21,29-33

      In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: “Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l’estate è vicina. Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
      In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.

      Il mondo subirà le sue trasformazioni cosmiche nel corso dei secoli, i cieli e la terra passeranno, ma, Gesù ci dice: "Le mie parole non passeranno". Le parole del Vangelo non conducono verso la distruzione del mondo, ma all’annuncio della vita nuova. Non dobbiamo lasciarci sommergere dall’onda delle tragedie che incombono sulle rive della storia, e dei piccoli o grandi drammi che taglieggiano la nostra giornata. Gesù ci dice: “il regno di Dio è vicino". Questo non è un riferimento alla fine del mondo. Gesù ci vuole far capire che la realtà che viviamo è preziosa, che la nostra vita quotidiana è un tempo propizio per la salvezza, ogni momento che Dio ci da è un occasione favorevole per vivere corrispondendo al suo amore, ogni occasione che abbiamo per fare il bene è un dono prezioso che va sfruttata e che non è detto che torni.

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      In teoria cerchiamo cose che non passino, in pratica seguiamo le mode, che non fanno altro che passare. «Il cielo e la terra», cioè tutto, passerà. Tranne le sue parole. Scegliamo: le mode o le parole?

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      IL SANTUARIO - Santuario della Pace - Albisola Superiore (SV)

      IL SANTUARIO

       

      Nuova costruzione

      La Cappella, a distanza di quasi cento anni, risultò piccola per l'accoglienza dei pellegrini. Nel 1578 i Consigli comunali di Albisola e di Stella decretarono la costruzione di un vero Santuario. Venne pensato non in sostituzione della Cappella ma integrato con essa; questa divenne la Cripta del Santuario ad esso collegata da due scale interne. La costruzione venne conclusa nel 1582.


      Struttura
      L'edificio è stato progettato con la facciata rivolta verso il mare, sull'asse Sud-Nord. L'interno era a tre navate e, anche se non di vaste dimensioni, poteva accogliere un buon numero di fedeli.

      La radicale ristrutturazione

      Tra il 1879 e il 1881 subì una significativa modifica e ampliamento. A motivo del nuovo percorso della strada che porta al Sassello, il presbiterio venne eliminato e portato al lato Sud. Venne così capovolta l'impostazione del Santuario. La nuova facciata venne costruita a Nord mentre a Sud venne posto il presbiterio. Questi lavori di profonda trasformazione permisero di innalzare la cupola e di dare ulteriore ampliamento all'edificio.
      Nel periodo 1891 - 1892 fu innalzato il campanile, dotato di sei campane bronzee, su progetto di Giuseppe Grosso e Benedetto Durante.

      Ultimi interventi
      Nel 2007 la cupola presentò seri inconvenienti statici. Si imposero lavori straordinari di risanamento che si estesero anche all'intero tetto. Ora la struttura è solida e sembra garantita per il prossimo futuro.

      La facciata

       

      Si sviluppa prevalentemente in altezza. La larghezza corrisponde alla sola navata centrale. É ornata da quattro lesene con relativi capitelli corinzi.
      Sul frontone, in alto, un tondo dipinto con croce raggiata, composta da elementi stilizzati. Sull'apice del tetto a spiovente, una semplice croce in ferro battuto. Ha un unico portale ligneo centrale, che introduce ad un'ampia bussola che sorregge il sontuoso organo e la cantoria. Sulla parete sinistra è visibile la lapide che ricorda la consacrazione del Santuario; a destra è posta la scaletta che sale alla cantoria.

       

      L'INTERNO DEL SANTUARIO
      Per chi entra dalla porta principale, superata la bussola, il Santuario si presenta a tre navate, con due Cappelle laterali e il Presbiterio.

      LA NAVATA CENTRALE

      Si sviluppa in tre campate suddivise da due piloni per lato. Vista dal fondo, dà la reale prospettiva dell'insieme: una veduta resa luminosa dalle vetrate ai lati della volta e dalla cupola del presbiterio. L'altezza piuttosto pronunciata dona all'insieme un senso di solennità e rende l'ambiente armonioso.


       

      Il soffitto

      Tra ornati vari si susseguono due grandi raffigurazioni del pittore bergamasco Pietro Baggi (1948).
      La prima rappresenta lo scontro del 18 ottobre 1482. In primo piano, i protagonisti in armi sul terreno di lotta, mentre, attoniti, guardano la luminosa nube apparsa. Sono scritte anche le parole provenienti dalla nube: Pace, Pace, Pace. Alcuni, rapiti dall'evento prodigioso, hanno lasciato cadere le armi, altri sono ancora in atteggiamento bellicoso.
      La seconda riproduce la tradizionale immagine della Madonna della Pace venerata nella Cappella, Nel campo inferiore sono in evidenza i Santi Patroni delle due Comunità: San Nicolò (Albisola) e San Giovanni Battista (Stella). Tra i due santi, sullo sfondo, il Santuario e l'annessa struttura immersi nel contesto del paesaggio.
      A contorno dell'intero soffitto, sono ricavate molteplici vele con affrescati di angeli inframmezzati da medaglioni con simbologie e titoli mariani.

      Gli spazi sopra le arcate
      Sugli spazi laterali sopra le arcate, troviamo angeli posti lateralmente ai medaglioni con simbologie, con didascalie che si riferiscono alla Vergine con tonalità improntata alla pace.
      Sulla sinistra, un medaglione col Santuario e la scritta "Dabo Pacem in finibus vestris"; quindi la colomba della pace e la didascalia "Mundo inquieto veni Pacifera". Sulla destra, un medaglione con il turibolo e la scritta "Semper Deo suove ardens"; poi quello del Cuore di Maria, accompagnato da "Amor Matris pignus salutis"; infine il faro con l'espressione "Vitae procellis secura lux".

      LE NAVATE LATERALI
      Sono ripartite in tre campate con volte suddivise in quattro vele, dipinte con richiami prevalentemente mariani, opera di Pietro Baggi (1949-1951). Sull'estremità inferiore delle "volte" sono ricavate sei "lunette" affrescate a paesaggi naturali, che danno un tono di armonia a tutta la volta.

      Le vele

      Ogni vela è affrescata con festoni e simboli vari.
      Quella posta di fronte alla cappella della Madonna è dedicata a S. Giuseppe e riporta la frase "Joseph protector Sanctae Ecclesiae" e quella antistante alla cappella del Sacro Cuore è un'invocazione al Cuore di Cristo: "Cor Jesu adveniat regnum tuum".
      Le altre quattro, sui festoni di ogni spicco di vela, riportano le litanie lauretane.

      Le lunette

      In tono mariano sono decorate anche le "lunette", delicati dipinti posti sulla parte alta delle pareti. Due sono collocate sulla parte alta del presbiterio. Quella di sinistra rappresenta la proclamazione della maternità di Maria al Concilio di Efeso e quella di destra Papa Pio IX che proclama il dogma dell'Immacolata Concezione di Maria. Le Sei, disposte sulle pareti delle navate laterali, riportano le frasi principali della preghiera dell' Ave Maria.
      Quella sul fondo, sopra l'organo, raffigura Pio XII che consacra il genere umano al cuore immacolato di Maria. Sono tutte opera di Pietro Baggi. L'interno del Santuario è così avvolto da un diffuso riferimento mariano.

      LE PARETI DELLE NAVATE
      Sono arricchite da una preziosa via crucis a stampo di polvere marmorea, da un reliquiario e da un pulpito in marmo.

      La via crucis

      Le quattordici formelle, di ampia dimensione, sono distribuite sulle due pareti. Le scene sono ricche di personaggi, modellati a rilievo su sfondi naturalistici policromati. Sono di pregevole fattura.





      Il reliquiario

      È incastonato nella parete laterale della prima campata a sinistra, un tempo custodia di reliquie e di oli santi. Scolpito in marmo, raffigura simbolicamente un portale che fa da contorno alla porticina. Riporta diversi decori in bassorilievo: negli elementi decorativi architettonici (colonnine, capitelli, archi, pinnacoli) vi predomina lo stile gotico. Il Poggi lo fa risalire al XIV-XV secolo.




       

      Il pulpito marmoreo

      Posto a sinistra del fronte presbiteriale, esagonale, risulta ornato da un medaglione raggiato in bassorilievo con al centro il triangolo, simbolo della Trinità, e una bocca ad indicare l'annuncio della Parola di Dio. Ai lati, ancora in altorilievo, inseriti in una nicchia terminante con una conchiglia, i santi Antonio di Padova col giglio e la bibbia, e Agostino col pastorale.
      In alto, a destra, è sospeso un crocifisso, come una volta era rituale nei pulpiti. Bell'ornamento scultoreo sta nel sottostante piedistallo, corredato di foglie e due putti. Realizzato nel XV secolo, acquistato per il Santuario nel XIX secolo.




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      giovedì 28 novembre 2024

      28.11.2024 - Ap 18,1-2.21-23; 19,1-3.9 - Lc 21,20-28 - Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.

      Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 18,1-2.21-23; 19,1-3.9

      Io, Giovanni, vidi un altro angelo discendere dal cielo con grande potere, e la terra fu illuminata dal suo splendore.
      Gridò a gran voce:
      «È caduta, è caduta Babilonia la grande,
      ed è diventata covo di demòni,
      rifugio di ogni spirito impuro,
      rifugio di ogni uccello impuro
      e rifugio di ogni bestia impura e orrenda».
      Un angelo possente prese allora una pietra, grande come una màcina, e la gettò nel mare esclamando:
      «Con questa violenza sarà distrutta
      Babilonia, la grande città,
      e nessuno più la troverà.
      Il suono dei musicisti,
      dei suonatori di cetra, di flauto e di tromba,
      non si udrà più in te;
      ogni artigiano di qualsiasi mestiere
      non si troverà più in te;
      il rumore della macina
      non si udrà più in te;
      la luce della lampada
      non brillerà più in te;
      la voce dello sposo e della sposa
      non si udrà più in te.
      Perché i tuoi mercanti erano i grandi della terra
      e tutte le nazioni dalle tue droghe furono sedotte».
      Dopo questo, udii come una voce potente di folla immensa nel cielo che diceva:
      «Alleluia!
      Salvezza, gloria e potenza
      sono del nostro Dio,
      perché veri e giusti sono i suoi giudizi.
      Egli ha condannato la grande prostituta
      che corrompeva la terra con la sua prostituzione,
      vendicando su di lei
      il sangue dei suoi servi!».
      E per la seconda volta dissero:
      «Alleluia!
      Il suo fumo sale nei secoli dei secoli!».
      Allora l’angelo mi disse: «Scrivi: Beati gli invitati al banchetto di nozze dell’Agnello!».

        1. BABILONIA: LA CITTÀ IMMAGINE DI UNA SOCIETÀ DEPRAVATA. La caduta di Babilonia, cioè di Roma, viene descritta in modo molto dettagliato. L’Angelo grida con voce possente e parla di CITTÀ VOTATA ALLA DISTRUZIONE, annuncia che DIVENTERÀ DIMORA DI ANIMALI SELVATICI E DI UCCELLI DA PREDA MA ANCHE COVO DI DEMONI, secondo una credenza che riteneva i luoghi solitari abitati da spiriti impuri.
        2. DOPO LA ROVINA DI BABILONIA, VIENE PROCLAMATA LA SALVEZZA, perché ormai Babilonia è caduta, il sangue dei martiri è stato vendicato, l’empietà e l’idolatria della “prostituta/Babilonia” è stata punita. UNA FOLLA STERMINATA canta due volte l’Alleluja, perché “la SALVEZZA, GLORIA, FORZA SONO DEL NOSTRO DIO e i suoi giudizi sono giusti e veraci”.
        3. La Parola di oggi non mette il punto su questo finale di giudizio contro il male. APRE ORIZZONTI DI SCONFINATA GIOIA. "Beati gli invitati al banchetto di nozze dell'Agnello". Si sta per compiere la mistica unione tra Dio e la Chiesa sua sposa.

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        + Dal vangelo secondo Luca - Lc 21,20-28
        In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
        «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
        Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».  

         

        Gesù profetizza la distruzione di Gerusalemme e gli eventi apocalittici che seguiranno. Egli avverte i suoi discepoli di fuggire quando vedranno la città circondata da eserciti, poiché saranno giorni di grande calamità. La devastazione colpirà duramente, con segni celesti che terrorizzeranno l'umanità. Tuttavia, Gesù invita i suoi seguaci a non perdere la speranza, poiché questi eventi preannunciano la sua venuta con potenza e gloria. La liberazione dei fedeli sarà imminente, un motivo di consolazione in mezzo al caos. Dobbiamo risollevare e alzare il capo perché proprio nei momenti in cui tutto sembra finito il Signore viene a salvarci; lo attendiamo con gioia anche nel cuore delle tribolazioni, nelle crisi della vita e nei drammi della storia. Impariamo ad attendere il Signore!

         

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        AVVENTO: ATTESA CHE RAFFORZA, PAZIENZA CHE ILLUMINA IL FUTURO.

         AVVENTO: ATTESA CHE RAFFORZA, PAZIENZA CHE ILLUMINA IL FUTURO.

        Il tempo di Avvento è un periodo di attesa, di speranza e preparazione, un momento che richiede pazienza e autocontrollo, proprio come l’esperimento dei marshmallow (si tratta di uno zuccherino, un dolcetto, molto apprezzato dai bambini dei paesi anglosassoni) condotto da Walter Mischel. Il bambino doveva resistere 15 minuti prima di mangiare il dolcetto che aveva nel piatto, allora ne poteva ricevere un altro in premio. Questo esperimento ci insegna che saper rimandare la gratificazione immediata costruisce una personalità resiliente e matura. I bambini che riuscirono a rimandare la gratificazione immediata, si sono dimostrati a circa 30 anni con punteggi universitari migliori. Allo stesso modo, il racconto del contadino del regno di Song evidenzia il pericolo dell’impazienza: il contadino impaziente, dopo aver piantato germogli di riso, li tirò verso l'alto per accelerarne la crescita, stremandosi dalla fatica. Tornò a casa soddisfatto, convinto di averli fatti crescere. Il giorno dopo, suo figlio scoprì con sgomento che tutte le piantine erano morte. La fretta aveva distrutto il raccolto. Cercare scorciatoie o voler accelerare i processi naturali porta al fallimento, come le piantine strappate prematuramente dal terreno.

        Questa lezione è applicabile alla vita quotidiana: affrontare le sfide e le attese senza cedere all’impulso richiede forza. Le persone spesso cercano gratificazioni immediate, ma la capacità di rimandarle favorisce uno sviluppo interiore più solido e consente di prendere decisioni ponderate. Gli esempi di vita, dalle relazioni amorose agli incontri importanti o alle tensioni lavorative, mostrano quanto sia difficile mantenere la calma e la pazienza, ma quanto sia essenziale per evitare reazioni impulsive che portano a conseguenze negative.

        Gesù, nei suoi discorsi ai discepoli, prepara la comunità non al terrore, ma a comprendere l'importanza della perseveranza e della speranza nei momenti difficili. L'angoscia e l'ansia sono inevitabili, ma è attraverso l’attesa e la pazienza che si costruisce una vera forza interiore. In questo senso, il saper aspettare e mantenere il controllo delle emozioni diventa un mezzo per affrontare le difficoltà e costruire un futuro più solido e gratificante.

        Rimandare la gratificazione, come mostrato nell’esperimento di Stanford, porta a risultati migliori nel lungo termine. La capacità di spostare l’attenzione su alternative positive è un modo efficace per gestire l’impulso. Ci insegna che le difficoltà dell’attesa possono trasformarsi in momenti di crescita, rafforzando il nostro sistema “freddo”, razionale, e contrastando il sistema “caldo” che ci spinge verso azioni immediate.

        In conclusione, l'Avvento è un tempo che ci invita a riflettere sull'importanza dell'attesa, della pazienza e della perseveranza. Impariamo a resistere alla tentazione della gratificazione immediata e  a saper aspettare. Questo periodo di preparazione al Natale ci insegna a non cercare scorciatoie, ma a costruire una forza che ci permetta di affrontare le sfide della vita con calma e fiducia in modo da costruire un futuro più radicato e luminoso.

         

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        mercoledì 27 novembre 2024

        27.11.2024 - Ap 15,1-4 - Lc 21,12-19 - Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.

        Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 15,1-4

        Io, Giovanni, vidi nel cielo un altro segno, grande e meraviglioso: sette angeli che avevano sette flagelli; gli ultimi, poiché con essi è compiuta l’ira di Dio.
        Vidi pure come un mare di cristallo misto a fuoco; coloro che avevano vinto la bestia, la sua immagine e il numero del suo nome, stavano in piedi sul mare di cristallo. Hanno cetre divine e cantano il canto di Mosè, il servo di Dio, e il canto dell’Agnello:
        «Grandi e mirabili sono le tue opere,
        Signore Dio onnipotente;
        giuste e vere le tue vie,
        Re delle genti!
        O Signore, chi non temerà
        e non darà gloria al tuo nome?
        Poiché tu solo sei santo,
        e tutte le genti verranno
        e si prostreranno davanti a te,
        perché i tuoi giudizi furono manifestati».
          1. Con questa visione, in cui gli angeli portano i sette flagelli, SI COMPIE IL GIUDIZIO DI DIO e tutte le nazioni si prostreranno davanti a Lui.
          2. Questo canto si chiama di “Mosè e dell’Agnello”, un tempo celebrava la liberazione dalla schiavitù dall’Egitto, ORA CELEBRA LA VITTORIA DELL’AGNELLO/GESÙ IMMOLATO E RISORTO. Il cantico celebra la GIOIA DI POTERSI RICONOSCERE IN UN DIO ONNIPOTENTE, le cui opere sono grandi e mirabili.
          3. I SEGUACI DELL’AGNELLO CANTANO LA LORO REDENZIONE. Il messaggio che Dio manda a tutti attraverso i suoi interventi è sempre lo stesso: “UN APPELLO AL PENTIMENTO E ALLA CONVERSIONE”...

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          + Dal vangelo secondo Luca - Lc 21,12-19
          In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
          «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
          Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
          Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
          Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

          Un Vangelo di stretta attualità per migliaia di cristiani ancora perseguitati. Per Gesù, ogni forma di persecuzione è un’occasione. “Avrete occasione di dare testimonianza”: potrete affermare l’amore di Cristo, l’attaccamento a Lui, l’unità con i fratelli, la misericordia e il perdono. 
          La fede ci fa camminare con Gesù sulle strade tante volte tortuose di questo mondo, nella certezza che la forza del suo Spirito piegherà le forze del male, sottoponendole al potere dell’amore di Dio. L’amore è superiore, l’amore è più potente, perché è Dio: Dio è amore. Coraggio!

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          A noi piace controbattere, vincere dialetticamente. Ma Gesù ci dice che la difesa non va preparata, che le risposte arriveranno, da Lui. Ma perché vogliamo sempre programmare e controllare tutto?

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          martedì 26 novembre 2024

          26.11.2024 - Ap 14,14-19 - Lc 21,5-11 - Non sarà lasciata pietra su pietra.

          Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 14,14-19

          Io, Giovanni, vidi: ecco una nube bianca, e sulla nube stava seduto uno simile a un Figlio d’uomo: aveva sul capo una corona d’oro e in mano una falce affilata.
          Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a colui che era seduto sulla nube: «Getta la tua falce e mieti; è giunta l’ora di mietere, perché la messe della terra è matura». Allora colui che era seduto sulla nube lanciò la sua falce sulla terra e la terra fu mietuta.
          Allora un altro angelo uscì dal tempio che è nel cielo, tenendo anch’egli una falce affilata. Un altro angelo, che ha potere sul fuoco, venne dall’altare e gridò a gran voce a quello che aveva la falce affilata: «Getta la tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna della terra, perché le sue uve sono mature». L’angelo lanciò la sua falce sulla terra, vendemmiò la vigna della terra e rovesciò l’uva nel grande tino dell’ira di Dio.

            1. Dopo la visione dei 144.000 che seguono l’Agnello sul monte Sion e dopo l’annuncio del giudizio su Roma-Babilonia, GIOVANNI VEDE UNO SIMILE A FIGLIO D’UOMO CHE APPARE PER IL GIUDIZIO, presentato con le immagini simboliche della mietitura e della vendemmia, con i simboli della trascendenza divina.
            2. La falce affilata che ha in mano sarà lo strumento che gli permetterà di mietere sulla terra: UN GIUDIZIO INTESO non come un'azione violenta, ma come una PIENA RIVELAZIONE CON LA RACCOLTA DELLE SUE CONSEGUENZE.
            3. Come il contadino che finiti mesi di fatica può, mietendo, raccogliere il frutto che si è salvato ed è cresciuto. Quel frutto è il suo orgoglio, la sua gioia. QUEL FRUTTO, PER DIO, SONO GLI UOMINI creati a sua immagine e somiglianza e che hanno risposto al dono di Dio agendo anche a sua immagine e somiglianza. CHE CIASCUNO DI NOI SIA LA GIOIA DEL SIGNORE…

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            + Dal vangelo secondo Luca - Lc 21,5-11
            In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
            Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
            Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.  

             

            Questo discorso di Gesù è sempre attuale. E’ un invito al discernimento, questa virtù cristiana di capire dove è lo spirito del Signore e dove è il cattivo spirito. Anche oggi, infatti, ci sono falsi “salvatori”, che tentano di sostituirsi a Gesù. Gesù ci mette in guardia: «Non andate dietro a loro!». “Non andate dietro a loro!”
            E il Signore ci aiuta anche a non avere paura: di fronte alle guerre, alle rivoluzioni, ma anche alle calamità naturali, Gesù ci libera dal fatalismo e da false visioni apocalittiche. Il Signore, padrone della storia, conduce tutto al suo compimento. Nonostante i disordini e le sciagure che turbano il mondo, il disegno di bontà e di misericordia di Dio si compirà!

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            Non ci piace essere sorpresi. Siamo noiosi. Chiediamo segnali chiari, netti. E non vediamo che già tutto è segno. Ci manca il decoder della storia e non ci chiediamo: qual è l’alfabeto della realtà?

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            "INSIEME, PER UN MONDO PIÙ UMANO."

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            Essere consacrati significa dedicare la propria vita interamente a Dio, vivendo secondo i valori del Vangelo e servendo la Chiesa e l'umanità. I consacrati, come frati, suore, monaci e altre forme di vita religiosa, scelgono di seguire i voti di povertà, castità e obbedienza. Questa decisione li distingue dal resto dei fedeli perché vivono una vita radicale, orientata esclusivamente alla ricerca della volontà divina. I consacrati desiderano essere un segno visibile della presenza di Dio nel mondo, anticipando la vita eterna attraverso il loro servizio e la loro spiritualità.

            Nonostante le varie forme che la vita consacrata può assumere – dai monaci ai frati, dalle suore ai membri di istituti secolari – ci sono caratteristiche comuni che li uniscono. Tra queste, oltre ai voti, vi è un'intensa vita di preghiera e un rapporto quotidiano con Dio. Vivono uno stile di vita semplice, sobrio e fraterno, e seguono un "carisma" particolare, cioè una modalità speciale di vivere la loro vocazione, ispirata dai fondatori dei loro ordini o istituti. Alcuni consacrati indossano abiti religiosi, mentre altri scelgono vesti laiche, ma tutti puntano a una vita completamente orientata a Dio.

            La vita consacrata ha radici antiche, risalenti ai primi secoli del cristianesimo, quando eremiti e monaci iniziarono a vivere in povertà e preghiera. Nel corso dei secoli, si sono sviluppate diverse modalità di vita consacrata, come gli ordini monastici, quelli mendicanti e le congregazioni più moderne, ciascuno con un carisma e una missione specifica. Dopo il Concilio Vaticano II, molte forme di vita consacrata sono state rinnovate, cercando di tornare alle origini dei loro carismi e adattandosi ai tempi moderni.

            Oggi la vita consacrata continua ad essere una scelta radicale di servizio e dedizione a Dio, in cui i consacrati contribuiscono a rendere il mondo più umano, più solidale e più vicino al Vangelo.

            Tra i vari Istituti di vita consacrata, il sottoscritto appartiene alla Congregazione del Sacro Cuore di Gesù detti “”Dehoniani”. Padre Leone Dehon, fondatore dei Dehoniani, ha donato alla Chiesa un carisma profondamente radicato nel culto del Sacro Cuore di Gesù. Il suo carisma si concentra sull'amore riparatore, impegnandosi a riparare i peccati del mondo attraverso la preghiera, la vita comunitaria e il servizio agli altri. L'ispirazione dehoniana è una risposta all'amore di Cristo, che spinge i suoi membri a vivere con dedizione per la trasformazione della società e l'aiuto ai più bisognosi, promuovendo giustizia e solidarietà nella società. I religiosi dehoniani vivono i voti di povertà, castità e obbedienza, dedicandosi alla preghiera, al servizio pastorale, educativo e sociale, con una particolare attenzione agli emarginati e ai poveri. La loro spiritualità è centrata sull'amore e sulla solidarietà, ispirata al Cuore di Cristo. Attraverso la vita comunitaria, cerchiamo di essere segni di speranza e di fraternità per il mondo.

            In conclusione, la vita consacrata rappresenta un cammino di radicale dedizione a Dio e al servizio degli altri, incentrato sui valori del Vangelo. I consacrati, attraverso i loro voti e la loro spiritualità, testimoniano l'amore divino nel mondo, offrendo un esempio di fede e di solidarietà. Nella Congregazione del Sacro Cuore di Gesù, i Dehoniani incarnano questo ideale, impegnandosi a riparare i peccati del mondo e a lavorare per una società più giusta e inclusiva. La loro missione di amore riparatore e servizio ai bisognosi continua a ispirare e trasformare le vite di molti, facendo della vita consacrata una risposta viva e attuale alla chiamata di Dio.

             

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            lunedì 25 novembre 2024

            25.11.2024 - Ap 14,1-3.4-5 - Lc 21,1-4 - Vide una vedova povera, che gettava due monetine.

            Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 14,1-3.4-5

            Io, Giovanni, vidi: ecco l’Agnello in piedi sul monte Sion, e insieme a lui centoquarantaquattromila persone, che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo.
            E udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di cetra che si accompagnano nel canto con le loro cetre. Essi cantano come un canto nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e agli anziani. E nessuno poteva comprendere quel canto se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra.
            Essi sono coloro che seguono l’Agnello dovunque vada. Questi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l’Agnello. Non fu trovata menzogna sulla loro bocca: sono senza macchia.
              1. LA COMUNITÀ SEGUE L’AGNELLO. Dio si riserva in questo mondo idolatrico, “UN POPOLO FEDELE”, “IL RESTO DI ISRAELE”, CIOÈ I 144.000. Questi compagni dell’Agnello si trovano sul Monte Sion. 
              2. Giovanni ha una visione celeste particolarmente solenne: SIAMO DI FRONTE ALL’AGNELLO CHE È SEDUTO SUL MONTE SION E ALLA SUA AZIONE REDENTRICE CHE RISCATTA L’UMANITÀ. I 144.000 sono i redenti della terra, coloro che sono stati messi al bando dall’impero romano a causa della loro fede in Cristo. SONO I PURI, GLI INTEGRI, I VERGINI, NEL SENSO CHE NON SONO STATI CONTAMINATI DA PRATICHE IDOLATRICHE, CIOÈ SI SONO RIFIUTATI DI ADORARE LE DUE BESTIE.
              3. Costoro vengono anche chiamati “PRIMIZIA DI DIO” per indicare che SONO CONSACRATI A DIO allo stesso modo in cui si consacravano a Dio i primi frutti del raccolto...

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              + Dal vangelo secondo Luca - Lc 21,1-4
              In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
              Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».  

               

              Gesù osserva attentamente quella donna e richiama l’attenzione dei discepoli sul contrasto netto della scena. I ricchi hanno dato, con grande ostentazione, ciò che per loro era superfluo, mentre la vedova, con discrezione e umiltà, ha dato «tutto quanto aveva per vivere»; per questo – dice Gesù – lei ha dato più di tutti.
              Anche noi rischiamo di sentirci a posto, dando alla Chiesa o ai poveri, piccole offerte che non incidono sulla nostra vita. Come la vedova, anche noi dobbiamo essere spinti dalla reale intenzione di fare del bene e non dal ritorno d’immagine che questo bene ci può comportare.

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              La vedova, miserabile, è la più generosa. E viene da chiedersi: ma perché proprio chi soffre di più sa esercitare la misericordia? Dobbiamo augurarci di cadere in miseria?

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              domenica 24 novembre 2024

              Dn 7,13-14 - Ap 1,5-8 - Gv 18,33-37 - XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) - Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

              XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) -Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo

              Domenica 24 Novembre 2024
              Dal libro del profeta Daniele - Dn 7,13-14
              Guardando nelle visioni notturne,
              ecco venire con le nubi del cielo
              uno simile a un figlio d’uomo;
              giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
              Gli furono dati potere, gloria e regno;
              tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
              il suo potere è un potere eterno,
              che non finirà mai,
              e il suo regno non sarà mai distrutto.

              1. Daniele nella visione vede che di fronte alle quattro bestie (= i poteri mondiali) che rovinano il mondo SI CONTRAPPONE un Figlio d’uomo. È l'immagine buona, è L'IMMAGINE DELL'UOMO PER ECCELLENZA, è colui al quale “L'ANTICO DI GIORNI” (=il Padre eterno) CONSEGNA IL POTERE, LA GLORIA E IL REGNO. Tutto è posto nelle sue mani!

              2. Consegnato il Potere, la Gloria e il Regno, tutti i popoli, le Nazioni e le lingue lo servivano. IL SUO POTERE È UN POTERE ETERNO CHE NON FINIRÀ MAI, IL SUO REGNO NON SARÀ MAI DISTRUTTO. Sono avvisati i poteri mondiali, le bestie!

              3. L’ Antico di giorni ha affidato il governo del mondo al Figlio dell’uomo. Noi riconosciamo facilmente nel Figlio dell'uomo Gesù stesso, Re dell'universo. NELLA SUA MORTE E RISURREZIONE GESÙ È DIVENTATO IL RE DELL'UNIVERSO e siede alla destra del Padre. È LUI IL NOSTRO RE…

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              Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo - Ap 1,5-8
              Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
              A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
              Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà,
              anche quelli che lo trafissero,
              e per lui tutte le tribù della terra
              si batteranno il petto.
              Sì, Amen!
              Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!

              1. Il saluto inaugurale descrive Gesù Cristo con tre titoli: testimone Fedele, primogenito dei morti, sovrano dei Re della terra. Gesù Cristo è il GARANTE CREDIBILE, è il PRIMO MORTO AD ESSERE RISUSCITATO, è colui che inaugura la nuova generazione dei viventi ed È ATTUALMENTE IL SOVRANO DEI RE DELLA TERRA.

              2. L'assemblea risponde LODANDO COLUI CHE CI AMA E CI HA LIBERATI dai nostri peccati con il suo sangue, con il suo sacrificio, e HA FATTO DI NOI UN REGNO, cioè sacerdoti per il suo Dio e Padre. SIAMO UN POPOLO DI SACERDOTI che rendono culto a Dio.

              3. Ecco VIENE sulle nubi del cielo. In ogni Messa si dice che GESÙ VIENE, che GESÙ È PRESENTE (= nella Parola, nel Pane, nella Comunità) COME IL RE DELL'UNIVERSO, COME IL SIGNORE DELLA NOSTRA VITA. A noi il COMPITO DI ACCOGLIERLO E DI RICONOSCERLO come il nostro UNICO SIGNORE: Gesù Cristo nostro Signore.

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              + Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 18,33-37
              In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
              Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
              Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

              1. Gesù e Pilato, uno di fronte all’altro. Due poteri, DUE ‘REGNI’, DUE MODI DI CONCEPIRE LA VITA E DI VIVERLA. Pilato pretende di dominare e decidere il destino dell’uomo. Gesù proclama un regno che si realizza in un ‘ALTRO MONDO’ e in ‘ALTRO MODO’… SCEGLI DA CHE PARTE STARE NON È LA STESSA COSA...

              2. Questo regno che si manifesterà pienamente alla fine dei tempi, È PRESENTE FIN D’ORA IN GESÙ che dona se stesso per amore. DOVE C'È GESÙ C'È IL REGNO. DOVE C'È GESÙ C'È LA VERITÀ SU DIO, SULL'UOMO E SUL REGNO… VIENI GESÙ...

              3. E’ QUESTO GESÙ CHE CI ATTRAE, e noi possiamo GUARDARLO E SEGUIRLO, desiderosi di verità e di pace: “Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. NON STANCHIAMOCI DI ASCOLTARLO...
              BUONA DOMENICA....

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              RE DELL’AMORE

              Gesù inaugura un regno di pace, amore e fratellanza. La vera testimonianza cristiana è quella vissuta, come dice Alberto Hurtado: “Il mondo si convertirà grazie ai cristiani che portano la croce nell’intimo della vita, e non al collo”. Solo attraverso il nostro attaccamento a Cristo, Re dell’amore, noi aiuteremo la nostra società a ritrovare le sue radici cristiane e a risollevare tutti i crocifissi della storia che incontriamo sulle nostre strade.

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              LECTIO DIVINA - XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) - Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo.

              OMELIA - XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) - Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo.