Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési - Fil 2,5-11
Fratelli,abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù:egli, pur essendo nella condizione di Dio,non ritenne un privilegiol’essere come Dio,ma svuotò se stessoassumendo una condizione di servo,diventando simile agli uomini.Dall’aspetto riconosciuto come uomo,umiliò se stessofacendosi obbediente fino alla mortee a una morte di croce.Per questo Dio lo esaltòe gli donò il nomeche è al di sopra di ogni nome,perché nel nome di Gesùogni ginocchio si pieghinei cieli, sulla terra e sotto terra,e ogni lingua proclami:«Gesù Cristo è Signore!»,a gloria di Dio Padre.
1. ABBIATE IN VOI GLI STESSI SENTIMENTI DI CRISTO GESÙ. È questo l’atteggiamento del cristiano: ESSERE COME CRISTO, ASSIMILARE LA MENTALITÀ DI CRISTO. I sentimenti sono il suo modo di pensare, il suo atteggiamento profondo di Figlio obbediente che dice SI e fa quello che il Padre vuole. STUDIAMO E MEDITIAMO LA PAROLA OGNI GIORNO!2. Questo testo che leggiamo nella domenica delle palme, ci ricorda che noi dobbiamo avere gli stessi sentimenti che furono di Cristo Gesù. SE NON GLI ABBIAMO, È NECESSARIO PENTIRCI PER CAMBIARE e diventare come Lui… OGGI…3. Paolo aggiunge lo splendido INNO CRISTOLOGICO in cui SI CELEBRA GESÙ che pur essendo in forma di Dio non tiene tutto per sé, ma si svuota, si fa povero, si fa uomo, si annienta per la nostra salvezza. Per questo DIO LO HA ESALTATO e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome. CONTEMPLIAMO IL MISTERO DI DIO…
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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 14,15-24
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».
Accade anche oggi che quelli che dicono di credere in Dio trovano mille scuse per non fare la volontà di Dio concretamente ogni giorno.
Nonostante ciò il progetto di Dio non si interrompe. Di fronte al rifiuto dei primi invitati Dio non si scoraggia, non sospende la festa, ma ripropone l’invito allargandolo oltre ogni ragionevole limite e manda i suoi servi nelle piazze e ai crocicchi delle strade a radunare tutti quelli che trovano. Si tratta di gente qualunque, poveri, abbandonati e diseredati, addirittura buoni e cattivi – anche i cattivi sono invitati – senza distinzione. E la sala si riempie di “esclusi”. Il Vangelo, respinto da qualcuno, trova un’accoglienza inaspettata in tanti altri cuori.
E così gli unici che mangeranno di quella cena saranno quelli che per un motivo o per un altro sono affamati, e hanno smesso di sentirsi sazi di cose che non contano nulla.
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Gesù vuole costringerci ad entrare, perché la sua casa si riempia. E manda molti inviti, chiama ognuno di noi, per nome. Si tratta quindi di rispondere: troviamo scuse o siamo felici dell’invito?
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