sabato 6 luglio 2024

06.07.2024 - Am 9,11-15 - Mt 9,14-17 - Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?

Dal libro del profeta Amos - Am 9,11-15

Così dice il Signore:
«In quel giorno rialzerò la capanna di Davide,
che è cadente;
ne riparerò le brecce, ne rialzerò le rovine,
la ricostruirò come ai tempi antichi,
perché conquistino il resto di Edom
e tutte le nazioni
sulle quali è stato invocato il mio nome.
Oracolo del Signore, che farà tutto questo.
Ecco, verranno giorni
- oracolo del Signore -
in cui chi ara s'incontrerà con chi miete
e chi pigia l'uva con chi getta il seme;
i monti stilleranno il vino nuovo
e le colline si scioglieranno.
Muterò le sorti del mio popolo Israele,
ricostruiranno le città devastate
e vi abiteranno,
pianteranno vigne e ne berranno il vino,
coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto.
Li pianterò nella loro terra
e non saranno mai divelti da quel suolo
che io ho dato loro».
1. In questo oracolo profetico si annuncia che Dio non abbandona il suo popolo. Dio distrugge il male abbattendo il prepotente facendo trionfare il diritto e la vita. SI APRE ORA UNA PROSPETTIVA DI RESTAURAZIONE che rialzerà, riparerà e ricostruirà il popolo di Dio, la dinastia di Davide: DIO SI RIVELA E RIMANE FEDELE (SEMPRE E COMUNQUE) ALL’ALLEANZA.

2. Sarà NECESSARIO IL LAVORO DELL’UOMO nell’opera di ricostruzione (chi ara, chi miete, ecc..); MA SOLO IN DIO QUEL LAVORO OTTERRÀ RISULTATI straordinari e la natura stessa collaborerà con l’uomo. Ci sarà una definitività nella restaurazione che Dio effettuerà. IL DIO CHE HA CREATO IL MONDO È IN GRADO DI FARE COSE NUOVE.

3. TALE POSSIBILITÀ FONDA LA NOSTRA SPERANZA nel Dio che vuole sempre salvare l’uomo, anche se questa salvezza passa attraverso la sofferenza, che diviene correzione più che punizione, e che CONDUCE COMUNQUE AD UNA REDENZIONE. Il progetto di Dio sulla creatura è sempre benefico, e culminerà nella vita di Gesù.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 9,14-17
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
“A vini nuovi, otri nuovi. La novità del Vangelo. Cosa ci porta il Vangelo? Gioia e novità. Questi dottori della legge erano rinchiusi nei loro comandamenti, nelle loro prescrizioni. Questa legge di questa gente non era cattiva: custoditi ma prigionieri, in attesa che venisse la fede. Quella fede che sarebbe stata rivelata, in Gesù stesso“.
E Cristo, lo Sposo, è ancora qui con noi. Egli è il vestito bello e il vino nuovo della festa. Non sempre tuttavia percepiamo la sua presenza in modo evidente e gioioso. Ma anche quando sopraggiungono i giorni della fatica e del digiuno, la speranza della sua venuta e la certezza del suo amore attraversano il cuore.

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Di nuovo un dialogo tra sordi: da una parte la magia del sacrificio (del digiuno) dall’altra la gioia dell’incontro (amoroso). Siamo capaci di restare in attesa del ritorno dello sposo?

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venerdì 5 luglio 2024

05.07.2024 - Am 8,4-6.9-12 - Mt 9,9-13 - Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici.

Dal libro del profeta Amos - Am 8,4-6.9-12

«Ascoltate questo,
voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: "Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?
E il sabato, perché si possa smerciare il frumento,
diminuendo l'efa e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del grano"».
«In quel giorno
- oracolo del Signore Dio -
farò tramontare il sole a mezzogiorno
e oscurerò la terra in pieno giorno!
Cambierò le vostre feste in lutto
e tutti i vostri canti in lamento:
farò vestire ad ogni fianco il sacco,
farò radere tutte le teste:
ne farò come un lutto per un figlio unico
e la sua fine sarà come un giorno d'amarezza.
Ecco, verranno giorni,
- dice il Signore Dio -
in cui manderò la fame nel paese;
non fame di pane né sete di acqua,
ma di ascoltare le parole del Signore».
Allora andranno errando da un mare all'altro
e vagheranno da settentrione a oriente,
per cercare la parola del Signore,
ma non la troveranno.
1. IL SIGNORE NON È INDIFFERENTE AL MALE E NON È NEUTRO. Nella Bibbia Dio si schiera sempre dalla parte del povero e del debole, mai con i prepotenti e con gli arroganti. Amos accusa colui che si approfitta del debole e dell’ignorante e pronuncia la sentenza: NEL GIORNO STABILITO DA DIO SI SCATENERÀ, per costoro, il castigo che si manifesterà con terremoto, maremoto e l’eclissi.

2. Lo sdegno di Dio, provocato dall’uomo, si ripercuoterà quindi nel creato, “farò tramontare il sole a mezzogiorno e oscurerò la terra in pieno giorno!”. Ma per coloro che hanno calpestato il povero avranno UNA GRANDE FAME E UNA GRANDE SETE PER L’ASSENZA DELLA PAROLA DI DIO. Dio non parlerà più al suo popolo, il profeta è stato allontanato! 

3. A questo punto TUTTI SENTIRANNO UN DESIDERIO SPASMODICO DELLA SUA PAROLA, senza tuttavia poterlo più soddisfare, e nonostante la gente provi a vagare alla ricerca di Dio, egli non si farà trovare. È il castigo peggiore che (ci) possa capitare, IL SILENZIO DI DIO.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 9,9-13
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: "Misericordia io voglio e non sacrifici". Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Gesù mangia con i peccatori e con gente che non gode di buona fama; questo significa che anche loro possono diventare suoi discepoli. Chiamando Matteo, Gesù mostra a tutti che Lui non guarda al loro passato, alla condizione sociale, alle convenzioni esteriori, ma piuttosto apre loro un futuro nuovo. 
Cosa ha visto Gesù in Matteo? Ha visto il desiderio di una vita diversa e più umana. E Matteo che cosa ha visto in Gesù? Ha visto uno sguardo diverso, un volto pieno di misericordia.
È Gesù stesso che rispondendo ai farisei spiega il suo agire: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Uno smacco per quei farisei che non mettevano al primo posto la misericordia ma la fedeltà alla Legge, dimostrando di non conoscere il cuore di Dio! Ma Tu ti lasci guardare da Gesù? o scappi dal suo sguardo?

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Cosa spinge Matteo a seguire questo “sconosciuto” chiamato Gesù? Forse qualcosa che è legato alla consapevolezza del proprio peccato e del bisogno di perdono. Di smettere di fare i sacrifici e di aprirsi alla misericordia. E noi cosa aspettiamo?

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giovedì 4 luglio 2024

04.07.2024 - Am 7,10-17 - Mt 9,1-8 - Resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

Dal libro del profeta Amos - Am 7,10-17

In quei giorni, Amasìa, sacerdote di Betel, mandò a dire a Geroboàmo re d’Israele: «Amos congiura contro di te, in mezzo alla casa d’Israele; il paese non può sopportare le sue parole, poiché così dice Amos: “Di spada morirà Geroboàmo e Israele sarà condotto in esilio lontano dalla sua terra”». Amasìa disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritìrati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno».
Amos rispose ad Amasìa e disse:
«Non ero profeta né figlio di profeta;
ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro.
Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge.
Il Signore mi disse:
Va’, profetizza al mio popolo Israele.
Ora ascolta la parola del Signore: Tu dici: “Non profetizzare contro Israele, non parlare contro la casa d’Isacco”. Ebbene, dice il Signore: “Tua moglie diventerà una prostituta nella città, i tuoi figli e le tue figlie cadranno di spada, la tua terra sarà divisa con la corda in più proprietà; tu morirai in terra impura e Israele sarà deportato in esilio lontano dalla sua terra”».
1. Le parole di Amos, sgradevoli alle orecchie del re Geroboàmo e di tutto Israele, denunciano senza mezzi termini la corruzione presente nella società del regno di Israele. AMOS DICE SEMPLICEMENTE LA VERITÀ, MA SI TRATTA DI UNA VERITÀ SCOMODA. Israele pensa di potersela cavare e sottovaluta gli avvertimenti del profeta, di Dio. Illusi!

2. Il mondo non resiste alla parola di Dio, e IL PROFETA che la proclama (ieri come oggi) VIENE PERSEGUITATO. Amos viene cacciato via dalla città, si cerca di zittirlo, ed è la stessa autorità religiosa a farlo, in combutta con il potere politico, MA AMOS È INVIATO DA DIO, agisce per conto di Dio.

3. Il potere religioso che si è staccato da Dio e si è legato ai poteri della terra, HA TRADITO LA SUA CHIAMATA PER RIFUGIARSI IN SÉ STESSO, sarà trascinato nel dolore (nei figli morti di spada), nella vergogna («tua moglie diventerà una prostituta»), nella povertà (la terra divisa in più parti). LA SUA FINE SARÀ LONTANA DA DIO (terra impura) e il popolo sarà disperso a causa dei peccati e dei tradimenti a Colui che ti aveva eletto!  Che sia una lezione anche per noi oggi!

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Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 9,1-8
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».
Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.
Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

 

La salute fisica è un dono che noi dobbiamo custodire. Ma il Signore ci insegna che anche la salute del cuore, la salute spirituale dobbiamo custodirla. (…)
La guarigione non è stata chiesta dal paralitico stesso, ma è stata operata da Gesù per dimostrare ai presenti che è il Figlio di Dio. In questo miracolo vediamo l’autorità massima di Gesù. Il perdono dei peccati è la rivelazione piena del suo amore. Questo dono inaspettato permette all’uomo malato/peccatore di “alzarsi e andare a casa sua”. Permette e dona di vivere davvero!
È fondamentale anche per noi fare esperienza del perdono gratuito di Dio. Prendiamoci del tempo per consegnargli tutto di noi. E Gesù, a ognuno di noi, dirà: “Io voglio perdonarti i peccati“.

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Qui Gesù supera se stesso: non dice più “la tua fede ti ha salvato”, ma fa il miracolo «vedendo la loro fede». La fede degli altri, non del paralitico. Così facciamo anche noi, riconosciamolo, non è forse vero che la nostra fede (che è già il miracolo) scaturisce dalla fede degli altri?

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IL BUIO DELLA MALATTIA…

IL BUIO DELLA MALATTIA…

Ormai sono diversi anni, scrive una signora di Milano, che mi fanno compagnia diverse malattie, croniche e degenerative, che mi comportano tempi di immobilità, tanti interventi, dolore fisico e disagi. Ho chiesto al mio Parroco: Come posso avere un po’ di luce nel buio della malattia? 

E lui mi ha risposto così: La sofferenza fisica è un male che ferisce l'integrità della persona, nel corpo e nelle sue relazioni sociali. Siamo tenuti a cercare di eliminarla, doverosamente per il bene della nostra umanità. Sappiamo bene, tuttavia, che questo non è sempre possibile. A volte la vita sembra accanirsi contro di noi, mettendo in questione il senso della nostra esistenza. Eppure, siamo chiamati a continuare a vivere con dignità e coraggio, nonostante le domande che attraversano la mente senza trovare risposte che possano acquietare il cuore o illuminare la strada. Anche l'uomo biblico si trova immerso in questa realtà. Scorrendo le pagine della Scrittura, troviamo domande e tentativi di risposta: sempre più acute le prime, sempre più inadeguate le seconde. Fino a quando, con Giobbe, non possiamo fare altro che metterci la mano sulla bocca, ammettendo di conoscere Dio solo per sentito dire (Gb 40,4; 42,5).

Credo inoltre che accanto alla sofferenza fisica personale non possiamo omettere di considerare la sofferenza spirituale, che spesso nasce dall'amore che nutriamo verso le persone care. Amare, nella realtà storica di questo mondo, implica sempre aprire una finestra alla sofferenza. La vita dell'altra persona ci coinvolge nell'intimo e la sua sofferenza, qualunque essa sia, diventa per noi un appello ad agire, a prendercene cura, e in ogni caso a condividere. Per questo, quando la vita conduce a un vicolo cieco e il cuore grida verso Dio domande senza risposte sensate, possiamo immaginare una sola parola attraverso Gesù crocifisso: "anch'io". Nulla di più e nulla di meno. Anch'io sono nelle condizioni del Crocifisso, anch'io sono chiamato a vivere le mie ferite, ad accoglierle per amore, a farle diventare capaci di comunicare amore nella forza dello Spirito.

Ma perché dovremmo offrire a Dio la nostra sofferenza, ripetuta e inevitabile? Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo è il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei viventi. Suo Figlio Gesù è venuto con una promessa di vita in abbondanza (Gv 10,10). Eppure, anche lui, il Figlio, si è lasciato coinvolgere in una sofferenza dalla quale, con forti grida e lacrime, ha chiesto di essere liberato (Eb 5,7), abbandonandosi con atteggiamento filiale alla vita che gli veniva incontro. Non ha offerto la sua sofferenza, ma ha consegnato sé stesso, là dove lo conduceva l’amore senza limiti verso i fratelli.

Con questa prospettiva, queste mie ultime parole, non so quanta luce o consolazione possano darle, ma spero solo che non feriscano Lei che sta vivendo la sofferenza. Nella sofferenza siamo chiamati a continuare ad affrontare la vita con fortezza, ricordando quella parola che, di fronte a tante domande, ci giunge dall’alto della croce, dove nella carne del Figlio Gesù il Dio della vita sperimenta nell’amore una sofferenza sino alla fine. Da quella croce ci viene consegnata la possibilità di condividere la sua stessa obbedienza alla vita, rivestendoci dell’umanità di Cristo, per usare le parole di Paolo (Gal 3,27). La nostra vita in comunione con Cristo, vissuta in obbedienza di fede, è ciò che siamo chiamati a mettere davanti a Dio come offerta a lui gradita.

 

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martedì 2 luglio 2024

02.07.2024 - Am 3,1-8;4,11-12 - Mt 8,23-27 - Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.

Dal libro del profeta Amos - Am 3,1-8;4,11-12

Ascoltate questa parola,
che il Signore ha detto riguardo a voi,
figli d’Israele,
e riguardo a tutta la stirpe
che ho fatto salire dall’Egitto:
«Soltanto voi ho conosciuto
tra tutte le stirpi della terra;
perciò io vi farò scontare
tutte le vostre colpe.
Camminano forse due uomini insieme,
senza essersi messi d’accordo?
Ruggisce forse il leone nella foresta,
se non ha qualche preda?
Il leoncello manda un grido dalla sua tana,
se non ha preso nulla?
Si precipita forse un uccello a terra in una trappola,
senza che vi sia un’esca?
Scatta forse la trappola dal suolo,
se non ha preso qualche cosa?
Risuona forse il corno nella città,
senza che il popolo si metta in allarme?
Avviene forse nella città una sventura,
che non sia causata dal Signore?
In verità, il Signore non fa cosa alcuna
senza aver rivelato il suo piano
ai suoi servitori, i profeti.
Ruggisce il leone:
chi non tremerà?
Il Signore Dio ha parlato:
chi non profeterà?
Vi ho travolti
come Dio aveva travolto Sòdoma e Gomorra,
eravate come un tizzone
strappato da un incendio;
ma non siete ritornati a me».
Oracolo del Signore.
Perciò ti tratterò così, Israele!
Poiché questo devo fare di te:
prepàrati all’incontro con il tuo Dio, o Israele!
1. «Ascoltate questa parola che il Signore pronuncia contro di voi, o figli d'Israele», voi popolo prediletto AVETE AVUTO DEI PRIVILEGI, MA ANCHE DEI DOVERI, che non avete adempiuto portando inevitabilmente al castigo.

2. Il Signore che allerta sempre il suo popolo rivelando i suoi piani attraverso i suoi servitori, i profeti, AFFINCHÉ LA PUNIZIONE SIA EDUCATIVA e non semplicemente repressiva. 

3. Perciò attraverso il profeta Amos, ISRAELE DEVE PREPARARSI ALL’INCONTRO CON IL SUO SIGNORE. Dio dovrà rinnovare la purificazione del popolo attraverso i patimenti. Il profeta avverte che È POSSIBILE INCONTRARE DIO SOLO SE C’È UNA VITA CONVERTITA.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 8,23-27
In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva.
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».
“È la paura. Quando viene nel mare un grande sconvolgimento, la barca era coperta dalle onde. ‘Salvaci, Signore, siamo perduti!’ Dicono loro. La paura ti assale! E Gesù rispose: "Perché avete paura, gente di poca fede?" Di fronte alle tempeste della vita, il cristiano può avere l’atteggiamento di chi si aspetta un intervento continuo, costante e invasivo di Dio. Oppure può avere un atteggiamento di fede. Impariamo ad affidare noi e la Chiesa all'unico salvatore Gesù Cristo. Colui che ti chiama a seguirlo è più forte di ogni avversità. A te sembra che dorma (di fatto dorme!) e che tu debba fare da solo, ma egli c’è ed è potente con la sua parola. Infatti: “si alzò, minacciò (con la sua parola) i venti e il mare e ci fu grande bonaccia”. Allora non avere paura, ma abbi fede/fiducia in Lui che ti guida con la sua parola.

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A volte sembra che Gesù stia dormendo. È quando nella nostra vita “avviene un grande sconvolgimento”, cioè quasi ogni giorno. E allora gridiamo per la paura, per farci notare dal Signore addormentato. Abbiamo mai gridato a Gesù per la gioia?

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IL BUSINESS DELLA GUERRA…

IL BUSINESS DELLA GUERRA…

La corsa agli armamenti è un fenomeno inarrestabile che distoglie risorse essenziali dai settori della sanità, della lotta alla fame e della tutela dell'ambiente, alimentando i conflitti globali. Il settore degli armamenti è attualmente l'economia più redditizia al mondo, con una crescita superiore a quella delle bigtech, dell'energia e dell'alta finanza. Secondo il SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute), le spese militari globali hanno raggiunto i 2.240 miliardi di dollari nel 2022, di cui 380 miliardi spesi dai Paesi dell'Unione Europea.

Queste enormi spese contrastano con i finanziamenti necessari per risolvere crisi come la fame nel mondo e i cambiamenti climatici. L'industria bellica è spinta dalla domanda creata dai conflitti, che svuotano gli arsenali e richiedono una continua produzione di armamenti. Negli ultimi venti anni, i costi bellici nei Paesi NATO sono aumentati del 50%, spinti dall'insicurezza post 11 settembre, dal terrorismo islamico, dall'emergere di autocrazie e nazionalismi, e dalle crisi economiche.

L'Italia è un attore significativo in questo scenario, con un incremento del 26% nelle spese per gli armamenti negli ultimi dieci anni. È il terzo fornitore di armi a Israele, contribuendo alla dotazione di elicotteri e artiglieria navale, e ha anche esportato armi nello Yemen, in violazione della Costituzione italiana che vieta la risoluzione delle controversie internazionali attraverso i conflitti. Nonostante l'apparente beneficio economico per pochi mercanti d'armi, l'industria della guerra è considerata un cattivo affare per il paese nel suo complesso. Se i fondi destinati agli armamenti fossero investiti in sanità, istruzione e ambiente, l'incremento della produzione sarebbe più del doppio.

Le previsioni di bilancio del ministero della Difesa per il 2024 indicano una spesa di 29 miliardi di euro, con una crescita di quasi un miliardo e mezzo rispetto al 2023. Lo Stato italiano controlla i due principali colossi della produzione militare: Fincantieri e Leonardo, quest'ultimo con utili di 15,3 miliardi di euro nel 2023. Questa situazione evidenzia l'interesse dei governi a sostenere e incentivare le esportazioni militari. Tuttavia, la Rete italiana per la pace e il disarmo avverte che le scelte politiche sui bilanci della difesa determineranno la traiettoria delle crisi globali, aumentando il rischio di una guerra globale.

Papa Francesco ci ricorda che: “L’economia che uccide, che esclude, che inquina, che produce guerra, non è economia: altri la chiamano economia, ma è solo un vuoto, un’assenza, è una malattia, una perversione dell’economia stessa e della sua vocazione”. “Le armi prodotte e vendute per le guerre, i profitti fatti sulla pelle dei più vulnerabili e indifesi, come chi lascia la propria terra in cerca di un migliore avvenire, lo sfruttamento delle risorse e dei popoli che rubano terre e salute: tutto questo non è economia. È solo prepotenza, violenza, è solo un assetto predatorio da cui liberare l’umanità”.

In conclusione, la logica della guerra oggi prevale, ignorando l'avvertimento di Erasmo da Rotterdam che è sempre meglio una pace ingiusta che una guerra giusta.

 

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lunedì 1 luglio 2024

01.07.2024 - Am 2,6-10.13-16 - Mt 8,18-22 - Seguimi

Dal libro del profeta Amos - Am 2,6-10.13-16

Così dice il Signore:
«Per tre misfatti d’Israele
e per quattro non revocherò il mio decreto di condanna,
perché hanno venduto il giusto per denaro
e il povero per un paio di sandali,
essi che calpestano come la polvere della terra
la testa dei poveri
e fanno deviare il cammino dei miseri,
e padre e figlio vanno dalla stessa ragazza,
profanando così il mio santo nome.
Su vesti prese come pegno si stendono
presso ogni altare
e bevono il vino confiscato come ammenda
nella casa del loro Dio.
Eppure io ho sterminato davanti a loro l’Amorreo,
la cui statura era come quella dei cedri
e la forza come quella della quercia;
ho strappato i suoi frutti in alto
e le sue radici di sotto.
Io vi ho fatto salire dalla terra d’Egitto
e vi ho condotto per quarant’anni nel deserto,
per darvi in possesso la terra dell’Amorreo.
Ecco, vi farò affondare nella terra,
come affonda un carro
quando è tutto carico di covoni.
Allora nemmeno l’uomo agile potrà più fuggire
né l’uomo forte usare la sua forza,
il prode non salverà la sua vita
né l’arciere resisterà,
non si salverà il corridore
né il cavaliere salverà la sua vita.
Il più coraggioso fra i prodi
fuggirà nudo in quel giorno!».
Oracolo del Signore.
1. IL PROFETA AMOS EVIDENZIA LE MANCANZE DEL POPOLO DI DIO: Dio mette Israele di fronte alle proprie colpe (ai propri tradimenti); Dio ricorda al popolo quanto ha fatto per loro e annuncia la punizione imminente. È NECESSARIA UNA PRESA DI COSCIENZA, E UN CUORE PRONTO AD ESSERE MODELLATO DA DIO PER PORTARE UN REALE CAMBIAMENTO.

2. Ma il TRADIMENTO DI ISRAELE, che si manifesta nel chiudere la bocca ai profeti che Dio aveva inviato, delinea la tenace volontà, liberamente espressa, di RIFIUTARE DIO, di rinnegare la sua azione salvatrice, di silenziarne la sua parola. Questo però porta DELLE CONSEGUENZE…

3. LE CONSEGUENZE dovranno essere sofferte da Israele sia come RISTABILIMENTO DELLA GIUSTIZIA, come compensazione per i propri peccati, e COME PURIFICAZIONE in vista di un nuovo cammino nella divina volontà.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 8,18-22
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

 

“MAESTRO, IO TI SEGUIRÒ DOVUNQUE ANDRAI”. E Gesù: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare capo”. Cosa vuol dire Gesù? Tu sei scriba e hai casa, onori, prestigio, influenza, ambizione, posizione: IO NO.
SEI DISPOSTO A PERDERE TUTTO QUESTO PER ME, PER VIVERE IL MIO MESSAGGIO? La tua risposta dovrà essere semplice: Si o No… 

 

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