giovedì 30 maggio 2024

UN SEGNO DI PACE.…

UN SEGNO DI PACE.…

Monsignor Aurelio Gazzera, un missionario italiano di 61 anni appartenente all'ordine dei Carmelitani Scalzi, è stato recentemente nominato vescovo coadiutore della diocesi di Bangassou, situata nella Repubblica Centrafricana. La sua nomina è avvenuta alla fine di febbraio da parte di Papa Francesco. Monsignor Gazzera, noto per il suo impegno per la pace e i suoi negoziati con gruppi armati, è stato coinvolto in operazioni rischiose, incluso il ritiro dei ribelli dalla città di Bozoum nel 2014, che ha ottenuto con successo.

La diocesi di Bangassou, nel sud-est del paese, si estende su un'area di quasi 135.000 chilometri quadrati, ma con una bassa densità di popolazione di circa mezzo milione di persone. La regione è isolata, con infrastrutture stradali scadenti che rendono difficile l'accesso. Inoltre, la presenza di gruppi armati rende la situazione ancora più complessa.

Nonostante le sfide, ci sono anche ragioni per sperare. Il predecessore di monsignor Gazzera, monsignor Aguirre, ha avviato numerose iniziative all'interno della diocesi, tra cui scuole, orfanotrofi e una scuola di catechismo. Inoltre, la regione ha visto un notevole numero di vocazioni tra i giovani.

Monsignor Gazzera accetta la nomina con umiltà e fiducia in Dio. “Ho paura ma confido profondamente in Dio. La forza per essere vescovo, non ce l'ho in me, viene dal Signore. Non ho cercato questo ministero. Gesù Cristo ha detto: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”. So di non essere degno o capace, ma Lui sa più cose su di me di quanto io sappia, e si fida di me più di quanto io mi fidi di me stesso”.  Monsignor Gazzera desidera essere un pastore secondo il cuore di Gesù, ed è da quel cuore che riceve la forza, la fede e la determinazione. 

Monsignor Gazzera sarà chiamato a affrontare numerose sfide e a continuare l'opera di pace e riconciliazione nella sua nuova veste di vescovo coadiutore di Bangassou. La sua ordinazione episcopale è prevista per il 9 giugno nella cattedrale di Bangui, e si trasferirà a Bangassou subito dopo Pasqua per iniziare il suo servizio nella diocesi.

“Come sacerdote, pastore e vescovo, tutto ciò che ferisce i miei fratelli e sorelle e tutto ciò che li tocca, ferisce e tocca anche me. Come sacerdote, era mia responsabilità – e a fortiori è mia responsabilità come vescovo – prendermi cura delle persone che mi sono state affidate e proteggerle. Il pastore non solo accompagna le sue pecore, ma le difende anche dai pericoli. Farò quindi tutto il possibile per portare avanti il dialogo con i diversi gruppi ribelli e parlerò con coloro che esprimono – anche se ovviamente in modo sbagliato – le proprie aspettative nei confronti del governo e della comunità internazionale. Con le mie forze limitate, cercherò di ascoltare tutti e di essere un segno di pace.

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