giovedì 30 maggio 2024

30.05.2024 - 1Pt 2,2-5.9-12 - Mc 10,46-52 Rabbunì, che io veda di nuovo!

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo - 1Pt 2,2-5.9-12

Carissimi, come bambini appena nati desiderate avidamente il genuino latte spirituale, grazie al quale voi possiate crescere verso la salvezza, se davvero avete gustato che buono è il Signore. Avvicinandovi a lui, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo.
Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa. Un tempo voi eravate non-popolo, ora invece siete popolo di Dio; un tempo eravate esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto misericordia.
Carissimi, io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai cattivi desideri della carne, che fanno guerra all’anima. Tenete una condotta esemplare fra i pagani perché, mentre vi calunniano come malfattori, al vedere le vostre buone opere diano gloria a Dio nel giorno della sua visita.
1. La Prima Lettera di Pietro è una grande catechesi battesimale per sottolineare, che CON IL BATTESIMO CI SI “STRINGE” A CRISTO e si genera così un popolo che vive «un sacerdozio santo per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo». Quando svolgi il tuo ruolo nel portare amore al prossimo, sei gradito al Padre Celeste!   

2. COME PUOI INCARNARE UN SACERDOZIO SANTO OGGI, NELLA TUA VITA? Innanzitutto, puoi agire come un MEDIATORE TRA DIO E LE PERSONE che ancora non lo conoscono. Se conosci qualcuno che è distante da Dio, prega con perseveranza per lui o per lei. LA TUA INTERCESSIONE È UN SACRIFICIO SPIRITUALE. Naturalmente, puoi anche intercedere per i tuoi fratelli e le tue sorelle in Cristo, portando al Signore le loro necessità.   

3. Inoltre il popolo diventa un POPOLO DI PROFETI perché «proclami le opere ammirevoli di lui»; infine questo POPOLO È FORMATO DA «UOMINI DI OGNI TRIBÙ, LINGUA, POPOLO E NAZIONE», che entrando nella Pasqua di Cristo sono diventati «un regno e sacerdoti, e regneranno sopra la terra». Noi siamo questo popolo! 

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 10,46-52

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Gesù chiede a Bartimeo cosa desidera. Egli gli dice: «Rabbunì» cioè “mio Maestro” che io veda di nuovo. La parola usata dall’evangelista sta a significare non solo un generico poter vedere, ma un “guardare in su” un trovare senso alla propria vita. E noi cosa chiediamo al Signore per la nostra vita? «E Gesù gli disse: Và, la tua fede ti ha salvato». La fede ha ottenuto a Bartimeo non solo una guarigione fisica, ma soprattutto la grazia di incontrare Cristo. Riavuta la vista, Bartimeo segue Cristo lungo la via.
Questo brano è un invito ad un continuo inizio nel cammino di sequela, un cammino che ha alla base l’incontro con Gesù Cristo, che dà senso e significato all’incontro con se stessi e con i fratelli dentro una esperienza di Chiesa.

 

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