giovedì 31 ottobre 2024

31.10.2024 - Ef 6,10-20 - Lc 13,31-35 - Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni - Ef 6,10-20

Fratelli, rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio.
In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi. E pregate anche per me, affinché, quando apro la bocca, mi sia data la parola, per far conoscere con franchezza il mistero del Vangelo, per il quale sono ambasciatore in catene, e affinché io possa annunciarlo con quel coraggio con il quale devo parlare.

 

1. “STATE SALDI” ossia RIMANETE NEL DONO DI DIO! Condizione essenziale per il buon combattimento della fede. Dobbiamo armarci … per fare la pace!

2. Due sono i “fronti” della guerra: UNO È “DIFENSIVO”, con l’“elmo della salvezza” (comunicare il bene della salvezza), L’ALTRO È DI POTENTE CONQUISTA, con “la spada dello Spirito, che è la Parola di Dio” (spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno). Buon combattimento!

3. «In ogni occasione PREGATE con ogni sorta di preghiere e suppliche nello Spirito, e a questo scopo VEGLIATE con ogni perseveranza e SUPPLICA per tutti i santi». In questa grande battaglia la preghiera è l’incontro tra la nostra assoluta povertà e la potenza del dono di Dio; Manteniamo una RELAZIONE DA FIGLI con Dio!

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 13,31-35
In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”». 

Gesù dimostra una straordinaria determinazione di fronte alla minaccia di Erode, continuando la sua missione di guarigione e liberazione senza paura. Egli risponde ai farisei chiamando Erode "volpe", sottolineando la sua astuzia e malevolenza, ma afferma chiaramente che deve proseguire il suo cammino, consapevole del suo destino a Gerusalemme. Gesù lamenta la storica resistenza di Gerusalemme ai profeti, esprimendo il suo desiderio di proteggere i suoi abitanti come una chioccia raccoglie i suoi pulcini, ma riconoscendo il loro rifiuto costante. Questo rifiuto porta alla profezia che Gerusalemme sarà abbandonata fino a quando non riconoscerà il Messia. Conclude annunciando che la città non lo vedrà più fino a quando non dirà: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore", evidenziando sia il giudizio imminente che la speranza di una futura riconciliazione. Gesù è la nostra speranza!

 

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mercoledì 30 ottobre 2024

30.10.2024 - Ef 6,1-9 - Lc 13,22-30 - Verranno da oriente a occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni - Ef 6,1-9

Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto. «Onora tuo padre e tua madre!». Questo è il primo comandamento che è accompagnato da una promessa: «perché tu sia felice e goda di una lunga vita sulla terra». E voi, padri, non esasperate i vostri figli, ma fateli crescere nella disciplina e negli insegnamenti del Signore.
Schiavi, obbedite ai vostri padroni terreni con rispetto e timore, nella semplicità del vostro cuore, come a Cristo, non servendo per farvi vedere, come fa chi vuole piacere agli uomini, ma come servi di Cristo, facendo di cuore la volontà di Dio, prestando servizio volentieri, come chi serve il Signore e non gli uomini. Voi sapete infatti che ciascuno, sia schiavo che libero, riceverà dal Signore secondo quello che avrà fatto di bene.
Anche voi, padroni, comportatevi allo stesso modo verso di loro, mettendo da parte le minacce, sapendo che il Signore, loro e vostro, è nei cieli e in lui non vi è preferenza di persone.

1. Obbedite ai vostri genitori nel Signore. OGNI RELAZIONE DEVE ESSERE FONDATA SU UN PRINCIPIO DI VERITÀ E DI GIUSTIZIA PER GENERARE UN BENE. Obbedire “Perché bene a te avvenga e sarai longevo sulla terra”. È FELICE QUELLA VITA CHE È BENEDETTA DA DIO. Nel caso dei figli, essa è benedetta perché rispettano, hanno rispettato, rispetteranno i genitori fino all’ultimo istante dei loro giorni.

2. E voi padri, non irritate i vostri figli, con la parola e l’azione ma ALLEVATE I FIGLI NELL’EDUCAZIONE E NELLA DISCIPLINA DEL SIGNORE. I genitori devono educare i propri figli ad amare il Vangelo, a vivere il Vangelo, a testimoniare il Vangelo. Il Vangelo è Cristo.

3. Agli schiavi è comandato di obbedire ai loro signori carnali COME AL CRISTO, CON RETTA INTENZIONE. Il destinatario del nostro servizio deve essere sempre il Signore. Il Signore ricompenserà ogni servizio con una ricompensa eterna e la benedizione su questa terra. Ma anche i padroni dovranno costruire RAPPORTI REGOLATI DALL’UNICA LEGGE: QUELLA DI CRISTO GESÙ, e in Lui non v'è preferenza di persone.

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 13,22-30
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».  

 

PORTA STRETTA: Il Vangelo di oggi ci ricorda che per raggiungere la vetta della vita eterna c'è solo una porta stretta, che significa sforzo, lotta, fatica. Per entrare nel Regno di Dio, non basta una appartenenza esteriore alla Chiesa. L'unico criterio decisivo è quello delle opere. Solo le opere buone ci faranno riconoscere da Cristo, che ci aprirà volentieri la porta. L'unità di misura della salvezza è l'amore ai poveri, agli ultimi, agli altri. Con disinteresse. È ora di riempire il nostro tempo con opere di bene!

 

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martedì 29 ottobre 2024

29.10.2024 - Ef 5,21-33 - Lc 13,18-21 - Il granello crebbe e divenne un albero.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni - Ef 5,21-33

Fratelli, nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto.
E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo.
Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito.

1. Cristo (sposo) ha amato la Chiesa (sposa) e HA DATO SÉ STESSO PER LEI, per amore. SUL MODELLO DI CRISTO E DELLA CHIESA VIENE PROPOSTO IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO, come un effetto e una conseguenza di quella grazia redentrice di Cristo che ha amato la Chiesa dando sé stesso.

2. Per le indicazioni matrimoniali, il versetto cardine è il primo: “SIATE SOTTOMESSI GLI UNI AGLI ALTRI NEL TIMORE DI CRISTO”. Ci parla della mutua sottomissione, cioè nell’autentica relazione di amore ognuno dona tutto sé stesso all’altro.

3. IL MODELLO DA IMITARE È CRISTO. È Lui che ha realizzato questa unione. Da Lui nasce la possibilità di un amore così grande che sottomette sé stesso ad un altro. Noi crediamo che questo amore è efficacie ed eterno.

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 13,18-21
In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».
E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». 

 

Il vangelo di oggi ci presenta un Dio piccolo, piccolissimo. Un seme, un pizzico di lievito, nulla più. Piccolo di dimensioni, ma con dentro una bomba di energia: la grandezza di Dio non sta nel suo ingombro, ma nelle sue potenzialità. Che, tradotto, significa che la grandezza dell’amore (quello vero, quello che vince la morte) non risiede nell’appariscenza o nella visibilità pubblica, ma nel silenzioso e tenace crescere della speranza. Così si propaga il Regno di Dio.
Credere in questo non è facile ma ci aiuta a non scoraggiarci di fronte alle avversità, ma a confidare nell'aiuto di Dio.
Ricordati che nei momenti di buio e di difficoltà non devi abbatterti, ma rimanere ancorato alla fedeltà di Dio, alla Sua presenza che sempre salva. Ricordati questo: Dio sempre salva.

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Da piccolo a grande. Questa è la logica del Regno di Dio, secondo la dinamica del seme e del lievito; realtà nascoste, quasi impercettibili, ma che “formano” tutto il resto. Qual è la nostra logica?

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DAI TUOI DOLORI NASCONO NUOVE OPPORTUNITÀ

DAI TUOI DOLORI NASCONO NUOVE OPPORTUNITÀ

Nel romanzo “Come costruire una barca” di Elaine Feeney, ci troviamo immersi in una storia che esplora le sfide della vulnerabilità e il potere dei legami umani. Jamie, un tredicenne irlandese con autismo, è un ragazzo appassionato di rosso, geometrie, e Edgar, che lotta con un desiderio profondo: costruire una macchina del moto perpetuo e connettersi con la madre defunta. Il suo viaggio si svolge in un contesto scolastico che lo travolge con la sua indifferenza e i bulli implacabili, ma che gli offre anche l'incontro con due insegnanti eccezionali, Tess e Tadhg, che riescono ad ascoltarlo e a comprenderlo in modo autentico.

Il romanzo è un'esplorazione profonda delle difficoltà e delle ferite personali, ma anche una celebrazione dei legami che ci sostengono e del potere dell'immaginazione. Tess e Tadhg, insieme a Jamie, si confrontano con le proprie vulnerabilità e i propri traumi, dimostrando che la vera connessione umana nasce dall'apertura e dalla comprensione reciproca.

Il romanzo ci mostra che, nonostante le difficoltà e le cicatrici, c'è una bellezza nella vulnerabilità e una forza nel concedersi il permesso di essere vulnerabili. Il viaggio di Jamie, Tess e Tadhg è una testimonianza che anche le esperienze più dolorose possono dare origine a una nuova comprensione e a una connessione più profonda. La storia ci invita a considerare che, a volte, la risposta alle sfide della vita e ai traumi personali può essere trovata nell'apertura al prossimo e nella capacità di sognare e sperare insieme.

Per noi cristiani, la vulnerabilità e la debolezza non sono mai viste come segni di fallimento, ma come occasioni per sperimentare la grazia e la forza di Dio. Come Cristo ha abbracciato la nostra umanità e ha portato la sua luce nel buio delle nostre debolezze, così anche Jamie e i suoi insegnanti trovano una nuova dimensione di speranza e connessione attraverso la loro apertura e accettazione reciproca. Il Vangelo ci invita a vedere ogni difficoltà e ogni ferita come un'opportunità per crescere nella fede e nella comprensione, e a riconoscere che le nostre debolezze possono essere trasfigurate dalla potenza dell'amore divino. La capacità di aprirsi e di rivelarsi nelle proprie fragilità diventa una forma di comunione e di condivisione che riflette l'amore di Dio per l'umanità.

In definitiva, Come costruire una barca ci ricorda che, anche nella nostra vulnerabilità, possiamo trovare la forza e la speranza che ci avvicinano a Dio e agli altri, e che ogni sfida e ogni ferita può diventare una parte del nostro viaggio verso una connessione più profonda e una vita più piena di amore e significato.

 

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domenica 27 ottobre 2024

Ger 31,7-9 - Eb 5,1-6 - Mc 10,46-52 - XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Domenica 27 Ottobre 2024
Dal libro del profeta Geremìa - Ger 31,7-9

Così dice il Signore:
«Innalzate canti di gioia per Giacobbe,
esultate per la prima delle nazioni,
fate udire la vostra lode e dite:
“Il Signore ha salvato il suo popolo,
il resto d’Israele”.
Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione
e li raduno dalle estremità della terra;
fra loro sono il cieco e lo zoppo,
la donna incinta e la partoriente:
ritorneranno qui in gran folla.
Erano partiti nel pianto,
io li riporterò tra le consolazioni;
li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua
per una strada dritta in cui non inciamperanno,
perché io sono un padre per Israele,
Èfraim è il mio primogenito».

1. Geremia è il profeta che annuncia drammaticamente l'esilio la distruzione di Gerusalemme, è il profeta della fine, ma NON COME ULTIMA PAROLA. Annuncia anche una possibilità di ritorno. C’è una parola di consolazione, c'è la promessa di Dio: “IL SIGNORE HA SALVATO IL SUO POPOLO, IL RESTO D’ISRAELE” .... Sii felice!

2. Dio riconduce i prigionieri dalla terra di Babilonia, li riporta in Israele. Fra loro ci sono il cieco e lo zoppo. Ambedue non possono fare tutti quei chilometri di ritorno da Babilonia a Gerusalemme. SONO L'IMMAGINE DI UN ISRAELE CIECO E ZOPPO INCAPACE DI CAMMINARE CHE VIENE GUARITO E ABILITATO a fare questo cammino. DIO SUPERA IL LIMITE DELL'UOMO E CI ABILITA AL CAMMINO…

3. Insieme al cieco e allo zoppo c’è la DONNA INCINTA E LA PARTORIENTE. Anche loro non possono fare un lungo viaggio a piedi, eppure sono le persone che stanno per dare la vita, per mettere al mondo una nuova creatura. SONO L'IMMAGINE DELLA SPERANZA DI UNA UMANITÀ SOFFERENTE LIMITATA CHE PERÒ HA DAVANTI LA PROSPETTIVA DELLA VITA.

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Dalla lettera agli Ebrei - Eb 5,1-6

Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati.
Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo.
Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo:
«Tu sei sacerdote per sempre,
secondo l’ordine di Melchìsedek».

1. Gesù NON si è dato il titolo di sacerdote, NON ce l'aveva secondo l'ordine di Levi perché non apparteneva a quella tribù. Durante la sua vita terrena NON ha svolto funzioni sacerdotali levitiche però riflette questo autore È IL FIGLIO DI DIO..

2. Dio gli ha detto: “Tu sei mio figlio, Io oggi ti ho generato” e PROPRIO PERCHÉ FIGLIO È ACCREDITATO PRESSO DIO. Ma proprio perché uomo sofferente, che è passato attraverso la condizione dolorosa, è misericordioso, solidale, capace di capire la nostra debolezza, QUINDI ACCREDITATO PRESSO GLI UOMINI.

3. IL SACERDOTE È DALLA PARTE DI DIO E DALLA PARTE DELL'UOMO, veramente legato a Dio che gli ha detto “Tu sei sacerdote per sempre” non come Levi ma come Melchìsedek, legato in un modo originale, nuovo, PERCHÉ SEI MIO FIGLIO PERCHÉ SEI VERAMENTE UOMO SOLIDALE CON L'UMANITÀ. Gesù Sacerdote è la garanzia della nostra salvezza…

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 10,46-52
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

1. Bartimeo cieco è relegato ai margini della strada, seduto chiede l’elemosina, tuttavia NON SI ARRENDE. VUOLE VEDERE, E VEDERE GESÙ. Nonostante i rimproveri “gridava ancora più forte" vuole vedere, VUOLE RIMETTERSI IN CAMMINO… - TUTTO PARTE DAL DESIDERIO...

2. GESÙ, sentendo quel grido SI FERMA E LO FA CHIAMARE. Gesù MANDA NOI A CHIAMARE coloro che gridano a Lui! Nessuna vita è tanto inutile da essere costretta a rimanere relegata nell’oscurità. GESÙ PERMETTE ALL'UOMO DI NON ARRENDERSI...

3. «VA’, LA TUA FEDE TI HA SALVATO» Guarito, può RISPONDERE ALLA CHIAMATA a vivere e ad amare. Ora ci vede! Proprio l'essere apparentemente più inadatto, colui a cui nessuno avrebbe pensato, diventa oggetto della chiamata. EGLI CHIAMA TUTTI A SÉ, ABBI FEDE…
BUONA DOMENICA....

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LA FOLLA

«La folla è la cosa più miserabile che c’è» (Mark Twain). Era una folla che seguiva Gesù, quindi suoi discepoli. Eppure, impediscono al cieco di andare da Gesù, e impediscono a Gesù di sentire il grido disperato di quell’uomo infelice. Anche noi, a volte, ostacoliamo il contatto degli altri con Cristo attraverso il nostro egoismo e rigidità. Apriamo il cuore, non costruiamo barriere: Cristo è per tutti!

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LECTIO DIVINA - XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
OMELIA - XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Mc 16,14b-20 - RITO AMBROSIANO - I DOPO LA DEDICAZIONE - Il Mandato missionario

RITO AMBROSIANO

I DOPO LA DEDICAZIONE - Il Mandato missionario
Domenica 27 ottobre 2024
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco - Mc 16,14b-20
In quel tempo. Il Signore Gesù apparve agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. 

1. L’episodio dell’ascensione di Gesù al cielo è un MOMENTO DI CONGEDO, NECESSARIO PER POTER RIPARTIRE. È un EVENTO CHE GENERA proprio perché permette di prendere congedo da quello che è avvenuto. RIPARTIAMO...

2. Gesù invita i discepoli ad ANDARE. Per ripartire, occorre prendere atto che le cose sono cambiate. Ma insieme al CAMBIAMENTO c’è anche una PROMESSA: il Signore agiva con loro. È vero, il contesto è diverso, ma Gesù non li abbandona!... PUOI CONTARCI...

3. GESÙ MANDA I DISCEPOLI NEL MONDO, MA SENZA NASCONDERE LE FATICHE. Eppure, saranno CAPACI di scacciare i demoni (le divisioni), CAPACI di parlare lingue nuove (comunicare laddove sembra impossibile), CAPACI di prendere in mano i serpenti (non saranno toccati dal veleno del mondo); CAPACI di guarire i malati (porteranno consolazione, cureranno le ferite di un mondo lacerato dagli odi e dall’egoismo). I DISCEPOLI SIAMO NOI... CAPACI DI…. SE RESTIAMO IN COMUNIONE CON IL SIGNORE…

BUONA DOMENICA...

 

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sabato 26 ottobre 2024

26.10.2024 - Ef 4,7-16 - Lc 13,1-9 - Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni - Ef 4,7-16

Fratelli, a ciascuno di noi, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto:
«Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri,
ha distribuito doni agli uomini».
Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose.
Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.
Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all’errore. Al contrario, agendo secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui, che è il capo, Cristo. Da lui tutto il corpo, ben compaginato e connesso, con la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, cresce in modo da edificare sé stesso nella carità.

1. Dopo il forte richiamo all'unità, Paolo nella Lettera agli Efesini prosegue dicendo che Cristo, asceso in cielo, HA EFFUSO UNA VARIETÀ DI DONI per rendere idonei i cristiani a edificare il corpo di Cristo: apostoli, profeti, evangelisti, pastori e maestri. I doni aiutano i ‘santi' a conseguire l'unità della fede, nella misura della pienezza di Cristo, crescendo così verso di Lui, capo del corpo.

2. CIASCUNO DI NOI È IL DESTINATARIO PRIVILEGIATO DELLA GRAZIA, DEL DONO DI CRISTO: un dono personalizzato, da accogliere con fiducia e consapevolezza, da mettere in atto con responsabilità, e non da fanciulli in balia delle onde; un dono reso continuamente condivisibile. Che AVRÀ SEMPRE UN'UNICA SORGENTE E MÈTA: CRISTO, FIGLIO DI DIO e capo del corpo mistico, il quale è in crescita e maturazione continua, con la collaborazione di ogni sua giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, nella carità!

3. CI GUIDI I SIGNORE, OGGI, A RISCOPRIRE LA GRAZIA DONATA A CIASCUNO DI NOI, IL MINISTERO al quale sono stato chiamato, L'ENERGIA effusa in me, la portata della mia collaborazione responsabile... per edificare il corpo di Cristo, la Chiesa.

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 13,1-9
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”». 

Gesù, riferendosi a fatti di cronaca in cui degli innocenti erano morti, afferma che non è il castigo di Dio, ma un invito alla conversione, ricordando la precarietà della vita. Oggi è il tempo favorevole per convertirsi. Oggi e non domani! Gesù racconta la parabola del fico sterile, illustrando come il Padre e il Figlio si prendano cura dell'uomo, aspettandosi che risponda al loro amore. Dio è paziente e attende che l'albero maturi e che ci convertiamo, iniziando il cammino con il primo passo. Nulla dovrebbe impedire la nostra conversione. E Tu cosa aspetti?

 

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venerdì 25 ottobre 2024

25.10.2024 - Ef 4,1-6 - Lc 12,54-59 - Sapete valutare l'aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo?

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni - Ef 4,1-6

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.

Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.

1. Paolo, in catene si rivolge ai suoi destinatari ricordando loro di dare una testimonianza credibile della loro fede.

2. Siete stati unificati in un solo corpo e un solo spirito, perché avete ricevuto un solo un solo battesimo, una sola fede. SIETE UNA COSA SOLA, quindi fate in modo di conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace.

3. SIATE QUELLO CHE SIETE! Siete stati resi una cosa sola, mantenete questa unità…

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 12,54-59
In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».

 

Stiamo lì a guardare cento volte le previsioni del tempo, per programmare una gita o una festa. Ma siamo capaci di 'guardare dentro' il tempo? La gente di cui parla il Vangelo non sa vedere realmente la circostanza di tempo unica e formidabile che ha sotto gli occhi: Gesù presente. Eppure Dio ci ha donato la capacità di riconoscere ciò che è giusto, perché il nostro Dio ha voluto assumere la carne e lo sguardo dell’uomo.
Per capire Gesù e i segni dei tempi, prima di tutto è necessario il silenzio: fare silenzio e osservare. E dopo riflettere dentro di noi. E pregare: chiedere al Signore la luce che ci faccia andare oltre all'apparenza,. Chiedere l'intelligenza per capire ciò che si nasconde nelle pieghe più profonde del nostro essere. Silenzio, riflessione e preghiera. Soltanto così potremo capire i segni dei tempi, cosa Gesù vuol dirci.

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Gesù ci chiede di giudicare noi stessi «ciò che è giusto». Dovremmo essere in grado, visto che il mondo è ricco di segni indicatori. O abbiamo perso la grammatica elementare della vita?

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giovedì 24 ottobre 2024

24.10.2024 - Ef 3,14-21 - Lc 12,49-53 - Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni - Ef 3,14-21

Fratelli, io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ha origine ogni discendenza in cielo e sulla terra, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati nell’uomo interiore mediante il suo Spirito.
Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
A colui che in tutto ha potere di fare
molto più di quanto possiamo domandare o pensare,
secondo la potenza che opera in noi,
a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù
per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen.

1. Perché nessuno si lasci scoraggiare dalla tribolazione, PAOLO PREGA IN GINOCCHIO IL PADRE AFFINCHÉ GLI EFESINI siano rafforzati con potenza nell’uomo interiore in virtù dello Spirito Santo.

2. Che CRISTO ABITI PER LA FEDE NEI CUORI DEI CREDENTI, non come colui che va e viene, ma come colui che HA PRESO STABILE DIMORA. Se Cristo è entrato in noi, non lasciamolo andare ma a Lui stiamo attaccati, radicati e fondati nel suo amore. 

3. Il nostro cuore è fatto per spaziare in Cristo in lungo ed in largo, in ogni direzione, con ogni ricchezza e sovrabbondanza. Il mistero di Cristo è essenzialmente mistero d’amore. È un mistero che non conosce limiti. IL SIGNORE PUÒ FARE MOLTO DI PIÙ DI QUELLO CHE NOI CHIEDIAMO O COMPRENDIAMO. Non si chiede e non si comprende se non secondo la misura della fede che opera in noi.

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 12,49-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». 

Gesù non teme di perdere seguaci proponendo un cristianesimo esigente, impegnato, coerente, che porta divisione: <<Non sono venuto a portare pace...». E, allora, noi cerchiamo di renderlo innocuo, meno disturbante. Molte volte cerchiamo di rendere Cristo e il suo Vangelo un tranquillante spirituale. Ma, così, Cristo è un prodotto della nostra fantasia, non quello vero del Vangelo! Il Vangelo è tutt'altro che comodo quando lo si prende sul serio! Fai attenzione...

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Gesù è, come si dice oggi, divisivo. La sua parola «penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito» (Eb 4), la ferita genera vita e accende il fuoco, ma viene il dubbio: si può evitare?

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"ACCOGLI IL DOLORE NASCOSTO, RISPONDI CON AMORE."

 "ACCOGLI IL DOLORE NASCOSTO, RISPONDI CON AMORE."

Il tema del dolore fetale, fondamentale per comprendere la sofferenza di chi non può esprimerla, come i disabili o i pazienti in coma, è ancora troppo sottovalutato. Nonostante la prima svolta sia arrivata nel 1987 con lo scienziato Sunny Anand, che dimostrò che i neonati provano dolore, il dibattito sul dolore fetale non è mai realmente decollato. Seppure i progressi nella chirurgia fetale siano stati fatti, la politica e la bioetica sembrano ancora ignorare l'importanza di garantire sollievo dal dolore anche ai più piccoli.

Recentemente, la scienza ha cominciato a fare luce su questo tema, con la pubblicazione di una scala per valutare il dolore fetale e con studi che confermano che il feto percepisce il dolore già a metà gravidanza. Tuttavia, la questione resta aperta e il dibattito è lontano dall’essere risolto.

Il dolore fetale si lega strettamente a quello di altre persone che soffrono silenziosamente, come i disabili mentali, i pazienti in coma o chi affronta una sofferenza interiore non espressa, come i depressi. Ignorare questa realtà significa minimizzare una sofferenza silente ma costante, che meriterebbe maggiore attenzione da parte della società e del mondo scientifico. Non basta parlarne superficialmente una volta all’anno; è necessario affrontare con serietà e impegno un tema che coinvolge il benessere di chi non può far sentire la propria voce.

La riflessione sul dolore fetale ci invita a considerare con compassione tutti coloro che soffrono in silenzio, riconoscendo in essi la presenza di Cristo sofferente. La fede cristiana ci insegna che ogni vita, anche quella che non può esprimere la propria sofferenza, ha una dignità intrinseca e merita rispetto e cura. Come Gesù ha mostrato amore per i più deboli e vulnerabili, così siamo chiamati a difendere e alleviare la sofferenza di chi non può farlo da solo, affidandoci alla misericordia e alla giustizia di Dio.

Come spunto pratico potresti aiutare i tuoi amici a diffondere una maggiore consapevolezza sull'importanza di garantire sollievo dal dolore a tutti, inclusi i più piccoli e vulnerabili, e impegnarti con un'azione concreta a favore dei sofferenti soprattutto nei tempi forti dell’avvento e della quaresima. Inoltre, il dolore del prossimo sia sempre presente nella tua preghiera e se ne hai occasione sii di supporto spirituale a coloro che vivono queste realtà offrendo la cura necessaria: l’amore…

 

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mercoledì 23 ottobre 2024

23.10.2024 - Ef 3,2-12 - Lc 12,39-48 - A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni - Ef 3,2-12

Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui vi ho già scritto brevemente. Leggendo ciò che ho scritto, potete rendervi conto della comprensione che io ho del mistero di Cristo.
Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo, del quale io sono divenuto ministro secondo il dono della grazia di Dio, che mi è stata concessa secondo l’efficacia della sua potenza.
A me, che sono l’ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell’universo, affinché, per mezzo della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di Dio, secondo il progetto eterno che egli ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui.

1. Paolo ha una missione particolare da svolgere. Questa missione gli è stata affidata direttamente da Dio. È far comprendere il mistero nascosto alle precedenti generazioni: IL DISEGNO DI SALVEZZA DI DIO CHE È ORIENTATO A INGLOBARE TUTTI GLI UOMINI.

2. Paolo si definisce ministro, servo del Vangelo. UN GRANDE ANNUNCIO È POSTO SULLA BOCCA DEL PIÙ PICCOLO DEI SANTI. Paolo rivela il mistero, fatto conoscere nel tempo secondo modalità e criteri stabiliti da Dio, MISTERO RIGUARDO AL QUALE È DATA UNA LUCE AGLI UOMINI in virtù dell’annuncio degli Apostoli.

3. Il mistero di Cristo non si manifesta fuori di Cristo, SI MANIFESTA DAL DI DENTRO DI CRISTO, DAL SUO CORPO, LA CHIESA. Nella chiesa e per la Chiesa la sapienza di Dio è fatta conoscere in maniera multiforme, per le creature del cielo e della terra. NON SOLO GLI UOMINI, MA ANCHE GLI ANGELI SONO CHIAMATI A DAR LODE ALL’AMORE DI DIO SALVATORE.

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 12,39-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».  

Questo vangelo ci insegna la vigilanza, che non è un atteggiamento di timore o attesa di eventi apocalittici ma desiderio ardente di vedere la gloria del Signore, preparandola e vivendola nella nostra quotidianità. Sei amministratore dei beni di Dio e non padrone, non ritenerti un privilegiato, ma vivi con responsabilità senza giudicare e senza approfittartene. Perderesti tutto!
Vigilare significa capire cosa passa nel mio cuore, significa fermarmi un po’ ed esaminare la mia vita. Sono cristiano? Educo più o meno bene i miei figli? La mia vita è cristiana o è mondana? E come posso capire questo? La stessa ricetta di Paolo: guardare Cristo crocifisso. Facciamo attenzione a non cedere alla pigrizia interiore, alla superbia, all'egoismo, perché, anche nelle situazioni in cui non ce l’aspettiamo, il Signore viene. Stai sveglio!

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Ieri si parlava del padrone che torna nella notte, oggi del ladro (anche lui notturno). Dio arriva di notte. Di quale notte stiamo parlando? Forse del nostro torpore in cui restiamo a crogiolarci?

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martedì 22 ottobre 2024

22.10.2024 - Ef 2,12-22 - Lc 12,35-38 - Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni - Ef 2,12-22

Fratelli, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.
Egli infatti è la nostra pace,
colui che di due ha fatto una cosa sola,
abbattendo il muro di separazione che li divideva,
cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne.
Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace,
e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo,
per mezzo della croce,
eliminando in se stesso l’inimicizia.
Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani,
e pace a coloro che erano vicini.
Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri,
al Padre in un solo Spirito.
Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.

1. I Gentili (i non Ebrei), inizialmente senza Dio, ora GRAZIE AL SACRIFICIO DI CRISTO COLORO CHE ERANO LONTANI SONO STATI AVVICINATI. CRISTO HA UNITO EBREI E GENTILI abbattendo il muro di separazione e promuovendo la pace. Questa unione elimina le divisioni, formando una nuova comunità in Cristo. Fratelli TUTTI!

2. Cristo ha abolito le barriere cerimoniali e legali che dividevano Ebrei e Gentili, non la legge morale. HA CREATO UNA NUOVA UMANITÀ, riconciliando entrambi i gruppi con Dio attraverso la croce, eliminando l'inimicizia e PERMETTENDO UNA NUOVA RELAZIONE CON DIO E TRA DI LORO.

3. I credenti non sono più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti CON CRISTO COME PIETRA ANGOLARE. La comunità cristiana è un TEMPIO SANTO, UNITA E COESA IN CRISTO, ABITAZIONE DI DIO PER MEZZO DELLO SPIRITO.

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 12,35-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!». 

 

Assonnati o svegli? Assuefatti o attenti? La vita ci consuma, ma l’attesa ci rinnova. Quando aspettiamo qualcuno che deve venire, ci prepariamo per accoglierlo, tanto più dobbiamo farci trovare pronti dal Nostro Signore che viene. Come mi preparo? Vigilando su me stesso, sul mio cuore, sui miei sentimenti, sui miei pensieri. Custodendo il tesoro della grazia, la presenza dello Spirito Santo in me. Non mi lascio andare alla mentalità mondana anche perché se non mi custodisco, viene quello che è più forte di me.
Siamo chiamati a vivere un’attesa trepidante e innamorata, pronta a spalancare le porte quando il Signore bussa al nostro cuore. E sarà una gioia grande: Dio verrà e si porrà a servizio della nostra felicità, della nostra pienezza di vita! Non possiamo chiedere di più!

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Strano questo padrone che arriva nel cuore della notte e, invece di farsi servire dai servi, li fa accomodare e lui li serve! A questa pacchia noi non siamo pronti. Chi è più strano, Dio o l’uomo?

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