giovedì 27 giugno 2024

PRINCIPIO DI SOLIDARIETÀ…

PRINCIPIO DI SOLIDARIETÀ…

“Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Circa un mese fa un bambino nato nel Regno Unito da papà italiano e mamma nigeriana, è arrivato in Italia. Quel bambino ha una grave malformazione cardiaca; in Inghilterra era stato ritenuto unfit, quindi non degno di essere curato. Per una parte del mondo medico e delle corti di giustizia inglesi, se fosse rimasto lì “nel suo miglior interesse” sarebbe stato lasciato morire.

Grazie alla collaborazione tra il governo italiano e le autorità inglesi, il bambino è stato trasferito in Italia, dove è attualmente in cura presso l'ospedale Bambin Gesù di Roma, offrendo speranza per la sua sopravvivenza.

Questo intervento è stato possibile anche grazie all'esperienza accumulata in un caso precedente, quello di Hindi Gregory, una bambina per la quale il governo italiano aveva cercato di fare lo stesso, ma senza successo. Tuttavia, gli sforzi per Hindi hanno posto le basi per il successo del trasferimento attuale.

La necessità di prendersi cura dei più vulnerabili è condivisa sia dal governo che dall'organizzazione Nuovi Orizzonti. La collaborazione tra i due si manifesta anche nel sostegno a famiglie e persone in difficoltà economica, nelle misure a favore delle donne in gravidanza e nella prevenzione delle dipendenze tra gli adolescenti.

Il governo italiano crede nell'importanza delle comunità per la prevenzione della droga e sta lavorando per rimuovere ostacoli burocratici che impediscono alle comunità di operare efficacemente. Un esempio di questo impegno è la possibilità per i contribuenti italiani di destinare una parte dell'8 per 1000 alla prevenzione e al recupero delle dipendenze.

Ispiratore di questo agire sono le parole di Gesù nel Vangelo di Matteo: "Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me", parole che hanno un grande valore religioso e civile. Questo principio di solidarietà è alla base della Costituzione italiana e rappresenta un pilastro per la costruzione della pace.

Pace che l’Italia desidera costruire mettendosi a disposizione nel soccorrere bambini e adulti feriti dall'inferno di Gaza, portandoli nei principali ospedali italiani. Questo gesto è un piccolo segno concreto di pace e un tentativo di stabilire condizioni di reciproca fiducia per risolvere la crisi.

Un grande artista polacco, vissuto a Cracovia fra la fine del XIX e l’inizio del XX sec., Stanisław Wyspiański scrisse:

“Ci sono tante forze nel popolo, 

   ci sono tanti uomini.

   Entri infine il Tuo Spirito

   E svegli gli addormentati”

Stanisław scriveva questi versi nel 1902, quando uno Stato polacco non esisteva. Esisteva però una Nazione polacca, che desiderava la libertà, e che sognava di recuperarla, e poi l’ha realmente recuperata, se pur pagando un prezzo elevatissimo. Oggi questi versi valgono per l’Europa e per l’Italia. “Ci sono tante forze nel popolo, ci sono tanti uomini.” Ma ci sono anche troppi addormentati. Lavoriamo insieme, con l’aiuto di Dio, per suonare la sveglia. L’invito per tutti è di lavorare insieme, con l'aiuto di Dio, per risvegliare gli addormentati e affrontare le sfide attuali con coraggio e determinazione.

 

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mercoledì 26 giugno 2024

26.06.2024 - 2Re 22,8-13;23,1-3 - Mt 7,15-20 - Dai loro frutti li riconoscerete.

Dal secondo libro dei Re - 2Re 22,8-13;23,1-3

In quei giorni, il sommo sacerdote Chelkìa disse allo scriba Safan: «Ho trovato nel tempio del Signore il libro della legge». Chelkìa diede il libro a Safan, che lo lesse. Lo scriba Safan quindi andò dal re e lo informò dicendo: «I tuoi servitori hanno versato il denaro trovato nel tempio e l’hanno consegnato in mano agli esecutori dei lavori, sovrintendenti al tempio del Signore». Poi lo scriba Safan annunciò al re: «Il sacerdote Chelkìa mi ha dato un libro». Safan lo lesse davanti al re.
Udite le parole del libro della legge, il re si stracciò le vesti. Il re comandò al sacerdote Chelkìa, ad Achikàm figlio di Safan, ad Acbor, figlio di Michèa, allo scriba Safan e ad Asaià, ministro del re: «Andate, consultate il Signore per me, per il popolo e per tutto Giuda, riguardo alle parole di questo libro ora trovato; grande infatti è la collera del Signore, che si è accesa contro di noi, perché i nostri padri non hanno ascoltato le parole di questo libro, mettendo in pratica quanto è stato scritto per noi». Il re mandò a radunare presso di sé tutti gli anziani di Giuda e di Gerusalemme. Il re salì al tempio del Signore; erano con lui tutti gli uomini di Giuda, tutti gli abitanti di Gerusalemme, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo, dal più piccolo al più grande. Lesse alla loro presenza tutte le parole del libro dell’alleanza, trovato nel tempio del Signore. Il re, in piedi presso la colonna, concluse l’alleanza davanti al Signore, per seguire il Signore e osservare i suoi comandi, le istruzioni e le leggi con tutto il cuore e con tutta l’anima, per attuare le parole dell’alleanza scritte in quel libro. Tutto il popolo aderì all’alleanza.

 

1. In occasione della raccolta del denaro dalle casse delle elemosine, necessario alla manutenzione del tempio, VIENE RITROVATO IL "LIBRO DELLA LEGGE" CHE DA ALLORA GIACEVA ABBANDONATO NEL TEMPIO. Dove si trova la tua Bibbia?

2. IL RE SI DIMOSTRA MOLTO SENSIBILE ALLA RELIGIONE ORIGINALE E AVVIA UN RINNOVAMENTO. Si ritorna all’accentramento di un unico culto a Gerusalemme, eliminando i luoghi di culto pagani e i santuari jahvisti sparsi nel territorio non solo di Giuda, ma anche di Samarìa. 

3. Il re Giosìa spera di ritornare agli antichi splendori del regno al tempo di re Davide. Il re invita ad «andare a consultare il Signore.. riguardo alle parole di questo libro». L’ascolto della Parola, la rilettura in forma assembleare, l’impegno a seguire i comandi del Signore, sono tutti passaggi che dimostrano l’efficacia della Parola del Signore, che va DAPPRIMA COMPRESA E "RUMINATA" SOTTO LA GUIDA DELLO SPIRITO, ma poi dopo porta ad una ADESIONE DEL CUORE, come è avvenuto al tempo del re Giosìa.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 7,15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

 

Siamo circondati da falsi profeti, da illusionisti della politica, dell’economia, della scienza, del divertimento. Attirano e ammaliano come le sirene di Ulisse. Quale frutto generano le loro azioni? Lo riscontriamo nella nostra società fluida.
“Guardatevi dai falsi profeti”, dunque, è un comando, Gesù ci invita a curare l’interiorità anziché fermarci alle apparenze. Guardare il cuore!
Oggi più che mai abbiamo la possibilità di guardare come guarda Dio, a ciò che guarda Dio. Possiamo contemplare il suo sguardo sul nostro cuore e su quello degli altri! Se, infatti, quello stesso sguardo è rivolto al cuore di ognuno di noi, come potranno i nostri occhi giudicare dalle apparenze?

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Ci sono anche i falsi profeti, lupi travestiti da agnelli. E i cristiani sono proprio degli agnelli inviati a stare in mezzo ai lupi. Cerchiamo sempre chi ci somiglia, non capiamo il rischio che corriamo?

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martedì 25 giugno 2024

25.06.2024 - 2Re 19,9-11.14-21.31-35.36 - Mt 7,6.12-14 - Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.

Dal secondo libro dei Re - 2Re 19,9-11.14-21.31-35.36

In quei giorni, Sennàcherib, re d’Assiria, inviò di nuovo messaggeri a Ezechìa dicendo: «Così direte a Ezechìa, re di Giuda: “Non ti illuda il tuo Dio in cui confidi, dicendo: Gerusalemme non sarà consegnata in mano al re d’Assiria. Ecco, tu sai quanto hanno fatto i re d’Assiria a tutti i territori, votandoli allo sterminio. Soltanto tu ti salveresti?”».
Ezechìa prese la lettera dalla mano dei messaggeri e la lesse, poi salì al tempio del Signore, l’aprì davanti al Signore e pregò davanti al Signore: «Signore, Dio d’Israele, che siedi sui cherubini, tu solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra. Porgi, Signore, il tuo orecchio e ascolta; apri, Signore, i tuoi occhi e guarda. Ascolta tutte le parole che Sennàcherib ha mandato a dire per insultare il Dio vivente. È vero, Signore, i re d’Assiria hanno devastato le nazioni e la loro terra, hanno gettato i loro dèi nel fuoco; quelli però non erano dèi, ma solo opera di mani d’uomo, legno e pietra: perciò li hanno distrutti. Ma ora, Signore, nostro Dio, salvaci dalla sua mano, perché sappiano tutti i regni della terra che tu solo, o Signore, sei Dio».
Allora Isaìa, figlio di Amoz, mandò a dire a Ezechìa: «Così dice il Signore, Dio d’Israele: “Ho udito quanto hai chiesto nella tua preghiera riguardo a Sennàcherib, re d’Assiria. Questa è la sentenza che il Signore ha pronunciato contro di lui:
Ti disprezza, ti deride
la vergine figlia di Sion.
Dietro a te scuote il capo
la figlia di Gerusalemme”.
Poiché da Gerusalemme uscirà un resto,
dal monte Sion un residuo.
Lo zelo del Signore farà questo.
Perciò così dice il Signore riguardo al re d’Assiria:
“Non entrerà in questa città
né vi lancerà una freccia,
non l’affronterà con scudi
e contro essa non costruirà terrapieno.
Ritornerà per la strada per cui è venuto;
non entrerà in questa città.
Oracolo del Signore.
Proteggerò questa città per salvarla,
per amore di me e di Davide mio servo”».
Ora in quella notte l’angelo del Signore uscì e colpì nell’accampamento degli Assiri centoottantacinquemila uomini. Sennàcherib, re d’Assiria, levò le tende, partì e fece ritorno a Nìnive, dove rimase.

 

1. Lo stato maggiore dell'esercito Assiro inviò un messaggio al re di Giuda, Ezechìa, allo scopo di spaventarlo psicologicamente: NON C'È SCAMPO, NÉ VIA DI SALVEZZA. 

2. Ezechìa salì al tempio del Signore COMPIENDO UN PELLEGRINAGGIO; aprì la lettera, lesse al Signore probabilmente davanti all’Arca, mostrando GRANDE CONFIDENZA CON IL SIGNORE; poi pregò e chiese la grazia con un accorato appello PIENO DI FEDE E DI ADESIONE AL SIGNORE. Chi crede, ieri come oggi, condivide gioie e problemi nella preghiera con il Signore. 

3. E DIO RISPONDE: a Ezechìa arrivò un messaggio dal profeta Isaia. Il messaggio di Isaia è molto lungo: è un poema sarcastico, di scherno nei confronti dell’invasore: sono infondate le minacce assire. Negli annali di Sennàcherib viene narrato di un INFRUTTUOSO ASSEDIO DI GERUSALEMME precisamente, nel 701 a.C. È Dio che conduce la storia attraverso coloro che CONFIDANO il Lui e COMPIONO la sua volontà.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 7,6.12-14
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».

 

"Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro". Questa è la regola d'oro che dobbiamo ricordare ogni giorno e che ci indica come comportarci anche nelle piccole cose di ogni giorno.
Gesù ci ricorda che la salvezza è difficile ed esige rinunce. Vi si arriva non da una porta ampia e comoda, ma da un passaggio stretto e faticoso. Con la comodità non si salva l’anima, Gesù ci ha salvato sulla croce. «Il Signore ci offre tante occasioni per salvarci ed entrare attraverso la porta della salvezza.(...) Dobbiamo cogliere le occasioni di salvezza. Perché a un certo momento «il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta»; la nostra vita è seria e l’obiettivo da raggiungere è importante: la salvezza eterna».

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La via per seguire Gesù passa per una porta stretta. Il Vangelo non è comodo, rassicurante. Lo leggiamo o lo addomestichiamo? Perché vogliamo allargare questa porta stretta a tutti i costi?

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MISS IN CARROZZINA.…

MISS IN CARROZZINA.… 

È Aleksandra Chichikova la prima Miss Mondo in sedia a rotelle. La bielorussa ha vinto la prima edizione del concorso di bellezza dedicato proprio alle miss in carrozzina. Da quest’anno una manifestazione internazionale. L’obiettivo è quello di “cambiare la percezione globale riguardo alle persone affette da disabilità”.
“Ogni donna in carrozzella deve avere il diritto di potersi sentire libera e bella”, ha spiegato la co-fondatrice del concorso. “Ritengo di essere una persona positiva e determinata – ha detto, Aleksandra subito dopo la vittoria -. Non ho mai permesso alle mie difficoltà di impedirmi di vivere una vita piena e felice “. 
Aleksandra, 23enne studentessa di psicologia, ha vinto il titolo posizionandosi davanti a due colleghe, Lebohang Monyatsi e Adriana Zawadzinska, rispettivamente provenienti dal Sud Africa e dalla Polonia.
Il titolo di 2a Vice Miss Mondo su una sedia a rotelle l'ha vinto Anna Płoszyńska. Anna dopo un incidente che l'ha costretta su una sedia a rotelle, ha trovato nuova forza e motivazione per aiutare gli altri. Non si definisce attraverso la sua disabilità, ma vede l'esperienza come un'opportunità per ispirare e supportare chi vive situazioni simili. Anna lavora come odontotecnico, specializzata nella progettazione di protesi dentarie con tecnologia 3D e nella metallurgia.
Nonostante il titolo, la sua vita professionale è rimasta la stessa, anche se ha guadagnato maggiore riconoscimento. Anna è una cintura nera di karate e ha vinto medaglie ai campionati mondiali ed europei, dimostrando che nulla è impossibile. La sua energia deriva da un desiderio innato di non fermarsi mai e di dimostrare che si può vivere appieno nonostante le difficoltà.
Dopo l'incidente, Anna non ha vissuto una crisi o una depressione prolungata, ma ha cercato di vedere il lato positivo e di essere indipendente. Anche nei momenti difficili, cerca di rialzarsi rapidamente e andare avanti, convinta che Dio le abbia dato questa sfida per aiutare gli altri. 
Anna spera di ispirare altre donne con disabilità a credere in sé stesse e nella loro bellezza. Non si considera inferiore a causa della sua disabilità e esprime quotidianamente la sua femminilità senza complessi. Sogna di formare una famiglia e sa che la sua disabilità non le impedirà di essere una madre amorevole.
Il rapporto con suo padre è sempre stato forte, soprattutto dopo la morte della madre quando Anna aveva otto anni. Suo padre l'ha sempre sostenuta e continua a farlo anche oggi. Anna non ha speranze di tornare a camminare a causa della gravità della sua lesione al midollo spinale, ma rimane positiva e grata per ciò che ha.
La vittoria del titolo di 2a Vice Miss Mondo le ha portato gioia e soddisfazione, rafforzando la sua missione di ispirare e aiutare gli altri, dimostrando che la disabilità non deve limitare le possibilità di vita e successo.

 

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lunedì 24 giugno 2024

Lc 1,57-68- RITO AMBROSIANO - NATIVITA' DI SAN GIOVANNI BATTISTA

RITO AMBROSIANO

NATIVITA' DI SAN GIOVANNI BATTISTA 
LUNEDÌ 24 giugno 2024

 ✠ Lettura del Vangelo secondo Luca- Lc 1,57-68

In quel tempo. Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo».

1. ZACCARIA, all'annuncio di un figlio in tarda età, divenne muto perché fu scettico. Lui, l'uomo giusto e irreprensibile NON ERA RIUSCITO A SUPERARE LO SCOGLIO DELLA LOGICA UMANA PER APRIRSI ALL'IMPREVISTO DI DIO. MA IL DISEGNO DI DIO PROCEDE, SIAMO NELLE MANI DI DIO…

2. ELISABETTA si oppose a chi voleva chiamare il bimbo Zaccaria. GIOVANNI È IL SUO NOME. Com'è bella, com'è incoraggiante per noi questa CAPACITÀ DI ROMPERE SCHEMI PRESTABILITI e forme congelate in usanze plurisecolari, NON PER CAPRICCIO MA PER OBBEDIENZA A DIO. OBBEDIENZA NASCE DALL’ASCOLTO…

3. CREDERE È "SPALANCARE LE PORTE A CRISTO" Bisogna essere PERSONE DOCILI a quel che Dio vuole, essere PRONTI A BUTTAR VIA VECCHI MODI DI PENSARE, vecchie abitudini, per COGLIERE IL SOFFIO DELLO SPIRITO nella nostra vita. CHIEDIAMO A DIO IL CORAGGIO DI FARE SCELTE SECONDO IL VANGELO…

BUONA FESTA PATRONALE...


domenica 23 giugno 2024

Gb 38,1.8-11 - 2Cor 5,14-17 - Mc 4,35-41 - XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Domenica 23 Giugno 2024
Dal libro di Giobbe - Gb 38,1.8-11

Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
«Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando usciva impetuoso dal seno materno,
quando io lo vestivo di nubi
e lo fasciavo di una nuvola oscura,
quando gli ho fissato un limite,
gli ho messo chiavistello e due porte
dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre
e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”?».

1. IL SIGNORE RISPOSE A GIOBBE in mezzo all’uragano, è una parola in mezzo alla tempesta, UNA TEOFANIA E anziché dare delle risposte Giobbe (= il perché Lui, uomo giusto e buono è colpito da sciagure immense) SI SENTE FARE DA DIO DELLE DOMANDE che non riguardano la sua vita e LO PORTANO FUORI DI SÉ, prima di sé, riguardano il creato…

2. E proprio una di queste domande riguarda il mare, la creazione del mare. Dio dice a Giobbe Chi ha chiuso tra due porte il mare quando usciva l'impetuoso dal seno materno… IL MARE È IL SIMBOLO DELLA POTENZA DEL MALE orgogliosa che ha l'impressione di una immensa potenza MA IL SIGNORE LA DOMINA…

3. Dio domanda Giobbe: chi ha dominato il mare (=male)? Giobbe deve dire “Io no”.  DEVE RICONOSCERE LA PROPRIA POVERA LIMITATA UMANITÀ DI FRONTE AD UN DIO CREATORE IMMENSO NEL POTERE E IMMENSO NELL'AMORE. Può fidarsi di Dio…

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Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 2Cor 5,14-17
 
Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.
Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.

1. Paolo parla dell'amore di Cristo che ci sospinge, diceva la precedente traduzione, ci possiede dice l'attuale. L’AMORE DI CRISTO È IL MOTORE DELLA NOSTRA VITA, È IL SENSO, È LA FORZA DELLA NOSTRA ESISTENZA. Cristo per amore è morto per tutti ed è morto per noi perché noi potessimo vivere per Lui…

2. Se uno è in Cristo, se gli appartiene, dice Paolo È UNA CREAZIONE NUOVA, è un altro mondo, è la liberazione dal potere del male le cose vecchie sono passate ne sono nate di nuove. L'ESSERE IN LUI È CERTEZZA DI VITA CHE NON MUORE.

3. SE UNO È IN CRISTO È VERAMENTE SALVATO. È la rivoluzione che Paolo ha vissuto, ma è la rivoluzione cristiana di sempre: NON VIVERE PIÙ PER NOI STESSI, per i nostri interessi e ritorni di immagine, MA AD IMMAGINE DI CRISTO, per Lui e secondo Lui, col suo amore e nel suo amore…

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 4,35-41

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

1. La narrazione della TEMPESTA È LA SITUAZIONE INTERIORE CHE MOLTI DI NOI VIVONO QUOTIDIANAMENTE. E Gesù dorme, come se non gli importasse, o perlomeno è questa la sensazione che hanno i discepoli. La lezione dei discepoli è bellissima: TROVANO IL CORAGGIO DIRLO. PREGANO CON SINCERITÀ…

2. Ma poi sono DISPOSTI AD ACCETTARE LA LEZIONE CHE GESÙ IMPARTISCE proprio a partire da questa sensazione: “Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «TACI, CALMATI!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «PERCHÉ SIETE COSÌ PAUROSI? NON AVETE ANCORA FEDE?»”. Quello che ci salva e ci fa vivere giorno dopo giorno è LA FEDE NELLA COSTANTE PRESENZA DI DIO, che placa le tempeste e fa avvicinare la nostra barca alla riva…

3. Ci è difficile ragionare se non a partire sempre da ciò che sentiamo. Se sentiamo paura ragioniamo con paura. Gesù dice che la FEDE È DISOBBEDIRE ALLA PAURA E RICORDARSI DI CIÒ CHE SI CREDE ANCHE QUANDO NON LO SI SENTE. Credere è fidarsi di Gesù non della tempesta…
BUONA DOMENICA…

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DIFFICOLTÀ

Le difficoltà della vita possono spaventare i cuori deboli, ma rafforzano le anime forti. Anche con Gesù presente, gli Apostoli ebbero paura e lui disse: "Non avete ancora fede?". Le avversità sono occasioni per crescere e rafforzarci, mostrando la nostra forza interiore e virtù. Come diceva Delacroix, l'avversità restituisce agli uomini le virtù che la prosperità toglie loro.

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OMELIA - XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

LECTIO DIVINA - XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
 

Gv 12,35-50 - RITO AMBROSIANO - V DOMENICA DOPO PENTECOSTE

RITO AMBROSIANO

V DOMENICA DOPO PENTECOSTE
DOMENICA 23 giugno 2024
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 12,35-50
In quel tempo. Il Signore Gesù disse alla folla: «Ancora per poco tempo la luce è tra voi. Camminate mentre avete la luce, perché le tenebre non vi sorprendano; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce, credete nella luce, per diventare figli della luce». Gesù disse queste cose, poi se ne andò e si nascose loro. Sebbene avesse compiuto segni così grandi davanti a loro, non credevano in lui, perché si compisse la parola detta dal profeta Isaia: «Signore, chi ha creduto alla nostra parola? E la forza del Signore, a chi è stata rivelata?». Per questo non potevano credere, poiché ancora Isaia disse: «Ha reso ciechi i loro occhi e duro il loro cuore, perché non vedano con gli occhi e non comprendano con il cuore e non si convertano, e io li guarisca!». Questo disse Isaia perché vide la sua gloria e parlò di lui. Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui, ma, a causa dei farisei, non lo dichiaravano, per non essere espulsi dalla sinagoga. Amavano infatti la gloria degli uomini più che la gloria di Dio. Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

1. Gesù è venuto per illuminare gli uomini, per strapparli dal mistero dell’oscurità. Coloro che credono in Lui e lo accettano come luce del mondo, sono accesi dalla sua stessa luce, che è la luce dell’amore e in loro abiterà lo Spirito del Figlio… CREDERE NEL FIGLIO SIGNIFICA ESSERE ILLUMINATI SULLA VERITÀ NOSTRA E DI DIO…

2. Sebbene avesse compiuto tanti segni davanti a loro, NON CREDEVANO IN LUI. PERCHÉ?? 1. DIFFICILE CREDERE che Dio provi un amore così grande per noi, da essere stato disposto a sacrificare il proprio Figlio. 2. DIFFICILE CREDERE quando si è ingannati dalla menzogna, che solo la croce vincerà. 3. DIFFICILE CREDERE in Gesù perché bisognerebbe accettare le conseguenze come l’essere messi al margine dall’ambiente sociale e anche religioso. 

3. Ma GESÙ È IL PROFETA DEFINITIVO al quale dare ascolto. CREDERE IN GESÙ; credere in lui, il Figlio unigenito, È CREDERE NEL PADRE che l’ha inviato per salvare il mondo. ATTRAVERSO DI LUI, crocifisso da noi e per noi, che ci ama come il Padre, CONOSCIAMO QUEL DIO CHE È AMORE CHE CI INVITA AD AMARE SEMPRE. Lui è la luce, Lui è la salvezza, Lui è la vita… IO CREDO…

BUONA DOMENICA...