giovedì 30 maggio 2024

30.05.2024 - 1Pt 2,2-5.9-12 - Mc 10,46-52 Rabbunì, che io veda di nuovo!

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo - 1Pt 2,2-5.9-12

Carissimi, come bambini appena nati desiderate avidamente il genuino latte spirituale, grazie al quale voi possiate crescere verso la salvezza, se davvero avete gustato che buono è il Signore. Avvicinandovi a lui, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo.
Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa. Un tempo voi eravate non-popolo, ora invece siete popolo di Dio; un tempo eravate esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto misericordia.
Carissimi, io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai cattivi desideri della carne, che fanno guerra all’anima. Tenete una condotta esemplare fra i pagani perché, mentre vi calunniano come malfattori, al vedere le vostre buone opere diano gloria a Dio nel giorno della sua visita.
1. La Prima Lettera di Pietro è una grande catechesi battesimale per sottolineare, che CON IL BATTESIMO CI SI “STRINGE” A CRISTO e si genera così un popolo che vive «un sacerdozio santo per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo». Quando svolgi il tuo ruolo nel portare amore al prossimo, sei gradito al Padre Celeste!   

2. COME PUOI INCARNARE UN SACERDOZIO SANTO OGGI, NELLA TUA VITA? Innanzitutto, puoi agire come un MEDIATORE TRA DIO E LE PERSONE che ancora non lo conoscono. Se conosci qualcuno che è distante da Dio, prega con perseveranza per lui o per lei. LA TUA INTERCESSIONE È UN SACRIFICIO SPIRITUALE. Naturalmente, puoi anche intercedere per i tuoi fratelli e le tue sorelle in Cristo, portando al Signore le loro necessità.   

3. Inoltre il popolo diventa un POPOLO DI PROFETI perché «proclami le opere ammirevoli di lui»; infine questo POPOLO È FORMATO DA «UOMINI DI OGNI TRIBÙ, LINGUA, POPOLO E NAZIONE», che entrando nella Pasqua di Cristo sono diventati «un regno e sacerdoti, e regneranno sopra la terra». Noi siamo questo popolo! 

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 10,46-52

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Gesù chiede a Bartimeo cosa desidera. Egli gli dice: «Rabbunì» cioè “mio Maestro” che io veda di nuovo. La parola usata dall’evangelista sta a significare non solo un generico poter vedere, ma un “guardare in su” un trovare senso alla propria vita. E noi cosa chiediamo al Signore per la nostra vita? «E Gesù gli disse: Và, la tua fede ti ha salvato». La fede ha ottenuto a Bartimeo non solo una guarigione fisica, ma soprattutto la grazia di incontrare Cristo. Riavuta la vista, Bartimeo segue Cristo lungo la via.
Questo brano è un invito ad un continuo inizio nel cammino di sequela, un cammino che ha alla base l’incontro con Gesù Cristo, che dà senso e significato all’incontro con se stessi e con i fratelli dentro una esperienza di Chiesa.

 

UN SEGNO DI PACE.…

UN SEGNO DI PACE.…

Monsignor Aurelio Gazzera, un missionario italiano di 61 anni appartenente all'ordine dei Carmelitani Scalzi, è stato recentemente nominato vescovo coadiutore della diocesi di Bangassou, situata nella Repubblica Centrafricana. La sua nomina è avvenuta alla fine di febbraio da parte di Papa Francesco. Monsignor Gazzera, noto per il suo impegno per la pace e i suoi negoziati con gruppi armati, è stato coinvolto in operazioni rischiose, incluso il ritiro dei ribelli dalla città di Bozoum nel 2014, che ha ottenuto con successo.

La diocesi di Bangassou, nel sud-est del paese, si estende su un'area di quasi 135.000 chilometri quadrati, ma con una bassa densità di popolazione di circa mezzo milione di persone. La regione è isolata, con infrastrutture stradali scadenti che rendono difficile l'accesso. Inoltre, la presenza di gruppi armati rende la situazione ancora più complessa.

Nonostante le sfide, ci sono anche ragioni per sperare. Il predecessore di monsignor Gazzera, monsignor Aguirre, ha avviato numerose iniziative all'interno della diocesi, tra cui scuole, orfanotrofi e una scuola di catechismo. Inoltre, la regione ha visto un notevole numero di vocazioni tra i giovani.

Monsignor Gazzera accetta la nomina con umiltà e fiducia in Dio. “Ho paura ma confido profondamente in Dio. La forza per essere vescovo, non ce l'ho in me, viene dal Signore. Non ho cercato questo ministero. Gesù Cristo ha detto: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”. So di non essere degno o capace, ma Lui sa più cose su di me di quanto io sappia, e si fida di me più di quanto io mi fidi di me stesso”.  Monsignor Gazzera desidera essere un pastore secondo il cuore di Gesù, ed è da quel cuore che riceve la forza, la fede e la determinazione. 

Monsignor Gazzera sarà chiamato a affrontare numerose sfide e a continuare l'opera di pace e riconciliazione nella sua nuova veste di vescovo coadiutore di Bangassou. La sua ordinazione episcopale è prevista per il 9 giugno nella cattedrale di Bangui, e si trasferirà a Bangassou subito dopo Pasqua per iniziare il suo servizio nella diocesi.

“Come sacerdote, pastore e vescovo, tutto ciò che ferisce i miei fratelli e sorelle e tutto ciò che li tocca, ferisce e tocca anche me. Come sacerdote, era mia responsabilità – e a fortiori è mia responsabilità come vescovo – prendermi cura delle persone che mi sono state affidate e proteggerle. Il pastore non solo accompagna le sue pecore, ma le difende anche dai pericoli. Farò quindi tutto il possibile per portare avanti il dialogo con i diversi gruppi ribelli e parlerò con coloro che esprimono – anche se ovviamente in modo sbagliato – le proprie aspettative nei confronti del governo e della comunità internazionale. Con le mie forze limitate, cercherò di ascoltare tutti e di essere un segno di pace.

 

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mercoledì 29 maggio 2024

29.05.2024 - 1Pt 1,18-25 - Mc 10,32-45 Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo - 1Pt 1,18-25

Carissimi, voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia. Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio.
Dopo aver purificato le vostre anime con l’obbedienza alla verità per amarvi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri, rigenerati non da un seme corruttibile ma incorruttibile, per mezzo della parola di Dio viva ed eterna. Perché ogni carne è come l’erba
e tutta la sua gloria come un fiore di campo.
L’erba inaridisce, i fiori cadono,
ma la parola del Signore rimane in eterno.
E questa è la parola del Vangelo che vi è stato annunciato.
1. Noi non siamo stati liberati a prezzo di cose effimere come argento o oro, noi siamo stati liberati dalla condotta sbagliata, ereditata dai nostri padri, GRAZIE AL SANGUE PREZIOSO DI CRISTO che è l'unico Agnello senza difetti e senza macchia: IL VERO AGNELLO DI DIO.

2. Cristo come agnello è stato prestabilito fin dall'inizio, prima della fondazione del mondo, ma SI È MANIFESTATO ADESSO CON LA SUA RISURREZIONE. Noi lo abbiamo pienamente conosciuto. Tutto questo ci è stato rivelato. Cristo è morto, è risuscitato, ed è stato glorificato, AFFINCHÉ LA NOSTRA FEDE E LA NOSTRA SPERANZA SIANO IN DIO.

3. Allora, come dobbiamo vivere? Se riflettiamo sulla grandezza del prezzo che Dio ha pagato per riscattarci: il suo sangue. Se riflettiamo su come vivevamo: nel peccato. Se riflettiamo sulla speranza che ci è stata donata: la vita eterna, non possiamo fare altro che ESSERE SANTI IN TUTTA LA NOSTRA CONDOTTA. Viviamo santamente, per poter rendere gloria a Dio per mezzo Gesù Cristo nostro Signore! Amen! 

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 10,32-45

In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti.
Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà».
Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Gesù insiste nell’annuncio della sua passione, morte e risurrezione. E anche gli apostoli insistono nella strada del loro orgoglio. Propongono un’altra strada, non quella di Gesù. È la strada di chi, magari senza nemmeno rendersene conto, “usa” il Signore per promuovere sé stesso; di chi cerca i propri interessi e non quelli di Cristo“. E’ possibile seguire Gesù arrivando ad accettare di ‘bere il suo calice’ e ad essere battezzati con il suo battesimo di croce e risurrezione, solo quando ci si lascia vincere dalla sua attrattiva. Gesù ci prende in disparte, si confida con noi come amici e ci apre la strada. Conquistati dal suo amore, possiamo donare la vita a vantaggi di ‘molti’.

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Gesù spiega ai dodici, persone sgomente ed impaurite, il "finale" della storia: la sua passione, morte e resurrezione. E Giacomo e Giovanni gli chiedono «pieni poteri». Non sembra un dialogo tra sordi?

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martedì 28 maggio 2024

28.05.2024 - 1Pt 1,10-16 - Mc 10,28-31 - Riceverete in questo tempo cento volte tanto insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo - 1Pt 1,10-16

Carissimi, sulla salvezza indagarono e scrutarono i profeti, che preannunciavano la grazia a voi destinata; essi cercavano di sapere quale momento o quali circostanze indicasse lo Spirito di Cristo che era in loro, quando prediceva le sofferenze destinate a Cristo e le glorie che le avrebbero seguite. A loro fu rivelato che, non per se stessi, ma per voi erano servitori di quelle cose che ora vi sono annunciate per mezzo di coloro che vi hanno portato il Vangelo mediante lo Spirito Santo, mandato dal cielo: cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo.
Perciò, cingendo i fianchi della vostra mente e restando sobri, ponete tutta la vostra speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si manifesterà. Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri di un tempo, quando eravate nell’ignoranza, ma, come il Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta. Poiché sta scritto: «Sarete santi, perché io sono santo».
1. LA VOLONTÀ DI DIO NON SI COMPIE IN TEMPI BREVI, MA NEI SECOLI CHE VERRANNO, tutti i profeti hanno parlato per noi, non per loro. Le cose preannunziate dai profeti si sono tutte compiute in Cristo Gesù. CRISTO È IL COMPIMENTO di ogni parola pronunziata da Dio lungo tutto il corso dell’Antico Testamento.

2. “PERCIÒ CINGENDO I FIANCHI DELLA VOSTRA MENTE” ossia vigilando sulla vostra mente siate DISPOSTI AD abbandonare il vostro modo di pensare, a lasciare i vostri progetti, ad accettare una paziente trasformazione delle vostre categorie e dei vostri giudizi di un tempo, PER CONFORMARSI ALLA VITA NUOVA DONO DI COLUI CHE CI HA CHIAMATI. Così che possiate tenere fissi gli occhi sulla GTAZIA che vi sarà data.

3. In modo da DIVENTARE SANTI: «Sarete santi, perché io sono santo». La chiesa, nuovo popolo di Dio, sottratta al mondo e appartiene a Dio, PARTECIPA DELLA SANTITÀ DI DIO, ed è perciò Santa. I Cristiani hanno una particolare vocazione: quella di ESSERE NEL MONDO, MA DI NON ESSERE DEL MONDO. 

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 10,28-31

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

 

Il giovane ricco se ne è andato, ma noi?’. La risposta di Gesù è chiara: ‘Io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato tutto senza ricevere tutto’. ‘Ecco, noi abbiamo lasciato tutto’. ‘Riceverete tutto’, con quella misura traboccante con la quale Dio dà i suoi doni. Riceverete tutto. Il Signore non sa dare meno di tutto. Quando Lui dona qualcosa dona sé stesso, che è tutto.
In più persecuzioni e vita eterna. Questa è la strada di quello che vuole andare dietro a Gesù, perché è la strada che ha fatto Lui: Lui è stato perseguitato! E’ la strada dell’abbassamento.

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Il centuplo quaggiù. In termini di relazioni innanzitutto, ma anche di persecuzioni. E' strana la “contabilità” di Gesù, che poi insiste nel rovesciamento ultimi/primi. Conviene essere gli ultimi?

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TI FARÒ MIO...

TI FARÒ MIO...

Dominic Couturier, un ex atleta e dirigente aziendale, ha trovato la sua strada verso il sacerdozio attraverso un cammino insolito. Dopo aver vissuto una fase di distacco dalla fede cattolica durante l'adolescenza e la giovinezza, ha sperimentato un profondo ritorno alla religione in età adulta. Questa trasformazione è stata influenzata da un incontro personale con Dio e da una serie di esperienze spirituali significative.

Da dirigente aziendale nel settore dei metalli, Couturier ha fatto esperienza di responsabilità e disciplina: «Ho imparato a essere disciplinato, ad alzarmi presto, a fare cose che non volevo fare, per la famiglia, per i clienti, per i dipendenti», ma ha avvertito un vuoto interiore che lo ha spinto a cercare un significato più profondo nella vita. «Ho pensato di essere chiamato al matrimonio. Ma a un certo punto, mi sono reso conto che il Signore mi stava chiamando al sacerdozio, mi chiamava a combattere la buona battaglia».

Il suo ritorno alla fede cattolica è stato graduale, ma determinante, e ha trovato ispirazione nelle opere di autori come sant'Ignazio di Antiochia e nel pensiero del Papa Giovanni Paolo II. La sua chiamata al sacerdozio è stata confermata attraverso un sogno simbolico. «Nel sogno, io e Giovanni Paolo II eravamo in un ristorante italiano. Il Papa mi disse: “Ho fame”, e io dissi: “Anch’io”. Poi lui disse: “Vai a dare da mangiare alla gente”». Padre Couturier lo interpretò come un riferimento all’Eucarestia.

E fu così che Padre Couturier lasciò la sua vita precedente, vendendo la casa, terminando una relazione e abbandonando la carriera aziendale per intraprendere il cammino del seminario. Nonostante i suoi timori, trovò accoglienza e sostegno nel seminario e scoprì una comunità di seminaristi con interessi simili ai suoi.

Durante il suo percorso formativo, Couturier ha sviluppato una profonda affinità per la liturgia e ha riscoperto il significato e la bellezza della Messa. Questo ha contribuito a consolidare la sua fede e la sua identità sacerdotale.

Oggi, come parroco e istruttore presso la Harmel Academy of Trades (scuola professionale cattolica), Couturier condivide la sua esperienza e la sua fede con gli altri, integrando la sua passione per la saldatura con la sua missione spirituale. Attraverso il suo lavoro all'accademia, cerca di formare uomini virtuosi e cristiani autentici, incoraggiandoli a vivere secondo i valori della fede e della fraternità. Alla Harmel, «formiamo uomini sfavillanti, non solo lavoratori, ma uomini virili. Si impara come essere un padre e come combattere per la fede, attraverso la preghiera, lo studio e la fraternità. Non si tratta solo di un mestiere, ma di imparare a essere apprendisti del Maestro, Gesù Cristo».

Il suo coinvolgimento nell'accademia è stato sostenuto dal vescovo locale e vede questa opportunità come un modo per portare gli uomini più vicini alla Chiesa e alla loro fede. Couturier vede questo momento come un'opportunità per i cattolici di testimoniare la loro fede nel mondo e di resistere alle sfide secolari con amore e determinazione.

In sintesi, la storia di Dominic Couturier è un esempio di come la ricerca di un significato più profondo possa condurre a una vocazione e a una missione spirituali sorprendenti, e di come la fede possa trasformare radicalmente la vita di una persona.

 

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lunedì 27 maggio 2024

27.05.2024 - 1Pt 1,3-9 - Mc 10,17-27 - Vendi quello che hai e vieni! Seguimi!

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo - 1Pt 1,3-9

Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo.
Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco – torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.
1. San Pietro inizia la lettera benedicendo Dio che ha voluto la nostra salvezza. CHI NON BENEDICE IL SIGNORE NON SA COSA IL SIGNORE HA FATTO DI LUI, HA FATTO PER LUI. Davvero ci aspetta una salvezza, davvero ci aspetta un’eredità incorruttibile, davvero la nostra fede può sostituire la preziosità dell’oro…

2. Perciò “siete ricolmi di gioia”. LA GIOIA DEL CRISTIANO NASCE DALLA SUA FEDE: DIO È PIÙ POTENTE DEL MALE. Nessuno può impedire a Dio di realizzare le sue promesse. Perciò CONSERVATE la gioia anche nelle afflizioni e nelle prove di cui è costellata la vostra vita.

3. Gesù Cristo è la fonte unica e vera della nostra fede, ma anche la fonte unica e vera della nostra gioia. Quando Cristo è fonte di gioia per noi? È FONTE DI VERA GIOIA QUANDO LO SI AMA. Chi ama veramente Cristo è nella gioia.

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 10,17-27

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».
Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!».
Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

Il denaro, il piacere, il successo abbagliano, ma poi deludono: promettono vita, ma procurano morte. Il Signore ci chiede di distaccarci da queste false ricchezze per entrare nella vita vera, la vita piena, autentica, luminosa.
Desideriamo nel profondo del cuore vivere una vita piena, intera, eterna, eppure ci fermiamo a vivere una vita buona e corretta, senza spiccare il volo. Cosa ci impedisce di volare? Per volare ci vuole un amore più grande, il desiderio di amare Dio sopra ogni creatura e sicurezza umana. Passare dalla concentrazione su di sé, allo sguardo fiducioso a Gesù, via, vita e felicità. Lasciati amare da Gesù e non andartene via come il giovane ricco, ripiomberesti nella tristezza!

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L'incontro non finisce bene, anche l'Onnipotente è impotente di fronte al rispetto della libertà dell'uomo. Questo vuol dire che Gesù ci fissa negli occhi e ci ama. Siamo capaci di fare lo stesso?

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domenica 26 maggio 2024

Dt 4,32-34.39-40 - Rm 8,14-17 - Mt 28,16-20 - SANTISSIMA TRINITA' (ANNO B)

SANTISSIMA TRINITA' (ANNO B)

Domenica 26 Maggio 2024
Dal libro del Deuteronòmio - Dt 4,32-34.39-40
 
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo?
O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi?
Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro.
Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre».

1. Mosè si rivolge al popolo INVITANDOLO AD AMMIRARE LA BELLEZZA DI DIO. Voi avete udito la sua voce, voi avete incontrato la sua persona, voi avete visto segni e prodigi e siete stati liberati. Ammirate un Dio così grande!

2. E allora sappiate e meditate tutti i giorni nel vostro cuore: IL SIGNORE È L'UNICO DIO NEI CIELI E SULLA TERRA, di conseguenza, Tu popolo di Dio, OSSERVA la sua Parola.

3. Il senso che noi ricaviamo da questo discorso è quello della MERAVIGLIA DELLA RIVELAZIONE TRINITARIA. Anche noi siamo ammirati, stupiti e desiderosi di entrare in questa comunione trinitaria, con il Dio che è solo amore e sempre amore…

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Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani - Rm 8,14-17
 
Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

1. L'apostolo ci ricorda che ABBIAMO RICEVUTO LO SPIRITO DI DIO donato da suo Figlio che CI HA RESI FIGLI ADOTTIVI, ma Figli nel Figlio. Dunque non siamo più servi ma Figli. Sei consapevole?

2. Grazie allo Spirito possiamo rivolgerci a Dio chiamandolo “Abba” termine aramaico semplicissimo per indicare il papà. POSSIAMO DARE DEL TU A DIO E CHIAMARLO PAPÀ. Un Padre speciale!

3. Siamo Figli grazie allo Spirito, dunque CI SIAMO ANCHE NOI NELLA MERAVIGLIA DELLA TRINITÀ. Siamo chiamati ad essere un cuor solo e un'anima sola come le Tre divine persone… QUESTO È IL FINE DI OGNI UOMO…

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 28,16-20

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

 

1. GLI APOSTOLI DI GESÙ DUBITAVANO… forse perché spesso le paure, le incertezze e le situazioni poco piacevoli della vita sembrano prendere il sopravvento. I discepoli si chiedono: abbiamo fatto bene a seguire il Maestro oppure sarà una delusione? E TU CHE DICI? IO DICO: "FATTO BENE!"…

2. Ma GESÙ, con una delicatezza sopraffine, LI RASSICURA E LI RAFFORZA, E LI INVIA A FARE DISCEPOLI, PROMETTENDO DI STARE SEMPRE CON LORO. Ogni nostra incredulità, paura, ansia viene dissolta da questa certezza: Lui è con noi SEMPRE, e non ci molla. C'È DA FIDARSI...

3. Dio è con noi e NOI POSSIAMO STARE SEMPRE CON LUI. Pur nelle difficoltà che ci inducono a non credere. Gesù CI IMMERGE nella vita del Padre e nella grazia dello Spirito. COSTRUIAMO su questa roccia sicura, sulla Trinità, la nostra esistenza. LEGGIAMO OGNI GIORNO UN BRANO DEL VANGELO…
BUONA DOMENICA…

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TRINITÀ

Oggi è la festa di Dio. Grande verità, grande mistero! Il mistero della Trinità! E questa è la nostra fede, è la nostra luce, è la nostra fortuna! Perché, pur non comprendendo questo mistero, un solo Dio in tre Persone, noi crediamo. Dimenticare Dio, significa spegnere la luce nella nostra vita; senza di lui tutto diventa oscuro. Dio è necessario! Dio è la nostra luce. Dio è la nostra felicità. Dio è la vita. Senza di lui non si può stare!

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OMELIA - SANTISSIMA TRINITA' (ANNO B)

LECTIO DIVINA - SANTISSIMA TRINITA' (ANNO B) 


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Gv 15,24-27 - RITO AMBROSIANO - SANTISSIMA TRINITÀ

RITO AMBROSIANO

SANTISSIMA TRINITÀ
Domenica 26 maggio 2024
Lettura del Vangelo secondo Gv 15,24-27

✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 15,24-27

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se non avessi compiuto in mezzo a loro opere che nessun altro ha mai compiuto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. Ma questo, perché si compisse la parola che sta scritta nella loro Legge: “Mi hanno odiato senza ragione”. Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio».

1. Gesù è preoccupato di come il popolo d'Israele è deviato dai suoi capi. Gesù ritiene IMPORTANTE VALUTARE IL SUO COMPORTAMENTO DAI FRUTTI. Ma i responsabili NON PRENDONO SUL SERIO Gesù che viene rifiutato. Così non prendono sul serio il volto di Dio che egli propone. 
2. Gesù dice che bisogna FARE CHIAREZZA E AVERE LA FORZA DI DIO. DIO MANDERÀ IL SUO SPIRITO, lo Spirito della verità, che costituirà con i discepoli un'alleanza di evangelizzazione. Vieni Spirito SANTO…
3. LO SPIRITO APRE I SEGRETI DEL PADRE E DI GESÙ, OGGI, perché la Chiesa (tutti noi) non riduca la sua memoria ad un museo, al passato, ma semini AFFINCHÉ DIO FACCIA CRESCERE E LAVORI IL SUO CAMPO.
BUONA DOMENICA...



sabato 25 maggio 2024

25.05.2024 - Giac 5,13-20 - Mc 10,13-16 Chi non accoglie il regno di Dio

Dalla lettera di san Giacomo apostolo - Giac 5,13-20

Fratelli miei, chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia, canti inni di lode. Chi è malato, chiami presso di sé i presbìteri della Chiesa ed essi preghino su di lui, ungendolo con olio nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo solleverà e, se ha commesso peccati, gli saranno perdonati.
Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto potente è la preghiera fervorosa del giusto. Elìa era un uomo come noi: pregò intensamente che non piovesse, e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi. Poi pregò di nuovo e il cielo diede la pioggia e la terra produsse il suo frutto.
Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro ve lo riconduce, costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore lo salverà dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati.
1. NELLA PREGHIERA I SOFFERENTI NON SI RITROVERANNO SOLI, chi è nella grazia si accorgerà dei doni ricevuti. Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa: il malato deve credere che AL PRESBITERO DELLA CHIESA È STATA DATA DA CRISTO LA POTESTÀ DI UNGERE CON OLIO I MALATI E DI PREGARE PER LORO PERCHÉ GUARISCANO, e preghino su di lui. E la preghiera fatta con fede salverà il malato.

2. LA SALVEZZA COINVOLGE COSÌ TUTTI quelli che sono disposti ad affidarsi e confidare in Dio, che CON LA PREGHIERA PROTENDONO LA PROPRIA ANIMA, il proprio spirito, le proprie azioni al di fuori di sé, verso un bene più esteso, accessibile a tutti. MOLTO POTENTE È LA PREGHIERA FERVOROSA DEL GIUSTO.

3. Infine Giacomo ci insegna a VEDERE L’EVANGELIZZAZIONE, LA CATECHESI, L’ESORTAZIONE, L’INSEGNAMENTO DELLA VERITÀ DI CRISTO COME VERA E PROPRIA OPERA DI CARITÀ. Il Signore conceda a tutti noi la grazia liberare il mondo dalla falsità, facendolo ritornare nella verità di Cristo Gesù. 

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 10,13-16

In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».
E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.

 

Cosa significa «accogliere il regno di Dio come un bambino»? 
Significa «accogliere il regno di Dio come lo accoglie un bambino». Un bambino si fida senza riflettere. Non può vivere senza fidarsi di chi lo circonda. La sua fiducia non ha nulla di una virtù, è una realtà vitale. Impariamo a fidarci!
Significa «accogliere il regno di Dio come si accoglie un bambino». Accogliere un bambino vuol dire accogliere una promessa. Un bambino cresce e si sviluppa. È così che il regno di Dio non è mai sulla terra una realtà completa, ma piuttosto una promessa, una dinamica e una crescita incompiuta. 
Significa vegliare e pregare per accoglierlo quando viene, sempre all’improvviso, a tempo e fuori tempo.

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La gelosia acceca di nuovo i discepoli che vogliono "possedere" Gesù e scartare gli altri, anche i bambini. Ma i bambini, sempre pronti all'accoglienza, non sono forse il "meglio" dell'umanità?

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venerdì 24 maggio 2024

24.05.2024 - Giac 5,9-12 - Mc 10,1-12 - L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo - Giac 5,9-12

Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte.
Fratelli, prendete a modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore. Ecco, noi chiamiamo beati quelli che sono stati pazienti. Avete udito parlare della pazienza di Giobbe e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché il Signore è ricco di misericordia e di compassione.
Soprattutto, fratelli miei, non giurate né per il cielo, né per la terra e non fate alcun altro giuramento. Ma il vostro «sì» sia sì, e il vostro «no» no, per non incorrere nella condanna.
1. Sopportazione, costanza, pazienza, compassione, misericordia, fermezza, sincerità. In poche righe Giacomo richiama tante virtù. MA COSA DOVREBBE CONVINCERE UN CRISTIANO A METTERLE IN CAMPO? Il timore del giudizio divino? O forse la conquista del paradiso? 

2. «PRENDETE A MODELLO I PROFETI», dice Giacomo: ciò che colpisce delle loro vite è la loro CAPACITÀ DI CONVERTIRSI, DI BUTTARSI CON FIDUCIA verso orizzonti e prove che sembrano impossibili perché HANNO SCOPERTO CHE IL SIGNORE È RICCO DI MISERICORDIA E DI COMPASSIONE e non egocentrico.

3. Non giurate! ma il vostro «sì» sia sì, e il vostro «no» no. Siamo tutti CHIAMATI A PORTARE LA VERITÀ DELLA NOSTRA VITA NEI NOSTRI DISCORSI, a UNIRE SEMPRE VITA E PAROLA, OPERA E PAROLA, FATTO E PROMESSA. È questa la santità che Giacomo domanda a tutti i credenti in Cristo Signore.

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 10,1-12
In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare.
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

 

Si ritiene che il divorzio sia una conquista del mondo moderno. Sarà vero? In realtà il divorzio non è per nulla moderno, esisteva anche ai tempi di Gesù. Infatti, gli pongono proprio la domanda se sia lecito ripudiare la moglie. Gesù risponde chiaramente di no e, senza equivoci, afferma che chi divorzia e si risposa commette adulterio.
Ciò che consente agli sposi di rimanere uniti nel matrimonio è un amore di donazione reciproca sostenuto dalla grazia di Cristo. Se invece prevale nei coniugi l’interesse individuale, la propria soddisfazione, allora la loro unione non potrà resistere. Gesù in questo Vangelo ci vuole ricordare la bellezza di “essere una carne sola”, di costruire il proprio progetto di vita nella fedeltà e nel dono reciproco, all’interno della coppia. Ci ricorda che ne siamo capaci, proprio perché siamo “capaci di amare”, di donarci.

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Gesù è venuto a ripristinare tutto come era nelle origini, prima del peccato, per farci vivere come previsto dal disegno di Dio. Siamo pronti ad essere più forti della “durezza del nostro cuore”?

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giovedì 23 maggio 2024

23.05.2024 - Giac 5,1-6 - Mc 9,41-50 - È meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo - Giac 5,1-6

Ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! Le vostre ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni!
Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore onnipotente.
Sulla terra avete vissuto in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il giorno della strage. Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha opposto resistenza.
1. San Giacomo fa una PREDICA DI FUOCO CONTRO I RICCHI, contro i padroni disonesti che approfittano del loro ruolo per sfruttare i poveri braccianti e fare soldi. Li pagano poco e ritardano i pagamenti. PIANGETE PERCHÉ LA VOSTRA FELICITÀ DURERÀ ANCORA POCO. C'è un tremendo destino che vi aspetta.

2. Si è arrivato fino a condannare e ad uccidere il giusto. Egli non vi ha opposto resistenza. Quando si vive per le ricchezze, facilmente si arriva a commettere ingiustizie per poterne avere ancora di più. QUESTI UOMINI VIVONO SENZA PENSARE A QUELLO CHE GLI ASPETTA ALLA FINE.

3. L'APOSTOLO INVOCA IL GIUDIZIO DI DIO contro queste persone e minaccia la loro punizione eterna proprio in forza di una giustizia divina che si realizza. È LA GIUSTIZIA DIVINA CHE DOBBIAMO RICERCARE E CHE CI RENDE UMANI…

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 9,41-50

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
 
Gesù ci esorta a non scendere a patti col male, con immagini che colpiscono: “Se qualcosa in te è motivo di scandalo, taglialo!”. Se qualcosa ti fa male, taglialo! Non dice: “Se qualcosa è motivo di scandalo, fermati, pensaci su, migliora un po’…”. No: “Taglialo! Subito!”.
Gesù è radicale in questo, esigente, ma per il nostro bene, come un bravo medico. Ogni taglio, ogni potatura, è per crescere meglio e portare frutto nell’amore. Chiediamoci allora: cosa c’è in me che contrasta col Vangelo? Che cosa, concretamente, Gesù vuole che io tagli nella mia vita?
Impariamo a volerci veramente bene, liberandoci delle cose che impediscono non solo la felicità futura ma anche il vero benessere in questo mondo.

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Noi siamo il sale della terra ci dice Gesù, e questo vuol dire vivere “in pace gli uni con gli altri”. E' strano ma il sale può diventare insipido, allora chiediamoci: quale “sale” dà sapore al nostro sale?

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AZIONE DEL GIORNO: ACCENDI UNA CANDELA PER CHI NE HA BISOGNO...

AZIONE DEL GIORNO: ACCENDI UNA CANDELA PER CHI NE HA BISOGNO...

Accendere una candela per qualcuno che ne ha bisogno è molto più di un semplice gesto. È un atto di compassione che va oltre la materialità, trasmettendo un profondo significato di supporto e solidarietà attraverso il simbolismo della luce. La candela, con la sua fiamma tremolante, rappresenta la speranza che brilla anche nelle situazioni più oscure e difficili.

Questa pratica antica è intrisa di significato spirituale e umanitario. Non si tratta solo di illuminare un ambiente, ma di accendere una fiamma di speranza nel cuore di coloro che stanno affrontando momenti di tribolazione o di difficoltà. È un modo tangibile per mostrare che non sono soli, che c'è qualcuno che pensa a loro, che prega per loro.

La luce della candela simboleggia la presenza divina e il conforto che può portare nelle ore buie. È un segno tangibile di fede e di fiducia nel potere della preghiera. Accendere una candela non è solo un gesto, ma un atto di preghiera vivo e palpabile che unisce le persone in un'unica comunione di amore e speranza.

Può essere fatto per chiunque si trovi in difficoltà, che sia un amico malato, un familiare in lutto, o anche per situazioni di crisi globali. Ognuno può trovare conforto nella luce di una candela accesa con amore e devozione.

È importante che questo gesto non sia solo un'azione meccanica, ma che sia accompagnato da un momento di preghiera e riflessione. Posizionare una candela accanto a una croce o a un'immagine sacra può aiutare a concentrare l'attenzione e a rendere il gesto ancora più significativo.

Anche se questo atto può sembrare semplice, ha il potere di trasformare le situazioni più difficili, offrendo conforto e speranza a coloro che ne hanno più bisogno. È un segno tangibile dell'amore e della compassione umana, che va al di là delle parole e arriva direttamente al cuore di chi lo riceve.

Infine, accendere una candela per qualcuno in difficoltà è un modo per dimostrare che non siamo soli nel nostro cammino. Ci sono sempre persone disposte a tendere una mano e a offrire il loro sostegno quando ne abbiamo più bisogno. È un gesto di condivisione e di amore che rafforza il legame tra le persone e ci ricorda che, anche nei momenti più bui, c'è sempre una luce che può guidarci verso la speranza e la guarigione.

E se avete la possibilità di recarvi in una chiesa o in un santuario, è molto probabile che troverete delle candele da accendere davanti all'immagine di un santo, della Vergine Maria o di un'immagine di nostro Signore. Questa pia pratica di accendere le candele fa parte di una lunga tradizione che i pellegrini fanno chiedendo la benedizione di Dio e ringraziando per tutti i beni ricevuti.

Ricordiamo infine le parole di San Francesco d’Assisi “Tutta l’oscurità del mondo non può spegnere la luce di una sola candela”. In un mondo che sembra vivere per sé stesso, c'è anche la carità attraverso la preghiera...

 

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