martedì 2 luglio 2024

02.07.2024 - Am 3,1-8;4,11-12 - Mt 8,23-27 - Si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.

Dal libro del profeta Amos - Am 3,1-8;4,11-12

Ascoltate questa parola,
che il Signore ha detto riguardo a voi,
figli d’Israele,
e riguardo a tutta la stirpe
che ho fatto salire dall’Egitto:
«Soltanto voi ho conosciuto
tra tutte le stirpi della terra;
perciò io vi farò scontare
tutte le vostre colpe.
Camminano forse due uomini insieme,
senza essersi messi d’accordo?
Ruggisce forse il leone nella foresta,
se non ha qualche preda?
Il leoncello manda un grido dalla sua tana,
se non ha preso nulla?
Si precipita forse un uccello a terra in una trappola,
senza che vi sia un’esca?
Scatta forse la trappola dal suolo,
se non ha preso qualche cosa?
Risuona forse il corno nella città,
senza che il popolo si metta in allarme?
Avviene forse nella città una sventura,
che non sia causata dal Signore?
In verità, il Signore non fa cosa alcuna
senza aver rivelato il suo piano
ai suoi servitori, i profeti.
Ruggisce il leone:
chi non tremerà?
Il Signore Dio ha parlato:
chi non profeterà?
Vi ho travolti
come Dio aveva travolto Sòdoma e Gomorra,
eravate come un tizzone
strappato da un incendio;
ma non siete ritornati a me».
Oracolo del Signore.
Perciò ti tratterò così, Israele!
Poiché questo devo fare di te:
prepàrati all’incontro con il tuo Dio, o Israele!
1. «Ascoltate questa parola che il Signore pronuncia contro di voi, o figli d'Israele», voi popolo prediletto AVETE AVUTO DEI PRIVILEGI, MA ANCHE DEI DOVERI, che non avete adempiuto portando inevitabilmente al castigo.

2. Il Signore che allerta sempre il suo popolo rivelando i suoi piani attraverso i suoi servitori, i profeti, AFFINCHÉ LA PUNIZIONE SIA EDUCATIVA e non semplicemente repressiva. 

3. Perciò attraverso il profeta Amos, ISRAELE DEVE PREPARARSI ALL’INCONTRO CON IL SUO SIGNORE. Dio dovrà rinnovare la purificazione del popolo attraverso i patimenti. Il profeta avverte che È POSSIBILE INCONTRARE DIO SOLO SE C’È UNA VITA CONVERTITA.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 8,23-27
In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva.
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».
“È la paura. Quando viene nel mare un grande sconvolgimento, la barca era coperta dalle onde. ‘Salvaci, Signore, siamo perduti!’ Dicono loro. La paura ti assale! E Gesù rispose: "Perché avete paura, gente di poca fede?" Di fronte alle tempeste della vita, il cristiano può avere l’atteggiamento di chi si aspetta un intervento continuo, costante e invasivo di Dio. Oppure può avere un atteggiamento di fede. Impariamo ad affidare noi e la Chiesa all'unico salvatore Gesù Cristo. Colui che ti chiama a seguirlo è più forte di ogni avversità. A te sembra che dorma (di fatto dorme!) e che tu debba fare da solo, ma egli c’è ed è potente con la sua parola. Infatti: “si alzò, minacciò (con la sua parola) i venti e il mare e ci fu grande bonaccia”. Allora non avere paura, ma abbi fede/fiducia in Lui che ti guida con la sua parola.

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A volte sembra che Gesù stia dormendo. È quando nella nostra vita “avviene un grande sconvolgimento”, cioè quasi ogni giorno. E allora gridiamo per la paura, per farci notare dal Signore addormentato. Abbiamo mai gridato a Gesù per la gioia?

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IL BUSINESS DELLA GUERRA…

IL BUSINESS DELLA GUERRA…

La corsa agli armamenti è un fenomeno inarrestabile che distoglie risorse essenziali dai settori della sanità, della lotta alla fame e della tutela dell'ambiente, alimentando i conflitti globali. Il settore degli armamenti è attualmente l'economia più redditizia al mondo, con una crescita superiore a quella delle bigtech, dell'energia e dell'alta finanza. Secondo il SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute), le spese militari globali hanno raggiunto i 2.240 miliardi di dollari nel 2022, di cui 380 miliardi spesi dai Paesi dell'Unione Europea.

Queste enormi spese contrastano con i finanziamenti necessari per risolvere crisi come la fame nel mondo e i cambiamenti climatici. L'industria bellica è spinta dalla domanda creata dai conflitti, che svuotano gli arsenali e richiedono una continua produzione di armamenti. Negli ultimi venti anni, i costi bellici nei Paesi NATO sono aumentati del 50%, spinti dall'insicurezza post 11 settembre, dal terrorismo islamico, dall'emergere di autocrazie e nazionalismi, e dalle crisi economiche.

L'Italia è un attore significativo in questo scenario, con un incremento del 26% nelle spese per gli armamenti negli ultimi dieci anni. È il terzo fornitore di armi a Israele, contribuendo alla dotazione di elicotteri e artiglieria navale, e ha anche esportato armi nello Yemen, in violazione della Costituzione italiana che vieta la risoluzione delle controversie internazionali attraverso i conflitti. Nonostante l'apparente beneficio economico per pochi mercanti d'armi, l'industria della guerra è considerata un cattivo affare per il paese nel suo complesso. Se i fondi destinati agli armamenti fossero investiti in sanità, istruzione e ambiente, l'incremento della produzione sarebbe più del doppio.

Le previsioni di bilancio del ministero della Difesa per il 2024 indicano una spesa di 29 miliardi di euro, con una crescita di quasi un miliardo e mezzo rispetto al 2023. Lo Stato italiano controlla i due principali colossi della produzione militare: Fincantieri e Leonardo, quest'ultimo con utili di 15,3 miliardi di euro nel 2023. Questa situazione evidenzia l'interesse dei governi a sostenere e incentivare le esportazioni militari. Tuttavia, la Rete italiana per la pace e il disarmo avverte che le scelte politiche sui bilanci della difesa determineranno la traiettoria delle crisi globali, aumentando il rischio di una guerra globale.

Papa Francesco ci ricorda che: “L’economia che uccide, che esclude, che inquina, che produce guerra, non è economia: altri la chiamano economia, ma è solo un vuoto, un’assenza, è una malattia, una perversione dell’economia stessa e della sua vocazione”. “Le armi prodotte e vendute per le guerre, i profitti fatti sulla pelle dei più vulnerabili e indifesi, come chi lascia la propria terra in cerca di un migliore avvenire, lo sfruttamento delle risorse e dei popoli che rubano terre e salute: tutto questo non è economia. È solo prepotenza, violenza, è solo un assetto predatorio da cui liberare l’umanità”.

In conclusione, la logica della guerra oggi prevale, ignorando l'avvertimento di Erasmo da Rotterdam che è sempre meglio una pace ingiusta che una guerra giusta.

 

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lunedì 1 luglio 2024

01.07.2024 - Am 2,6-10.13-16 - Mt 8,18-22 - Seguimi

Dal libro del profeta Amos - Am 2,6-10.13-16

Così dice il Signore:
«Per tre misfatti d’Israele
e per quattro non revocherò il mio decreto di condanna,
perché hanno venduto il giusto per denaro
e il povero per un paio di sandali,
essi che calpestano come la polvere della terra
la testa dei poveri
e fanno deviare il cammino dei miseri,
e padre e figlio vanno dalla stessa ragazza,
profanando così il mio santo nome.
Su vesti prese come pegno si stendono
presso ogni altare
e bevono il vino confiscato come ammenda
nella casa del loro Dio.
Eppure io ho sterminato davanti a loro l’Amorreo,
la cui statura era come quella dei cedri
e la forza come quella della quercia;
ho strappato i suoi frutti in alto
e le sue radici di sotto.
Io vi ho fatto salire dalla terra d’Egitto
e vi ho condotto per quarant’anni nel deserto,
per darvi in possesso la terra dell’Amorreo.
Ecco, vi farò affondare nella terra,
come affonda un carro
quando è tutto carico di covoni.
Allora nemmeno l’uomo agile potrà più fuggire
né l’uomo forte usare la sua forza,
il prode non salverà la sua vita
né l’arciere resisterà,
non si salverà il corridore
né il cavaliere salverà la sua vita.
Il più coraggioso fra i prodi
fuggirà nudo in quel giorno!».
Oracolo del Signore.
1. IL PROFETA AMOS EVIDENZIA LE MANCANZE DEL POPOLO DI DIO: Dio mette Israele di fronte alle proprie colpe (ai propri tradimenti); Dio ricorda al popolo quanto ha fatto per loro e annuncia la punizione imminente. È NECESSARIA UNA PRESA DI COSCIENZA, E UN CUORE PRONTO AD ESSERE MODELLATO DA DIO PER PORTARE UN REALE CAMBIAMENTO.

2. Ma il TRADIMENTO DI ISRAELE, che si manifesta nel chiudere la bocca ai profeti che Dio aveva inviato, delinea la tenace volontà, liberamente espressa, di RIFIUTARE DIO, di rinnegare la sua azione salvatrice, di silenziarne la sua parola. Questo però porta DELLE CONSEGUENZE…

3. LE CONSEGUENZE dovranno essere sofferte da Israele sia come RISTABILIMENTO DELLA GIUSTIZIA, come compensazione per i propri peccati, e COME PURIFICAZIONE in vista di un nuovo cammino nella divina volontà.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 8,18-22
In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

 

“MAESTRO, IO TI SEGUIRÒ DOVUNQUE ANDRAI”. E Gesù: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare capo”. Cosa vuol dire Gesù? Tu sei scriba e hai casa, onori, prestigio, influenza, ambizione, posizione: IO NO.
SEI DISPOSTO A PERDERE TUTTO QUESTO PER ME, PER VIVERE IL MIO MESSAGGIO? La tua risposta dovrà essere semplice: Si o No… 

 

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domenica 30 giugno 2024

Sap 1,13-15; 2,23-24 - 2Cor 8,7.9.13-15 - Mc 5,21-43 - XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Domenica 30 Giugno 2024
Dal libro della Sapienza - Sap 1,13-15; 2,23-24
 
Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano;
le creature del mondo sono portatrici di salvezza,
in esse non c’è veleno di morte,
né il regno dei morti è sulla terra.
La giustizia infatti è immortale.
Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità,
lo ha fatto immagine della propria natura.
Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo
e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.

1. Troppi sono quelli che danno a Dio la responsabilità del male, delle catastrofi, della morte. DIO NON HA CREATO LA MORTE, ha creato tutte le cose perché esistano, non prova nessun godimento nella rovina. DIO VUOLE LA VITA… 

2. LE CREATURE DEL MONDO SONO FATTE IN VISTA DELLA SALVEZZA. C'è una possibilità di salvezza, le creature sono salvabili, in esse non c'è veleno di morte. Le creature non sono radicalmente corrotte, non è irrecuperabile il danno che c'è nel mondo, non è vero che il regno dei morti, degli Inferi sia sulla terra. LA GIUSTIZIA, CIOÈ IL PROGETTO DI DIO, È IMMORTALE. 

3. E allora: Da dove viene il male? perché tutto è corrotto? perché muoiono anche i bambini? perché ci sono queste disgrazie? PER INVIDIA DEL DIAVOLO. Il diavolo identificato con L'Antico serpente, per invidia dell'uomo ha corrotto l'uomo. LO HA INVITATO A RIBELLARSI A DIO, A DISOBBEDIRE, E, NELLA DISOBBEDIENZA DELLE CREATURE STA LA ROVINA DEL MONDO. LA MORTE NON VIENE DA DIO, MA RIENTRA NEL SUO PROGETTO, NON È L'ULTIMA PAROLA. DIO PUÒ RISCATTARE LE GENERAZIONI, LE CREATURE SONO APERTE ALLA SALVEZZA…

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Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 2Cor 8,7.9.13-15
 
Fratelli, come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in quest’opera generosa.
Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Non si tratta di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: «Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno».

1. Paolo stava organizzando una raccolta di soldi per aiutare la comunità Cristiana di Gerusalemme che era in difficoltà. Per motivare questa raccolta economica presenta L'ESEMPIO DI GESÙ, LA GRAZIA DEL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO, che voi conoscete bene, sapete che è ABBONDANTE E GRATUITA.

2. Lui era ricco e si è fatto povero PER VOI, PER FARVI DIVENTARE RICCHI per mezzo della sua povertà. Dalla sua Incarnazione, che si fa povertà fino alla morte di croce, viene il benessere salvifico A TUTTI GLI UOMINI.

3. Paolo sollecita un’uguaglianza economica, perché È GIÀ IN ATTO UN’UGUAGLIANZA DI FEDE E DI CONDIVISIONE IN CRISTO. Paolo sottolinea il CORRETTO USO DEL DENARO e la possibilità di servirsene per alleviare l’indigenza del prossimo.

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 5,21-43

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
1. IN MOLTI - È VERO - SONO VICINI A GESÙ, MA SOLO UNA DONNA LO HA TOCCATO! Quel toccare rappresenta la fede. Tocca Cristo chi crede in Cristo. Lo toccò con la fede e ottenne la guarigione che sperava. O SIGNORE FA' CHE ANCH'IO POSSA "TOCCARTI" CON LA MIA FEDE E POSSA ESSERE GUARITO DAL MIO MALE.

2. GESÙ DONA a questa donna non soltanto la guarigione del corpo, ma anche LA SUA LIBERTÀ E DIGNITÀ UMANA, che le era stata tolta dalla malattia (era considerata impura) e che la costringeva, suo malgrado, a un'umiliante emarginazione. GESÙ CI DONA LA CAPACITÀ DI AMARE….

3. Gesù prende per mano la piccola bambina, perché BISOGNA TOCCARE LA DISPERAZIONE DELLE PERSONE PER POTERLE RIALZARE. Chi è Gesù? UNA MANO CHE TI PRENDE PER MANO. E le disse: "Talità kum. Bambina ALZATI". LUI PUÒ AIUTARLA, SOSTENERLA, MA È LEI, È SOLO LEI CHE PUÒ RISOLLEVARSI: ALZATI. E LEI SI ALZA E SI METTE A CAMMINARE. FAI LA TUA PARTE…
BUONA DOMENICA…

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LA FEDE: Dio ci invita a vivere in pienezza attraverso la fede. La fede è la chiave per superare le difficoltà e vedere il miracolo della vita, anche quando tutto sembra perduto. Quando tutto va male, «continua ad aver fede». Quando sembra che non ci sia più speranza, «continua ad aver fede». Gesù, con il suo amore, ci dice di non temere e di continuare ad avere fede. Dio ci prende per mano, offrendoci amore e vita.

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LECTIO DIVINA - XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

OMELIA - XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Mt 11,27-30 - RITO AMBROSIANO - VI DOMENICA DOPO PENTECOSTE

RITO AMBROSIANO

VI Domenica dopo Pentecoste
Domenica 30 giugno 2024

 ✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 11,27-30

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, “e troverete ristoro per la vostra vita”. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

1. CONOSCERE, non è una conoscenza intellettuale, ma una conoscenza di amore, è un conoscere che è anche amare. GESÙ CONOSCE IL PADRE, COME È CONOSCIUTO DA LUI. L’uomo con la sua ragione può in qualche modo intravvedere il problema di Dio, ma SOLO GESÙ GLI PUÒ RIVELARE CHI SIA VERAMENTE, PERCHÉ LUI SOLO LO CONOSCE...

2. A noi, stanchi e oppressi, Gesù non ci propone una spiritualità gravosa e opprimente, ma CI PROPONE UN CAMMINO SPIRITUALE di sequela, per trovare la vera pace. I suoi comandi vanno osservati NON IN FORZA DI UN ORDINE TASSATIVO E SEVERO, MA IN FORZA DELL’AMORE. La legge dell’amore non è un fardello da portare, ma È UN PESO CHE NON PESA…

3. Gesù ci dice: “IMPARATE da me che sono mite e umile di cuore”. LA MITEZZA NASCE DALL’UMILTÀ. Chi è umile è anche mite perché si presenta privo di ogni arroganza. LA MITEZZA È LA QUALITÀ DEL SIGNORE, PERCHÉ IL SUO POTERE CONSISTE SOLO E SEMPRE NEL SERVIRE E NEL PERDONARE…

BUONA DOMENICA...



venerdì 28 giugno 2024

28.06.2024 - 2Re 25,1-12 - Mt 8,1-4 - Se vuoi, puoi purificarmi.

Dal secondo libro dei Re - 2Re 25,1-12

Nell’anno nono del regno di Sedecìa, nel decimo mese, il dieci del mese, Nabucodònosor, re di Babilonia, con tutto il suo esercito arrivò a Gerusalemme, si accampò contro di essa e vi costruirono intorno opere d'assedio. La città rimase assediata fino all’undicesimo anno del re Sedecìa.
Al quarto mese, il nove del mese, quando la fame dominava la città e non c’era più pane per il popolo della terra, fu aperta una breccia nella città. Allora tutti i soldati fuggirono di notte per la via della porta tra le due mura, presso il giardino del re, e, mentre i Caldèi erano intorno alla città, presero la via dell'Aràba.
I soldati dei Caldèi inseguirono il re e lo raggiunsero nelle steppe di Gerico, mentre tutto il suo esercito si disperse, allontanandosi da lui. Presero il re e lo condussero dal re di Babilonia a Ribla; si pronunciò la sentenza su di lui. I figli di Sedecìa furono ammazzati davanti ai suoi occhi; Nabucodònosor fece cavare gli occhi a Sedecìa, lo fece mettere in catene e lo condusse a Babilonia.
Il settimo giorno del quinto mese – era l’anno diciannovesimo del re Nabucodònosor, re di Babilonia – Nabuzaradàn, capo delle guardie, ufficiale del re di Babilonia, entrò in Gerusalemme. Egli incendiò il tempio del Signore e la reggia e tutte le case di Gerusalemme; diede alle fiamme anche tutte le case dei nobili. Tutto l’esercito dei Caldèi, che era con il capo delle guardie, demolì le mura intorno a Gerusalemme.
Nabuzaradàn, capo delle guardie, deportò il resto del popolo che era rimasto in città, i disertori che erano passati al re di Babilonia e il resto della moltitudine. Il capo delle guardie lasciò parte dei poveri della terra come vignaioli e come agricoltori.

 

1. Sedecia si ribella al re di Babilonia, abbandona la città che viene assediata. Viene preso, fatto prigioniero e condotto dal Re di Babilonia a Ribla. LA SENTENZA SU DI LUI È UNA SENTENZA TRISTE E AMARA: i suoi figli furono ammazzati e a Lui vengono cavati gli occhi e ricondotto a Babilonia.

2. È una triste sorte quella toccata a Sedecìa. Essa è però il frutto della sua stoltezza e insipienza, generata a sua volta dall’idolatria e dal peccato. L’IDOLATRIA LO HA RESO CIECO. LA CECITÀ LO HA SPINTO ALLA RIBELLIONE. La ribellione ha scatenato l’ira del re di Babilonia, che reagisce con la conquista di Gerusalemme e con una deportazione di massa.

3. Gerusalemme non si arrende, ma viene conquistata e ridotta in polvere e cenere. LA SUA STUPENDA BELLEZZA PERISCE IN UN SOLO ISTANTE.  Tutta Gerusalemme è un rudere, il resto del popolo viene deportato. Sedecìa si rivela uomo stolto: decide senza pensare alle conseguenze delle sue decisioni. LO STOLTO VEDE L’ATTIMO, MA NON VEDE I FRUTTI DELL’ATTIMO.

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 8,1-4
Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì.
Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita.
Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».

 

Concluse le parole del discorso della montagna, Gesù passa subito ai fatti. E’ la vita stessa che gli viene incontro, sono gli uomini bisognosi che gli si parano davanti, soprattutto quelli emarginati e rifiutati, gli scartati dalla società. Gesù è il punto di attrattiva e di accoglienza. Il lebbroso non solo desidera essere guarito, ma “sa che Gesù può guarirlo”. Ma qual è la nostra vera lebbra?… Ne vogliamo davvero guarire?
Forse la lebbra non è così diffusa come un tempo, ma il peccato sì. Il peccato è la lebbra dello spirito. Il peccato è un male voluto. Serve solo il nostro volere, perché dall’altra parte possiamo stare sicuri che c’è Gesù con la mano tesa e la risposta pronta quanto l’Amore eterno: «Lo voglio, sii purificato».

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Uno, un lebbroso, in mezzo alla “molta folla”, sa chiedere, gentilmente ma con coraggio, e chiede la purificazione. Noi stiamo nella folla, al sicuro, o ci riconosciamo malati e ci avviciniamo a Gesù?

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giovedì 27 giugno 2024

27.06.2024 - 2Re 24,8-17 - Mt 7,21-29 - La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.

Dal secondo libro dei Re - 2Re 24,8-17

Quando divenne re, Ioiachìn aveva diciotto anni; regnò tre mesi a Gerusalemme. Sua madre era di Gerusalemme e si chiamava Necustà, figlia di Elnatàn. Fece ciò che è male agli occhi del Signore, come aveva fatto suo padre.
In quel tempo gli ufficiali di Nabucodònosor, re di Babilonia, salirono a Gerusalemme e la città fu assediata. Nabucodònosor, re di Babilonia, giunse presso la città mentre i suoi ufficiali l’assediavano. Ioiachìn, re di Giuda, uscì incontro al re di Babilonia, con sua madre, i suoi ministri, i suoi comandanti e i suoi cortigiani; il re di Babilonia lo fece prigioniero nell’anno ottavo del suo regno.
Asportò di là tutti i tesori del tempio del Signore e i tesori della reggia; fece a pezzi tutti gli oggetti d’oro che Salomone, re d’Israele, aveva fatto nel tempio del Signore, come aveva detto il Signore. Deportò tutta Gerusalemme, cioè tutti i comandanti, tutti i combattenti, in numero di diecimila esuli, tutti i falegnami e i fabbri; non rimase che la gente povera della terra.
Deportò a Babilonia Ioiachìn; inoltre portò in esilio da Gerusalemme a Babilonia la madre del re, le mogli del re, i suoi cortigiani e i nobili del paese. Inoltre tutti gli uomini di valore, in numero di settemila, i falegnami e i fabbri, in numero di mille, e tutti gli uomini validi alla guerra, il re di Babilonia li condusse in esilio a Babilonia.
Il re di Babilonia nominò re, al posto di Ioiachìn, Mattanìa suo zio, cambiandogli il nome in Sedecìa.

 

1. Il re Ioiachìn fa ciò che è male agli occhi del Signore, come aveva fatto suo padre. Vi è una grande ostinazione nell’idolatria e nell’empietà. L’ostinazione è sempre il frutto del peccato. PIÙ SI PECCA E PIÙ IL CUORE DIVIENE OSTINATO, RIBELLE, OSTILE A DIO E ALLA SUA LEGGE.  

2. Gerusalemme viene assediata.  Ioiachìn decide di arrendersi al re di Babilonia. Il re di Babilonia asporta tutti i tesori del tempio del Signore e i tesori della reggia.  LA PAROLA DI DIO PUNTUALMENTE SI COMPIE. Passano i giorni, i mesi, gli anni, ma la Parola del Signore rimane stabile come i cieli.

3. DEPORTA TUTTA GERUSALEMME, rimangono solo i poveri della terra. Il re di Babilonia nomina re, al posto di Ioiachìn, Mattania suo zio, cambiandogli il nome in Sedecia. Con quest’ultima nomina FINISCE LA MONARCHIA IN GIUDA. La discendenza di Davide vive nel più grande nascondimento. Il disegno di Dio continua…

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 7,21-29
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

L’impressione che il brano del Vangelo suscita oggi è che il Signore voglia gente con i piedi per terra. Se la Parola è la roccia, sembra ci sia bisogno poi di pensieri, azioni, scelte, comportamenti quotidiani che si fondano e si sviluppano da lì e lì vogliono tornare.
Vedo da una parte la stabilità della roccia sicura a cui aggrapparsi e a cui poter dedicare l’esistenza e dall’altra la responsabilità di una certa coerenza con il Dono ricevuto. Ma confidiamo sempre sul fatto che sia soprattutto il Signore a costruire la casa. «Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori» (salmo 127).

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A volte ci rendiamo conto dei falsi profeti, come quella gente che ascolta Gesù e lo segue perchè capisce che è «uno che ha autorità, e non come i loro scribi». Come fare? Seguendo il proprio cuore?

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