domenica 12 novembre 2023

Sap 6,12-16 - 1Ts 4,13-18 - Mt 25,1-13 - XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Domenica 12 Novembre 2023 

 

Dal libro della Sapienza - Sap 6,12-16
La sapienza è splendida e non sfiorisce,
facilmente si lascia vedere da coloro che la amano
e si lascia trovare da quelli che la cercano.
Nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano.
Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà,
la troverà seduta alla sua porta.
Riflettere su di lei, infatti, è intelligenza perfetta,
chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni;
poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono degni di lei,
appare loro benevola per le strade
e in ogni progetto va loro incontro.

1. LA SAPIENZA SI TROVA FACILMENTE DA QUELLI CHE L’AMANO. È seduta davanti a casa tua se ti impegni a cercarla. Se la trascuri NON la troverai. Si offre soltanto a coloro che la cercano. ESSENZIALE PER OTTENERE LA SAPIENZA È DESIDERARLA: il desiderio della sapienza spinge a cercarla e la sapienza stessa va incontro a chi la cerca. 

2. La Sapienza SI LASCIA VEDERE DA COLORO CHE LA AMANO. SI LASCIA TROVARE DA COLORO CHE LA CERCANO. Le persone sapienti sono coloro che cercano la sapienza, l’amano, la desiderano e riflettono su di Lei. MA CHE COS’È LA SAPIENZA? LA SAPIENZA È LA PAROLA DI DIO, È LA RIVELAZIONE. 

3. Chi fa TESORO della Sapienza, della Parola di Dio, della Rivelazione, ASSIMILA questa Parola, SE NE NUTRE, LA FA DIVENTARE LA PROPRIA VITA, diventa sapiente. Se la sapienza è luminosa e splendente, essa irraggia su chi la desidera e la cerca: È LA RICERCA STESSA DELLA SAPIENZA CHE RENDE SAPIENTI…
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Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési - 1Ts 4,13-18

Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.
Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore.
Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.

1. NESSUNO È PERDUTO! I Cristiani di Tessalonica si erano immaginati che alla venuta imminente del Cristo vittorioso lo avrebbero incontrato da vivi. Ma alcuni di loro morirono. Paolo ci dice: “non preoccupatevi”. Anche quelli che sono già morti non sono perduti. IN DIO NESSUNO È PERDUTO!

2. ALLA VENUTA DEL SIGNORE TUTTI RISORGERANNO e spiega: Noi che siamo vivi e saremo ancora in vita, quando verrà il Signore non avremo un vantaggio verso quelli che sono morti. Perché sia quelli vivi, sia quelli morti, ANDRANNO INCONTRO AL SIGNORE E SAREMO PER SEMPRE COL SIGNORE. 

3. Che cosa avverrà alla fine? Cosa c’è nell’aldilà? SAREMO SEMPRE COL SIGNORE. I morti risorgeranno, e i vivi saranno trasformati e TUTTI INSIEME saremo SEMPRE col Signore. Manteniamo vivo il credo della nostra fede: “Verrà a giudicare i vivi e i morti”. VERA SAPIENZA È FARSI TROVARE ALLA VENUTA DEL SIGNORE CON L’OLIO DELLA CARITÀ….

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✠ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 25,1-13

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

  

1. Le lampade delle vergini sono il simbolo della FEDE e l'olio il simbolo della CARITÀ che, sola, ammette al banchetto del Cielo. Dunque le vergini stolte avevano la fede (le lampade), ma non la carità (l'olio) che NON SI PUÒ COMPRARE E SI PRATICA NELLE OPERE. Per questo NON furono ammesse al banchetto… 
2. VERA SAPIENZA è approfittare della vita mortale OGGI per compiere OPERE DI MISERICORDIA (buon ripasso!), perché, dopo la morte, ciò non sarà più possibile. NON vogliamo sentirci dire dallo sposo: “NON VI CONOSCO!” - GIOCA BENE LA TUA VITA…
3. Facciamo nostro l’invito: “VEGLIATE DUNQUE, PERCHÉ NON SAPETE NÉ IL GIORNO NÉ L’ORA”. La vigilanza è resa possibile dalla Grazia dei sacramenti che riempie il nostro cuore e ci spinge a fare la carità. Da qui la necessità di NON "SONNECCHIARE" OGGI IN UNA VITA MEDIOCRE, fatta di continui compromessi e cedimenti. Non è questa, infatti, la vita di un vero cristiano in attesa del suo Sposo e Giudice! FACCIAMOCI TROVARE PRONTI!
BUONA DOMENICA…

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VIVERE 

«Vivere è la cosa più rara del mondo: la maggior parte della gente esiste soltanto». Vivere in senso autenticamente umano non è un sopravvivere, un vegetare, un tirare a campare; non è un semplice esistere. La vita che è dono di Dio va vissuta in pienezza, consapevolmente. Il Vangelo ci ricorda di vivere da vivi, ad occhi aperti, vigilare per non addormentarci e rischiare di rimanere chiusi fuori alla festa di Dio.

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OMELIA - XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

 

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