martedì 21 novembre 2023

L’INFANZIA RUBATA…

L’INFANZIA RUBATA…

Le violenze e le distruzioni causate dalla guerra incidono pesantemente sulla salute mentale dei bambini. È quando emerge da un rapporto di un gruppo di ong in Siria. 
Spesso i bambini sono spaventati, subiscono discriminazioni e hanno paura di tornare nelle proprie abitazioni. Anche quelli che volevano fortemente ritornare, soffrono di ansia e hanno paura alla sola prospettiva di un rientro. I genitori hanno raccontato agli operatori che questo stress legato al ritorno sta causando ai loro figli «atacchi di panico, paure continue ed auto-isolamento».
«Sarò infelice lì» ha detto un bambino che attualmente vive in Giordania e ha paura di tornare in Siria. «Ho così tanta paura della guerra. Temo che un giorno un missile colpirà il tetto della mia casa e mi cadrà in testa mentre dormo». 
Le ong sottolineano anche come l’impatto del conflitto sul benessere emotivo dei bambini sfollati vada ben oltre la grave angoscia iniziale dell’essere costretti a fuggire dalle proprie case distrutte da bombe e proiettili e influenza ogni aspetto della loro vita. «Essere costretti ad allontanarsi dalle proprie case ha strappato ai bambini, oltre alla stabilità di un tetto, anche la routine di andare a scuola, di incontrare gli amici e altre figure di sostegno nonché i modelli della routine familiare».
Durante le interviste, i bambini hanno mostrato un’allarmante assenza di mezzi per far fronte allo stress che peggiora di anno in anno, man mano che continuano a spostarsi. La loro autostima e la loro resilienza stanno diminuendo e molti bambini non hanno trovato il modo di rasserenarsi o semplicemente di vivere la propria infanzia appieno. «Sto male a vivere qui — ha detto una rifugiata siriana di 16 anni — sento così tanto dolore dentro. Siamo poveri in un paese straniero e mi manca il mio paese».
Le ong rimarcano anche come molti bambini sfollati siano costretti a crescere troppo in fretta e assumano prematuramente ruoli da adulti per sostenere le proprie famiglie. 
I bambini rifugiati fuori dalla Siria hanno denunciato continue discriminazioni, che non li fanno sentire sicuri fuori dalle proprie case. «Soffriamo un gravissimo razzismo nei quartieri e nelle scuole» ha detto un 12enne che, fuggito da Aleppo con la sua famiglia, ora vive in Turchia. «È umiliante, mi dà l’impressione che rischiare la morte in Siria sarebbe più facile per noi invece che rimanere in questo posto». Molti bambini ora percepiscono il futuro come fonte di stress e paura. «Penso all’esercito» dice un altro bambino che ora vive in Giordania. «Potrei andare a combattere in una battaglia? So cosa sto facendo? Ucciderai tuo cugino, un essere umano. Perché devo farlo?».
«I bambini sfollati hanno perso così tanto nel corso del conflitto: le loro case, i loro amici, le loro famiglie e la loro infanzia. È inaccettabile che ora guardino al futuro con paura, piuttosto che con speranza» riferisce uno dei rappresentanti delle ong. «I bambini siriani meritano di meglio» aggiunge. 
Concludo con una frase di Albert Einstein: “La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire.”Mettere fine alla guerra è dovere improrogabile di tutti i responsabili politici di fronte a Dio. La pace è la priorità di ogni politica. Dio chiederà conto, a chi non ha cercato la pace o ha fomentato le tensioni e i conflitti, di tutti i giorni, i mesi, gli anni di guerra che sono passati e che hanno colpito i popoli.”

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