domenica 5 novembre 2023

Ml 1,14-2,2.8-10 - 1Ts 2,7-9.13 - Mt 23,1-12 - XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

XXXI   DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Domenica 5 Novembre 2023
Dal libro del profeta Malachìa - Ml 1,14-2,2.8-10
Io sono un re grande – dice il Signore degli eserciti – e il mio nome è terribile fra le nazioni.
Ora a voi questo monito, o sacerdoti. Se non mi ascolterete e non vi darete premura di dare gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su voi la maledizione.
Voi invece avete deviato dalla retta via
e siete stati d’inciampo a molti
con il vostro insegnamento;
avete distrutto l’alleanza di Levi,
dice il Signore degli eserciti.
Perciò anche io vi ho reso spregevoli
e abietti davanti a tutto il popolo,
perché non avete seguito le mie vie
e avete usato parzialità nel vostro insegnamento.
Non abbiamo forse tutti noi un solo padre? Forse non ci ha creati un unico Dio? Perché dunque agire con perfidia l’uno contro l’altro, profanando l’alleanza dei nostri padri?

1. Il brano proposto è una POLEMICA CONTRO I SACERDOTI LEVITI DEL TEMPIO di Gerusalemme. “Voi avete deviato dalla retta via, voi siete stati di inciampo a molti, voi avete distrutto l'alleanza di Levi, voi non avete seguito le mie vie, voi avete usato parzialità nel vostro insegnamento”. PERCHÉ? PERCHÉ?

2. I SACERDOTI DEVONO DARSI PREMURA perché il loro ministero renda gloria a Dio. COME SI DONA GLORIA? INSEGNANDO la Legge, ma prima ancora VIVENDOLA e APPLICANDOLA con fedeltà. QUI IL SIGNORE SEMBRA CONCEDERE DEL TEMPO perché i sacerdoti possano ravvedersi, convertirsi, retrocedere dal disinteresse verso la gloria del Signore.

3. Infine l’oracolo del Signore si rivolge al popolo chiedendo: “Non abbiamo forse tutti noi un solo Padre? Perché comportarsi con perfidia l'uno contro l'altro profanando l'alleanza?”. IL POPOLO AGISCE CON PERFIDIA METTENDO DA PARTE LA FEDE E LA LEGGE. Facendo così rinnega la Paternità di Dio. NON RICONOSCE DIO COME UNICO PADRE. Il rischio è ancora molto attuale…

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Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési - 1Ts 2,7-9.13
Fratelli, siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli. Così, affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari.
Voi ricordate infatti, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il vangelo di Dio.
Proprio per questo anche noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti.
1. L'apostolo, capo religioso e guida autorevole di quelle prime comunità dice: “Sono stato amorevole in mezzo a voi COME UNA MADRE che a cura dei propri figli”.  “Eravamo così affezionati a voi che vi AVREMMO DATO ANCHE LA NOSTRA VITA”. IN CRISTO SI TROVANO UNITI IN UN SOLO AMORE PAOLO E LA COMUNITÀ che vive in Tessalonica.

2. PAOLO, nella sua missione si è fatto in quattro senza risparmiarsi. HA CERCATO IL BENE DELLA COMUNITÀ ANNUNCIANDO IL VANGELO DI DIO. Insieme al Vangelo ha trasmesso tutta quella Grazia che viene dal Signore. VOLER BENE SIGNIFICA PORTARE CRISTO.

3. E dove c’è Cristo ci sono i doni di Grazia. AD OGNI FRUTTO DI VERITÀ E DI AMORE, DI SPERANZA E DI GIUSTIZIA, ci ricorda Paolo che BISOGNA RINGRAZIARE DIO. Anche oggi Dio compie meraviglie nelle nostre Comunità, IMPARIAMO A RINGRAZIARE DIO!

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 23,1-12

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

 

1. Gesù invita i suoi discepoli a non seguire l'esempio di chi fa tutto per essere ammirato dalla gente ed avere posti di primo piano nella società. MA VOI NON FATE COSÌ! Il primo rischio è quello di DIRE MA NON FARE quello che si è detto. 

2. Il secondo rischio è quello ESIBIRE LE PROPRIE “BUONE OPERE” così da avere consenso. Il terzo rischio è quello di “FARSI CHIAMARE RABBÌ, PADRE, GUIDA”. Cioè di pretendere un’autorità assoluta sugli altri. Ricordiamoci che abbiamo un solo Padre e un solo Maestro. GLI ALTRI O NE SONO SEGNO, OPPURE SONO MILLANTATORI.

3. Nella Chiesa ci sono tanti titoli che … vanno e vengono! Non debbono però intaccare la sostanza e cioè CHE SIAMO TUTTI FRATELLI: c’è un solo vero maestro che è lo Spirito, c’è un solo vero Padre che è Dio, c’è una sola vera guida che è Cristo. Noi pur non vivendo all’altezza della parola che annunciamo, possiamo almeno tendervi con tutto il nostro desiderio.

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ESSERE
Oggi Gesù condanna gli ipocriti. È un rimprovero contro l’incoerenza, l’ipocrisia, la vanità. Ma il rimprovero ci tocca tutti. Siamo anche noi come i farisei, quando annulliamo la Parola di Dio con le nostre tradizioni; quando riduciamo la religione ad alcune pratiche vuote, senz’anima; quando pretendiamo di amare Dio, dimenticando gli altri; quando ci preoccupiamo di “sembrare” piuttosto che di essere.

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OMELIA - XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

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