sabato 16 settembre 2023

16.09.2023 - 1Tm 1,15-17 - Lc 6,43-49 - Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo - 1Tm 1,15-17

Figlio mio, questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.
Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.
1. San Paolo ci offre una testimonianza della sua ESISTENZA TRASFORMATA per la misericordia divina. Da bestemmiatore, persecutore e violento all’avventura missionaria. Paolo riconosce che questi sono FRUTTI DELLA GRAZIA E DELLA MISERICORDIA divina. 
2. L’intervento soprannaturale viene indicato con il passivo divino: «MI È STATA USATA MISERICORDIA»: Dio è misericordioso. E si propone la figura di Paolo come «PROTOTIPO DEL PECCATORE CONVERTITO» e ricondotto alla fede autentica.
3. Conversione e vocazione di Paolo SONO OPERA DI DIO CHE AGISCE mediante la fede e la carità in Cristo Gesù. Qui abbiamo alcune parole-chiave che spiegano la DINAMICA DELLA RELAZIONE DIO-UOMO: misericordia, salvezza, vocazione, ministero, grazia, fede, carità. La pagina si chiude con L’AMEN finale (=così è, così sia).

--------------------------------------------------------

+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 6,43-49

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».

 

Dov'è piantato il nostro albero, dove è radicata la nostra casa? L’albero (il cristiano!) deve essere ben piantato nel terreno della Chiesa, accogliere la pioggia di parola e di grazia che viene dal cielo, vivere e fiorire insieme con altri alberi nella compagnia della Chiesa. Non ci piantiamo da soli e non cresciamo né portiamo frutto da soli.
È Cristo la forza vitale. Il Signore è la roccia. La concretezza della vita cristiana ci fa andare avanti e costruire su quella roccia che è Dio, che è Gesù; sul solido della divinità. Non sulle apparenze o sulla vanità, l’orgoglio, le raccomandazioni  No. Ma sulla verità.
E allora perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?

---------------------------------------------------------

Ci sono parole che escono dal di dentro, dal cuore traboccante, e parole che entrano da fuori. Gesù ci suggerisce di fidarci più delle seconde. Ma non facciamo spesso il contrario? Che gli altri non li ascoltiamo e sentiamo solo noi stessi?

 

📲 I MIEI SOCIAL:

Nessun commento:

Posta un commento