sabato 30 settembre 2023

30.09.2023 - Zc 2,5-9.14-15 - Lc 9,43-45 - Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato.

 

Dal libro del profeta Zaccarìa - Zc 2,5-9.14-15

Alzai gli occhi, ed ecco un uomo con una fune in mano per misurare. Gli domandai: «Dove vai?». Ed egli: «Vado a misurare Gerusalemme per vedere qual è la sua larghezza e qual è la sua lunghezza».
Allora l’angelo che parlava con me uscì e incontrò un altro angelo, che gli disse: «Corri, va’ a parlare a quel giovane e digli: “Gerusalemme sarà priva di mura, per la moltitudine di uomini e di animali che dovrà accogliere. Io stesso – oracolo del Signore – le farò da muro di fuoco all’intorno e sarò una gloria in mezzo ad essa”.
Rallégrati, esulta, figlia di Sion,
perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te.
Oracolo del Signore.
Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore
e diverranno suo popolo,
ed egli dimorerà in mezzo a te».

1. Zaccaria è un profeta che agisce al tempo della ricostruzione di Gerusalemme dopo l’esilio in Babilonia. Zaccaria propone di CONTEMPLARE QUELLA GERUSALEMME CHE, ALLA FINE DEI TEMPI, SARÀ EDIFICATA SECONDO LA VOLONTÀ DEL SIGNORE. Mentre si costruisce una città in cui abitare, si guarda alla città che Dio vorrebbe.
2. La caratteristica di questa città è che è TALMENTE GRANDE E ACCOGLIENTE DA ESSERE SENZA MURA. la città è talmente grande da avere le dimensioni del mondo intero, RINUNCIANDO COSÌ A PORRE UNA DISTINZIONE tra chi è dentro e chi è fuori, tra chi è ammesso e chi è escluso.
3. Risuona l'avvento nel suo appello alla gioia ed esultanza: SEGNA L'INIZIO DELL'ERA DEL MESSIA, DI COLUI CHE VIENE AD ABITARE IN MEZZO A NOI E CHI CI RENDERÀ UN POPOLO SOLO, unito nell'adempimento dei comandamenti e nella lode del Signore. Lui stesso si farà "muro" attorno a noi, PER PROTEGGERCI, PER SALVARCI.

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+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 9,43-45
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Gesù annuncia che dovrà soffrire la passione, ma i discepoli, pur percependone la gravità o forse proprio per questo, non osano fare domande. Il dolore della passione e la morte delude le loro aspettative. Sarà invece la via della salvezza e della gloria.
Forse noi pensiamo: “E a me, a me cosa accadrà? Come sarà la mia Croce?” Non sappiamo. Non sappiamo, ma ci sarà! Dobbiamo chiedere la grazia di non fuggire dalla Croce quando verrà: non dobbiamo lasciarci vincere dalla paura, ma rimanere forti nella sequela di Gesù; è quella la strada da seguire.
Tornano alla mente le ultime parole che Gesù ha detto a Pietro: “Mi ami? Pasci! Mi ami? Pasci!”… Ma le ultime parole erano quelle: “Ti porteranno dove tu non vuoi andare!”. La promessa della Croce.
E Tu vuoi seguire Gesù, sei pronto a rinnegare te stesso anche se l'idea ti fa paura, sei pronto a prendere la tua croce ogni giorno? La tua croce ogni giorno. Ogni giorno. La tua croce.

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I miracoli di Gesù piacciono, le parole meno. Ciò che ci piace lo capiamo, quello che ci urta non lo capiamo. Resta misterioso, incomprensibile. Ma siamo sicuri che è Gesù che non si sa spiegare?

 

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venerdì 29 settembre 2023

29.09.2023 - Dn 7,9-10.13-14 - Gv 1,47-51 - Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere...

 

Dal libro del profeta Daniele - Dn 7,9-10.13-14

Io continuavo a guardare,
quand’ecco furono collocati troni
e un vegliardo si assise.
La sua veste era candida come la neve
e i capelli del suo capo erano candidi come la lana;
il suo trono era come vampe di fuoco
con le ruote come fuoco ardente.
Un fiume di fuoco scorreva
e usciva dinanzi a lui,
mille migliaia lo servivano
e diecimila miriadi lo assistevano.
La corte sedette e i libri furono aperti.
Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d’uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto.

1. Nel libro di Daniele c'è la volontà di voler INTRAVEDERE IL SENSO DELLA STORIA come si presenta, ai credenti nel Dio d'Israele, nel secolo secondo avanti Cristo. Israele combatte l’oppressione culturale e religiosa di Antioco IV Epifane. La storia diventa il luogo dell'operosità dell'uomo e della giustizia di Dio, Daniele intravede il GIUDIZIO FINALE COME UN GRANDE PROCESSO DA PARTE DI DIO.
2. Al centro della visione vi è un "VEGLIARDO": rappresentato attraverso i classici simboli che esprimono L'ETERNITÀ (i capelli candidi), la TRASCENDENZA (la veste simile a neve), il CONTROLLO sull'universo (il fiume di fuoco) e la suprema MAESTÀ (il numero iperbolico dei suoi servitori). In vegliardo pronuncia la SENTENZA CONTRO LE BESTIE che opprimono il mondo con la violenza.
3. Poi, all'orizzonte, appare uno, simile a un "FIGLIO D'UOMO". È IL MESSIA, che viene sulle nubi del cielo PER REALIZZARE NEL MONDO UN REGNO UNIVERSALE ED ETERNO. A lui furono dati potere, gloria e regno e tutte le nazioni lo serviranno ed il suo regno non finirà mai. DAL CIELO NON PUÒ VENIRE CHE QUALCOSA DI BELLO E DI GRANDE.

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+ Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 1,47-51
 
In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

 

“Gli angeli di Dio salgono e scendono sopra il Figlio dell’Uomo". Vanno e vengono dal cielo alla terra, come solerti collaboratori nel disegno di Dio. 
Dio manda l’arcangelo Michele a combattere Satana, Raffaele ad accompagnare Tobia, Gabriele a portare a Maria il grande annuncio della venuta del Figlio Suo tra gli uomini. Di fronte a tutte le potenze di male – visibili e invisibili - che invadono il mondo, le vite intrecciate di angeli e uomini collaborano per un comune destino di grazia.
Gli angeli ci difendono. Difendono l’uomo e difendono Gesù Cristo. Nella vita se non si lotta, saremo sconfitti dal demonio. Satana sempre cerca di distruggere l’uomo. E’ astuto e presenta le cose come se fossero buone. Ma il Signore ha dato questo mestiere principalmente agli angeli: di lottare e vincere. E il canto finale dell’Apocalisse, dopo questa lotta, è tanto bello: Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il Regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, perché è stato precipitato l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte.

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Uno dei più bei complimenti Gesù lo dona a uno che un minuto prima lo aveva deriso chiedendosi cosa mai di buono potesse uscire da Nazaret. Lo elogia perché è stato vero; c’è qualcosa di più raro?

 

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giovedì 28 settembre 2023

28.09.2023 - Ag 1,1-8 - Lc 9,7-9 - Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui...

 

Dal libro del profeta Aggèo - Ag 1,1-8

L’anno secondo del re Dario, il primo giorno del sesto mese, questa parola del Signore fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo a Zorobabele, figlio di Sealtièl, governatore della Giudea, e a Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote.
«Così parla il Signore degli eserciti: Questo popolo dice: “Non è ancora venuto il tempo di ricostruire la casa del Signore!”».
Allora fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo questa parola del Signore: «Vi sembra questo il tempo di abitare tranquilli nelle vostre case ben coperte, mentre questa casa è ancora in rovina? Ora, così dice il Signore degli eserciti: Riflettete bene sul vostro comportamento! Avete seminato molto, ma avete raccolto poco; avete mangiato, ma non da togliervi la fame; avete bevuto, ma non fino a inebriarvi; vi siete vestiti, ma non vi siete riscaldati; l’operaio ha avuto il salario, ma per metterlo in un sacchetto forato. Così dice il Signore degli eserciti: Riflettete bene sul vostro comportamento! Salite sul monte, portate legname, ricostruite la mia casa. In essa mi compiacerò e manifesterò la mia gloria, dice il Signore».

1. Aggeo ricorda agli ebrei rientrati in patria il loro DOVERE DI RICOSTRUIRE IL TEMPIO. DIO È IL PRIMO e il primato di Dio si manifesta concretamente nella ricostruzione della sua casa.

2.  Per il popolo d’Israele rientrato dall’esilio in Babilonia, GRANDE E' LA VOGLIA DI RICOSTRUZIONE, DI RIAVVIO, DI RIPRESA! La narrazione, che accompagna il rientro in Palestina, ha i toni dell’epica: il DESIDERIO di riscatto, la VOLONTÀ di far ripartire vita economica e sociale, il bisogno di sentirsi di nuovo vivi e uniti,

3. L’entusiasmo iniziale però ha dovuto FARE I CONTI CON UN INSIEME DI FATICHE: i tempi della ripartenza si sono rivelati più lunghi del previsto, le incertezze perdurano, l’economia non riprende, la delusione comincia a tarpare le ali al sogno… IL SENTIRSI “POPOLO” CEDE IL PASSO AL BISOGNO DI TUTELA PERSONALE, all’impegno per la propria casa. Si sono impegnati in altre faccende, non nelle faccende di Dio. DIO VIENE DOPO...

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+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 9,7-9
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

 

Chi è dunque Costui, del quale sento dire queste cose?  Si tenta di definire e incasellare Gesù, ma Egli supera ogni immagine e ogni previsione. Il tetrarca era tormentato da questa domanda e cercava disperatamente di vedere Gesù. 
A volte una delle motivazioni iniziali che spinge gli uomini a cercare Gesù è la curiosità e l’inquietudine derivante dal vivere costantemente nel peccato. A seconda di come facciamo evolvere questa attrazione iniziale si può arrivare alla Salvezza dell’anima (come Zaccheo) o continuare nella perdizione (come Erode). E noi nel nostro percorso quotidiano siamo più verso la salvezza o la perdizione?
Vedere Gesù non basta per riceverne la grazia. Erode ebbe davanti a sé Gesù, ma non ne trae beneficio. Erode non aprì il cuore a Gesù, sopraffatto dai problemi e dalle preoccupazioni terrene. E tu sei come lui? Quanto hai aperto fino ad oggi il tuo cuore a Gesù?

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Erode cerca di vedere Gesù. Così come Zaccheo (Lc 19), come i Greci (Gv 12,20) ma lo sguardo non è lo stesso. La curiosità è umana, quindi sempre ambigua: cosa cerchiamo quando cerchiamo?

 

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mercoledì 27 settembre 2023

27.09.2023 - Esd 9,5-9 - Lc 9,1-6 - Li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.

 

Dal libro di Esdra - Esd 9,5-9

Io, Esdra, all’offerta della sera mi alzai dal mio stato di prostrazione e, con il vestito e il mantello laceri, caddi in ginocchio e stesi le mani al Signore, mio Dio, e dissi:
«Mio Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare la faccia verso di te, mio Dio, poiché le nostre iniquità si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa; la nostra colpa è grande fino al cielo. Dai giorni dei nostri padri fino ad oggi noi siamo stati molto colpevoli, e per le nostre colpe noi, i nostri re, i nostri sacerdoti siamo stati messi in potere di re stranieri, in preda alla spada, alla prigionia, alla rapina, al disonore, come avviene oggi.
Ma ora, per un po’ di tempo, il Signore, nostro Dio, ci ha fatto una grazia: di lasciarci un resto e darci un asilo nel suo luogo santo, e così il nostro Dio ha fatto brillare i nostri occhi e ci ha dato un po’ di sollievo nella nostra schiavitù. Infatti noi siamo schiavi; ma nella nostra schiavitù il nostro Dio non ci ha abbandonati: ci ha resi graditi ai re di Persia, per conservarci la vita ed erigere il tempio del nostro Dio e restaurare le sue rovine, e darci un riparo in Giuda e a Gerusalemme».

1. Sotto la guida di Esdra e di Neemia la comunità degli israeliti ritornati dall'esilio e quelli rimasti in terra di Israele, lentamente trovano la strada per continuare la «RICOSTRUZIONE» del tempio, e la «RESTAURAZIONE» delle rovine nella città di Gerusalemme e soprattutto di RINNOVAMENTO RELIGIOSO.
2. Esdra legge la storia di Israele come una sequenza infinita di infedeltà e tradimenti. Tutti sono coinvolti: re, sacerdoti e popolo. Questa situazione provoca la punizione e la dominazione dei re stranieri. Prevale l’idea della RESPONSABILITÀ COLLETTIVA, ma DIO È MISERICORDIOSO e permette la sopravvivenza di un «RESTO» del popolo.
3. La schiavitù è dura da sopportare; ed è anche dura da superare se si perde quella fiducia e consapevolezza che Dio non abbandona mai. Quando però questa consapevolezza si ravviva, allora FA BRILLARE I NOSTRI OCCHI E CI DONA SOLLIEVO: DIO È FEDELE! La sua fedeltà CI SOLLEVA dalle nostre cadute e schiavitù, CI RIPARA dai nuovi attacchi, CI SORREGGE nel continuo impegno di rinnovare la nostra alleanza con Lui.

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+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 9,1-6
In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.
L’autorità, il discepolo l’avrà se segue i passi di Cristo. E quali sono i passi di Cristo? La povertà. Da Dio si è fatto uomo! Si è annientato! Si è spogliato! La povertà che porta alla mitezza, all’umiltà. Il Gesù umile che va per la strada per guarire. E così un apostolo con questo atteggiamento di povertà, di umiltà, di mitezza, è capace di avere l’autorità per dire: “Convertitevi”, per aprire i cuori.
E come Gesù che non costringeva nessuno a seguirlo, così dovranno fare i discepoli. Chi segue il Signore lo lo fa per amore e quindi la sua risposta deve essere libera. Senza libertà non può esserci amore. Non si può infatti costringere ad amare. I discepoli, pertanto, devono accettare che non tutti gli uomini accoglieranno il vangelo. Ma tutti gli uomini intorno a noi hanno il diritto di conoscere Gesù per come è, quindi non tiriamoci mai indietro dalle occasioni di evangelizzazione che ci si presentano.

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«Per ogni tipo di viaggio / meglio avere un bagaglio leggero» canta Niccolò Fabi. Leggerissimo dice Gesù: «Non prendete nulla per il viaggio». Siamo leggeri, cioè liberi, per la nostra missione?

 

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martedì 26 settembre 2023

26.09.2023 - Esd 6,7-8.12.14-20 - Lc 8,19-21 - Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio...

 

Dal libro di Esdra - Esd 6,7-8.12.14-20

In quei giorni, [il re Dario scrisse al governatore e ai funzionari della regione dell’Oltrefiume dicendo:] «Lasciate che lavorino a quel tempio di Dio. Il governatore dei Giudei e i loro anziani costruiscano quel tempio di Dio al suo posto. Ed ecco il mio ordine circa quello che dovrete fare con quegli anziani dei Giudei per la costruzione di quel tempio di Dio: con il denaro del re, quello delle tasse dell’Oltrefiume, siano integralmente sostenute le spese di quegli uomini, perché non vi siano interruzioni. Io, Dario, ho emanato quest’ordine: sia eseguito integralmente».
Gli anziani dei Giudei continuarono a costruire e fecero progressi, grazie alla profezia del profeta Aggeo e di Zaccarìa, figlio di Iddo. Portarono a compimento la costruzione per ordine del Dio d’Israele e per ordine di Ciro, di Dario e di Artaserse, re di Persia. Si terminò questo tempio per il giorno tre del mese di Adar, nell’anno sesto del regno del re Dario.
Gli Israeliti, i sacerdoti, i leviti e gli altri rimpatriati celebrarono con gioia la dedicazione di questo tempio di Dio; offrirono per la dedicazione di questo tempio di Dio cento tori, duecento arieti, quattrocento agnelli e dodici capri come sacrifici espiatori per tutto Israele, secondo il numero delle tribù d’Israele.
Stabilirono i sacerdoti secondo le loro classi e i leviti secondo i loro turni per il servizio di Dio a Gerusalemme, come è scritto nel libro di Mosè.
I rimpatriati celebrarono la Pasqua il quattordici del primo mese. Infatti i sacerdoti e i leviti si erano purificati tutti insieme, come un sol uomo: tutti erano puri. Così immolarono la Pasqua per tutti i rimpatriati, per i loro fratelli sacerdoti e per se stessi.

 

1. I lavori del tempio vengono interamente posti nelle mani dei Giudei. Il Re si assume tutte le spese della sua costruzione. IL TEMPIO VIENE CONSACRATO E SI FA UNA GRANDE FESTA. La festa in onore del Signore è sempre una grande sorgente di gioia per tutto il popolo. NON VI È FESTA CON DIO SE NON VI È ANCHE FESTA CON GLI UOMINI.
2. Non c’è festa senza l’offerta a Dio dei sacrifici prescritti. DIO SI ONORA CON L’OFFERTA DI SÉ STESSI. L’offerta di sé stessi avviene attraverso L’OFFERTA DI QUALCHE COSA DI SÉ. I sacerdoti e i leviti riprendono ognuno il proprio servizio, secondo il loro turno e le loro classi.
3. Dai tempi dell’esilio è questa la prima pasqua. LA FESTA DELLA PASQUA È IL CUORE DEL POPOLO DEL SIGNORE. Essa segnava l’inizio della loro storia di liberazione e di salvezza. COSÌ IMMOLARONO LA PASQUA PER TUTTI i rimpatriati, per i loro fratelli sacerdoti e per sé stessi. 

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+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 8,19-21
In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
Belle e sconcertanti le parole di Gesù. Egli allarga la maternità e la fraternità a tutti i discepoli che lo seguono. La nuova fraternità non si limita alla carne e al sangue, ma trova origine dal rapporto con Lui: nuovo sangue e nuova linfa, nuova famiglia e nuova umanità.
I nostri fratelli e sorelle nella fede non li abbiamo scelti noi: siamo tutti stati scelti e amati da Dio e in lui possiamo scoprire quella profondità di relazione che ci unisce in un solo corpo che è la Chiesa. Chiediamo al Signore la grazia di andare oltre la superficie e di scoprire quei legami stretti che ci rendono in profondità madri e fratelli tra noi.
E ricordati che il legame profondo nasce da un ascolto comunitario della Parola e dallo sporcarsi insieme le mani.

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C’è una famiglia più grande, inclusiva, di quella del sangue che, se è solo di sangue, può diventare una famiglia ideologica. Il discrimen è l’accoglienza, l’apertura: se escludiamo gli altri che famiglia è?

 

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lunedì 25 settembre 2023

25.09.2023 - Esd 1,1-6 - Lc 8,16-18 - La lampada si pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.

 

Dal libro di Esdra - Esd 1,1-6

Nell’anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola che il Signore aveva detto per bocca di Geremìa, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: «Così dice Ciro, re di Persia: “Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il suo Dio sia con lui e salga a Gerusalemme, che è in Giuda, e costruisca il tempio del Signore, Dio d’Israele: egli è il Dio che è a Gerusalemme. E a ogni superstite da tutti i luoghi dove aveva dimorato come straniero, gli abitanti del luogo forniranno argento e oro, beni e bestiame, con offerte spontanee per il tempio di Dio che è a Gerusalemme”».
Allora si levarono i capi di casato di Giuda e di Beniamino e i sacerdoti e i leviti. A tutti Dio aveva destato lo spirito, affinché salissero a costruire il tempio del Signore che è a Gerusalemme. Tutti i loro vicini li sostennero con oggetti d’argento, oro, beni, bestiame e oggetti preziosi, oltre a quello che ciascuno offrì spontaneamente.

 

1. Ciro re di Persia, pagano, DIVENTA DOCILE STRUMENTO DI JHWH A FAVORE DEL POPOLO DI ISRAELE. JHWH suscita lo spirito di Ciro e gli affida una MISSIONE SALVIFICA nei confronti di Israele. Ciro non conosce JHWH, ma JHWH conosce lui e se ne serve per i suoi benevoli disegni. Tutti siamo strumenti adatti nelle mani di Dio per il suo disegno.
2. Ciro, pagano, afferma di essere stato incaricato da Dio a costruirgli un tempio in Gerusalemme. Ciro HA AVUTO UN’ESPERIENZA DIRETTA DI DIO CON L’INCARICO di costruire un tempio a Gerusalemme. Un pagano che costruisce il Tempio di JHWH! A pensare che gli ebrei guardavano con diffidenza, se non con disprezzo, tutti coloro che appartenevano al mondo pagano.
3. GLI ISRAELITI che partono e tornano a Gerusalemme per ricostruire il Tempio, RICEVONO DAI LORO VICINI OGGETTI d’argento, oro, beni, bestiame e oggetti preziosi, oltre a quello che ciascuno offrì spontaneamente. C’È UN NUOVO ESODO IN UN CONTESTO FAVOREVOLE. Questo contesto favorevole si deve all’intervento di DIO CHE SPINGE IL RE PAGANO AD ADERIRE AL SUO DISEGNO. 

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+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 8,16-18
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».

 

Le parole di Gesù non possono restare nascoste: devono essere come luce che si diffonde e che illumina. All’annuncio della Parola di Dio deve però corrispondere il mettere in pratica gli insegnamenti divini. Quando ascolti il Vangelo ti chiedi cosa questo vuol dire nella tua vita concreta di tutti i giorni oppure sei come un ascoltatore smemorato?
Il cristiano è portatore di luce riflessa, deve farla vedere perché lui è un testimone. Quando invece non fai vedere la luce di Dio ma preferisci "fare come fanno tutti", la mondanità ti entra nel cuore, e ti attira diventando il tuo vero idolo. Alla fine servirai il tuo idolo che ti piacerà di più. Ma sentirai che ti manca qualcosa, che hai perso quello che pensavi di avere e ti senti lontano dall'essere cristiano. 
E' il momento di ripartire dalla Parola, dai sacramenti e dalla comunità per diventare un vero testimone di vita. Il cristiano è un testimone di Gesù Cristo, Luce di Dio. E deve mettere quella luce sul candelabro della sua vita. 

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Tagliente e paradossale Gesù qui ci fa capire (se facciamo attenzione, dunque, a come ascoltiamo) che quello che abbiamo in realtà noi crediamo di averlo. Non è allora meglio, per capire, toglierlo?

 

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domenica 24 settembre 2023

Is 55,6-9 - Fil 1,20-24.27 - Mt 20,1-16 - XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

Domenica 24 Settembre 2023

 

Dal libro del profeta Isaìa - Is 55,6-9

Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
invocatelo, mentre è vicino.
L’empio abbandoni la sua via
e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui
e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.
1. I pensieri di Dio non sono i nostri pensieri; DIO HA UN MODO DI PENSARE E DI RAGIONARE DIVERSO DAL NOSTRO. Bisogna mettersi necessariamente sulla via di Dio. In che modo? È SOLO NELL’ASCOLTO COMUNITARIO DELLA PAROLA ATTUALE DI DIO che Dio ci indica la via e ci dona il pensiero su cui camminare. Senza l’attuale Parola di Dio, restiamo prigionieri di un pensiero di ieri.

2. Come il cielo è alto sulla terra, così le vie di Dio sovrastano le vie degli uomini. Dobbiamo IMPARARE LE VIE del Signore, ASCOLTARE la sua Parola, imparare il suo stile. Dobbiamo IMPARARE A FIDARCI DI DIO, DELLA SUA PAROLA CHE SCENDE NELLA NOSTRA VITA E LA SALVA, LA TRASFORMA. La Parola di Dio non DELUDE MAI!

3. E non ostiniamoci nel nostro modo di pensare. LA RIVELAZIONE È PROPRIO QUESTA: APERTURA della mente. Il nostro modo di pensare è piccolo, piccolo, ristretto, meschino, IL SIGNORE CI HA RIVELATO UN MODO DI PENSARE GRANDIOSO. IMPARIAMO da Dio, ACCOGLIAMO questa prospettiva grandiosa.

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Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési - Fil 1,20-24.27

Fratelli, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia.
Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno.
Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo.
Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo.
1. Paolo è in prigione probabilmente a Efeso, dove ha ricevuto la condanna a morte. Scrive ai cristiani di Filippi che la sua PRIGIONIA È DIVENUTA UNA OCCASIONE per predicare il Vangelo. Mette in secondo piano il suo stesso destino personale, la sua stessa vita e la sua morte: QUEL CHE CONTA È LA PREDICAZIONE DEL VANGELO. 

2. Paolo sta vivendo un momento di angoscia e di bivio: vivere o morire? “PER ME IL VIVERE È CRISTO E IL MORIRE UN GUADAGNO” Ha il desiderio profondo di ESSERE CON CRISTO e di sciogliere l’esistenza terrena, TUTTAVIA si rende conto che la sua presenza potrebbe essere utile PER GLI ALTRI, non tanto per sé. CHE GRANDEZZA D’ANIMO! Paolo NON sa cosa scegliere, NON deve scegliere, NON decide Lui. Per Lui il vivere è Cristo, e per TE?

3. E conclude dicendo: “COMPORTATEVI IN MODO DEGNO DEL VANGELO DI CRISTO”. Il cristiano è CHIAMATO A VIVERE DA SANTO, nella pratica della giustizia, conformemente alla volontà di Dio, percorrendo la via della verità e della grazia, seguendo l’esempio di Paolo. Buon cammino…

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 20,1-16

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

 

1. DIO HA SCELTO ciascuno di noi PER una missione da svolgere nella comunità umana e nella Chiesa: dunque dobbiamo essere GRATI e GIOIRE di poter lavorare nella vigna del Signore. HA SCELTO TE! IMPEGNATI E GIOISCI!

2. Anche se qualche volta, dopo aver sciupato qualità e tempo, ci sentiamo come...operai dell'ultima ora, possiamo sperimentare LA GIOIA DI ESSERE CHIAMATI E PERDONATI. Il Signore NON SCARTA NESSUNO perché è sempre grande e misericordioso. POSSIAMO SEMPRE RIPARTIRE!

3. NELLA VIGNA DEL SIGNORE C'È SEMPRE POSTO AD OGNI ORA: non dobbiamo chiuderci egoisticamente nel nostro piccolo mondo, ma essere DISPONIBILI per ogni chiamata, anche quella più pesante e dolorosa, all'inizio come all'ultima ora della nostra vita. APRIAMOCI A DIO!

BUONA DOMENICA...

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REGALO

Il padrone della parabola degli operai mandati nella vigna a diverse ore del giorno, non ragiona in termini sindacali. Lui ragiona secondo la categoria del regalo. Non toglie nulla ai primi, aggiunge agli altri. Non è ingiusto, ma generoso. A Dio interessa più l’uomo e la sua dignità che la vigna; per lui sono più importanti le persone che il profitto. Dio ha un cuore grande, impara a dare le giuste priorità nella vita!

OMELIA – XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A) 

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Gv 6,24-35 - RITO AMBROSIANO - IV DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

RITO AMBROSIANO

IV DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE
Domenica 24 Settembre 2023
Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 6,24-35
1. Chi MANGIA di me non avrà fame, chi CREDE in me non avrà sete, mai! DIO DÀ. Dio non chiede, DIO DÀ. Dio non pretende, DIO OFFRE. Dio non esige nulla, DIO DONA TUTTO, senza condizioni, senza un perché che non sia l'intimo bisogno di fecondare, far fiorire, fruttificare la vita. IMPARIAMO A DARE, SEMPRE...
2. CIÒ CHE IL PADRE DÀ È UN PANE CHE DÀ LA VITA AL MONDO. GESÙ, LA SUA PERSONA È IL PANE, quel pane che CONTIENE TUTTO CIÒ CHE SERVE a far fiorire la vita: amore, senso, libertà, coraggio, pace, bellezza. ASSIMILIAMO QUEL PANE NELLA PAROLA, NELL'EUCARESTIA NEL DONO DELLA VITA...
3. E CHI CREDE IN ME NON AVRÀ SETE, MAI!. CREDERE È COME MANGIARE un pane, lo ASSAPORO in bocca, lo FACCIO SCENDERE nell'intimo, lo ASSIMILO e si dirama per tutto l'essere, GESÙ IN ME si trasforma in cuore, calore, energia, pensieri, sentimenti, canto. GESÙ CI RENDE CAPACI DI AMORE E LIBERTÀ...
BUONA DOMENICA…
+ Lettura del Vangelo secondo Giovanni- Gv 6,24-35

In quel tempo. Quando la folla vide che il Signore Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

 

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sabato 23 settembre 2023

23.09.2023 - 1Tm 6,13-16 - Lc 8,4-15 - Il seme caduto sul terreno buono sono coloro che custodiscono la Parola...

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo - 1Tm 6,13-16

Figlio mio, davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
il solo che possiede l’immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.
1. L’Apostolo raffronta la professione cristiana di Timoteo davanti a molti testimoni con la stessa testimonianza di Gesù di fronte a Pilato. CRISTO È STATO IL PRIMO A DARE UNA FORMIDABILE TESTIMONIANZA CON LA SUA PASSIONE E MORTE. Spetta ora a Timoteo MANTENERSI FEDELE a quella professione di fede e “CUSTODIRE puro il comandamento”, “la sana dottrina”, il Vangelo.
2. Sarà suo compito “CONSERVARE “integra la fede cristiana, non chiusa come in uno scrigno, ma viva e attiva nella comunità cristiana. Si tratta dunque di CONSERVARE LA FEDE PER TRASMETTERLA integralmente e fedelmente.
3. Paolo ci ricorda che il Signore viene celebrato come il sovrano unico e incontrastato, che TRASCENDE E SMENTISCE tutte le altre false dominazioni dei re e dei potenti umani. “Abita una luce inaccessibile” agli uomini. È PER TUTTI “LA LUCE CHE ILLUMINA E CHE SALVA”.

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+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 8,4-15
 
In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché
vedendo non vedano
e ascoltando non comprendano.
Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.

Noi siamo il terreno dove il Signore getta instancabilmente il seme della sua Parola e del suo amore. Con quali disposizioni lo accogliamo? Com’è il nostro cuore? A quale terreno assomiglia: a una strada, a una pietraia, a un roveto?
Gesù ci invita oggi a guardarci dentro: a ringraziare per il nostro terreno buono e a lavorare sui terreni non ancora buoni. Chiediamoci se il nostro cuore è aperto ad accogliere con fede il seme della Parola di Dio. Chiediamoci se i nostri sassi della pigrizia sono ancora numerosi e grandi; individuiamo e chiamiamo per nome i rovi dei vizi.
Troviamo il coraggio di fare una bella bonifica del terreno, una bella bonifica del nostro cuore, portando al Signore nella Confessione e nella preghiera i nostri sassi e i nostri rovi. Chiediamo oggi la grazia di desiderare e accogliere la semente, e di portare frutto.

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In questa parabola preliminare delle successive ce n’è per tutti i gusti, Gesù parla di tutti i possibili “uditori” della sua parola. Allora prendiamo posto in platea: noi quale tipo di terreno siamo?

 

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venerdì 22 settembre 2023

22.09.2023 - 1Tm 6,2-12 - Lc 8,1-3 - C’erano con lui i Dodici e alcune donne che li servivano con i loro beni.

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo - 1Tm 6,2-12

Figlio mio, questo devi insegnare e raccomandare. Se qualcuno insegna diversamente e non segue le sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e la dottrina conforme alla vera religiosità, è accecato dall’orgoglio, non comprende nulla ed è un maniaco di questioni oziose e discussioni inutili. Da ciò nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi, i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che considerano la religione come fonte di guadagno.
Certo, la religione è un grande guadagno, purché sappiamo accontentarci! Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo e nulla possiamo portare via. Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, accontentiamoci. Quelli invece che vogliono arricchirsi, cadono nella tentazione, nell’inganno di molti desideri insensati e dannosi, che fanno affogare gli uomini nella rovina e nella perdizione. L’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali; presi da questo desiderio, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti tormenti.
Ma tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
1. Paolo rivolge forti ammonimenti e taglienti accuse a quegli oppositori dissenzienti che PERSEGUONO ILLECITI PROFITTI, INQUINANDO la limpidezza del Vangelo che pretendono annunciare. La fede è in pericolo, se strumentalizzata per ragioni di lucro, DIVENTA UN ENORME GUADAGNO, SE RISPETTATA IN TUTTE LE SUE POTENZIALITÀ.
2. “FUGGI QUESTE COSE”, TENDI ALLA GIUSTIZIA…” Compito di Timoteo sarà abbattere l’opposizione dei falsi maestri con LA FORZA DELLA TESTIMONIANZA PERSONALE, rivestendosi delle VIRTÙ, che sono l’esatto contrario dei VIZI dei falsi maestri: LA GIUSTIZIA, LA PIETÀ, LA FEDE, LA CARITÀ, LA PAZIENZA (SPERANZA), LA MITEZZA.
3. Timoteo, come ogni altro credente, è sollecitato ad IMPEGNARSI NELL’ESALTANTE BATTAGLIA DELLA FEDE, nel tempo della Chiesa, con il CUORE RIVOLTO ALLA VITA ETERNA. La fede va vissuta nel contrasto e nella lotta… Coraggio!

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Dal vangelo secondo Luca - Lc 8,1-3
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. 
C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni. 

 

Non solo i Dodici seguono Gesù, ma anche delle donne; alcune facoltose, altre piene di gratitudine per essere state liberate dal male. Questi uomini e queste donne sono la prima semente della Chiesa: una compagnia di persone che amano e seguono il Signore. 
C'erano alcune donne, alcune delle quali con un passato peccaminoso. Questo serviva a rendere evidente che questa piccola iniziale comunità era fondata e guidata da Dio, altrimenti non avrebbe retto con questi membri così poco "adatti". Anche noi non facciamoci abbagliare dalle categorie del mondo e concentriamoci piuttosto su quello che Dio giudica importante. Anche noi impariamo ad amare e seguire il Signore, è Lui la nostra via...

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Gesù nella sua “compagnia” accoglie tutti: uomini, donne, poveri, ricchi, indemoniati...Proprio difficile accogliere tutti, senza selezione all’ingresso; l’avverbio “insieme” non è il più ostico di tutti?

 

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giovedì 21 settembre 2023

PARLAMI DELLA CROCE…

PARLAMI DELLA CROCE…

Se c’è un’immagine incompatibile col Dio del Vangelo è quella che Dio ti manda le croci. Dio non manda nessuna croce: Dio non manda le sventure. Anzi se può, ti aiuta a liberartene!
Quando noi parliamo di “croci” pensiamo alle tribolazioni della vita: conflitti insanabili, malattie personali, tumori, mariti che picchiano, figli sbandati, situazioni di disagio permanente. Se noi guardiamo nel vangelo mai delle 73 volte che è citata la parola “croce” viene associata a tribolazione. E nel corso della storia solamente dal V secolo, purtroppo, si assocerà croce=sofferenza (lo ritroviamo in una preghiera di un papiro).
Nei vangeli appare per 5 volte l’invito di prendere la croce. Gli evangelisti si guardano bene dall’usare verbi come portare oppure accogliere, accettare: questi verbi indicano uno che ti dà qualcosa e tu che la prendi. Quindi Dio ci darebbe la croce e tu passivamente te la prendi. Questi verbi non vengono mai utilizzati.
Gli evangelisti usano sempre i verbi prendere e sollevare che indicano il preciso momento in cui il condannato afferra con le proprie mani la croce (del supplizio). Quindi gli evangelisti parlano sempre di un movimento volontario, dove nessuno è costretto da nessuno. Non c’è qualcuno che ti dà la croce ma è l’uomo che decide volontariamente, per il suo bene, di prendere quella croce.
Ma qual è allora questa croce che uno volontariamente prende? La sequela: “Chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.” È il vivere da uomini liberi, la vera croce.
Croce è accettare che vivere come Gesù comporti l’opposizione, la denigrazione, la maldicenza, la derisione: “Se hanno chiamato Belzebul il padrone di casa, quanto più i suoi familiari!”; “Sarete odiati da tutti a causa mia!”.

Vivi come Gesù e sarai deriso. Ti diranno che sei un idealista e un utopico, che vivi fuori dal mondo.
Vivi con intensità, abbracciando, accarezzando, amando e ti diranno che hai problemi con l’affettività.
Vivi non risparmiandoti, dandoti tutto in tutto, nella generosità e ti diranno che sei ingenuo.
Vivi mettendo al primo posto i valori del cuore e della vulnerabilità e ti feriranno.
Vivi credendo negli altri e ti diranno che hai secondi fini.
Vivi sorridendo, cantando, concedendoti tempo, lavorando solo il necessario e ti diranno che non sei un buon esempio per la società.
Vivi diversamente dagli altri; vivi la tua unicità e originalità; vivi con fantasia e creatività e ti diranno che “sei pericoloso”, che non sei inquadrabile nel sistema; sarai un sospettato e diffideranno di te.
Vivi a partire dal cuore, appassionato, innamorato, fuoco che brucia e ti diranno che sei matto, un pazzo.
Questa è la croce: accettare le conseguenze del vivere come Gesù. Puoi anche non vivere così. Ma se vivi così, poiché è un modo di vivere diverso, altro, sai che, come hanno fatto a Lui, così in qualche modo, faranno anche a te.

mercoledì 20 settembre 2023

20.09.2023 - 1Tm 3,14-16 - Lc 7,31-35 - Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato...

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo - 1Tm 3,14-16

Figlio mio, ti scrivo tutto questo nella speranza di venire presto da te; ma se dovessi tardare, voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità.
Non vi è alcun dubbio che grande è il mistero della vera religiosità:
egli fu manifestato in carne umana
e riconosciuto giusto nello Spirito,
fu visto dagli angeli
e annunciato fra le genti,
fu creduto nel mondo
ed elevato nella gloria.
1. La Chiesa come «colonna e sostegno della verità». LA VERITÀ DELLA CHIESA È CRISTO GESÙ, e la missione della Chiesa è formare nella storia il corpo di Cristo Gesù. 
2. Paolo specifica: “LA CHIESA DEL DIO VIVENTE” per sottolineare che, come Dio è vivo, così la Chiesa, l’assemblea dei credenti, è viva PERCHÉ PARTECIPA ALLA VITA DI DIO attraverso il dono della fede.
3. GRANDE È IL MISTERO DELLA VERA RELIGIOSITÀ: quello che affonda le sue radici nel mistero pasquale. GESÙ È LA MANIFESTAZIONE, nella sua Carne, del Figlio di Dio, DI DIO STESSO.

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Dal vangelo secondo Luca - Lc 7,31-35
In quel tempo, il Signore disse:
«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

 

Anche alla nostra generazione sembra che niente vada bene. E Gesù ci direbbe ‘Ma, io non vi capisco! Voi siete come quei bambini: vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto. Ma cosa volete?’; ‘Vogliamo la nostra: vogliamo fare la salvezza a modo nostro!’. E’ sempre questa chiusura al modo di Dio”.
Quando badiamo solo alla nostra misura, non ci può entrare nel cuore niente di nuovo e di grande. Dio invece si muove continuamente per venirci incontro attraverso fatti e persone. Al pensare che ‘quella generazione’ aveva lì Gesù e non ha colto la grande occasione della storia, vengono i brividi. Qualcosa di analogo può accadere anche oggi, quando blocchiamo la strada al Signore che viene, perché la durezza del cuore e la caparbietà del nostro progetto sulla vita ci impediscono di riconoscerlo e accoglierlo. In quante occasioni della giornata il Signore ci suonerà oggi la sua musica?

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La domanda questa volta Gesù la pone a se stesso, non trovando le parole per rispondere. Aiutiamolo: come possiamo definirci? Incontentabili? Ipocriti? Refrattari alla grazia?

 

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