giovedì 21 dicembre 2023

LEADER SCOUT: LA SFIDA DI DARE L'ESEMPIO

LEADER SCOUT: LA SFIDA DI DARE L'ESEMPIO

Hanno circa vent'anni e sono responsabili delle Guide e degli Scout d'Europa. Sono capi di branchi, di truppe o di clan, capi di raduni, di compagnie o di fuochi, dimostrano un incredibile senso di impegno e dimostrano la loro profonda gioia nel mettersi al servizio degli altri, soprattutto della maggior parte della gioventù.

“In ogni ragazzo c’è almeno il 5% di buono. Sta a voi scoprirlo e svilupparlo al 90 o al 95%», ha affermato Baden Powell rivolgendosi ai capi. In una frase, il fondatore dello scautismo ha riassunto la missione degli anziani: vedere il buono in ogni giovane a lui affidato e, attraverso i metodi dello scautismo che sono il gioco e la vita all'aria aperta, contribuire alla sua crescita umana e spirituale. Una forte intuizione educativa che anima ancora oggi gli scout. 

La base del loro impegno sta nella Promessa Scout, “per servire al meglio Dio, la Chiesa, la Patria e l'Europa, per aiutare il prossimo in ogni circostanza e per osservare la legge scout”. Un impegno generalmente assunto nel primo anno, destinato a durare ben oltre gli anni di scout, e che trova un vero eco nella missione affidata ai responsabili. Nel suo ultimo messaggio, Baden Powell insisteva: “Sii sempre fedele alla tua promessa di scout anche quando non sarai più un bambino – e Dio ti aiuti a realizzarla!”»

L’impegno Scout ha un carattere esemplare. I leader sono testimoni dell'ideale scout che hanno scelto di vivere. Aderiscono al progetto educativo che si impegnano a rispettare con l'esempio della loro vita. Ciò che Baden Powell ha detto ai capipattuglia vale anche per gli anziani: “Non ha senso avere uno o due bravi ragazzi e gli altri essere individui senza valore. Bisogna lavorare sodo per garantire che siano tutti all'altezza. La cosa più importante per questo è l'esempio che dai a te stesso: quello che fai tu, lo faranno anche i tuoi osservatori.»

Trasmettere, formare, condividere, sono tutte motivazioni che hanno spinto questi giovani chef a dire sì. Inoltre molto spesso nasce il desiderio di restituire quanto ricevuto. Hanno fatto due, tre o otto anni di scouting prima di diventare leader, e sono unanimemente grati per questi anni in cui hanno imparato così tanto. Per molti, è con questo spirito di gratitudine che hanno abbracciato la missione di leadership. 

Servire gli altri e il bene comune porta alla vera gioia. I leader lo sperimentano regolarmente: la gioia di vedere i giovani crescere, fiorire, andare verso il Signore. Gioia di costruire amicizie profonde e solide.

Gli Scout d'Europa sono un terreno favorevole alla missione, vivono un cammino spirituale che porta frutto. Arianna, che ha iniziato lo scoutismo solo all'età di 26 anni, testimonia che i suoi anni di scoutismo l'hanno aiutata “a pregare, a esercitare il discernimento e a mantenere la sua fede quotidianamente”. Quanto a Tiziano, confida che lo scoutismo “lo ha sostenuto nella fede in un momento in cui ne aveva tanto bisogno”. Come implora il canto della promessa, il Signore protegga la promessa di tutti questi leader impegnati al servizio degli altri e del bene comune.


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