giovedì 1 agosto 2024

01.08.2024 - Ger 18,1-6 - Mt 13,47-53 - Raccolgono i buoni nei canestri e buttano via i cattivi.

Dal libro del profeta Geremìa - Ger 18,1-6

Questa parola fu rivolta dal Signore a Geremìa: «Àlzati e scendi nella bottega del vasaio; là ti farò udire la mia parola».
Scesi nella bottega del vasaio, ed ecco, egli stava lavorando al tornio. Ora, se si guastava il vaso che stava modellando, come capita con la creta in mano al vasaio, egli riprovava di nuovo e ne faceva un altro, come ai suoi occhi pareva giusto.
Allora mi fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Forse non potrei agire con voi, casa d’Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco, come l’argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa d’Israele».
1. Dio parla a Geremia. Geremia parla al popolo. Geremia sceso nella bottega del vasaio osserva che LA CRETA È INTERAMENTE NELLE MANI E NELLA VOLONTÀ DEL VASAIO. Nulla è dalla creta. Tutto invece e dalla volontà del vasaio. È LUI CHE DONA “VITA” secondo la sua sapienza, intelligenza, arte, maestria, volontà.
2. Dopo aver osservato ogni cosa, la parola del Signore giunge agli orecchi di Geremia. Il Signore parla al suo profeta, spiegando quanto lui ha visto. GEREMIA HA VISTO CHE UN VASO SI È ROTTO E IL VASAIO NE HA FATTO UN ALTRO. Il Signore non potrebbe fare la stessa cosa con il suo popolo?
3. Non solo Israele è argilla nelle mani del Signore, tutti i popoli sono argilla nelle sue mani. DIO È IL VASAIO DEI POPOLI E DELLE NAZIONI. Niente può avvenire nel mondo senza che Lui lo permetta, lo voglia, lasci che la creta venga modellata. Siamo in mani buone!

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+ Dal vangelo secondo Matteo - Mt 13,47-53
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.    
I discepoli (“uomo che getta la rete in mare”) sono chiamati a predicare (“gettare la rete”). La loro predicazione è rivolta a tutti (“raccoglie pesci buoni e cattivi”). Nello stesso tempo, la predicazione opera una separazione ponendo le persone buone in una comunità (“canestri”) e quelle cattive lasciandole nella dispersione/solitudine (“fuori”). Ma solo alla fine del mondo Gesù (“gli angeli”) separerà le persone in modo netto e definitivo, col suo giudizio.
“Avete compreso tutte queste cose?”. SI, bene. Ebbene, da questa Scrittura (tesoro) il discepolo trae “cose antiche e nuove”. Come dire: l’accoglienza a Gesù fa sì che le cose antiche (Scritture di Israele) trovino compimento nelle cose nuove (Vangelo). Il Vangelo non distrugge la prima Rivelazione, ma la compie. Gesù stesso/Vangelo non è venuto a distruggere, ma a compiere, come ci sta dicendo in continuità l’evangelista Matteo.

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Scribi che diventano discepoli, perché capaci di tenere insieme tutto quello che vale, senza separare e contrapporre. Ma la domanda resta: abbiamo compreso tutte queste cose? O vogliamo già fare il lavoro degli angeli e selezionare anzitempo?

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