martedì 13 agosto 2024

LA MALDICENZA E IL PETTEGOLEZZO…

LA MALDICENZA E IL PETTEGOLEZZO…

La maldicenza, il pettegolezzo, il chiacchiericcio, e il gossip rappresentano una profonda menomazione interiore. Spesso nascono da bisogni inascoltati e insoddisfatti che ci spingono a deformare la realtà attraverso false parole. Di conseguenza, non riusciamo più a vedere la realtà delle persone e delle situazioni, ma solo ciò che il nostro ego ferito ha bisogno di vedere.

Facciamo un esempio concreto: nel nostro gruppo di amici c'è una persona che "sa tenere banco", che è simpatica, che sa parlare e farsi volere bene. Se noi abbiamo un bisogno inascoltato di sentirci importanti, possiamo criticarla dicendo: “Se la tira, fa il galletto con tutte le fanciulle”. Invece di cercare di sviluppare le nostre abilità sociali, preferiamo screditarla. Così facendo, la nostra situazione rimane immutata e distorciamo la realtà: invece di riconoscere che il nostro amico è simpatico e comunicativo, ci convinciamo che sia antipatico.

Il pettegolezzo soddisfa il bisogno di parlare ma dimostra l'incapacità di parlare di sé stessi o di cose profonde. Esprime una difficoltà nell'esaminare la realtà: "È vero ciò che dico? Quali dati concreti ho per sostenerlo?". 

La maldicenza rivela dunque una menomazione interiore. La soluzione potrebbe essere chiedere: “Perché non mi parli di te? Cosa vivi, cosa provi, quali sono i tuoi bisogni e le tue paure?”. Oppure: “Hai visto questo di persona? Da cosa sai questo? Hai dati certi?”.

La consapevolezza ci dice che la maldicenza, la critica, non sono insignificanti: sono come pietre lanciate che colpiscono chiunque. Nel film “Il dubbio”, il prete spiega alla donna che il pettegolezzo è come squarciare un cuscino e far volare le piume ovunque: è impossibile raccoglierle tutte. Questo è il pettegolezzo: una volta sparso, è irrecuperabile.

La maldicenza esprime l'inferiorità di chi la pratica: screditando gli altri, si cerca di gonfiare il proprio ego. Chi maldice non ha una vita significativa e cerca di sminuire quella degli altri. Un maldicente è spesso un parassita, che non può essere felice per la felicità altrui poiché egli stesso non è felice. Chi parla male degli altri rivela, in realtà, la propria frustrazione e il proprio malessere.

Un uomo felice e realizzato non parla male degli altri, ma si adopera affinché anche gli altri siano felici. Un uomo triste e fallito, invece, parla male degli altri per sentirsi meno solo nella sua infelicità. Come dice Kapferer: “Private dalla vita pubblica, le comari rendevano pubblica la vita privata”.

La soluzione è trovare il bello e il buono nelle persone e valorizzarlo, imparando a essere felici per la felicità altrui. Finché parliamo degli altri, non costruiamo nulla per la nostra vita. Ogni volta che parliamo degli altri, decretiamo il nostro fallimento perché non ci concentriamo su ciò che possiamo essere.

Socrate ci ha lasciato un'importante lezione sui pettegolezzi: prima di riferire una notizia su qualcuno, chiediamoci: 1) È vera? 2) È buona? 3) È utile? Se non soddisfa questi criteri, è meglio non dirla.

Il pettegolezzo esprime invidia e gelosia per le vite altrui. Parliamo male degli altri perché vorremmo essere come loro, ma non lo ammettiamo. Dietro le parole maldicenti ci sono frustrazione e rabbia per una vita che non riteniamo significativa. La soluzione è chiedersi: “Cosa fai per realizzare la tua vita? Quanto tempo e energia impieghi per trovare un vero senso alla tua vita? Cosa fai per ottenere ciò che invidi negli altri?”.

È importante riflettere su dove si trova l'amore e la gioia nelle nostre vite. Quando invidiamo o siamo gelosi, ci nutriamo di negatività. Dobbiamo chiederci: “Cosa posso fare per dare valore alla mia vita?”.

Un racconto significativo è quello dell'uomo che giudicava e criticava gli altri. Il suo prete gli chiese di piantare un chiodo su una palizzata per ogni critica fatta. Dopo un anno, l'uomo aveva piantato moltissimi chiodi. Poi il prete gli chiese di togliere un chiodo per ogni complimento o gesto gentile, e questo gli richiese tre anni. Anche dopo aver tolto tutti i chiodi, i buchi erano ancora lì. Il prete gli spiegò che ogni maldicenza crea un buco nel cuore di qualcuno, e questi buchi rimangono.

In conclusione, la maldicenza e il pettegolezzo non solo danneggiano gli altri, ma rivelano le nostre stesse debolezze e insicurezze. È importante lavorare su noi stessi, riconoscere i nostri bisogni e frustrazioni, e impegnarci a costruire una vita significativa e felice, senza danneggiare quella degli altri.

Nessun commento:

Posta un commento