lunedì 5 agosto 2024

05.08.2024 - Ger 28,1-17 - Mt 14,13-21 Alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.

Dal libro del profeta Geremìa - Ger 28,1-17

In quell’anno, all’inizio del regno di Sedecìa, re di Giuda, nell’anno quarto, nel quinto mese, Ananìa, figlio di Azzur, il profeta di Gàbaon, mi riferì nel tempio del Signore sotto gli occhi dei sacerdoti e di tutto il popolo: «Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Io romperò il giogo del re di Babilonia! Entro due anni farò ritornare in questo luogo tutti gli arredi del tempio del Signore che Nabucodònosor, re di Babilonia, prese da questo luogo e portò in Babilonia. Farò ritornare in questo luogo – oracolo del Signore – Ieconìa, figlio di Ioiakìm, re di Giuda, con tutti i deportati di Giuda che andarono a Babilonia, poiché romperò il giogo del re di Babilonia».
Il profeta Geremìa rispose al profeta Ananìa, sotto gli occhi dei sacerdoti e di tutto il popolo, che stavano nel tempio del Signore. Il profeta Geremìa disse: «Così sia! Così faccia il Signore! Voglia il Signore realizzare le cose che hai profetizzato, facendo ritornare gli arredi nel tempio e da Babilonia tutti i deportati. Tuttavia ascolta ora la parola che sto per dire a te e a tutto il popolo. I profeti che furono prima di me e di te dai tempi antichissimi profetizzarono guerra, fame e peste contro molti paesi e regni potenti. Il profeta invece che profetizza la pace sarà riconosciuto come profeta mandato veramente dal Signore soltanto quando la sua parola si realizzerà».
Allora il profeta Ananìa strappò il giogo dal collo del profeta Geremìa, lo ruppe e disse a tutto il popolo: «Così dice il Signore: A questo modo io romperò il giogo di Nabucodònosor, re di Babilonia, entro due anni, sul collo di tutte le nazioni». Il profeta Geremìa se ne andò per la sua strada.
Dopo che il profeta Ananìa ebbe rotto il giogo che il profeta Geremìa portava sul collo, fu rivolta a Geremìa questa parola del Signore: «Va’ e riferisci ad Ananìa: Così dice il Signore: Tu hai rotto un giogo di legno, ma io, al suo posto, ne farò uno di ferro. Infatti, dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Pongo un giogo di ferro sul collo di tutte queste nazioni perché siano soggette a Nabucodònosor, re di Babilonia, e lo servano; persino le bestie selvatiche gli consegno».
Allora il profeta Geremìa disse al profeta Ananìa: «Ascolta, Ananìa! Il Signore non ti ha mandato e tu induci questo popolo a confidare nella menzogna; perciò dice il Signore: Ecco, ti faccio sparire dalla faccia della terra; quest’anno tu morirai, perché hai predicato la ribellione al Signore». In quello stesso anno, nel settimo mese, il profeta Ananìa morì.
1. Anania è certo. Annunzia un evento che avverrà fra due anni. Il Signore romperà il giogo del re di Babilonia. Il profeta Geremia rispose al profeta Anania: tutti i profeti che ci hanno preceduto non hanno mai pronunziato la pace per i regni potenti del mondo. IL SIGNORE DICE UNA COSA E TU, ANANIA, PROFETIZZI L’ESATTO CONTRARIO. CHI SEGUIRE?
2. Allora Anania compie un gesto plateale: strappa il giogo dal collo del profeta Geremia e lo rompe. Il giogo del re di Babilonia sarà rotto dal Signore entro due anni. Io ho ragione! IL PROFETA GEREMIA SE NE ANDÒ PER LA SUA STRADA. Lascia il tempio perché diviene DIFFICILE DIALOGARE CON UN UOMO ARROGANTE, prepotente, falso come Anania.
3. Ma il Signore NON vuole che Anania inganni la gente e invia Geremia. Dice il Signore: Tu hai rotto un giogo di legno, ma io, al suo posto, ne farò uno di ferro. LA SCHIAVITÙ DIVENTERÀ PESANTE. TU SPARIRAI DALLA FACCIA DELLA TERRA. Quest’anno tu morirai, perché hai predicato la ribellione al Signore. ANANIA NON MUORE PER UNA PUNIZIONE, UNA VENDETTA, PER UNA GIUSTIZIA IMMEDIATA. Muore perché il Signore vuole convincere il suo popolo alla verità. LA VERITÀ VIENE A GALLA!

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+ Dal vangelo secondo Matteo - Mt 14,13-21
In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista ], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

 

Questo passo del Vangelo di Matteo narra la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Gesù, dopo aver appreso della morte di Giovanni Battista, si ritira in un luogo deserto ma viene seguito da una grande folla. Mosso a compassione, guarisce i malati e, al calar della sera, sfama cinquemila uomini (oltre a donne e bambini) con cinque pani e due pesci. 
Gesù ci insegna ad anteporre le necessità dei poveri alle nostre. I discepoli pensano che sia meglio congedare la folla, perché possa andare a procurarsi il cibo. Gesù invece dice: date loro voi stessi da mangiare. I discepoli ragionano secondo il mondo, per cui ciascuno deve pensare a sé stesso. Gesù ragiona secondo la logica di Dio, che è quella della condivisione”.
Questo miracolo evidenzia la compassione di Gesù, il suo potere divino e la sua capacità di provvedere abbondantemente ai bisogni del popolo.

 

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