sabato 8 marzo 2025

08.03.2025 - Is 58,9-14 - Lc 5,27-32 - Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano.

Dal libro del profeta Isaìa - Is 58,9-14

Così dice il Signore:
«Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se aprirai il tuo cuore all’affamato,
se sazierai l’afflitto di cuore,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.
Ti guiderà sempre il Signore,
ti sazierà in terreni aridi,
rinvigorirà le tue ossa;
sarai come un giardino irrigato
e come una sorgente
le cui acque non inaridiscono.
La tua gente riedificherà le rovine antiche,
ricostruirai le fondamenta di trascorse generazioni.
Ti chiameranno riparatore di brecce,
e restauratore di strade perché siano popolate.
Se tratterrai il piede dal violare il sabato,
dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro,
se chiamerai il sabato delizia
e venerabile il giorno sacro al Signore,
se lo onorerai evitando di metterti in cammino,
di sbrigare affari e di contrattare,
allora troverai la delizia nel Signore.
Io ti farò montare sulle alture della terra,
ti farò gustare l’eredità di Giacobbe, tuo padre,
perché la bocca del Signore ha parlato».
1. «Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, ALLORA BRILLERÀ FRA LE TENEBRE LA TUA LUCE, la tua tenebra sarà come il meriggio». 

2. DA DOVE COMINCIARE? Dal non disprezzare (il “puntare il dito”) gli uomini per i loro difetti e manchevolezze, ad aprire il cuore ai bisogni e alle miserie degli altri, a vedere e condividere le loro tristezze, 

3. ALLORA FARAI VERAMENTE ESPERIENZA DELLA MISERICORDIA potente e gratuita che ti ha raggiunto. “MISERICORDIATO”, DIVENTERAI MISERICORDIOSO. Questo è il senso vero del digiuno autentico.

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+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 5,27-32
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

Chiamando Matteo, Gesù mostra ai peccatori che non guarda al loro passato, alla condizione sociale, alle convenzioni esteriori, ma piuttosto apre loro un futuro nuovo. Basta rispondere all’invito con il cuore umile e sincero.
Matteo capì che la familiarità con Gesù non gli consentiva di perseverare in attività disapprovate da Dio. Facilmente intuibile l’applicazione al presente: anche oggi non è ammissibile l’attaccamento a cose incompatibili con la sequela di Gesù, com’è il caso delle ricchezze disoneste.
Se tu vuoi sapere se Cristo sia venuto o meno per Te allora devi chiederti se ti riconosci o meno bisognoso di Lui. Pensare che a Cristo dobbiamo dimostrare di essere bravi, ci taglia fuori dalla Sua missione. La vita che Dio ci propone è apertura alla grazia.

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Matteo la prima cosa che fa è preparare un grande banchetto per Gesù, lo sposo. Matteo sceglie la luce della gioia nuziale al nero del lutto vittimistico. Siamo pronti a essere sorpresi dalla gioia?

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08.03 SAN GIOVANNI DI DIO, FONDATORE DEI FATEBENEFRATELLI, PATRONO DEGLI INFERMI E OSPEDALIERI

Montemor-o-novo, Portogallo, 8 marzo 1495 – Granada, Spagna, 8 marzo 1550

 

NELLO STESSO GIORNO:

SAN PROVINO DI COMO Vescovo

A Como, san Provino, vescovo, che, fedele discepolo di sant’Ambrogio, preservò dall’eresia ariana la Chiesa a lui affidata.

 

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venerdì 7 marzo 2025

07.03.2025 - Is 58,1-9 - Mt 9,14-15 - Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno.

Dal libro del profeta Isaìa - Is 58,1-9

Così dice il Signore:
«Grida a squarciagola, non avere riguardo;
alza la voce come il corno,
dichiara al mio popolo i suoi delitti,
alla casa di Giacobbe i suoi peccati.
Mi cercano ogni giorno,
bramano di conoscere le mie vie,
come un popolo che pratichi la giustizia
e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio;
mi chiedono giudizi giusti,
bramano la vicinanza di Dio:
“Perché digiunare, se tu non lo vedi,
mortificarci, se tu non lo sai?”.
Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari,
angariate tutti i vostri operai.
Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi
e colpendo con pugni iniqui.
Non digiunate più come fate oggi,
così da fare udire in alto il vostro chiasso.
È forse come questo il digiuno che bramo,
il giorno in cui l’uomo si mortifica?
Piegare come un giunco il proprio capo,
usare sacco e cenere per letto,
forse questo vorresti chiamare digiuno
e giorno gradito al Signore?
Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi
e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato,
nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti?
Allora la tua luce sorgerà come l’aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora invocherai e il Signore ti risponderà,
implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”».

1. Il profeta Isaia, invita Israele a liberare la sua vita da tutto ciò che impedisce un incontro leale e costruttivo con Lui. Lo invita a USCIRE DAGLI EQUIVOCI DI UNA RELIGIOSITÀ IPOCRITA E INTERESSATA. Solo così «invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”». SOLO COSÌ, IL NOSTRO DIVENTERÀ UN INCONTRO VERO. 

2. Isaia denunzia con chiarezza l’indebito e pericoloso MISCUGLIO TRA FALSA RELIGIOSITÀ E INTERESSI BEN CELATI che, sostenuti da una cattiva coscienza, FINISCONO PER GIUSTIFICARE LA CURA DEI “NOSTRI AFFARI” E PER ALIMENTARE QUELLA “CULTURA DELLO SCARTO”…

3. Poche parole chiare per il cammino della nostra conversione: «NON È PIUTTOSTO QUESTO IL DIGIUNO CHE VOGLIO: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? NON CONSISTE FORSE nel dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri, senza tetto, vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti?».

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 9,14-15
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
“Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?” Il tempo di Quaresima non va affrontato con spirito vecchio, quasi fosse un’incombenza pesante e fastidiosa, ma con lo spirito nuovo di chi ha trovato in Gesù e nel suo mistero Pasquale il senso della vita, e avverte che tutto ormai deve riferirsi a Lui.
È la presenza dello sposo (cioè di Cristo) a fare la differenza nella vita di un credente. La fede non è mai semplicemente pratica religiosa fine a se stessa, ma sempre relazione con la Sua presenza o la Sua assenza.
La penitenza che la Chiesa ci domanda in Quaresima esprime lo struggimento per la nostra lontananza dal Signore. Non è Lui lontano, poiché la Pasqua lo ha reso nostro contemporaneo. La penitenza quaresimale è un gesto per togliere la barriera che ci impedisce di guardare Gesù e di fare festa con Lui.

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Ancora una volta la gioia anziché la malinconia, il “vestirsi a lutto”. Perchè Gesù è lo sposo e ci invita alle sue nozze. Perchè preferiamo il nero del lutto al bianco dello sposalizio?

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07.03 SANTE PERPETUA E FELICITA, MARTIRI

† Cartagine, 7 marzo 203

 


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giovedì 6 marzo 2025

06.03.2025 - Dt 30,15-20 - Lc 9,22-25 - Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.

Dal libro del Deuteronòmio - Dt 30,15-20

Mosè parlò al popolo e disse:
«Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Oggi, perciò, io ti comando di amare il Signore, tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore, tuo Dio, ti benedica nella terra in cui tu stai per entrare per prenderne possesso.
Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, oggi io vi dichiaro che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano.
Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare nel paese che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe».

1. DIO CI PONE DAVANTI A UNA SCELTA: POSSIAMO SCEGLIERE di amare LUI, di seguire GESÙ e di mettere in pratica la sua volontà - oppure - possiamo scegliere il peccato, ciò che ci piace, ma che alla fine ci distrugge! 

2. Dio ci propone il bene, però ci lascia liberi.  Siccome Dio ci ama, LA SUA VOLONTÀ NON È MAI UNA COSA DANNOSA PER NOI, MA SOLTANTO PER LA NOSTRA FELICITÀ! Sta a noi la scelta, mentre Egli ci mostra con chiarezza le conseguenze di questa scelta.

3. LA POSTA IN GIOCO È ALTA: LA VITA. Per scegliere la vita dobbiamo tenerci uniti a Dio, chiedere a Lui la forza di amarlo e con Lui amare tutti i nostri fratelli e il mondo intero, obbedendo alla sua voce. DA SOLO NON RIESCO A FARE NULLA, CON LUI TUTTO È POSSIBILE.

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+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 9,22-25
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
“Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto…” In questo passo del Vangelo Gesù rivela quello che sarà il suo destino sulla terra: il massimo sacrificio per permettere a tutti gli uomini di salvarsi. Quel cammino arduo è la strada che il Messia indica ai suoi discepoli per raggiungere la salvezza, infatti dice loro che ogni giorno dovranno farsi carico della croce.
E il motivo è semplice: "Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà”. Solo chi si dona riceve la sua vita. Con altre parole: solo colui che ama trova la vita. Un uomo è davvero libero solo se ha la forza di dire di no a se stesso. È davvero libero solo se sa farsi carico della realtà così com’è, senza lamentele, senza perdite di tempo. È libero solo se ha l’umiltà di seguire Chi può farlo libero.

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Rinnegare se stessi. Gesù ci dice che questo è il vero “vantaggio”. Uscire dall'autoreferenzialità della superbia e fare spazio all'altro, a Dio. Siamo pronti per questo svuotamento?

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06.03 SANTA ROSA DA VITERBO, VERGINE FRANCESCANA

Viterbo, 1233/34 - Viterbo, 6 marzo 1251/52


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VOCAZIONI CHE SFIDANO LA PAURA.

VOCAZIONI CHE SFIDANO LA PAURA.

Mentre molte nazioni dell'Occidente registrano una carenza di vocazioni religiose, in Burkina Faso si assiste a un fenomeno contrario, sebbene il contesto socio-politico sia tutt'altro che favorevole. La minaccia costante di attacchi terroristici, rapimenti e violenze non sembra fermare la crescente vocazione tra i giovani del paese africano, che, nonostante i pericoli, decidono di entrare in seminario, con una determinazione che sfida la paura e la morte.

Un recente rapporto dell’organizzazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN) ha messo in evidenza questo paradosso: nonostante l'intensificarsi della violenza in alcune zone del paese, il numero di seminaristi in Burkina Faso è aumentato negli ultimi cinque anni. Questo incremento delle vocazioni è visibile in modo particolare al Seminario di San Pietro e San Paolo di Kossoghin, situato nell'arcidiocesi di Ouagadougou. Nel periodo accademico 2019-2020, il numero dei seminaristi era di 254, mentre nel 2024-2025 si è arrivati a 281. Un aumento significativo, soprattutto considerando che proprio in questi anni i terroristi hanno iniziato a concentrarsi maggiormente sugli attacchi a chiese, sacerdoti e catechisti, intensificando le difficoltà per chi sceglie di percorrere la via del sacerdozio.

Molti di questi giovani seminaristi provengono da zone particolarmente vulnerabili e bersagliate dai terroristi, definite in Burkina Faso “zone rosse”. La minaccia di violenza in queste aree è talmente alta che molti seminaristi non sono riusciti a rientrare a casa durante le vacanze natalizie per celebrare con le famiglie. Piuttosto, sono rimasti nei centri diocesani o sono stati accolti da famiglie ospitanti, lontano dai pericoli delle "zone rosse".

Un esempio emblematico del rischio che questi giovani affrontano è la tragica vicenda di Marius, uno studente del seminario di Kossoghin. Nel 2022, Marius fu rapito dai terroristi mentre si trovava a casa per una visita al padre. Nonostante i tentativi della famiglia di ritrovare il corpo, i resti di Marius non furono mai trovati, e la sua famiglia è convinta che il giovane sia stato ucciso per la sua fede e la sua determinazione nel seguire la chiamata al sacerdozio. Il caso di Marius riflette la crudezza della situazione che i seminaristi devono affrontare ogni giorno, dove la minaccia della morte è sempre presente, ma non riesce a fermare la loro vocazione.

Le difficoltà e i pericoli sono quotidiani, eppure, come sottolineato da Padre Guy Moukassa Sanon, rettore del seminario di San Pietro e San Paolo, la speranza che i giovani seminaristi possano “scampare per un pelo” è la realtà che molti di loro vivono. Padre Sanon racconta di un seminarista che, tornato a casa per le vacanze, si trovò a fronteggiare un attacco dei terroristi, i quali, ben informati sulla famiglia del giovane, lo cercarono per rapirlo. Nonostante le minacce, il seminarista riuscì a fuggire, a scavalcare un muro e a nascondersi nei campi per un giorno intero, prima di poter ritornare a casa in sicurezza.

Nonostante le minacce, i seminaristi del Burkina Faso continuano a rispondere alla chiamata di Dio. Secondo Padre Sanon, l’Arcidiocesi di Ouagadougou è molto attenta nell’aiutare i giovani a riconoscere la loro vocazione, offrendo loro un sostegno spirituale e materiale fondamentale. La differenza tra le vocazioni in Burkina Faso e quelle in Occidente, secondo Padre Sanon, risiede principalmente nel materialismo che caratterizza le società occidentali. In un contesto materialista, i fedeli, secondo lui, spesso non si aspettano nulla da Dio, mentre in Burkina Faso i giovani sono più disposti a rispondere alla chiamata divina, nonostante le difficoltà e i pericoli.

La crescita delle vocazioni in Burkina Faso è così grande che il seminario di San Pietro e San Paolo non riesce a contenere tutti i giovani desiderosi di entrare. La mancanza di spazi ha costretto la scuola a trasformare le sale comuni in alloggi temporanei e, in alcuni casi, alcuni seminaristi sono stati trasferiti in seminari in Mali per completare la loro formazione. Un segno che la fede e la determinazione di questi giovani non conoscono limiti, neppure di fronte alla morte.

 

mercoledì 5 marzo 2025

Gl 2,12-18 - 2Cor 5,20-6,2 - Mt 6,1-6.16-18 - MERCOLEDÌ DELLE CENERI

MERCOLEDÌ DELLE CENERI

Mercoledì 05 Marzo 2025
Dal libro del profeta Gioèle - Gl 2,12-18
 
Così dice il Signore:
«Ritornate a me con tutto il cuore,
con digiuni, con pianti e lamenti.
Laceratevi il cuore e non le vesti,
ritornate al Signore, vostro Dio,
perché egli è misericordioso e pietoso,
lento all’ira, di grande amore,
pronto a ravvedersi riguardo al male».
Chi sa che non cambi e si ravveda
e lasci dietro a sé una benedizione?
Offerta e libagione per il Signore, vostro Dio.
Suonate il corno in Sion,
proclamate un solenne digiuno,
convocate una riunione sacra.
Radunate il popolo,
indite un’assemblea solenne,
chiamate i vecchi,
riunite i fanciulli, i bambini lattanti;
esca lo sposo dalla sua camera
e la sposa dal suo talamo.
Tra il vestibolo e l’altare piangano
i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano:
«Perdona, Signore, al tuo popolo
e non esporre la tua eredità al ludibrio
e alla derisione delle genti».
Perché si dovrebbe dire fra i popoli:
«Dov’è il loro Dio?».
Il Signore si mostra geloso per la sua terra
e si muove a compassione del suo popolo.

1. RITORNARE. È LA VOCE DI DIO, che attraverso il profeta supplica gli uomini di CONVERTIRSI, DI SMETTERLA DI GIRARE LE SPALLE A SUO CREATORE E RICONSEGNARSI A LUI. Un appuntamento che ogni anno si rinnova, un tempo particolare, UN'OPPORTUNITÀ PER FARE ORDINE, rinnovarsi, far pace col passato e liberarsi da abitudini scorrette e mortifere. INSIEME....

2. Dio è un Dio "geloso per la sua terra": siamo NOI LA SUA "TERRA", dove vuol far piovere la sua compassione. SIAMO LA TERRA, LO "SPAZIO" DOVE SI INCONTRANO IL PECCATO E LA MISERICORDIA, che vuole fecondare perché dia germogli di conversione. 
3. Il nostro è UN CONTINUO "RITORNARE" perché a ondate ci allontaniamo, perdiamo la fiducia, fatichiamo a credere che il Signore ci ami, siamo schiacciati dalle evidenze negative. MA SE POSSIAMO RITORNARE È PERCHÉ QUALCUNO CONTINUA A CHIAMARCI.

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Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 2Cor 5,20-6,2
 
Fratelli, noi, in nome di Cristo, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.
Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti:
«Al momento favorevole ti ho esaudito
e nel giorno della salvezza ti ho soccorso».
Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!

1. Paolo ci ricorda che l'opera della riconciliazione è stata realizzata attraverso la morte in croce di Gesù. EGLI PUR NON AVENDO PECCATO È STATO TRATTATO DA PECCATO, ha subito la morte del malfattore, PERCHÉ NOI, I VERI PECCATORI POTESSIMO DIVENTARE GIUSTI DAVANTI A DIO.

2. Questa GRAZIA DELLA RICONCILIAZIONE RICHIEDE UNA PRONTA RISPOSTA. Non si può dilazionare l'adesione a Dio perché si tratta di una realtà davvero importante. Impegniamoci a essere ambasciatori di Cristo… suoi collaboratori! 

3. OGGI È IL MOMENTO FAVOREVOLE, oggi ti è offerta la riconciliazione. Dio ha deciso di accogliere nella sua amicizia coloro che gli erano diventati nemici. È IL GIORNO DELLA PACE CON IL PADRE E TRA GLI UOMINI. Iniziamo il cammino della quaresima…

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+ Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 6,1-6.16-18
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

 



1. CERCA SOLO LO SGUARDO DEL PADRE. L’approvazione e le lusinghe che ti potrebbero venire dagli altri, NON ti donano la vera pace e la gioia. E TU A CHI VUOI PIACERE?

2. LO SGUARDO DEL PADRE TI BASTA: il digiuno, la preghiera, la carità sono strumenti per tornare a Dio «con tutto il cuore», per NON ACCONTENTARSI di una vita mediocre, ma crescere nell’amicizia con il Signore. VIVI PER LUI...  METTI LUI AL CENTRO…

3. IL PADRE TI RICOMPENSERÀ: Il premio è la gioia di somigliare sempre più al Padre celeste. Diventiamo noi stessi, diventiamo grandi, diventiamo veri, persone luminose, splendide e da noi uscirà la luce che è l'amore del signore. VIVI LA GIOIA DEL SIGNORE...

BUON INIZIO DI QUARESIMA...

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INCOMINCIAMO

Comincia la Quaresima. Che cosa desidero fare in questo tempo forte? Desidero solo guardare e imitare Gesù perché Lui è l'unico vero bene. Desidero vivere la beatitudine della povertà di spirito, della misericordia, della fiducia nella Provvidenza. II Vangelo di oggi mi propone alcun 'esercizi di allenamento': il digiuno, la preghiera e la carità verso il prossimo. Voglio viverli ogni giorno non per sentirmi bravo, ma per addestrarmi a riconoscere il Signore Gesù Cristo come mio vero bene... Buon cammino...

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La gioia, non la malinconia, questa è la proposta di Gesù. Che si scontra con il nostro vittimismo e narcisismo. La Quaresima è l'occasione per de-centrarci. Ma cosa o chi dobbiamo mettere al centro?

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LECTIO DIVINA - MERCOLEDÌ DELLE CENERI

 

CAMMINIAMO INSIEME NELLA SPERANZA - Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2025

OMELIA - MERCOLEDÌ DELLE CENERI

 

05.03 SAN LUCIO I, PAPA

† 254
(Papa dal 25/06/253 al 05/03/254)

 

NELLO STESSO GIORNO:
BEATO CRISTOFORO MACCASOLIO  Sacerdote - VIGEVANO
Milano 1400 ? oppure 1415? - 5 marzo 1485
Nasce a Milano verso il 1415 da una nobile famiglia dei Macassoli. In giovane età maturò una solida fede, dimostrata nei fatti attraverso opere di benevolenza quotidiane. Intorno ai vent’anni divenne francescano entrando nell’Ordine dei Frati Minori Francescani Osservanti, ordine che a quel tempo cercava di tornare a rispettare rigorosamente la Regola di San Francesco d’Assisi. Dopo anni di formazione e preghiera, Fra Cristoforo fu ordinato sacerdote, e si distinse da subito come valente predicatore, faro di santità e per la grande generosità nel ministero apostolico.

 

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martedì 4 marzo 2025

04.03.2025 - Sir 35,1-15 - Mc 10,28-31 - Riceverete in questo tempo cento volte tanto insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.

Dal libro del Siràcide - Sir 35,1-15
Chi osserva la legge vale quanto molte offerte;
chi adempie i comandamenti offre un sacrificio che salva.
Chi ricambia un favore offre fior di farina,
chi pratica l'elemosina fa sacrifici di lode.
Cosa gradita al Signore è tenersi lontano dalla malvagità,
sacrificio di espiazione è tenersi lontano dall'ingiustizia.
Non presentarti a mani vuote davanti al Signore,
perché tutto questo è comandato.
L'offerta del giusto arricchisce l'altare,
il suo profumo sale davanti all'Altissimo.
Il sacrificio dell'uomo giusto è gradito,
il suo ricordo non sarà dimenticato.
Glorifica il Signore con occhio contento,
non essere avaro nelle primizie delle tue mani.
In ogni offerta mostra lieto il tuo volto,
con gioia consacra la tua decima.
Da' all'Altissimo secondo il dono da lui ricevuto,
e con occhio contento, secondo la tua possibilità,
perché il Signore è uno che ripaga
e ti restituirà sette volte tanto.
Non corromperlo con doni, perché non li accetterà,
e non confidare in un sacrificio ingiusto,
perché il Signore è giudice
e per lui non c'è preferenza di persone.

1. Siracide evidenzia che seguire la legge e compiere buone azioni come l'elemosina sono visti da Dio come sacrifici graditi, sottolineando l'importanza dell'integrità e della giustizia. Vivi con integrità e giustizia.

2. L'offerta fatta con gioia e sincerità è apprezzata da Dio, che ricompensa chi dà secondo le proprie possibilità. Questo incoraggia una partecipazione sincera e generosa al culto e alla carità. “Dona con gioia e sincerità”.

3. Dio è imparziale: Dio non accetta doni ingiusti e non si lascia corrompere, poiché è un giudice imparziale. Ciò richiama a un comportamento onesto e a non confidare in offerte fatte con fini egoistici o senza rettitudine. “Agisci con onestà”.

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 10,28-31

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

 

Il giovane ricco se ne è andato, ma noi?’. La risposta di Gesù è chiara: ‘Io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato tutto senza ricevere tutto’. ‘Ecco, noi abbiamo lasciato tutto’. ‘Riceverete tutto’, con quella misura traboccante con la quale Dio dà i suoi doni. Riceverete tutto. Il Signore non sa dare meno di tutto. Quando Lui dona qualcosa dona sé stesso, che è tutto.
In più persecuzioni e vita eterna. Questa è la strada di quello che vuole andare dietro a Gesù, perché è la strada che ha fatto Lui: Lui è stato perseguitato! E’ la strada dell’abbassamento.

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Il centuplo quaggiù. In termini di relazioni innanzitutto, ma anche di persecuzioni. E' strana la “contabilità” di Gesù, che poi insiste nel rovesciamento ultimi/primi. Conviene essere gli ultimi?

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04.03 SAN CASIMIRO, PATRONO DELLA POLONIA E DELLA LITUANIA

Cracovia, Polonia, 3 ottobre 1458 –                                                Grodno, Lituania, 4 marzo 1484

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lunedì 3 marzo 2025

03.03.2025 - Sir 17,20-28 - Mc 10,17-27 - Vendi quello che hai e vieni! Seguimi!

Dal libro del Siràcide - Sir 17,20-28

A chi si pente Dio offre il ritorno,
conforta quelli che hanno perduto la speranza
e li rende partecipi della sorte dei giusti.
Ritorna al Signore e abbandona il peccato,
prega davanti a lui e riduci gli ostacoli.
Volgiti all'Altissimo e allontànati dall'ingiustizia;
devi odiare fortemente ciò che lui detesta.
E riconosci i giusti giudizi di Dio
e persisti nella sorte che ti è assegnata
e nella preghiera al Dio altissimo.
Negl'inferi infatti chi loderà l'Altissimo,
al posto dei viventi e di quanti gli rendono lode?
Non perseverare nell'errore degli uomini iniqui;
prima di morire manifesta la tua lode.
Da un morto, che non è più, non ci può essere lode,
chi è vivo e sano loda il Signore.
E loderai Dio e ti glorierai della sua misericordia.
Quanto è grande la misericordia del Signore,
il suo perdono per quanti si convertono a lui!

1. Il testo sottolinea l'importanza del pentimento come via per ritornare a Dio. Dio offre una seconda possibilità a chi si allontana dal peccato e cerca sinceramente di avvicinarsi a Lui. Dunque “Pentiti e ritorna a Dio!”.

2. La preghiera e la lode sono elementi essenziali della vita del credente. Solo chi è vivo può lodare Dio, quindi è essenziale farlo durante la vita. Vivi la lode come ringraziamento e consapevolezza della bontà e della misericordia divina.

3. Siracide ci incoraggia a riconoscere i giudizi di Dio e ad agire con rettitudine, abbandonando l'ingiustizia. Questo richiede un cambiamento interiore e un impegno costante verso comportamenti giusti. Coraggio!

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+ Dal Vangelo secondo Marco - Mc 10,17-27

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».
Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!».
Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

Il denaro, il piacere, il successo abbagliano, ma poi deludono: promettono vita, ma procurano morte. Il Signore ci chiede di distaccarci da queste false ricchezze per entrare nella vita vera, la vita piena, autentica, luminosa.
Desideriamo nel profondo del cuore vivere una vita piena, intera, eterna, eppure ci fermiamo a vivere una vita buona e corretta, senza spiccare il volo. Cosa ci impedisce di volare? Per volare ci vuole un amore più grande, il desiderio di amare Dio sopra ogni creatura e sicurezza umana. Passare dalla concentrazione su di sé, allo sguardo fiducioso a Gesù, via, vita e felicità. Lasciati amare da Gesù e non andartene via come il giovane ricco, ripiomberesti nella tristezza!

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L'incontro non finisce bene, anche l'Onnipotente è impotente di fronte al rispetto della libertà dell'uomo. Questo vuol dire che Gesù ci fissa negli occhi e ci ama. Siamo capaci di fare lo stesso?

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03.03 BEATO INNOCENZO DA BERZO

Niardo, Brescia, 19 marzo 1844 –                                         Bergamo, 3 marzo 1890


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domenica 2 marzo 2025

Sir 27,5-8 - 1Cor 15,54-58 - Lc 6,39-45 - VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Domenica 02 Marzo 2025
Dal libro del Siràcide - Sir 27,5-8

Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti;
così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti.
I vasi del ceramista li mette a prova la fornace,
così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo.
Il frutto dimostra come è coltivato l’albero,
così la parola rivela i pensieri del cuore.
Non lodare nessuno prima che abbia parlato,
poiché questa è la prova degli uomini.

 

1. Il Siracide ci ricorda che QUANDO UN UOMO DISCUTE ne appaiono i difetti; QUANDO PARLA, e parla animatamente con un altro, emerge quello che non va bene; QUANDO LO SENTI RAGIONARE su qualche argomento ti accorgi se vale o non vale. IL PESO DELLE PAROLE…

2. LA PAROLA RIVELA I PENSIERI DEL CUORE. Se un cuore è ben coltivato anch’esso produce pensieri buoni, veri, perfetti. Dunque PRIMA DI LODARE QUALCUNO, ASCOLTA LE SUE PAROLE. Lodare una persona prima che abbia parlato, è grande stoltezza. Si loda il nulla, il vuoto, l’esteriorità. ASCOLTA BENE…

3. Come si coltiva un cuore? ABITUANDOLO AD INVESTIGARE, CERCARE, RIFLETTERE, ASCOLTARE, MEDITARE. Mai un cuore si deve chiudere in sé stesso. LA PAROLA È SEMPRE IL FRUTTO DEL CUORE. Come è il cuore così è la parola… COLTIVA IL TUO CUORE…

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Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi - 1Cor 15,54-58

Fratelli, quando questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
«La morte è stata inghiottita nella vittoria.
Dov’è, o morte, la tua vittoria?
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?».
Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!
Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

 

1. Paolo annuncia il compimento finale: FINO AL GIORNO DELLA RISURREZIONE FINALE, la morte regnerà su questa terra e ingoierà ogni uomo. Quando invece il Signore compirà l’ultima sua opera, allora SARÀ LA MORTE AD ESSERE INGOIATA PER SEMPRE nella vittoria di Cristo Gesù. La morte non avrà più potere, CRISTO CI DONA LA VITTORIA GRAZIE ALLA SUA RISURREZIONE… Saremo dei risorti!

2. La morte regna nel mondo a causa del peccato di Adamo. IL PECCATO VIENE VINTO IN NOI DALLA FORZA CHE SCATURISCE DAL CORPO RISORTO DI CRISTO GESÙ. E noi sperimentiamo la forza della sua risurrezione vincendo il peccato. GRAZIE A LUI POSSIAMO FARE TANTO… 

3. Quindi, nella vita possiamo rimanere saldi e irremovibili nel Signore, progredendo sempre di più, sapendo che LA NOSTRA FATICA NON È VANA NEL SIGNORE. Impegniamoci, SOLO SE SAREMO RADICATI IN CRISTO, LA NOSTRA FATICA PORTERÀ FRUTTO, porterà molto frutto. Da Lui dipende la fruttuosità della nostra vita, RIMANIAMO RADICATI SEMPRE! …

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+ Dal Vangelo secondo Luca - Lc 6,39-45
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: ‹Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio›, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda".

 

1. Gesù mette in guardia dai pericoli che i discepoli possono incorrere: L'IPOCRISIA: I discepoli NON sono chiamati a mettere in scena - a recitare - la storia di Gesù, ma a viverla. CHIAMATI A VIVERE DI GRATUITA E DI MISERICORDIA PER TUTTI… PURE TE…

2. IN CASO DI MISERIE UMANE COME COMPORTARSI? La parabola della pagliuzza e della trave: IL GIUDIZIO SERENO comincia col METTERE IN QUESTIONE SE STESSI per poi passare con MISERICORDIA, discrezione, equilibrio alla correzione degli altri. RICORDATI: SI CHIAMA "FRATERNA " PROPRIO PERCHÉ È RECIPROCA.

3. COME DISTINGUERE I BUONI DAI CATTIVI MAESTRI? Parole, intenzioni, programmi non bastano. Si RICHIEDONO I FRUTTI che svelano la natura dell'albero. L'UOMO BUONO è colui che si lascia convertire al Vangelo e fa il bene, perché Dio sa fare solo il bene. L'UOMO CATTIVO non fa altro che produrre fuori il male che si porta dentro. LASCIAMOCI CONVERTIRE...

BUONA DOMENICA...

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IL CUORE

Il cuore rivela la vera natura di una persona, custodendo il bene o il male che poi si manifesta nelle parole e nelle azioni. Gesù insegna che «l’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore». Per questo è essenziale vegliare sul nostro cuore, affinché produca frutti di amore e giustizia. Solo un cuore puro può rendere grande l’essere umano.

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LECTIO DIVINA - VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

OMELIA - VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)