VIRGINIA CENTURIONE BRACELLI
Virginia Centurione Bracelli nacque a Genova nel 1587 da famiglie nobili, ricevendo una fine educazione umana e cristiana. Sebbene desiderasse consacrarsi a Dio, il padre la costrinse a sposare il giovane e ricco Gaspare Grimaldi Bracelli, uomo dalla vita sregolata e dedito al gioco. Con pazienza e amore Virginia tentò di ricondurlo a una vita più sobria, ma nel 1607 egli morì, lasciandola vedova a soli vent’anni con due figlie, Lelia e Isabella. Virginia fece voto di castità perpetua, rifiutò nuove nozze e dedicò la propria vita alla cura delle figlie, alla preghiera e alla carità.
Nel 1610 percepì più chiaramente una chiamata: «servire Dio nei suoi poveri». Pur sotto il severo controllo del padre, distribuiva elemosine e si dedicava ai bisognosi. Una volta sistemate le figlie in matrimonio, si dedicò interamente a fanciulli abbandonati, malati, anziani ed emarginati. La guerra del 1624-1625 aggravò la miseria a Genova e Virginia accolse in casa sua giovani profughe, arrivando presto ad assistere decine di persone. Rimasta sola dopo la morte della suocera, non aspettò più che le giovani arrivassero: andò lei stessa nei quartieri più degradati a cercare le più povere e quelle esposte alla corruzione.
Per rispondere ai bisogni crescenti, fondò le Cento Signore della Misericordia, impegnate nella visita ai poveri e nel sostegno discreto soprattutto dei “poveri vergognosi”. Durante la peste del 1629-1630 l’accoglienza si ampliò tanto da costringerla a prendere in affitto il vecchio convento di Montecalvario, dove si trasferì con le sue assistite sotto la protezione di Nostra Signora del Rifugio. L’opera crebbe rapidamente e nel 1635 ottenne il riconoscimento ufficiale della Repubblica. Le giovani accolte diventavano per Virginia vere “figlie”: lei divideva con loro cibo, abiti, lavoro e preghiera, educandole affinché potessero mantenersi dignitosamente.
Desiderando una sede stabile, acquistò due case sul colle di Carignano, dove sorse la casa madre con la chiesa dedicata alla Madonna del Rifugio. Tra il 1644 e il 1650 redasse la Regola dell’Opera, che prevedeva una vita comunitaria austera, senza voti ma simile a quella monastica, con obbedienza, povertà, lavoro e disponibilità al servizio negli ospedali. L’Opera diede origine a due congregazioni: le Suore di N.S. del Rifugio di Monte Calvario e le Figlie di N.S. al Monte Calvario.
Dopo la nomina dei Protettori, Virginia lasciò la direzione dell’Opera e si fece ultima tra le “figlie”, dedicandosi ai servizi più umili: usciva a mendicare per il mantenimento della casa, accudiva le malate e viveva in totale obbedienza. Parallelamente promosse importanti iniziative civili e religiose: l’istituzione delle Quarantore a Genova (1642), la predicazione delle missioni popolari (1643), interventi di pacificazione tra famiglie nobili e la riconciliazione tra Curia e Governo nel 1647. Operò anche nel campo della prevenzione del disagio sociale: ricoveri per inabili, lavoro per validi, formazione per donne e bambini.
Pur sempre più sola e fisicamente provata, fu sostenuta da profondi doni mistici: visioni, estasi, locuzioni interiori. Morì il 15 dicembre 1651, a 64 anni. Nel 1985 Giovanni Paolo II la proclamò Beata.
PER NOI OGGI
La santità non è “ordine perfetto”, ma capacità di entrare nel disordine degli altri. Virginia non aspettò condizioni ideali: iniziò ad aiutare mentre tutto intorno crollava. Noi oggi preferiamo proteggere il nostro equilibrio invece di sporcarci le mani?
Carità senza rischio è filantropia; carità che rischia è Vangelo. Virginia sfidò convenzioni sociali, rimproveri familiari e scandalo pur di salvare le più fragili. A chi siamo disposti a dispiacere pur di fare il bene?
Siamo malati di efficienza, ma Dio agisce attraverso chi accetta di essere ultimo. La fondatrice, messa da parte nella sua stessa Opera, divenne più feconda come mendicante che come dirigente. Sappiamo riconoscere che il vero frutto nasce dall’umiltà, non dal controllo?
Figlia del doge di Genova, rimasta vedova a soli 20 anni spese la sua vita a favore dei bisognosi. Suo motto fu: «Servire Dio nei suoi poveri». Il suo apostolato fu rivolto in modo particolare agli anziani, donne in difficoltà e malati. L'istituzione con la quale passò alla Storia fu L'Opera di Nostra Signora del rifugio. Gratificata dal Signore con estasi, visioni, locuzioni interiori moriva il 15 dicembre 1651, all'età di 64 anni.
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NELLO STESSO GIORNO:
SANTA MARIA CROCIFISSA (PAOLA) DI ROSA Vergine, Fondatrice
Brescia, 6 novembre 1813 - 15 dicembre 1855
A Brescia, santa Maria Crocifissa Di Rosa, vergine, che consacrò i suoi beni e tutta se stessa alla salvezza spirituale e materiale del prossimo e fondò l’Istituto delle Ancelle della Carità.
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