giovedì 25 dicembre 2025

25.12 NATALE DEL SIGNORE

NATALE DEL SIGNORE

 Il termine Natale deriva dal latino natalis (“relativo alla nascita”), a sua volta da natus, participio di nasci, “nascere”. Nel mondo romano il 25 dicembre era il Dies Natalis Solis Invicti, festa della rinascita del Sole dopo il solstizio d’inverno. Le celebrazioni erano legate al culto orientale del Sole, diffuso in Siria ed Egitto, dove la rinascita della luce era raffigurata come un fanciullo divino nato da una vergine. A Roma, questa tradizione si incontrò con il culto di Mitra, anch’egli celebrato il 25 dicembre, data fissata dall’imperatore Aureliano nel 274.

 Il Natale cristiano si sviluppò progressivamente all’interno di questo contesto culturale. La Chiesa, per evitare sincretismi e sovrapposizioni tra riti pagani e fede cristiana, stabilì la celebrazione della Natività di Cristo proprio il 25 dicembre. La prima attestazione liturgica certa risale al 336, nel Chronographus redatto da Filocalo. Alcuni testi biblici, come Malachia, che definisce il Messia “Sole di giustizia”, contribuirono a consolidare la scelta.

 Teologicamente, il Natale si fonda sul disegno eterno di Dio rivelato da Paolo: Cristo, generato prima di ogni creatura, è il centro e fine di tutto ciò che esiste. La storia dell’Incarnazione è stata interpretata secondo due principali visioni:

1. La teoria teocentrica, rappresentata da Tommaso d’Aquino, vede l’Incarnazione come risposta al peccato dell’uomo e finalizzata alla Redenzione.

  1. La teoria cristocentrica, formulata da Duns Scoto, attribuisce all’Incarnazione un primato assoluto, indipendente dal peccato: Cristo sarebbe venuto comunque, come il massimo dono di Dio e compimento del suo amore.

 Queste due prospettive non sono alternative ma complementari, e generano due diverse letture della storia della salvezza: una che pone al centro il bisogno umano, l’altra che pone al centro la libertà e l’amore divino.

 La liturgia natalizia riflette la ricchezza del mistero: la vigilia sottolinea la duplice natura di Cristo; la notte celebra la sua nascita storica; l’aurora indica la manifestazione della sua umiltà; il giorno apre alla prospettiva escatologica del ritorno glorioso. Il Natale suscita sempre nel credente emozione e contemplazione, perché è il mistero dell’Incarnazione: Dio si fa carne per rendere l’uomo capace di partecipare alla vita divina.

 Nella visione teologica profonda, il Natale è il “big bang” dell’amore di Dio nella storia: un dono inesplicabile, che unisce l’eterno e il tempo. Cristo è l’Alfa e l’Omega, principio e compimento di tutto. Il Natale, così inteso, è un mistero che trascende la comprensione razionale e invita alla fede, alla meraviglia, alla trasformazione interiore.

 

PER NOI OGGI

 Celebriamo il Natale o solo la nostalgia del Natale? Il rischio è festeggiare la cornice e dimenticare il contenuto.

 Se Dio si è fatto carne, perché noi continuiamo a vivere come se il corpo — il nostro e quello degli altri — non avesse valore?

 Chi è oggi il nostro “Sole invincibile”: Cristo o il consumismo che illumina le strade ma non il cuore?


Trascorsi molti secoli dalla creazione del mondo, quando in principio Dio creò il cielo e la terra e plasmò l’uomo a sua immagine; e molti secoli da quando, dopo il diluvio, l’Altissimo aveva fatto risplendere tra le nubi l’arcobaleno, segno di alleanza e di pace; ventuno secoli dopo che Abramo, nostro Padre nella fede, migrò dalla terra di Ur dei Caldei; tredici secoli dopo l’uscita del popolo d’Israele dall’Egitto sotto la guida di Mosè; circa mille anni dopo l’unzione regale di Davide; nella sessantacinquesima settimana secondo la profezia di Daniele; all’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade; nell’anno settecentocinquantadue dalla fondazione di Roma; nel quarantaduesimo anno dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto, mentre su tutta la terra regnava la pace, Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre, volendo santificare il mondo con la sua piissima venuta, concepito per opera dello Spirito Santo, trascorsi nove mesi, nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria, fatto uomo: Natale di nostro Signore Gesù Cristo secondo la carne.

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