lunedì 22 dicembre 2025

NON ASCOLTI DIO, SUBISCI IL MONDO.

NON ASCOLTI DIO, SUBISCI IL MONDO.

Nei racconti di Giovannino Guareschi, don Camillo dialoga con il Cristo crocifisso nella sua parrocchia. Per molti sembra solo un espediente narrativo o teatrale, ma in realtà è il cuore del messaggio: la fede non è un’idea astratta, ma una presenza viva, reale, che accompagna ogni scelta quotidiana. Don Camillo non si limita a obbedire ai superiori ecclesiastici o a seguire dogmi: confronta tutto con il Crocifisso, sfogandosi, discutendo, quasi litigando, per poi accettare la correzione con ironia e umiltà.

 In un’Italia divisa dagli anni Cinquanta tra ideologie contrapposte, questo dialogo intimo diventa un modello di intelligenza relazionale: permette di vedere l’altro senza ridurlo ai propri pregiudizi, di perdonare i nemici, di cercare il bene anche dove la politica o le appartenenze partigiane lo impedirebbero. Solo dialogando con la verità profonda, don Camillo impara a curare il “suo mondo piccolo”, a dare speranza e responsabilità a chi sembra insignificante, a costruire il bene comune.

 Guareschi ci invita a riflettere: quante volte riduciamo la nostra vita e quella degli altri a schemi ideologici, senza ascoltare la voce che ci corregge e ci sostiene? Il Cristo di don Camillo non ordina, non impone: accompagna, apre, invita a ricominciare. È un invito provocatorio: e se la tua fede non fosse una pratica quotidiana, concreta e dialogica, ma solo una parola vuota? E se perdessimo la capacità di confrontarci con la verità, dentro e fuori di noi, rischiamo di perdere non solo Dio, ma anche l’umanità che ci circonda.

 Il dialogo tra don Camillo e Cristo è quindi paradigma universale: per vivere autenticamente, per costruire il bene comune, per non ridurre la vita alle contrapposizioni o al comando di uomini soli, dobbiamo imparare a dialogare con ciò che è più grande di noi, e con la coscienza che ci accompagna ogni giorno. In un mondo che non ascolta più, questo dialogo è un monito, e al tempo stesso un esempio concreto: la fede si misura nelle scelte, nella responsabilità verso gli altri, nella capacità di ricominciare sempre.

 Infatti la fede non si esaurisce nei dogmi o nelle regole, ma si realizza nella relazione personale con Cristo, nella quotidiana cura dell’altro e nella capacità di perdono.

Come don Camillo, ogni cristiano è chiamato a riconoscere la presenza viva di Dio nella propria vita, a lasciarsi correggere dall’amore divino e a diventare testimone della speranza anche nei contesti più fragili o conflittuali. La vera coerenza cristiana nasce dall’incontro tra la croce e la vita concreta, dove la misericordia diventa azione e la fede si manifesta nella responsabilità verso tutti.

 

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