FILIPPO RINALDI (1856-1931)
Filippo Rinaldi nacque a Lu Monferrato, in provincia di Alessandria, il 28 maggio 1856.
La sua vocazione nacque all'età di 21 anni, grazie all’incontro con San Giovanni Bosco, dal quale fu avviato personalmente sulla strada della formazione religiosa e sacerdotale. Ne emulò le virtù e le caratteristiche spirituali tanto da essere chiamato sua “immagine vivente”. Arse di amore per la Chiesa e ne promosse la presenza rinnovatrice tra i popoli con un’autentica mobilitazione missionaria, anche di giovanissimi.
Divenuto prete nel 1882 e maestro dei novizi, fu inviato in Spagna dove divenne Ispettore e contribuì allo sviluppo dei Salesiani in loco.
Ben consapevole dell’importanza dei laici, ne curò l’organizzazione e la formazione spirituale, seguendo moderni criteri. L’oratorio femminile da lui diretto presso le Figlie di Maria Ausiliatrice di Torino diventò così un centro di intensa vitalità ecclesiale con associazioni religiose, culturali, sociali, ricreative. Fu proprio il fervido clima di fede che vi fioriva a dare origine a un gruppo di “vita consacrata nel mondo”, sviluppatosi oggi nel solido Istituto laicale delle “Volontarie di don Bosco”.
Don Rinaldi fu soprattutto infaticabile promotore della grande Famiglia Salesiana, nei suoi vari gruppi, e operò perché essa si sviluppasse sempre come valida, coordinata e duttile forza per l’educazione cristiana dei giovani e dei ceti popolari. Nel 1921 fu eletto terzo successore di don Bosco.
Morì nel 1931 a Torino. È stato beatificato da Giovanni Paolo II il 29 aprile 1990.
Per noi oggi
1. Siamo disposti, come Don Rinaldi, a lasciarci provocare da un incontro che cambia la vita? O restiamo spettatori distratti, incapaci di riconoscere le chiamate di Dio nelle persone che ci passano accanto?
2. Crediamo ancora nella forza educativa della fede? Don Rinaldi vedeva nei giovani e nei laici una missione: formare cristiani maturi, capaci di incidere nella società. E noi, cosa stiamo facendo per educare alla speranza e alla responsabilità?
3. Viviamo una fede creativa, incarnata, missionaria? Don Rinaldi non temeva la modernità ma la abitava con spirito evangelico. Forse anche noi siamo chiamati a portare il Vangelo nei luoghi dove oggi sembra più assente: scuola, lavoro, social, periferie del cuore.
Nato nel 1856 a Lu Monferrato nell'Alessandrino, Filippo Rinaldi a 21 anni conobbe don Bosco. Divenuto prete nel 1882 e maestro dei novizi, fu inviato in Spagna dove divenne Ispettore e contribuì allo sviluppo dei Salesiani in loco. Da vicario generale della congregazione, diede impulso ai cooperatori, alla pastorale vocazionale, istituì le federazioni mondiali degli ex allievi e allieve, fu attento al mondo del lavoro. Sostenne le Figlie di Maria Ausiliatrice e intuì il ruolo delle «Zelatrici», future «Volontarie di don Bosco». Nel 1921 fu eletto terzo successore di don Bosco. Morì nel 1931 a Torino.
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NELLO STESSO GIORNO:
SAN SABA, ABATE
Mutalasca, Cesarea di Cappadocia, 439 - Mar Saba, Palestina, 5 dicembre 532
Il tipo energico che diventerà lo si capisce da ragazzo quando se ne va di casa pur di farsi monaco. Saba arriva in Terra Santa e in Palestina fonda una comunità monastica, la “laura”. È duro nella disciplina di convento ma la sua forza torna utile nel combattere l’eresia monofisita. Muore nel 532.
BEATO BARTOLOMEO FANTI CARMELITANO
Mantova, 1428 circa - Mantova, 5 dicembre 1495
A Mantova, beato Bartolomeo Fanti, sacerdote dell’Ordine dei Carmelitani, che con le parole e con l’esempio accese nel cuore dei fedeli un santo amore per Dio e una filiale devozione verso Maria sua Madre.
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