venerdì 17 febbraio 2023

17.02.2023 - Gen 11,1-9 - Scendiamo e confondiamo la loro lingua.

Dal libro della Gènesi - Gen 11,1-9

Tutta la terra aveva un’unica lingua e uniche parole. Emigrando dall’oriente, gli uomini capitarono in una pianura nella regione di Sinar e vi si stabilirono.
Si dissero l’un l’altro: «Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco». Il mattone servì loro da pietra e il bitume da malta. Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo, e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra».
Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che i figli degli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: «Ecco, essi sono un unico popolo e hanno tutti un’unica lingua; questo è l’inizio della loro opera, e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro».
Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra.
1. L’UNITÀ DELL’UOMO È SEMPRE NELL’ASCOLTO DI DIO E NELL’UMILTÀ. Ma l’uomo preferisce costruirsi una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo. Con questa opera grandiosa L’UOMO SI SAREBBE FATTO UN NOME. L’uomo si sarebbe innalzato, FATTO SIMILE A DIO.

2. IL SIGNORE INTERVIENE PER NON FAR VINCERE LA SUPERBIA. Se la superbia si fa struttura, gli uomini saranno capaci di tutto. Se tutti dovessero parlare l’unica lingua della superbia, sarebbe la fine del genere umano. Ecco allora l’opera sapiente di Dio: IMPEDIRE CHE LA SUPERBIA SI FACCIA STRUTTURA.

3. “CONFONDIAMO LA LORO LINGUA”: Solo Dio è capace di mettere la superbia dell’uno contro la superbia dell’altro. Fare della superbia dell’uno la regola della sconfitta della superbia dell’altro. QUESTI DI DIVIDONO, SI SEPARANO. Resta nel cuore dell’uomo la superbia, ma questa non è più struttura. Non è capace di sostituirsi a Dio.

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