giovedì 18 settembre 2025

MANI SPORCHE, CUORI SALDI

MANI SPORCHE, CUORI SALDI

Immaginate il silenzio rotto dal crepitio delle fiamme. Immaginate la terra nera, carbonizzata, i vigneti ridotti a scheletri di legno. È ciò che è accaduto ad aprile al Monastero trappista di Latrun, a soli 25 km da Gerusalemme: un terzo dei vigneti distrutto, mille ulivi bruciati, un paesaggio spirituale e agricolo ridotto a cenere. Ma qui, tra il fumo e il deserto della devastazione, la speranza prende radici. Letteralmente.

 Padre Christian-Marie, quasi trent’anni di vita consacrata alle spalle, non rimane a guardare. Abbandona l’abito monastico per una tuta, il cappello per il sole cocente, e si inginocchia nella terra arata, accanto ai volontari. Ogni giovane vite piantata è un atto di fede e di ribellione contro la distruzione: un messaggio chiaro che la vita può ripartire, anche quando tutto sembra perduto.

 Per Noga Eshed, 74 anni, venire fin qui è un ritorno alla terra, un antidoto alla disconnessione del mondo moderno. "Toccare la terra, vedere crescere le piante: non è comune oggi", dice con una cazzuola in mano, tra sorrisi e silenzi condivisi. È una comunità che resiste, non con armi o mura, ma con mani sporche di terra, con il sudore sotto il sole e la preghiera nel cuore.

 Il monastero è sopravvissuto all’inferno, ma le cicatrici restano: vigneti ridotti a cenere, ulivi mutilati, produzione di olio azzerata per quest’anno. Eppure, in mezzo alla devastazione, i monaci non parlano di sconfitta. Parlano di Dio, di resilienza, di speranza. "In definitiva, siamo nelle mani di Dio", ripete Padre Alois, mentre le nuove viti guardano il cielo, pronte a sfidare il tempo e le fiamme future.

 Questo non è solo un monastero che ripianta vigne. È un messaggio al mondo: distruzione e tragedia non fermano chi ha radici profonde. Dove il fuoco ha cercato di cancellare la vita, la fede e il coraggio rispondono con verde. Latrun non è solo terra, è simbolo. Un simbolo che chiunque osi passare di qui non potrà ignorare: anche dalle ceneri, si può rinascere.

 

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