mercoledì 24 luglio 2024

24.07.2024 - Ger 1,1.4-10 - Mt 13,1-9 - Una parte del seme cadde sul terreno buono e diede frutto.

Dal libro del profeta Geremìa - Ger 1,1.4-10

Parole di Geremìa, figlio di Chelkìa, uno dei sacerdoti che risiedevano ad Anatòt, nel territorio di Beniamino.
Mi fu rivolta questa parola del Signore:
«Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto,
prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato;
ti ho stabilito profeta delle nazioni».
Risposi: «Ahimè, Signore Dio!
Ecco, io non so parlare, perché sono giovane».
Ma il Signore mi disse: «Non dire: “Sono giovane”.
Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò
e dirai tutto quello che io ti ordinerò.
Non aver paura di fronte a loro,
perché io sono con te per proteggerti».
Oracolo del Signore.
Il Signore stese la mano
e mi toccò la bocca,
e il Signore mi disse:
«Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca.
Vedi, oggi ti do autorità
sopra le nazioni e sopra i regni per sradicare e demolire,
per distruggere e abbattere, per edificare e piantare».
1. Nell’anno 627, mentre regnava in Gerusalemme Giosia, a Geremia il Signore iniziò a rivolgere la sua Parola. LA PRIMA PAROLA È SULLA VOCAZIONE DEL PROFETA. Fin dal seno materno Geremia È CONOSCIUTO E CONSACRATO profeta delle nazioni. DIO CREA OGNI UOMO PER UN FINE PARTICOLARE. Geremia è stato formato per essere profeta. 
2. Dinanzi a questa grandezza che il Signore gli manifesta, Geremia sente la sua inadeguatezza, la sua piccolezza. LUI È SOLO UN GIOVANE. Potrà mai un giovane parlare a re e a principi? Per il Signore non vi sono né giovani e né adulti, a Lui non servono esperienza, LUI DEVE SOLO RIFERIRE. Non gli servono conoscenze o altro.

3. Il Signore gli chiede di non aver paura di fronte a coloro presso i quali Lui lo avrebbe mandato. IL SIGNORE È CON LUI PER PROTEGGERLO, CUSTODIRLO. Lui riceve ogni autorità sulle nazioni e sopra i regni. Geremia deve DISTRUGGERE nelle nazioni ciò che non è verità di Dio e PORRE IN ESSE LA VERITÀ DEL SUO SIGNORE, iniziando dal suo popolo.

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+ Dal vangelo secondo Matteo - Mt 13, 1-9
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».  

 

Se il seme è buono ed efficace, come mai non porta sempre frutto? Il seme della Parola di Dio è buono ed è sparso nei cuori di tutti gli uomini, rappresentati nella parabola dalle varie tipologie di terreno. La diversa sorte del seme non dipende dalla volontà di Gesù bensì da quella degli uomini che ricevono la Parola di Dio.
Gesù ci invita oggi a guardarci dentro: a ringraziare per il nostro terreno buono e a lavorare sui terreni non ancora buoni. Chiediamoci se il nostro cuore è aperto ad accogliere con fede il seme della Parola di Dio. Chiediamoci se i nostri sassi della pigrizia sono ancora numerosi e grandi; individuiamo e chiamiamo per nome i rovi dei vizi.
Troviamo il coraggio di fare una bella bonifica del terreno, una bella bonifica del nostro cuore, portando al Signore nella Confessione e nella preghiera i nostri sassi e i nostri rovi“. Coraggio...

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La parabola del seminatore è la pre-parabola, quella preliminare che introduce la lunga serie di parabole. E getta la regola del gioco: chi ha orecchi intenda. E chi, di noi, non ha orecchi?

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