martedì 23 luglio 2024

LA SPERANZA, VIRTÙ PIENAMENTE UMANA.

LA SPERANZA, VIRTÙ PIENAMENTE UMANA.

Cosa spinge l’uomo nel cammino della sua vita? Chiamiamo speranza quella forza che mette l’umanità in movimento. L'uomo sogna, desidera e quindi si mette in cammino. Tra desiderare e sperare il passo è breve perché senza queste due azioni l'uomo non si muove. La speranza è la virtù che fa riprendere il cammino contro ogni fatica, tentazione di rassegnazione. La speranza ha senso, come osserva Chesterton, proprio quando la situazione è disperata. La spes è sempre contra spem, come dice San Paolo riferendosi ad Abramo che “sperò contro ogni speranza” uscendo dalla propria terra, dalla propria casa, verso un futuro incerto. 

La speranza non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che vale la pena fare qualcosa a prescindere da come andrà a finire. Dunque la speranza è una virtù sempre “epica” (la speranza non può essere una virtù meno che epica), ma quotidiana, che si spalma nei gesti minimi dell’esistenza umana. Quando andiamo a dormire, abbandonati al sonno, compiamo un atto di fede, dentro il cuore abbiamo la speranza di risvegliarci, così come al risveglio è sempre la speranza che ci spinge a quello scatto di nervi e di reni che ci fa mettere i piedi per terra e alzarci in posizione eretta: speranza che oggi sia migliore di ieri e domani migliore di oggi. E niente ce lo garantisce. La speranza vive lì, nell'inquietante territorio dell'incertezza. Lo stesso campo in cui cresce la preghiera. Lo ricorda un altro scrittore inglese C.S.Lewis: «Il nostro è un mondo fatto di scommesse e polizze di assicurazione, di speranze e di ansie, dove non esiste nulla di certo tranne l’inatteso e la prudenza risiede nella sagace amministrazione dell’imprevisto. Quasi tutte le cose che gli uomini chiedono nella preghiera sono imprevedibili: il risultato di una battaglia o di un’operazione, la perdita o l’ottenimento di un lavoro, un amore corrisposto. Non preghiamo certo per le eclissi».

Se non regna la speranza, regna la disperazione, ossia quell’abisso emotivo che affonda l'individuo in un senso di impotenza e perdita di speranza profonda. In contrapposizione alla fiducia e alla resilienza, la disperazione può rendere difficile trovare uno scopo o una prospettiva positiva nella vita quotidiana. Affrontare la disperazione richiede forza interiore e sostegno emotivo per superare i momenti di oscurità.

Il Papa nel discorso rivolto ai comici ha sottolineato il loro grande potere di far ridere e sorridere le persone e aggiungeva, a braccio, che far piangere è più facile che far ridere. È vero, un attore lo sa, far piangere è più semplice e questo ci ricorda che la disperazione è più facile della speranza. Ma la speranza è la via più lunga e faticosa ma l’unica pienamente umana.


Nessun commento:

Posta un commento