lunedì 6 novembre 2023

06.11.2023 - Rm 11,29-36 - Lc 14,12-14 Non invitare i tuoi amici, ma poveri, storpi, zoppi e ciechi.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani - Rm 11,29-36

Fratelli, i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!
O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio?
Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.
1. Paolo ci fa comprendere il piano di salvezza di Dio. IL RIFIUTO DI ISRAELE AD ACCOLGIERE IL MESSIA HA ACCELERATO L’EVANGELIZZAZIONE DEI PAGANI senza che Israele fosse escluso dalla salvezza. I DONI E LA CHIAMATA DI DIO SONO IRREVOCABILI! Il piano di salvezza di Dio È PER TUTTI, la sua MISERICORDIA è fonte di salvezza!

2. E conclude: “Dio ha rinchiuso tutti nella disobbedienza per essere misericordioso verso tutti” Che significa? Significa che LA SCRITTURA DIMOSTRA CHE TUTTI SONO PECCATORI TUTTI SONO DISOBBEDIENTI, chi in un modo chi in un altro, chi prima chi poi, DIMOSTRA CHE TUTTI HANNO BISOGNO DI ESSERE SALVATI e DIO OFFRE LA SUA MISERICORDIA A TUTTI: agli ebrei, agli altri popoli e anche a noi. Deo gratias!

3. DINANZI AL MISTERO DELLA SALVEZZA offerto ad ogni uomo per la fede in Cristo Gesù, la mente credente si oscura, si eclissa, rimane senza pensiero. SI FERMA IN UNA SANTA CONTEMPLAZIONE ETERNA. Veramente, sempre il mistero ci sorpassa. A un Dio così va dato tutto l’onore e la gloria. NESSUN ALTRO È DEGNO DI RICEVERE GLORIA E POTENZA.

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+ Dal vangelo secondo Luca - Lc 14,12-14
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».  
Gli antichi avevano il culto dell’ospitalità, ma Gesù va oltre e ci insegna quello della fraternità, che non accoglie solo simili che ci potranno contraccambiare, ma soprattutto chi ha più bisogno, chi non ci potrà restituire nulla: allora sarà l’amore del Padre a donarci tutto.
Si tratta di scegliere la gratuità invece del calcolo opportunistico che cerca di ottenere una ricompensa, che cerca l’interesse e che cerca di arricchirsi di più. Infatti i poveri, i semplici, quelli che non contano, non potranno mai ricambiare un invito a mensa.
Così Gesù dimostra la sua preferenza per i poveri e gli esclusi, che sono i privilegiati del Regno di Dio, e lancia il messaggio fondamentale del Vangelo che è servire il prossimo per amore di Dio.
Impariamo a chiederci sempre sinceramente se, quando facciamo del bene, lo facciamo per noi o per la maggior gloria di Dio.

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Queste parole di Gesù sono molto belle, suggestive, potenti; eppure, scartata l’ipotesi che si debbano prendere alla lettera, cosa ci vogliono esattamente dire?

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