SAN GUIDO MARIA CONFORTI (1865–1931)
San Guido Maria Conforti fu un vescovo dal cuore missionario e un autentico pastore del popolo di Dio. Nato a Parma, ottavo di dieci figli, sin da ragazzo mostrò una profonda sensibilità spirituale. Ogni giorno, passando davanti a una chiesa, si fermava a pregare davanti al Crocifisso, esperienza che segnò tutta la sua vita. “Io guardavo Lui e Lui guardava me”, ricordava da adulto, riconoscendo in quel dialogo silenzioso la sorgente della sua vocazione.
Entrato in seminario, fu affascinato dalla vita di San Francesco Saverio, il grande missionario gesuita. Desiderava ardentemente partire per le missioni, ma le sue precarie condizioni di salute glielo impedirono. Tuttavia, quell’impossibilità non spense in lui il fuoco missionario: nel 1895 fondò a Parma il Seminario per le Missioni Estere, poi divenuto la Congregazione dei Missionari Saveriani, con l’obiettivo di formare sacerdoti disposti a portare il Vangelo in ogni parte del mondo.
Nel 1899 i primi saveriani partirono per la Cina, realizzando il sogno che lui non aveva potuto compiere. Solo nel 1928, poco prima di morire, Conforti poté visitare quelle terre, intuendo profeticamente che la Cina avrebbe avuto un ruolo decisivo nel futuro dell’umanità.
Come vescovo di Parma, ministero che svolse per oltre vent’anni, promosse la formazione del clero, l’impegno dei laici e la vita spirituale delle comunità. Amava stare in mezzo alla gente: visitò ogni parrocchia della diocesi, sostenne i poveri e lavorò per la pace sociale, specialmente durante i conflitti tra contadini e proprietari terrieri.
Uomo di fede profonda, fu considerato un santo già in vita. In ogni situazione cercava di far conoscere e amare Cristo crocifisso, che definiva “il grande libro sul quale si sono formati i santi”. Morì a Parma il 5 novembre 1931, lasciando ai suoi figli spirituali un testamento di fuoco: “Abbiate uno spirito di viva fede che vi faccia veder Dio, cercar Dio, amar Dio in tutto, acuendo in voi il desiderio di propagare ovunque il suo Regno.”
Per noi oggi:
La missione non ha confini. Conforti sognava la Cina quando molti pensavano solo al proprio villaggio. Anche oggi la Chiesa rischia di chiudersi nel “locale”, dimenticando che il Vangelo è universale. Quanto siamo disposti ad aprire cuore e mente oltre i nostri confini, geografici e mentali?
Il Crocifisso parla, se lo guardiamo davvero. Davanti a Cristo in croce, Conforti trovò la sua vocazione. Noi invece, presi dalla fretta e dai rumori del mondo, riusciamo ancora a sostare e ad ascoltare? Il silenzio davanti al Crocifisso resta la prima scuola di santità.
Evangelizzare non è un compito “per pochi”. Conforti formò missionari, ma ricordò sempre che ogni battezzato è missione. Oggi il rischio è delegare ai preti o agli istituti religiosi ciò che appartiene a tutti: annunciare il Vangelo con la vita. Quanto di noi stessi mettiamo nell’essere “missionari dove siamo”?
A Parma, beato Guido Maria Conforti, vescovo, che, da buon pastore, sempre vegliò in difesa della Chiesa e della fede del suo popolo e, spinto dalla sollecitudine per l’evangelizzazione dei popoli, fondò la Pia Società di San Francesco Saverio.
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