SAN MARTINO DE PORRES (1579–1639)
San Martino de Porres fu un grande santo peruviano, esempio luminoso di umiltà, carità e amore universale. Nacque a Lima da una serva panamense di origine africana e da un nobile spagnolo che inizialmente non lo riconobbe come figlio a causa del colore della sua pelle. Solo in seguito, pentito, il padre si prese cura di lui e della sorella Giovanna.
Fin da giovane Martino mostrò una profonda sensibilità spirituale. Dopo aver imparato il mestiere di barbiere e aver coltivato l’interesse per la medicina, a quindici anni si presentò al convento domenicano di Lima, dove fu accolto come “donato”, con il compito umile delle pulizie. Per questo viene spesso raffigurato con una scopa, simbolo della sua dedizione al servizio e della sua umiltà.
La sua bontà, il suo spirito di sacrificio e la sua disponibilità verso tutti colpirono profondamente i superiori, che lo ammisero alla professione religiosa come frate converso. Da allora Martino visse con fervore la vita spirituale, dedicandosi alla preghiera, ai digiuni e all’adorazione del Santissimo Sacramento.
Il Signore lo colmò di numerosi doni soprannaturali: estasi, bilocazioni, levitazioni, profezia e scienza infusa. Ma il segno più grande della sua santità fu la carità. Si prese cura dei poveri e dei malati nell’infermeria del convento, offrendo non solo cure materiali, ma anche conforto e speranza. Durante la peste che colpì Lima, non esitò a esporsi per assistere i confratelli e la popolazione, curando decine di persone con dedizione eroica.
La sua fama di guaritore e consigliere saggio si diffuse in tutta Lima, attirando sia il popolo che personalità importanti. Fondò il collegio di Santa Croce per l’istruzione di orfani e mendicanti, un’opera innovativa e segno concreto della sua attenzione verso gli ultimi.
San Martino de Porres morì il 3 novembre 1639, amato da tutti per la sua bontà e semplicità. La Chiesa lo venera come patrono dei barbieri, dei malati, degli spazzini e della giustizia sociale, riconoscendo in lui un modello di fraternità universale e di fede operosa.
Per noi oggi:
La santità nasce dalle piccole cose. Martino non predicava dai pulpiti, ma serviva con una scopa in mano. Forse anche noi oggi cerchiamo troppo spesso la “visibilità” nelle opere buone, dimenticando che la vera grandezza cristiana si misura nella discrezione e nella fedeltà quotidiana.
L’amore non conosce colore, ruolo o confine. In un mondo ancora segnato da discriminazioni, San Martino — figlio di una schiava e di un nobile — ci ricorda che davanti a Dio non contano le origini ma la capacità di amare tutti, specialmente gli esclusi. Quanto spazio diamo noi all’accoglienza e all’inclusione reale, non solo a parole?
La carità vera costa. Martino non si è limitato alla compassione: ha condiviso la fatica, il dolore e la povertà dei fratelli. In un tempo in cui la solidarietà è spesso virtuale o di facciata, la sua vita ci provoca a sporcarci le mani per amore di Cristo e dei poveri concreti che ci stanno accanto.
San Martino de Porres, religioso dell’Ordine dei Predicatori: figlio di uno spagnolo e di una donna nera, fin dalla fanciullezza, sia pure tra le difficoltà derivanti dalla sua condizione di figlio illegittimo e di meticcio, apprese la professione di medico, che in seguito, diventato religioso, esercitò con abnegazione a Lima in Perù tra i poveri e, dedito a digiuni, alla penitenza e alla preghiera, condusse un’esistenza di semplicità e umiltà, irradiata dall’amore.
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