giovedì 27 novembre 2025

“KOSTKA SIGNIFICA DI PIÙ”: IL CORAGGIO DI VIVERE SENZA CALCOLI.

“KOSTKA SIGNIFICA DI PIÙ”: IL CORAGGIO DI VIVERE SENZA CALCOLI

“Kostka significa di più”. Così l’Episcopato polacco ha invitato a riflettere su San Stanislao Kostka nell’Anno a lui dedicato nel 2018. Ma cosa significa davvero vivere “di più”? Non è un esercizio astratto: è un invito a guardare oltre la comodità, a sfidare il conformismo e a vivere con impegno, coraggio e fede.

 Padre Paweł Brożyniak, gesuita, spiega che il concetto si ispira allo spirito ignaziano del “magis”, “di più”: non solo pensare, ma agire, crescere, osare. In una cultura che premia ciò che è facile e immediato, Stanislao mostra la bellezza di rischiare, di ascoltare Dio, di non contare ogni passo secondo un calcolo personale di vantaggi. Lui partì per Roma, lasciando tutto ciò che per molti oggi è il “punto d’arrivo”: famiglia, comfort, sicurezza. Non chiedeva “ne vale la pena?”, si fidava.

 Essere “magis” significa resistere alla superficialità, dedicare tempo alla preghiera, al discernimento, all’ascolto del cuore. Significa rischiare per i propri sogni e per il rapporto con Dio, senza lasciare che la paura del fallimento limiti le nostre scelte. Stanislao non temeva la rinuncia: accettava il silenzio, la fatica, l’incertezza, e questo lo rese libero.

 Oggi viviamo in un mondo ossessionato dai calcoli: quanto ci conviene? Quanto otteniamo? Quanto siamo visibili o ricchi? Stanislao insegna l’opposto: fiducia, abbandono, generosità. Il suo esempio non riguarda solo la vita spirituale, ma anche la gestione e la leadership: fidarsi degli altri, moltiplicare il bene comune senza paura, aspirare al meglio senza essere schiavi del risultato immediato.

 Il santo polacco era dolce, intelligente, coraggioso. Amava pregare, lavorare, imparare. Sapeva che Dio agisce nella vita di chi sa ascoltare. Ecco perché i giovani di oggi dovrebbero vederlo come modello: non un santo lontano, ma qualcuno che ha vissuto passioni autentiche, rischi reali e fiducia concreta.

 Il messaggio per genitori, educatori e pastori è chiaro: creare spazi di dialogo, incoraggiare la riflessione, guidare senza imporre, mostrare che la vita spirituale non è un optional ma una strada di crescita totale. Fermarsi, ascoltare, pregare: piccoli gesti quotidiani che aprono al “di più” di Dio.

 San Stanislao ci ricorda che vivere veramente significa uscire dalla comodità, abbracciare l’incertezza, osare e fidarsi. Non calcolare, ma donare, crescere, sperimentare. Perché la vita che conta non si misura in cose possedute, ma in cuore aperto, coraggio e relazione con Dio.

 Ecco un altro insegnamento cruciale: Stanislao ci mostra che la santità non è un percorso riservato a pochi eletti. È accessibile a chiunque scelga di rischiare per i propri valori, di dedicare tempo alla preghiera e al discernimento, di affrontare la fatica senza scoraggiarsi.

 Vivere “di più” significa anche resistere alle mode effimere, alla ricerca costante di gratificazioni immediate, e coltivare la pazienza e la perseveranza. Significa impegnarsi con cuore generoso, condividere le proprie capacità, imparare a guardare gli altri con empatia e apertura, e non con calcoli egoistici.

 Stanislao ci sfida a diventare persone che non temono l’ignoto, che scelgono la fiducia su ogni timore, la generosità sulla convenienza. È un richiamo potente: il “magis” non è un concetto astratto, ma una chiamata urgente per oggi, per vivere una vita autentica, coraggiosa e profondamente libera.

 

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