mercoledì 19 novembre 2025

19.11 SANTA MATILDE DI HACKEBORN

SANTA MATILDE DI HACKEBORN (CA 1240-1298)

 Santa Matilde di Hackeborn, monaca benedettina del monastero di Helfta in Sassonia, è una delle più grandi mistiche del tredicesimo secolo. La sua vita spirituale è narrata ne “Il libro della Grazia speciale”, una raccolta delle sue rivelazioni, redatta da due consorelle — tra cui Santa Gertrude la Grande — su obbedienza e ispirazione divina. Quando Matilde scoprì questi scritti, ne fu inizialmente turbata per umiltà, ma Gesù stesso la rassicurò, rivelandole che il testo sarebbe servito alla gloria di Dio e al bene delle anime.

 Entrò in monastero a soli sette anni, attratta dalla serenità del luogo, e divenne monaca intorno ai diciassette, guidata spiritualmente dalla sorella Gertrude di Hackeborn, allora badessa. Sin dall’inizio mostrò una profonda unione con Dio, ricevendo grazie mistiche straordinarie accompagnate da prove fisiche e morali, che offriva per la salvezza delle anime. Era detta “l’Usignolo di Dio” per il suo canto soave e la devozione che suscitava leggendo la Sacra Scrittura, in particolare il Vangelo, che Gesù stesso le indicò come la più chiara manifestazione del Suo amore.

 Le sue visioni e i suoi insegnamenti, raccolti nel Libro della Grazia speciale, hanno avuto grande influenza sulla spiritualità cristiana, soprattutto nella diffusione della devozione al Sacro Cuore di Gesù, anticipando quella di Santa Margherita Maria Alacoque nel diciassettesimo secolo. L’opera descrive con profondità i sacramenti della Confessione e della Comunione come mezzi di santificazione, la gloria dei santi in Paradiso — tra cui Tommaso d’Aquino e Alberto Magno —, la sorte delle anime del Purgatorio e dell’Inferno, e il rapporto tenerissimo con la Vergine Maria, che Matilde chiamava “Immacolata”, anticipando il dogma proclamato sei secoli dopo.

 Da una rivelazione della Madonna, Matilde diffuse anche la devozione delle tre Ave Maria in onore della Santissima Trinità e dei doni che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo elargirono a Maria: potenza, sapienza e amore. La Vergine le promise la sua assistenza nell’ora della morte a chi recita ogni giorno queste preghiere con fede.

 Morì nel 1298, lasciando un’eredità di profonda contemplazione e di amore mistico per Cristo e la Vergine. La sua figura resta un faro di spiritualità e di fiducia nelle promesse divine.

 

Per noi oggi:

 Matilde viveva in clausura, ma la sua esperienza interiore era tutt’altro che fuga dal mondo: era un modo più radicale di entrare nella verità. Oggi, in un’epoca in cui cerchiamo senso in mille distrazioni, la sua vita ci provoca a chiederci: e se la vera conoscenza non passasse per l’informazione, ma per il silenzio e la contemplazione?

 Matilde si turbò nel sapere che le sue visioni venivano scritte: non voleva essere al centro. Eppure Dio la volle “pubblica” perché la sua esperienza parlasse agli altri. In una cultura ossessionata dall’immagine e dall’autopromozione, la sua reazione ci sfida: forse la vera grandezza è non voler apparire, ma lasciarsi usare da Dio per qualcosa di più grande di sé.

 La sua preghiera — le tre Ave Maria, la devozione al Sacro Cuore — non era sentimentalismo, ma una scelta radicale di amare come Dio ama. In un mondo che confonde spiritualità con benessere personale, Matilde ci ricorda che la preghiera autentica trasforma, non consola soltanto: o cambia il cuore, o è solo rumore religioso.


Nel monastero di Helfta nella Sassonia in Germania, santa Mectilde, vergine, che fu donna di squisita dottrina e umiltà, illuminata dal dono divino della contemplazione mistica.

 

📲 I MIEI SOCIAL:

Nessun commento:

Posta un commento